Skip to primary navigation Skip to content Skip to footer IL BARATTOLO DELLE IDEE LA FILOSOFIA PER TUTTI header-right Main navigation o o o o o o Filosofia Gli spilli Filosofia Pre-socratica Filosofia antica Filosofia medievale Filosofia moderna Filosofia post hegeliana Appunti traduzioni Claudia Rademacher Arte In cucina Ai fornelli il lievito Il pane pizza Poesie Rime e congiuntivi A corpo libero Dall’amore All’amore Rabbia e colpa Ricomporsi Disegni A Francoforte Primi disegni Ritorno A colori I parte A colori II parte A colori III parte o o o o o Il bianco Il nero Maxi Ultimi lavori Il diario Relazione Riflessioni Vecchi post Social plus+ Forum plus Libri, Film, Opere D’Arte Relazioni Pensieri Presentati Login Chi sono OTTOBRE 19, 2016 BY IL BARATTOLO DELLE IDEE LEAVE A COMMENT Hume Tweet LA SCIENZA DELLA NATURA UMANA: Il filosofo intende elaborare una “scienza” della natura umana, ovvero, riproporre uno studio antropologico su base sperimentale. In questa sua intenzione è già evidente tutta la portata anti-metafisica ed empiristica del suo pensiero, che finirà per mettere capo ad una forma di scetticismo nel quale le pretese conoscitive della natura umana risultano fortemente limitate. Hume infatti giungerà a radicalizzare l’impostazione empirista di Locke, che pure accettava, almeno come ipotesi ragionevoli, l’idea di Io, di Dio e del mondo, ovvero delle sostanze in sé e per sé, che pur essendo alla base dell’esperienza, non si rivelano mai in essa. Il filosofo arriverà a sostenere che solo ciò che è testimoniato dalla percezione può essere assunto come criterio di verità, senza con ciò riconoscere alcun presupposto aggiuntivo. IMPRESSIONI ED IDEE: – Hume divide perciò la percezione in due classi: le impressioni e le idee (o pensieri). Le prime costituiscono l’immediato rapporto con la realtà, le secondo una riproduzione pallida delle impressioni. Non esistono idee che non siano il risultato di impressioni. La realtà, il mondo e l’io, per Hume possono dunque essere spiegati solo a partire dalle impressioni, le idee e i loro rapporti. – Critica alle idee generali: L’empirismo di Hume è tuttavia radicale, e ciò lo porta ad escludere l’esistenza di idee astratte o di concetti generali..Per Hume quando abbiamo scoperto una certa somiglianza tra le idee (es. diverse idee, dei diversi tavoli percepiti), noi adoperiamo un unico nome per indicarle. SI forma così l’abitudine di considerare in qualche modo unite fra loro le idee designate da un unico nome; sicché il nome stesso risveglierà in noi, non una sola di quelle idee, ma l’abitudine che abbiamo di considerarle tutte assieme. IL PRINCIPIO DI ASSOCIAZIONE: – Hume chiama immaginazione la facoltà di stabilire relazioni fra le idee sulla base del principio di associazione, che rende l’attività della mente spontanea, ma non arbitraria. Essa funziona come la gravità per gli oggetti, come una “dolce attrazione” attraverso la quale le idee vengono legate le une alle altre. I tre criteri fondamentali di tale “associazione” di idee sono: 1) la somiglianza, 2) la contiguità nello spazio e nel tempo, 3) la causalità. 1) un ritratto per esempio riporta alla mente l’originale, 2) il ricordo di un appartamento porta a discutere di altri appartamenti della stessa abitazione, 3) una ferita fa pensare al ricordo di un dolore. Verità di ragione e di fatto: – Per Hume si possono mettere in relazione idee o proposizioni che concernono fatti, e avremmo nel primo caso verità di ragione, nel secondo verità di fatto. Le verità di ragione, si fondano sul principio di noncontraddizione, trovano in loro stesse la loro validità, in quanto non fanno che mettere in relazione le idee (per esempio il triangolo), con le loro proprietà interne (ha tre angoli). Le verità di fatto invece concernono dati empirici, non sono fondate sul principio di non contraddizione, giacché data un’esperienza accaduta (il sole sorge), la proposizione contraria (il sole non sorge), non è in contraddizioen con la prima (come lo sono invece le proposizioni il triangolo ha e non ha due lati). – L’associazione sta alla base delle idee complesse. Fra queste le più importanti sono quelle di spazio-tempo, di causa ed effetto e di sostanza. Il tempo e lo spazio non sono impressioni, maniere di “sentire le impressioni”, ovvero modi con cui le impressioni si dispongono dinanzi allo spirito. IL PRINCIPIO DI CAUSA: Il rapporto di causa ed effetto è per Hume il risultato di un’associazione, fra idee, prodotto dell’immaginazione, e non una relazione reale sussistente tra due cose. Se è infatti vero che sussiste una relazione necessaria tra un concetto e i suoi attributi fondamentali, per cui dato il concetto, vengono dati con essi i suoi attributi, lo stesso non può dirsi di due elementi che stanno i rapporto di causa e di effetto fra loro: i essi non condividono alcunché fra loro, e si trovano in relazione fra loro in quanto li abbiamo percepiti come tali. La relazione causale, non è necessaria, ma il prodotto di un’associazione, di un abitudine, di una credenza. Essa è applicabile solo al passato e non al