Foto: www.giuntiscuola.it DSA: caratteristiche specifiche nella scuola secondaria di secondo grado e le strategie di studio Progettazione di dettaglio per la realizzazione di Percorsi di ampliamento dell’Offerta Formativa nell'a. s. 2016/2017 Istituto «Carlo Livi» Dott.ssa Francesca Di Lauro Psicologa-Psicoterapeuta Quali sono i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) APPRENDIMENTI sviluppo tipico NATURA AUTOMATIZZABILE • LETTURA • SCRITTURA • CALCOLO Nei primi 2 aa di scolarizzazione (6-8 aa) utilizzano funzioni attentivo/esecutive NATURA NON AUTOMATIZZABILE COMPRENSIONE PRODUZIONE TESTO PROBLEM SOLVING Dalla III elementare in poi utilizzano funzioni di natura esecutiva Consensus Conference 2007 Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento (DSA) Con il termine DSA ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche, e in particolare a: Disturbo specifico della lettura (DISLESSIA) disturbo specifico della decodifica disturbo della comprensione del testo ... e la comprensione da ascolto? Prodaqi nlente risute r pivvicile gere puetse qoce rige. Palcuno siaddelerà algi erori pi standa. Ev et tinfanemete appiano sotsiito duaicele tera, noeso palcosa, agiutno atlro e su vo palche palarp. Inraltà tsate drofando artivicialnete buelo ce aqituanlente drovano i ragazi qisl esici nl lerege. Quali difficoltà nella dislessia Caduta nei processi di automatizzazione Lentezza nel processamento dell’informazione Difficoltà nei compiti di integrazione Alcuni dati su cui riflettere… I tempi di lettura migliorano progressivamente anche dopo la terza media (per la lettura di brano è di norma 0,5 sill./sec. all’anno per il normolettore; 0,25 – 0,3 per il dislessico; per la lettura di singole parole è di 0,29 sill/sec) È più facile correggere gli errori di lettura che aumentare la velocità di lettura Il sovraccarico della memoria di lavoro crea interferenza con la soppressione di informazioni irrilevanti. Alcuni dati su cui riflettere… Per poter studiare con successo testi di un certo livello (medie e superiori) è necessaria una velocità di lettura di almeno 3 - 3,5 sillabe al secondo (la media di lettura di un bambino normolettore al termine della Primaria è di circa 3.7 sillabe al secondo) Velocità di lettura di brano: Normolettore terza media: media 5,34 Normolettore seconda superiore: sill/sec; media 6,14 sill/sec; Dislessico medio-lieve: circa 3,5 Dislessico severo: tra 1,5 e 3 sill/sec sill/sec Dislessico molto severo: sotto 1,5 sill/sec Consensus Conference 2007 Disturbo dell’espressione scritta deficit nei processi di cifratura (DISORTOGRAFIA) -natura linguistica deficit nei processi di realizzazione grafica (DISGRAFIA) -di natura motoria Disturbo specifico dell’apprendimento della scrittura Disturbo specifico suddivisibile in due componenti: una di natura motoria (deficit nei processi di realizzazione grafica) – disgrafia: difficoltà nella grafia. La scrittura è irregolare per dimensione e/o pressione, vi è scarsa capacità ad utilizzare lo spazio sul foglio e a mantenere la direzione orizzontale dello scritto, i margini non vengono rispettati, gli spazi tra i grafemi e tra le parole sono irregolari. È difficilmente decifrabile. Disturbo specifico dell’apprendimento della scrittura una di natura linguistica (deficit dei processi di cifratura) – disortografia: difficoltà nel rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto. Vengono cioè commessi molti errori e di varia tipologia. Il disturbo di scrittura può presentarsi in isolamento (raramente) o in associazione (più tipicamente) ad altri disturbi (co-occorrenza) senza che vi sia una gerarchia tra gli stessi. Si utilizza infatti la dicitura estesa: disturbo specifico di apprendimento della lettura e/o della scrittura (grafia e/o ortografia) e/o del calcolo. Consensus Conference 2007 componenti di cognizione numerica (intelligenza numerica basale: subitizing, Disturbo specifico del calcolo DISCALCULIA meccanismi di quantificazione, comparazione, seriazione, strategie di calcolo a mente) procedure esecutive (lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri) il calcolo (recupero dei fatti numerici e algoritmi del calcolo scritto). Sottotipi diversi? Problem solving matematico Discalculia Deficit del sistema di elaborazione dei