Attenzione e coscienza: cosa insegnano le neuroscienze

Comunicazione del CIMeC
COMUNICATO STAMPA
Al via il 29 ottobre la terza edizione del convegno organizzato dal CIMeC
Attenzione e coscienza: cosa insegnano le neuroscienze
A Rovereto, per tre giorni centocinquanta esperti dei due complessi fenomeni
ROVERETO – E’ giunto ormai alla sua terza edizione il workshop dedicato all’attenzione e
organizzato dal Centro Mente Cervello (CIMeC) dell’Università degli Studi di Trento. Il
Rovereto Attention Workshop, che si svolgerà dal 29 al 31 ottobre a Rovereto - Palazzo Piomarta
(Istruzione), corso Bettini, 84 - negli anni passati ha visto una grande affluenza dei maggiori
scienziati che si occupano dell’importante argomento, è uno dei pochi appuntamenti dedicati
all’attenzione nel panorama accademico mondiale.
“La scienza studia il complesso fenomeno dell’attenzione da oltre un secolo. Quest’anno il
convegno verterà sul legame tra l’attenzione e la coscienza, in particolare la coscienza di
percepire il mondo esterno –spiega uno degli organizzatori, il professore Massimo Turatto,
responsabile dei Laboratori di Psicologia Sperimentale del CIMeC. “L’attenzione è
tradizionalmente intesa come un filtro per gli stimoli che il nostro cervello deve elaborare. Di quelli
selezionati dall’attenzione diventiamo coscienti, degli altri no, anche se ci sono prove che
dimostrano come vengano comunque elaborati dal nostro cervello”. Perché dobbiamo selezionare
gli stimoli tramite l’attenzione? Perché non possiamo essere coscienti di tutto. Questo è facilmente
dimostrabile se solo si prova ad immaginare di essere ad una festa e di voler partecipare
contemporaneamente due conversazioni. Come ben sappiamo questo non è possibile. Dovremo
scegliere a quale dei nostri interlocutori prestare attenzione, venendo magari attratti dall’altro
qualora dovesse pronunciare parole per noi interessanti.
La relazione tra percezione e coscienza è stata affrontata scientificamente sin dagli inizi del secolo
scorso, ed in particolare l’interesse degli psicologi riguardava il poter dimostrare l’esistenza
dell’inconscio come percezione non cosciente; oggi grazie agli avanzamenti delle nostre
conoscenze sappiamo che tale tipo di percezione esiste e la questione da risolvere riguarda
piuttosto il ruolo della coscienza nella percezione.
“Oggi sappiamo che una qualche forma di percezione senza coscienza è possibile. La
dissociazione tra esperienza conscia e inconscia è per esempio particolarmente evidente nella
sindrome della “visione cieca”, dove i pazienti riescono a localizzare sistematicamente in modo
corretto stimoli visivi che sostengono di non vedere”, spiega il professore Turatto, che prosegue:
“Negli individui neurologicamente sani coscienza e percezione sono fenomeni che vanno di pari
passo. La sfida recente è riuscire a dissociare queste due funzioni anche nelle persone senza
danni cerebrali, così da dimostrare che percezione e coscienza sono due funzioni cognitive
distinte. La ricerca in quest’ambito viene condotta attraverso opportuni esperimenti, avvalendosi
inoltre delle moderne tecniche di neuro immagine, le quali possono dare importanti informazioni
circa quali aree del cervello sono rilevanti per percezione e coscienza”.
Come detto questi sono interrogativi che la psicologia si pone da sempre e che hanno importanti
risvolti pratici, etici e morali. Pensiamo a quanto è determinante riuscire a stabilire se e in che
Per maggiori informazioni, contattare: Nicla Panciera
CIMeC – Corso Bettini 31 – 38068 Rovereto
[email protected] 0464 808616 – 346 4737933
misura un individuo non cosciente, per esempio in coma, sta elaborando gli stimoli provenienti
dall’esterno. Cosa lo identifica come una persona ancora in vita e con una attività cerebrale? Il
fatto che possa percepire o che possa farlo coscientemente?
Nel corso del convegno, il legame tra attenzione e coscienza verrà affrontato nelle sue diverse
declinazioni: dai modelli computazionali della coscienza alle sue basi neurali, ovvero quali modelli
di attivazione neurale distinguono gli stati coscienti da quelli non coscienti; dalla visione cieca alla
coscienza multisensoriale. Se è vero che palare di dati neurobiologici in assenza di un contesto
psicologico è altrettanto futile quanto parlare degli stati psichici senza chiamare in causa le nuove
cognizioni che abbiamo sullo stato del cervello, oggi una riflessione sulla coscienza non può più
essere dei soli filosofi o psicologi, come è stato in passato, ma deve poter beneficiare del contributi
di più discipline, i maggiori esponenti delle quali si riuniranno al CIMeC in occasione del “Rovereto
Attention Workshop”. Per informazioni http://portale.unitn.it/centre/cimec/raw.htm
In allegato fotografia del professore Massimo Turatto.
Per maggiori informazioni, contattare: Nicla Panciera
CIMeC – Corso Bettini 31 – 38068 Rovereto
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