futuro. Nella nostra esperienza vediamo due fatti che si susseguono l’un, l’altro e siccome li vediamo susseguirsi sempre, siamo portati credere che essi siano legati da una relazione necessaria. E tuttavia dal fatto che il sole è sorto ieri e che sorge oggi, per Hume, non possiamo dedurre che sorgerà anche domani. L’abitudine spiega la congiunzione che noi stabiliamo tra i fatti, non la loro connessione necessaria. IL MONDO E L’IO: Ci si riferisce al mondo in sé e all’Io quali sostanze in sé (ovvero indipendenti dalla mia percezione). Tali sostanze vengono abitualmente poste quale perno della percezione interna (l’Io) ed esterno (Il mondo). L’oggetto esterno è anch’esso il risultato di un’abitudine. Siamo infatti portati a credere che l’esistenza delle cose sia continua e ininterrotta, mentre di fatto le nostre percezioni sono discontinue e interrotte. Ecco perché poniamo l’esistenza di oggetti esterni la cui esistenza è concepita come indipendente dalle nostre percezioni. Questo piano appartiene ala parte irriflessiva e afilosofica del genere umano. Mentre filosoficamente, possiamo solo supporre l’esistenza dell’esperienza e null’altro, l’idea ingiustificata i che all’esperienza corrisponda una realtà, fa parte della credenza, di un’istinto inalienabile nell’uomo. Lo stesso vale per il “mondo interno” l’Io. Noi non abbiamo esperienza del nostro io, quale realtà unitaria ma solo dei nostri stati d’animo successivi l’un l’latro. Anche l’Io al pari della realtà è una supposizione, mentre di fatto si hanno un fascio di impressioni che si susseguono l’un l’altro RIFLESSIONI CHE CONUCONO A KANT: In generale l’empirismo considerando come fonte di verità l’esperienza, finisce con il negare realtà oggettiva a tutto ciò che esiste fuori di essa (L’IO, DIO e IL MONDO) e che pure ne costituisce la condizione fondamentale. Abbiamo esperienza, perché c’è un soggetto che percepisce, un oggetto percepito e una ragione ultima causa tanto del soggetto quanto dell’oggetto (DIO o causa prima). Eppure l’empirismo tanto nella versione debole di Locke, quanto in quella radicale di Hume, proprio nel tentativo di dare credito all’esperienza, ovvero portare a conseguenza l’ideale di verità scientifico, finisce col negare necessità alle “verità di fatto”, quelle percepibili. Le uniche verità necessarie sono quelle di ragione ovvero quelle proposizioni (tautologiche) che mettono in relazione l’idea con i suoi attribuiti. Se tuttavia, come fa l’empirismo, si rifiuta l’innatismo. L’idea che la conoscenza parta da concetti innati e si sviluppi a partire da quelli per sillogismi interni), allora le verità di ragione, sono necessarie, ma non producono conoscenza, ovvero, non ampliano il ventaglio delle cose conosciute. L’empirismo in altri termini mette in luce le difficoltà che sorgono dalla rinuncia alle interpretazioni metafisiche del mondo, che ponevano la verità nell’in sé delle cose, attingibile tramite l’intelletto (spesso si è parlato di una scintilla che innesca l’esperienza in grado si stimolare una conoscenza che però è intellettiva). Infine occorre precisare che all’empirismo, manca ancora l’acquisizione della componente soggettiva, come origine dell’oggettività. Se si guarda bene le idee complesse, in quanto manipolazione del soggetto, risultato tanto in Locke, quanto in Hume meno certe delle idee semplici, meno “vere”. Bisogna guadagnare consapevolezza del fatto che è il soggetto stesso che pone le condizioni della certezza e che non li riceve dall’eterno. More from my site Hegel: La logica Spinoza Kant: critica della ragion pura Leibiniz Locke: saggio sull’intelletto umano Galileo Galilei Condividi: Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra) Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Fai clic qui per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra) Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra) Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra) Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) FILED UNDER: FILOSOFIA MODERNA TAGGED WITH: CAUSALITÀ, HUME, IMPRESSIONI E IDEE, PRINCIPIO DI ASSOCIAZIONE, PRINCIPIO DI CAUSA ED EFFETTO Previous Post Next Post Pizza vegana: Farina di tumminia 300 gr., 200 gr, tipo 1 macinata a pietra. Crema di piselli, latte di avena, soia,… https://t.co/FipiA0Lj28 About 5 hours ago Footer Filosofia Appunti Gli spilli o Filosofia antica o Filosofia medievale o Filosofia moderna o Filosofia post hegeliana Percorsi Traduzioni o Claudia Rademacher Più letti Protagora: riassunto. Il padre della sofistica Aristotele: riassunto. La metafisica Gorgia: riassunto. Il dire, il pensare e l'essere Capire la Fenomenologia: Chi ha paura di Hegel? Aristotele: riassunto. La Logica Epicureismo: riassunto. Filosofia post-aristotelica Eraclito: riassunto. La contesa è madre di tutte le cose Clemente: riassunto. La controffensiva antignostica Hegel: "Patruni e sutta", la dialettica Signoria servitù Jürgen Habermas: Azione e interazione Tweets Pizza vegana: Farina di tumminia 300 gr., 200 gr, tipo 1 macinata a pietra. 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