numeri e/o del calcolo. Vi può essere difficoltà nell'associare il numero alla quantità, o a capire che 2, II e la parola DUE abbiano lo stesso valore. Inoltre un discalculico può non avere in mente la linea dei numeri e/o non capire il valore posizionale delle cifre (es.: 345≠354). Può anche trovare difficoltà nel ricordare l'ordine procedurale di un'operazione, di un'equazione,... o nell'utilizzare i simboli aritmetici, ecc. Discalculia Disturbo specifico suddivisibile in due componenti: Una connotata da debolezza nella strutturazione cognitiva delle componenti di cognizione numerica (intelligenza numerica di base: quantificazione, comparazione, seriazione, strategie di calcolo a mente) L’altra che coinvolge procedure esecutive (lettura e scrittura e messa in colonna dei numeri) ed il calcolo (recupero di fatti numerici e algoritmi del calcolo scritto) DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO I DSA hanno uno stile diverso di apprendimento, in cui spesso i canali privilegiati non sono verbali: Visivo (mappe) Uditivo (registrazioni audio) Cinestetico (vedere o sentire altri fare, provare a spiegare, ripetere, sperimentare direttamente, costruire, intuire) Una doppia codifica (per esempio visiva e verbale) potenzia la memoria di lavoro e favorisce la formazione di un ricordo persistente. 18 Disturbi dell’apprendimento e DISPRASSIA La disprassia è un disturbo che riguarda la coordinazione e il movimento e può comportare disorganizzazione del linguaggio. Solitamente si manifesta con difficoltà nel compiere gesti coordinati e diretti a un determinato fine. L’individuo può risultare impacciato, fatica ad eseguire movimenti fini e complessi, come allacciarsi le stringhe delle scarpe, oppure ha difficoltà a coordinarsi nello spazio o apprendere sequenze motorie. La disprassia può essere acquisita in seguito ad un danno cerebrale causato da un trauma cranico o associata ad un ritardo del normale sviluppo neurologico. La disprassia è una patologia complessa, con complicazioni che vanno dal motorio al cognitivo, non sempre compresenti. 19 DISPRASSIA A volte si tarda a diagnosticarla perchè è preponderante il disturbo del linguaggio. Difficoltà a mettere in ordine le varie fasi di un racconto e a ricordare i termini specifici dei vari passaggi. Problemi di organizzazione spazio-temporale, difficoltà organizzazione quindi nella consequenzialità dei movimenti. di La sensibilità tattile è spesso ridotta. Con l’ingresso a scuola si presentano problemi di manualità fine, tanto da inficiare la grafia e la correttezza ortografica, disturbi del movimento oculare, con difficoltà a seguire le righe del quaderno e a leggere (invece di muovere solo gli occhi, si muove anche il corpo). 20 DISPRASSIA Tutti questi deficit possono influenzare negativamente l’apprendimento, ma si estendono oltre, in gran parte delle attività della vita quotidiana. I punti deboli più frequenti nella disprassia sono: • difficoltà di memorizzazione, soprattutto di sequenze • difficoltà a formare dei concetti • difficoltà di organizzazione di corpo, dita, spazio, movimento • tendenza a stancarsi precocemente • difficoltà di integrazione nella vita sociale. 21 Disturbi dell’apprendimento e FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO LIMITE Viene formulata questa diagnosi quando il QI è compreso fra 71 e 84; riguarda circa il 13 % della popolazione (stima teorica). Presenti delle difficoltà di adattamento socio-ambientale e l’insorgenza prima dei 18 anni. Questo profilo viene spesso identificato come borderline cognitivo o come slow learner: il bambino è sostanzialmente normale, sia pure con difficoltà scolastiche tendenzialmente migliorabili. Il FIL non è una sindrome, ma un risultato finale di cause fra loro diverse. Può essere dovuto a processi patologici che comportano un inadeguato funzionamento del sistema nervoso centrale, come nel caso di sindromi genetiche (Turner, Cornelia de Lange, Prader-Willi), oppure può dipendere da svantaggio socio-culturale le cui carenze e deprivazioni causano una traiettoria discendente dello sviluppo del QI e delle potenzialità del bambino. 