Dott. Cattaneo Le patologie dello Spettro Autistico e l`ADHD

Le patologie dello Spettro Autistico e l’ADHD
19 maggio 2016
Essere autistici...
Quello che è normale per altre persone non è normale per me…
In un certo senso sono mal "equipaggiato per sopravvivere in questo mondo…
Ma la mia personalità è rimasta intatta
La mia individualità non è danneggiata.
Ritrovo un grande valore e significato nella vita…
Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero;
riconoscete che siamo diversi l'uno dall'altro,
che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro…
Lavorate con me per costruire ponti tra noi.
Jim Sinclair
Autismo è
incapacità di comunicare
incapacità di esternare i propri sentimenti
incapacità di leggere i sentimenti altrui
incapacità di filtrare gli stimoli ambientali
Mancanza di recettori sociali
ipersensibilità ai rumori
deficit dell’immaginazione
incapacità di giocare
attività ripetitive
deficit intellettivo
una patologia che perdura fino alla vecchiaia
Autismo non è
timidezza
blocco psicologico
ripiegamento su se stessi
reazione al mancato amore materno
desiderio di rimanere chiusi nel proprio guscio
immersione in pensieri profondi e in ricche
fantasie
patologie da cui si guarisce dopo l’infanzia
Le metafore difficili da comprendere
Ridere a crepapelle
Avere uno scheletro nell’armadio
Toccare il cielo con un dito
Avere un diavolo per capello
Avere la luna di traverso
Disturbi in diagnosi differenziale con l’autismo
Ritardo mentale
Disturbo ossessivo compulsivo
Personalità schizoide
Disturbo del linguaggio
Disturbi dell’apprendimento non verbale
L’aver capito che l’autismo non è causato dalle emozioni dei genitori non significa dimenticare che esso
causa emozioni nei genitori” (Bryna Siegel)
ADHD
(Attention Deficit Hyperactivity Disorder), o Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI)
è un disturbo specifico evolutivo dell’autocontrollo di origine neurobiologica che insorge nell’infanzia,
“interferisce con il normale sviluppo psicologico del bambino ed ostacola lo svolgimento delle comuni
attività quotidiane” [Marzocchi, 2003]
L’ADHD è un disturbo neurobiologico, dovuto alla disfunzione di alcune aree e di alcuni circuiti del cervello
ed allo squilibrio di alcuni neurotrasmettitori (noradrenalina e dopamina), responsabili del controllo di
alcune attività cerebrali come l’attenzione e il movimento.
L’ADHD SI MANIFESTA PRINCIPALMENTE CON UNA SERIE DI SINTOMI TRA CUI: DIFFICOLTA’ DI ATTENZIONE
E CONCENTRAZIONE, INCAPACITA’ DI CONTROLLARE L’IMPULSIVITA’, E DIFFICOLTA’ NEL REGOLARE IL
LIVELLO DI ATTIVITA’ MOTORIA. PRESI INSIEME, QUESTI PROBLEMI DERIVANO SOSTANZIALMENTE
DALL’INCAPACITA’ DEL MINORE DI REGOLARE I PROPRI COMPORTAMENTI IN FUNZIONE DEL TRASCORRERE
DEL TEMPO, DEGLI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE E DALLE RICHIESTE DELL’AMBIENTE.
ATTENZIONE
IMPLICA LA SELEZIONE DI INFORMAZIONI CONSIDERATE UTILI CHE VENGONO POI ANALIZZATE
ULTERIORMENTE E ARCHIVIATE IN MEMMORIA. L’ATTENZIONE IMPLICA POI IL MANTENIMENTO ATTIVO
DELLO SFORZO PER SEGUIRE UNO STIMOLO COSTANTE E PROLUNGATO NEL TEMPO, SIA UDITIVO CHE
VISIVO. INFINE L’ATTENZIONE INCLUDE ANCHE QUEI PROCESSI DI ADATTAMENTO PSICOLOGICO NECESSARI
PER PASSARE DA UN COMPITO ALL’ALTRO O PER L’ESECUZIONE CONTEMPORANEA DI DUE ATTIVITA’.
I MINORI CON ADHD PRESENTANO SOPRATTUTTO DIFFICOLTA’ NEL MANTENERE L’ATTENZIONE NEL
TEMPO E A PASSARLA RAPIDAMENTE DA UN COMPITO ALL’ALTRO
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IPERATTIVITA’
ECCESSIVO E INADEGUATO LIVELLO DI ATTIVITA’ MOTORIA CHE SI MANIFESTA CON UNA
CONTINUA IRREQUIETEZZA.
