Il dolore cronico

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Approfondimento sul mal di schiena
Testo a cura del Dr. Med. A. Badaracco
Ottobre 2006
Chi ne soffre?
La grande maggioranza degli svizzeri. Il 70% ne ha sofferto nel corso dell’ultimo anno, l’80% ne ha già
sofferto nel corso della vita. Sono maggiormente esposti i sedentari e chi svolge un’attività molto
pesante.
Figura 1: Di mal di schiena soffre l’80% degli svizzeri, tra di loro anche molti giovani
Quali sono le cause?
Quando si parla di mal di schiena, si utilizzano modelli disparati che tendono a generare una certa
confusione. Si parla di dischi, muscoli, ossa e altre parti che costituiscono la schiena. Si parla di
osteoporosi e altre malattie che possono coinvolgere anche la schiena. Si discute poi spesso di stile di
vita, stress, alimentazione e ogni altro possibile fattore che possa influire sulla nostra salute.
La realtà è più semplice. Nella maggior parte dei casi l’origine del mal di schiena resta sconosciuta
perché è legata a più fattori che non possono essere identificati singolarmente, oppure perché il
dolore dopo un po’ passa da solo senza la necessità di esami approfonditi o al contrario perché
persiste nonostante esami approfonditi risultino relativamente normali e non siano quindi in grado di
spiegarlo in modo esaustivo. Per questo tipo di mal di schiena, la cui origine non viene identificata, si
utilizza il termine di lombalgia non specifica o comune.
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L’indeterminatezza riguardo alle cause del mal di schiena può generare delusione fino a frustrazione
nel paziente che si reca dal medico con il desiderio di una risposta precisa alla domanda sull’origine
del suo problema.
Ma allora che ruolo giocano malattie ben conosciute come l’ernia discale, le scoliosi o
l’osteoporosi?
In una minoranza dei pazienti con mal di schiena, che va dal 10% circa tra chi ha dolori da meno di 4
settimane al 30% circa tra chi ha dolori da oltre 3 mesi, si trova una causa particolare che gioca un
ruolo preponderante come causa dei dolori.
Le cause identificabili più comuni sono le discopatie, cioè l’insieme delle alterazioni degenerative
(l’usura, l’invecchiamento) dei dischi. Tra queste la più problematica è l’ernia discale, che è la rottura
del disco con fuoriuscita di materiale discale dal suo interno. L’ernia può schiacciare i nervi che
passano nelle vicinanze. Nella maggior parte delle ernie discali i dolori regrediscono in circa 2 mesi
senza che siano necessarie operazioni.
Altre cause comuni sono le scoliosi, difetti della forma della schiena che risulta storta, di regola
dall’infanzia.
Anche l’osteoporosi può provocare mal di schiena, ma solo quando è così grave da provocare fratture
vertebrali. Fino a quel momento l’osteoporosi non provoca alcun dolore, è una malattia silenziosa.
Ci sono poi cause comuni ma meno conosciute come il restringimento del canale spinale nei pazienti
anziani che provoca dolori ai glutei e alle cosce dopo un certo perimetro di marcia.
Infine ci sono cause rare ma potenzialmente serie come le malattie infiammatorie che toccano pazienti
giovani prevalentemente di sesso maschile o le infezioni che possono colpire soggetti con difese
immunitarie diminuite e con cosiddette “porte d’entrata” per i batteri, come i tossicodipendenti che si
bucano con aghi non sterili.
Figura 2: Se un disco si rompe, l’ernia che fuoriesce può schiacciare un nervo (riquadro rosso)
Per questi problemi è necessario rivolgersi al neurochirurgo?
No. La neurochirurgia si occupa specificamente di pazienti che devono subire un intervento invasivo
(cioè un’operazione, un trattamento con radiofrequenza, una vertebroplastica ecc.). Si tratta di
pazienti con problemi particolari come ernie discali che eccezionalmente causano dolori di lunga
durata o paralisi, canali spinali stretti che sono all’origine di dolori molto importanti e limitano il
perimetro di marcia. Solo in casi eccezionali discopatie semplici che siano all’origine di dolori non
trattabili con altri mezzi possono essere curate con interventi che fissino tra di loro due o più vertebre
ma l’efficacia a medio termine di tali interventi è molto discussa.
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È possibile prevenire il mal di schiena?
In parte si. Lombalgie comuni possono essere prevenute applicando le regole di ergonomia della
schiena e mantenendo una buona muscolatura.
Per ergonomia si intende il muoversi bene e il mantenere posizioni statiche che siano il più naturali
possibile per la schiena. I bambini lo fanno spontaneamente.
Per mantenere una buona muscolatura occorrono in media 20 minuti di esercizi al giorno.
Cause particolari di mal di schiena possono essere prevenute solo in alcuni casi; per esempio le
fratture da osteoporosi possono essere evitate identificando precocemente le persone affette da
osteoporosi (oggi si ritiene che il momento migliore per una densitometria sia attorno ai 65 anni d’età),
curando le persone che hanno un’osteoporosi e riducendo i fattori di rischio come l’alimentazione
povera in calcio, il fumo e l’alcol.
Figura 3: I bambini piccoli applicano spontaneamente le regole di ergonomia della schiena (schiena
diritta, peso vicino al corpo, flessione della anche e delle ginocchia)
E se il mal di schiena c’è, come si può curare?
Secondo le direttive internazionali attualmente in vigore, la cura del mal di schiena dipende dalla
durata e da eventuali cause che abbiano potuto essere identificate.
Lombalgie non specifiche che durano da meno di 4 settimane si trattano con medicamenti e cercando
di condurre una vita normale, senza riposo a letto (salvo pochi giorni quando il dolore è molto forte),
riducendo al minimo l’incapacità lavorativa e mantenendo nei limiti del possibile ogni attività abituale.
Lombalgie comuni che durano oltre 4 settimane si curano con le stesse misure alle quali è
generalmente utile aggiungere la fisioterapia. Si farà particolarmente attenzione a insegnare al
paziente un programma di esercizi e a ottimizzare l’ergonomia secondo le sue particolari esigenze.
Cause particolari di mal di schiena richiedono cure particolari che possono essere applicate di caso in
caso dal medico di famiglia o dallo specialista coinvolto.
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