22 FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO LIMITE Può presentarsi anche una doppia diagnosi di FIL e DSA nel caso in cui si ritenga che la difficoltà scolastica non sia la semplice conseguenza di un basso QI, in particolar modo quando il profilo d’apprendimento è molto disomogeneo (scala verbale significativamente più bassa di visuo-prassica o viceversa) e quindi si deve porre l’accento sugli apprendimenti specificamente deficitari. 23 FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO LIMITE Di solito questi ragazzi hanno scarsa metacognizione e capacità introspettiva, ma possono imparare ad utilizzare strategie di memoria o abilità attentive, linguistiche e visuo-motorie. I programmi di arricchimento strumentale potenziano il ragionamento attraverso l’allenamento di vari aspetti, come orientamento spaziale, percezione analitica, classificazione e categorizzazione, relazioni familiari, progressione numerica, comprensione di istruzioni, sillogismi, ecc. Le acquisizioni devono essere funzionali all’adattamento e all’autonomia della persona (saper utilizzare il denaro, sapersi orientare, leggere e scrivere per apprendere un mestiere in cui viene richiesto). I compiti cognitivi devono essere all’altezza delle capacità dell’individuo, in modo da condurre a successi piuttosto che fallimenti e favorire un atteggiamento curioso in un ambiente rassicurante (chi ha difficoltà cognitive a livello borderline può sviluppare un temperamento passivo). 24 ….e quando si parla di DSA e ADHD? Disturbo da Deficit dell’Attenzione e dell’Iperattività (DDAI in italiano e ADHD in inglese) Si tratta di un livello di inattenzione, iperattività e impulsività non adeguati all’età e al livello di sviluppo del bambino/ragazzo. Un buon numero dei sintomi descritti devono essere presenti per un periodo di almeno 6 mesi I sintomi devono presentarsi in più ambiti di vita del bambino/ragazzo. Devono essere presenti in epoche di vita precoci (prima dei 7 anni) MA NON DIAGNOSTICATI PRIMA Perché spesso un bambino sembra un ADHD, ma la sua sintomatologia può dipendere da Elevati livelli di ansia: un bambino ansioso può essere così iper-concentrato sull’esito di una prova da sembrare distratto, MA NON È ADHD. Richieste troppo elevate per lui e sembrare irrequieto o impulsivo, MA NON È ADHD. Situazioni familiari e sociali difficoltose, MA NON È ADHD. Compresenza di altre difficoltà (apprendimenti, vista, udito, condotta…, MA NON È ADHD. 3 casistiche diagnostiche 1. ADHD - sottotipo inattentivo 2. ADHD - sottotipo iperattivo - impulsivo 3. ADHD - sottotipo combinato Mente vagante (Default network) Esiste una rete neuronale (frontale) che sembra supportare il pensiero leggero, cioè la mente vagante Ogni volta che entriamo in un particolare stato attentivo dobbiamo sopprimere questa attivazione (schermo) Secondo Fassbender 2009 i bambini/ragazzi con adhd hanno difficoltà a sopprimere l’attivazione di quest’area. ADHD e sintomi secondari associati Iperattività motoria/Impulsività/Inattenzione Comorbidità Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP, 40-50% alta frequenza). Disturbo di Condotta (DC, 40-50% alta frequenza). Disturbo d’ansia (30% frequente). 30% (livello frequente) dei bambini ADHD presenta una difficoltà di apprendimento. Disturbo Disturbi dell’umore 15-20% (moderatamente frequente). pervasivi dello sviluppo (5-10% rara). Modelli patogenetici (Chadvic, Taylor 1999) 1. DSAp versus ADHD: la Dislessia è il disordine primario al quale si sovrappone l’ADHD che è una fenocopia (Willcutt 2005). Pseudo-ADHD secondario a manifestazioni di disagio negli apprendimenti (in realtà non sempre si raggiungono i criteri dei 6 sintomi). 2. ADHD versus DSAp : l’inattenzione e l’iperattività, lo stile cognitivo impulsivo, l’inaccuratezza, potrebbero favorire l’emergenza di difficoltà specifiche (Rappo 2000) 3. ADHD+DSAp comorbidità e nessun rapporto di causalità tra i due. Adhd non conduce alla dislessia né viceversa. Aumentato deficit funzionale e maggiore svantaggio evolutivo. (Friedman 2003, Faraone 2001) Quali funzioni mi servono per apprendere? Proviamo a vedere quali abilità mi servono quando uso gli strumenti di base (lettura, scrittura e calcolo). L’Attenzione “Attento!”, “fai attenzione!”, “sei sempre disattento!”