IMPULSIVITA’
INCAPACITA’ AD ASPETTARE O AD INIBIRE RISPOSTE O COMPORTAMENTI CHE IN QUEL MOMENTO
RISULTANO INADEGUATI.
SINTOMI
Disattenzione
No dialogo
interno
comportamento
Iperattività
Impulsività
Difficoltà di
AUTOREGOLAZIONE
emozioni
attenzione
IL DISTURBO DEVE COMPARIRE PRIMA DEI 7 ANNI. L’ETA’ MEDIA DI INSORGENZA è TRA I 3 E I 4 ANNI.
I PAZIENTI CON ADHD STIMATI SONO CIRCA IL 5 %.
I DISTURBI ASSOCIATI ALL’ADHD SONO:
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•
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DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO;
DISTURBO DELLA CONDOTTA;
DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO SCOLASTICO;
DISTURBI DI TIPO DEPRESSIVO E / O ANSIOSO.
Difficoltà di autoregolazione
Concentrazione e
attenzione
sostenuta nel
tempo
pianificazione e soluzione
di problemi
livello di autostima
comportamento
sociale
livello di
motivazione
Gestione delle
emozioni
comportamento
motorio
impulsività
Numerosi fallimenti
e frustrazioni
Calo di autostima
Circolo
Vizioso
pericoloso
Globale peggioramento
dell’immagine di sé e
comparsa di contenuti
depressivi e ansiosi
Estensione del senso di
fallimento ad altre
competenze
La scuola rappresenta uno spazio privilegiato nel progetto individuale della persona, in quanto oltre a
favorire gli apprendimenti scolastici permette di realizzare una parte di quel più generale programma
finalizzato al miglioramento dell’interazione sociale, all’arricchimento della comunicazione funzionale e
alla diversificazione degli interessi e delle attività, al miglioramento del funzionamento della persona.
La Scuola è il contesto dove il minore svolge la maggior parte delle sue esperienze culturali e sociali ed è
all’interno della scuola che si gioca il futuro di ogni individuo sano o con problemi.
Cos’e’ un comportamento problema
•
Un comportamento che interferisce con l’apprendimento
•
Un comportamento che interferisce con abilita’ gia’ acquisite
•
Un comportamento che provoca disturbo o danni o e’ pericoloso per la persona o per chi sta
intorno.
ESEMPI CORRETTI ED ERRATI DI DEFINIZIONI
DISTURBANTE
Corretta: lanciare oggetti; parlare a voce alta senza permesso durante la lezione.
Errata: non collaborare; essere disordinati.
AUTOLESIONE
Corretta: buttarsi a terra.
Errata: farsi del male; essere autoaggressivo.
COMPORTAMENTO STEREOTIPATO
Corretta: sventolare le mani; dondolare il corpo.
Errata: comportamento immotivato, ripetitivo.
AGGRESSIONE VERBALE
Corretta: minaccia verbalmente di far del male ad altre persone; quando richiesto di portare a
compimento un compito impreca dicendo “………”
Errata: è oppositivo.
AGGRESSIONE FISICA
Corretta: picchia; scalcia.
Errata: fa del male ad altre persone; attacca altre persone.
….prevenire e’ meglio che intervenire
Prevedendo le situazioni e controllando l’ambiente
Il Comportamento problema serve a (esempi):
• Attirare attenzione.
• Ottenere un item tangibile (cibo, oggetto..).
• Fuggire da un compito, situazione o persona particolare.
• Ottenere un feedback sensoriale.
• Comunicare uno stato di malessere o dolore
• Precipita in presenza di altri eventi verificatesi in altri ambito o momenti ( mancanza di sonno,
diverso autista dell’autobus..).
A
B
C
(evento scatenante)
(comportamento negativo)
(conseguenze)
Evitare o
Contenere
Modi corretti di
reagire
lieve
Piano
d’azione
(5 passi)
1.
2.
3.
4.
5.
Qual è il problema?
Cosa posso fare?
Cosa succederà se…?
Cosa decido di fare?
Come ha funzionato?
Ignorare
grave
Inibitori
autoistruzioni
dare sempre dei feedback per ogni azione
COSA FARE IN CONCRETO…
• Identificare i comportamenti problematici e i setting nei quali si manifestano.
• Elencare in ordine di priorità i comportamenti problema, così da stabilire quali siano i primi comportamenti
da esaminare.
• Definire il comportamento in termini precisi, così che l’intero staff possa concentrarsi sullo stesso
comportamento.
• Raccogliere informazioni per formulare ipotesi pertinenti la funzione o lo scopo del comportamento
problema.
Usare le ipotesi per sviluppare piani di gestione del comportamento positivi ed efficaci.