Giornata dell’alimentazione. La maggior parte dei problemi alimentari sono spesso protagonisti dell’età adolescenziale. L’adolescenza è un periodo caratterizzato dalla ricerca dell’identità personale inoltre è una questione centrale l’accettazione del proprio corpo. L’adolescente si trova a dover comprendere e gestire sensazioni sconosciute e trasformazioni provenienti dall’interno (intellettive, emotive) e dall’esterno (rapporti con l’altro sesso, con i familiari, con la scuola) che richiedono nuovi linguaggi e strategie. Nel periodo adolescenziale possono sorgere disturbi alimentari connessi ad una distorta percezione di sé, e ad una non accettazione del proprio corpo. I genitori (gli adulti in genere) dovrebbero insegnare ai ragazzi a vivere il proprio corpo come una realtà positiva che prevede anche imperfezioni naturali. È un’ossessione per la massa muscolare, che non è mai sufficiente. Lo sport diventa una fissazione, ci si sottopone ad allenamenti estenuanti e a diete sbilanciate fai da te che spesso si vanno ad associare ad anabolizzanti o steroidi. Il termine “Drunkoressia” esprime un comportamento alimentare diffuso fra le adolescenti: mangiare sempre meno, fino a digiunare, per poi assumere rilevanti quantità di bevande alcoliche. La volontà di dimagrire è essenziale per aumentare l’assunzione di alcol che procura un senso di sazietà che permette di non avvertire la fame. Il bere aiuterebbe a migliorare i rapporti sociali mentre il non mangiare aiuterebbe ad ubriacarsi ancor più rapidamente. Alla base c’è sempre un disagio espressione di insicurezza, difficoltà a interagire con i pari e infine, qualcosa che le spinge a farsi del male. La tipica persona affetta da questo disturbo è donna, adolescente e insicura. L’ortoressia è un ossessione maniacale per i cibi sani, attenzione abnorme alle regole alimentari. Può essere dovuta ad una paura ossessiva di ingrassare o di non essere perfettamente in salute, ma porta a conseguenze negative sul sistema nervoso. L’ortoressia esibisce un tratto essenziale del nostro tempo: il perseguimento del benessere, dell’ideale del corpo in salute, il corpo come macchina efficiente. Può trasformarsi da rimedio in malattia. Disturbo alimentare tipico dell’adolescenza caratterizzato da ricorrenti abbuffate accompagnate dalla sensazione di perdita di controllo su di sé: non si riesce a bloccare l’impulso di mangiare. Condotta impulsivo-compulsiva, un’incapacità a controllare le proprie pulsioni. Il bulimico ha una bassa autostima di sé e soffre di gravi problemi rispetto alla propria immagine, alla percezione e accettazione del proprio corpo. La bulimia si sviluppa tra i 12 e i 35 anni con particolare frequenza intorno ai 18 e colpisce il 4-5% delle adolescenti. La bulimia può essere determinata da fattori socio-economici: - i mass media promuovendo modelli estetici di estrema magrezza, possono influenzare negativamente; -Nelle società dove il prototipo di bellezza è rappresentato dalla donna di forme arrotondate, cultura araba, questa patologia è meno diffusa. -una maggiore disponibilità di denaro accompagnata da una condizione di solitudine (padri assenti, madri impegnate con il lavoro) generano uno stato d’ansia e d’insoddisfazione. Ci sono dei segni fisici rivelatori: - uno è il “segno di Russel”: cicatrici e abrasioni sul dorso della mano, procurate nel tentativo di auto indursi il vomito, introducendo le dita in gola; Un altro è rappresentato dalla “limatura” dei denti incisivi, dovuta all’aumento dell’acidità nel cavo orale come conseguenza del vomito frequente. L’anoressia nervosa è il più noto tra i disturbi alimentari e consiste nell’ostinato rifiuto di una regolare assunzione di cibo. Questo disturbo rivela una palese ostilità nei confronti del proprio corpo, e una bassa stima di sé. E’ caratterizzato da un forte desiderio di perdere peso e dall’esercizio di una ferrea autodisciplina per raggiungere questo obbiettivo. Chi ha questo problema non perde affatto l’appetito, ma impara a controllare drasticamente il senso di fame, fino a giungere al digiuno. Si tratta di adolescenti che possiedono una straordinaria forza emotiva, una capacità di controllo su di sé fuori dal comune. Alcune adolescenti, non accettando il proprio corpo, ritengono che dimagrendo riusciranno a mantenere le forme infantili e che acquisiranno un aspetto privo di richiami ed evocazioni sessuali. Rifiutare il cibo significa rifiutarsi di crescere, di ricevere affetto, di confrontarsi con il mondo adulto e di assumersi le responsabilità che la vita impone. Un ambiente familiare iperprotettivo, oppressivo ha un ruolo importante per lo sviluppo di questa patologia. Spesso sono caratterizzate da un rigido sistema di controllo e da un’incapacità comunicativa. E’ attraverso la negazione del cibo che i soggetti anoressici scelgono di manifestare il loro disaccordo e di sviluppare la propria autonomia. Il progetto è stato realizzato dalla classe 5°C ed è stato curato dal professore Benedetto Di Pietro.