… Indubbiamente lo abbiamo detto o ce lo siamo sentiti dire tante volte nella nostra vita. Sicuramente conosciamo il significato della parola “attenzione” ma sappiamo che cos’è veramente l'attenzione? Con questa parola si intende genericamente un meccanismo cognitivo che ci consente di dare rilevanza ad alcuni stimoli, scartandone altri. L’attenzione è la nostra capacità di focalizzarsi sullo stimolo (o sugli stimoli) bersaglio, non rispondendo ai distrattori presenti (prevalentemente attraverso vista, udito e tatto) Componenti attentive allerta, cioè la semplice prontezza di risposta agli stimoli; attenzione sostenuta (vigilanza), cioè la capacità di mantenere la capacità di rispondere a tali stimoli per tutto il tempo necessario all’esecuzione di un compito. attenzione focalizzata, cioè la capacità di selezionare solo gli stimoli importanti per un determinato compito, ignorando quelli distraenti; attenzione divisa, ovvero la capacità di distribuire le proprie risorse attentive tra due o più compiti da eseguire contemporaneamente. attenzione alternata, che riguarda la capacità di eseguire più compiti spostando le proprie risorse attentive da un compito all’altro, in modo alternato, per poter svolgere più compiti in parallelo. Attenzione visuo-spaziale L’attenzione visuo-spaziale nella lettura agirebbe come un faro che permette un’iniziale elaborazione grossolana dell’informazione visiva (riconducibile all’attività delle cosiddette vie magnocellulari-dorsali), per poi essere orientato in una parte più ristretta del campo visivo, a sinistra della parola da leggere, spostandosi rapidamente sulla lettera a destra e così via. I meccanismi più linguistici di lettura (elaborazione fonologica, conversione grafema fonema, il mantenimento dei fonemi in memoria a breve termine e conseguente fusione di essi) interverrebbero solo successivamente. (Franceschini e collaboratori 2015) Attenzione visuospaziale Matematica 5 3 + 1 2 = 6 5 Memoria di lavoro È un sistema di memoria che serve per mantenere attiva un’informazione per un tempo limitato e ai fini di una successiva manipolazione. La natura del materiale memorizzato può essere verbale, visiva o spaziale. Questa funzione cognitiva si basa sulla possibilità di aggiornamento delle informazioni immagazzinate, ovvero la loro sostituzione con informazioni nuove in ingresso che devono restare attive. Inibizione È la capacità di bloccare una risposta preponderante quando ho necessità di analizzare meglio il contesto e la situazione o di posticipare la risposta stessa. Per un migliore adattamento alle richieste. Erroneamente si ritiene che sia la capacità di inibire l’elaborazione di stimoli distrattori, ma in realtà inibiamo la risposta ad essi. Se la mia inibizione non sarà adeguata sarò più impulsivo. Pianificazione Capacità cognitiva che ci permette di organizzare preventivamente una serie di pensieri e azioni al fine di raggiungere un obiettivo o risolvere un problema monitorando i piani di azione e operando modifiche in itinere. La pianificazione si accompagna e si appoggia ad altre funzioni come la Mdl e l’inibizione della risposta. Rappresenta una delle massime espressioni di funzionamento esecutivo. Fluenza lessicale e semantica Recupero veloce di informazioni (es. interrogazioni). Scrittura spontanea. Cosa può fare la scuola per il controllo dei comportamenti problematici? Predisposizione ambienti facilitanti Gestione delle lezioni Gestione del comportamento (approccio metacognitivo) Evitare rinforzi positivi al comportamento sbagliato Time-Out Organizzare la classe e i tempi Organizzare il materiale scolastico Coinvolgere tutta la classe (tutoraggio) AUTOSTIMA La motivazione La motivazione in un alunno con iperattività non ha molto a che fare con la forza di volontà I problemi motivazionali per questi alunni sono di natura costituzionale e temperamentale = hanno origine all’interno del sistema nervoso centrale in aree ben specifiche del cervello Interventi basati sul contesto Tentativi di cambiare l’ambiente Intervenire sugli antecedenti Approcci centrati sul ragazzo Obiettivo: insegnare una serie di strategie/abilità di coping modificare il dialogo interno Autoistruzioni Tutto questo aiuta a sviluppare la capacità di riflettere e le abilità di autocontrollo Il dialogo interno è importante… Per il controllo della rabbia (“ rilassati… stai calmo… non te la prendere…”) Per aiutare i ragazzi ad organizzarsi meglio (“da dove comincio?… OK, e adesso?”) Per ricordare le strategie di problem solving (“leggi il testo… fermati a riflettere…”) Per formarsi un’immagine di sè piu’ positiva (“sono cosi’ stupido…/ se ci provo posso farcela…”) Approcci centrati sul docente 1) Fornire un programma e degli orari regolari 2) Evitare un sovraccarico di informazioni 3) Stabilire chiaramente le priorità (ignorare e scegliere i comportamenti-obiettivo importanti) 4) Gestire i materiali (libri, quaderni, appunti,…) Queste strategie effettuati dal docente facilitano l’adattamento del ragazzo Accorgimenti didattici Essere positivi (comunicare cio’ che l’alunno deve fare piuttosto che cio’ che non deve fare) Fornire indicazioni chiare (fornire indicazioni singole e specifiche attendendo un feedback comportamentale dall’alunno) Insegnare ad avere il proprio ritmo (strutturare il lavoro, suddividere compiti complessi in parti piu’ piccole, concedere qualche piccola pausa programmata) Ancora… Fornire segnali (esterni, visivi o uditivi) Fornire una routine costante pur continuando a cambiare le cose (compromesso per conciliare il bisogno di una strutturazione precisa delle attività con il bisogno di novità) Strutturare le transizioni e preparare ai cambiamenti (pianificare e dettagliare in anticipo perchè capisca e gestisca le novità) Ancora … Consentire una certa possibilità di movimento Dare un feedback (immediato e attenzione ricorrente) Favorire il successo (sperimentare la gratificazione, anche per contrastare l’immagine negativa di sè che rinforzerebbe la demotivazione, l’abbandono scolastico e l’assunzione di comportamenti devianti) Adattare il curricolo Un modello di didattica flessibile potrà rispondere meglio alle esigenze e ai bisogni di ciascun alunno Tre sono i principi basilari da considerare quando si lavora con alunni iperattivi: brevità, varietà e struttura Prima di iniziare a lavorare… Quando vengono spiegate le lezioni o vengono date delle istruzioni è importante che il docente si accerti del livello di attenzione del ragazzo. In generale il contatto oculare è la tecnica più efficace per controllare l'attenzione. Durante le consegne è fondamentale assicurarsi che il ragazzo abbia compreso le istruzioni di un compito; Ricordare al ragazzo disattento/iperattivo ad individuare (sottolineandole) le parti importanti del testo. Abituare il ragazzo impulsivo a controllare il proprio lavoro svolto. A riflettere su come ha fatto per…. (metacognizione) L’EVOLUZIONE DEI DSA NEL TEMPO Il Caso di Riccardo Giacomo Stella e Enrico Savelli «Riccardo frequenta la terza classe di un istituto informatico. Il suo insegnante di matematica ha la consuetudine di dettare le verifiche espressione per espressione, concedendo pochi minuti per la risoluzione: Riccardo, benché possieda capacità matematiche ottime, non riesce a seguire la dettatura dell’espressione e, di conseguenza, a risolverla nel tempo a disposizione. Il professore si spazientisce per le continue richieste di rallentare la dettatura e lo accusa di distrazione, di svogliatezza, non accetta le sue richieste e gli dice di arrangiarsi. Il ragazzo a casa fa tutti i compiti che vengono assegnati, con i suoi tempi, e porta a scuola esercizi perfetti. L’insegnante, come spesso accade, non crede che il lavoro a casa sia svolto in autonomia, ma che ci sia l’aiuto di un adulto. Non accetta di interrogarlo alla lavagna, dove dovrebbe adattarsi alla sua velocità di scrittura e così gli assegna un debito in matematica e fisica.» Riflessione Il caso di Riccardo vuole dimostrare come la visibilità di un alunno con DSA possa cambiare radicalmente con il progredire della carriera scolastica. La Consensus Conference non dà indicazioni precise circa la prognosi dei DSA. Le evidenze scientifiche non sono ancora molte o tali da poter prevedere un’evoluzione chiara. Soprattutto alla luce del gran numero di fattori che bisogna considerare. …….continua Si farà riferimento soprattutto ai dati di ricerca più noti, che si sono concentrati sull’evoluzione del profilo del disturbo specifico della lettura, poiché per gli altri profili le evidenze non sono ancora numerose. Associazione Italiana Dislessia- Comitato Promotore Consensus Conference (Claudio Vio, Patrizio Emanuele Tressoldi e Gianluca Lo Presti) L’evoluzione dei DSA La Consensus Conference ha indicato dei criteri per la formulazione di una prognosi Bisogna considerare unitamente ai criteri di gravità funzionale, i fattori ambientali e personali. Inoltre…… Considerare la prognosi esaminandola da diversi punti di vista o livelli non necessariamente interconnessi A) evoluzione a distanza dell’efficienza del processo di lettura, scrittura e calcolo; B) qualità di adattamento; C) presenza di un disturbo psicopatologico; D) avanzamento della carriera scolastica. Vi è indicazione che la DISLESSIA è presente anche in età adulta Poco si conosce rispetto alla DISORTOGRAFIA e DISCALCULIA Non vi è un maggior rischio di psicopatologia, con particolare riferimento al disordine della condotta in età adulta di ragazzi con DSA Per la prognosi scolastica emerge che l’accesso all’istruzione postsecondaria sembra correlato alla gravità del disturbo (inefficienza nella lettura e calcolo), al QI e alla possibilità di accesso a risorse esterne (attività extra-curriculari e risorse per l’orientamento allo studio) (Miller 1990; Fourqurean 1991; Hartzell e Compton 1984; Young 2002) Non sono disponibili dati scientifici per la prognosi nell’area delle attività lavorative …ed inoltre Di cruciale importanza sono I fattori di vulnerabilità e di protezione (in aggiunta all’entità del disturbo) La tempestività e adeguatezza degli interventi Il livello cognitivo e metacognitivo L’estensione delle compromissioni neuropsicologiche L’associazione di difficoltà nelle tre aree (lettura-scrittura-calcolo) La presenza di comorbilità psichiatrica Il tipo di compliance ambientale COSA BISOGNA OSSERVARE NELLA SCUOLA SECONDARIA? ELEMENTI DA OSSERVARE nella scuola secondaria In particolare nello studio : Disturbo dell’attenzione Disturbo della memoria a breve termine Difficoltà di esposizione orale Lessico di base assai ridotto Difficoltà a ricordare le date Difficoltà a costruire e utilizzare organizzatori spazio/temporali Difficoltà ad esprimersi attraverso strutture sintattiche complesse Gestione del tempo: Difficoltà ad organizzare il tempo in anticipo Difficoltà a sapere che ore sono all’interno della giornata Difficoltà a leggere l’orologio Difficoltà a memorizzare i giorni della settimana, i mesi, l’ordine alfabetico Difficoltà a sapere quando è Natale. A ricordare il giorno della propria nascita, quella dei propri familiari, i compleanni Nel comportamento: Distraibilità Grande lentezza Mancanza di impegno Demotivazione Disordine Irrequietezza PROBLEMI PSICOLOGICI • Spesso sono una conseguenza e non una causa: – Sperimentare la frustrazione di non riuscire, l’angoscia e l’impotenza di non farcela, la rabbia di non essere capiti… – Potrebbe insorgere una reazione di chiusura e depressione, di somatizzazione a vario livello o di reattività e di aggressività. Studenti con DSA Non comprendono la relazione tra: impegno uso di strategie prestazione efficacie Deve essere modificato lo stile attributivo, perché a seguito dei numerosi insuccessi, hanno imparato a non aspettarsi il successo e quindi a non fare niente per ottenerlo. Questa relazione deve essere insegnata autoefficacia / autostima • L’insegnante ha il compito fondamentale di innescare processi di autoefficacia.... Ciò è molto difficile nel dislessico perchè si è portati a pensare: se si impegna di più, ci riesce … • accanimento fallimento il ragazzo ha conferma della propria incapacità: si innesca la cosiddetto “paura del fallimento” che altro non è che una sensazione diffusa e pervasiva di ansia, stress e minaccia autoefficacia / autostima • Bisogna costruire percorsi personalizzati che facciano sperimentare l’efficacia (mediante gli strumenti compensativi e dispensativi, per esempio) Per evitare che si sperimenti il senso di impotenza appresa (Learned helplessness) (Stanovich, 2004) • La mancanza di autostima, nello studio, si può tradurre in: – indifferenza, apatia, comportamenti difensivi. COME SI PRESENTA UN RAGAZZO CON DSA IN CLASSE Il dislessico in classe può apparire come uno studente come tutti gli altri, ci sono molte più possibilità che le difficoltà tipiche di questi ragazzi, passino inosservate: non chiede più aiuto se gli altri scrivono o copiano dalla lavagna e lui non ce la fa; fa finta di seguire la lettura come gli altri o fa finta di scrivere appunti allo stesso ritmo degli altri, perché ci sono meno occasioni di leggere a voce alta davanti a tutti o che il docente passi tra i banchi a controllare l’ordine del quaderno. Nella Scuola Secondaria, dipende più dal ragazzo mettere in evidenza le proprie difficoltà rispetto a quanto non accada nella Primaria (dove l’insegnamento è focalizzato proprio sulle strumentalità e il docente preparato può cogliere eventuali segnali di “divergenza”). L’ostacolo più grosso è il ragazzo stesso che non ha la minima intenzione di mostrare le proprie difficoltà in classe, anzi cerca in tutti i modi di nasconderle. Si riesce a confondere con le caratteristiche della “svogliatezza”, della mancanza di motivazione, del caratteriale, ed altro ancora. La propria immagine sociale davanti al gruppo diventa più importante del proprio rendimento scolastico, e quindi è quella che va difesa per prima. La propria immagine sociale è meno compromessa se viene considerato “disimpegnato” anziché “dislessico”: nel primo caso infatti, c’è un implicito messaggio di scelta personale, nel secondo caso, no. Come si presentano le difficoltà di lettura-scrittura e calcolo? Uno dei campanelli di allarme più importanti: “discrepanza” tra ciò che riesce a “dare” in termini di rendimento scolastico e... ... ciò che ci si aspetta da lui! L’osservazione dei campanelli di allarme deve essere svolta necessariamente con la collaborazione della famiglia e del ragazzo, perché molti “segnali” emergono solo attraverso riflessioni circa lo studio a casa, oppure nella lettura a voce alta (meno frequente in classe nella secondaria), oppure negli atteggiamenti personali del ragazzo nei confronti delle richieste scolastiche. “Collaborazione” e “condivisione” che non devono essere date per scontate... DIFFICOLTA’ DI LETTURA Non “ama” leggere. (Ascoltando la sua lettura): è abbastanza rapido, ma fa molti errori. Non riesce a tenere il segno quando gli altri leggono. Legge abbastanza bene, ma si affatica facilmente quando deve leggere più pagine. Comprende bene anche se legge male oppure fa talmente fatica che comprende poco. DIFFICOLTA’ DI SCRITTURA E’ faticoso per lui utilizzare lo stampato minuscolo o il corsivo. Fa molti errori di ortografia. Scrive troppo lentamente. Scrive male e non riesce a rileggere ciò che ha scritto. Pur avendo raggiunto una sufficiente correttezza, fa errori se deve scrivere velocemente sotto dettatura, o nel copiare alla lavagna. Se deve scrivere più pagine mostra stanchezza. Quando scrive i compiti sul diario non riesce più a capire cosa ha scritto. Nel testo è molto disorganizzato e fa errori grammaticali e sintattici. Ma dimostra creatività e buone abilità narrative. DIFFICOLTA’ NEL CALCOLO Fa fatica a gestire i fatti numerici. Se deve contare all’indietro fa molti errori. Quando ha imparato la procedura di una operazione tende a dimenticarla. Fa errori nella scrittura dei numeri “lunghi”. Fa molti errori nell’incolonnare i numeri. E’ poco autonomo nell’uso del danaro. Fatica a gestire i concetti temporali PROBLEMI NELLO STUDIO Per studiare impiega un tempo molto superiore a quello impiegato dai coetanei. Impara meglio se qualcuno gli legge il testo. Impara bene se il docente spiega tutto in classe e lui sta molto attento. Impara meglio se il contenuto della lezione viene schematizzato. Nelle verifiche scritte ha una riuscita inferiore che nelle interrogazioni orali. PROBLEMI DI ESPOSIZONE ORALE Ha spesso problemi di “disnomia”, cioè “non gli vengono le parole”. Quando viene interrogato fa fatica a parlare in modo libero di un argomento perché non sa organizzarne l’esposizione. Riesce a dimostrare meglio la sua preparazione in una materia di studio se il docente gli fa domande precise e mirate. Fatica nei compiti che richiedono un uso raffinato del linguaggio (raccontare storie complesse, capire metafore). PROBLEMI VISUO-SPAZIALI E DI COORDINAZIONE MOTORIA E’ un po’ scoordinato nei movimenti. Non gestisce bene il linguaggio non verbale. E’ disattento, dispersivo, disorganizzato. Fa fatica ad utilizzare strumenti quali: compasso, righello, squadra, ecc. Fa fatica ad orientarsi nei “percorsi” e a leggere le mappe e carte geografiche. E’ molto disordinato (quaderni, materiale scolastico, banco, oggetti personali). …ed inoltre I tempi di concentrazione si riducono, quando deve svolgere più compiti (ascoltare e prendere appunti, elaborare la risposta e scriverla, ecc...). Ci sono grosse “discrepanze” tra scritto e orale, oppure modalità diverse di esprimere conoscenze e materiale di studio (risposte a crocette, inserimento del corretto verbo, ecc...) Funzioni compensative •L’uso degli strumenti compensativi determina un apprendimento dell’abilità e provoca un processo di incremento di cognizione Eseguono in modo rapido ed efficiente sequenze ripetitive. •Consentono di compensare difficoltà di esecuzione di compiti automatici derivanti da una disabilità specifica. • L’impossibilità di eseguire con modalità automatiche alcune procedure che vengono impiegate all’interno di attività complesse, determina in genere una difficoltà a realizzare in modo efficiente l’abilità, in quanto il soggetto è costretto a consumare buona parte delle sue risorse attentive in attività che di solito non richiedono impegno attentivo focale. Strumenti compensativi •Aumenta la possibilità di eseguire con successo un’ attività •Il successo genera disponibilità a ripetere ed è uno dei motori dello sviluppo (Karmiloff-Smith) •Avvicina le possibilità dell’individuo alle richieste dell’ambiente •Strumenti alternativi ma funzionalmente equivalenti A che cosa servono e quali sono gli strumenti compensativi ? “Quegli strumenti che permettono di compensare le difficoltà di esecuzione di compiti automatici derivanti da una disabilità specifica, mettendo il soggetto in condizione di operare più agevolmente.” G. Stella Compiti automatici: • Per la lettura: decodificare in modo automatico, rapido e corretto il grafema, trasformandolo in un fonema. • Per la scrittura: trasformare il linguaggio verbale in linguaggio scritto, tenendo conto delle regole linguistiche, in modo automatico, rapido e corretto. tra i più conosciuti, negli ambiti lettura, scrittura, calcolo: Sintesi vocale; registratore audio; mappe cognitive / concettuali / schemi / ipertesti; dizionari digitali; programmi di videoscrittura con correttore ortografico; tavola pitagorica, calcolatrice, tabelle e formulari, mappe procedurali. Cosa sono le misure dispensative? Riguardano la dispensa da alcune prestazioni (lettura a d alta voce, prendere appunti, ecc...), i tempi personalizzati di realizzazione delle attività, la valutazione (non viene valutata la forma , ma solo il contenuto), ecc... vedi circolari ministeriali.... Lettura ad alta voce I soggetti con D.S.A sono dispensati da : Scrittura sotto dettatura Uso del vocabolario Studio delle tabelline Valutazione della lingua straniera nella forma scritta Possono usufruire di : Tempi più lunghi per eseguire consegne Verifiche orali anziché scritte o viceversa Interrogazioni programmate L’obiettivo di tali misure e strumenti non deve essere quello di “guarire” il ragazzo dal disturbo (perché non è ammalato!), ma di aiutarlo a ridurne gli effetti, predisponendo una modalità di apprendimento più adatta alle sue caratteristiche. le due finalità poste dal D.P.R. 275/1999 sull’autonomia sono: - il successo formativo, ossia la piena formazione della personalità (pieno sviluppo della persona umana) (Art. 3 della Costituzione); - garantire il successo formativo a tutti i singoli alunni, riconosciuti e valorizzati nelle loro diversità. “Sono misure che non violano l’imparzialità, ma al contrario mettono il dislessico sullo stesso piano dei suoi compagni” (G. Stella) ….e rispetto alla bocciatura? se si boccia qualcuno perché non sa, allora gli si dà la possibilità di imparare, ma se si boccia qualcuno perché noi non lo mettiamo nelle condizioni di dimostrarci che sa, allora la bocciatura è ingiusta. Un dislessico con gli strumenti compensativi sa rispondere correttamente se ha studiato. Uno che non ha studiato, anche se ha tutti gli strumenti compensativi del mondo, non risponde comunque in modo corretto. Per un insegnante, non conoscere a fondo cosa significa DSA può indurre a fare errori di valutazione grossolani e senza alcuna utilità, oltre a mortificare in modo pesante chi semplicemente ha bisogno di un "paio di occhiali" adatti per COMPENSARE.... Essere equi non significa dare a tutti le stesse cose, ma ad ognuno ciò di cui ha bisogno! Grazie per l’attenzione!!!