2_Relazione cantiere 1di2 - Ospedali riuniti di Trieste

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RIQUALIFICAZIONE DELL ’O SPEDALE DI C ATTINARA E NUOVA SEDE DELL ’O SPEDALE P EDIATRICO I.R.C.C.S. BURLO GAROFOLO
ANALISI DEL C ANTIERE PER LA R EALIZZAZIONE DELLE O PERE
RIQUALIFICAZIONE DELL’OSPEDALE DI CATTINARA E NUOVA SEDE
DELL’OSPEDALE PEDIATRICO I.R.C.C.S. BURLO GAROFOLO
ANALISI DEL CANTIERE
PER LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE
1.
PREMESSA ...................................................................................................................................................... 2
2.
DESCRIZIONE DELLE OPERE DA ESEGUIRE ...................................................................................................... 2
3.
DESCRIZIONE DELL’AREA DESTINATA A CANTIERE ......................................................................................... 5
4.
INSEDIAMENTO DEL CANTIERE E PROGRAMMA DELLE LAVORAZIONI .......................................................... 6
5.
POSSIBILI RIPERCUSSIONI AMBIENTALI: CLIMA ACUSTICO .......................................................................... 15
6.
POSSIBILI RIPERCUSSIONI AMBIENTALI: VIBRAZIONI ................................................................................... 21
7.
POSSIBILI RIPERCUSSIONI AMBIENTALI: QUALITA’ DELL’ARIA ..................................................................... 22
8.
POSSIBILI RIPERCUSSIONI AMBIENTALI: FLUSSI DI TRAFFICO ...................................................................... 28
9.
POSSIBILI RIPERCUSSIONI AMBIENTALI: TRATTAMENTO DEI RIFIUTI .......................................................... 30
10.
POSSIBILI RIPERCUSSIONI AMBIENTALI: SCORRIMENTO DELLE ACQUE .................................................. 31
11.
POSSIBILI RIPERCUSSIONI AMBIENTALI: USO DEL SUOLO E PAESAGGIO ................................................ 33
12.
POSSIBILI RIPERCUSSIONI AMBIENTALI: FLORA E FAUNA........................................................................ 34
13.
GESTIONE DEL MATERIALE DI SCAVO ...................................................................................................... 36
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ANALISI DEL C ANTIERE PER LA R EALIZZAZIONE DELLE O PERE
1. PREMESSA
Il presente documento ha la finalità di descrivere in modo dettagliato le modalità di realizzazione delle opere di
cui al titolo, ponendo particolare attenzione all’organizzazione del cantiere e alle ripercussioni che
l’insediamento e l’attività di quest’ultimo potrebbero indurre sull’ambiente circostante. Pertanto non si entra
nel merito delle scelte progettuali né dell’ impatto ambientale provocato dall’opera compiuta, in quanto detti
argomenti vengono trattati in atti separati.
Le considerazioni effettuate nella seguente relazione tengono conto dei suggerimenti ricevuti in sede di
incontro con le Circoscrizioni 6° e 7°, in data 29 aprile e 22 maggio 2014. La scelta di attuare un processo di
tipo partecipativo si dimostra necessaria al fine di risolvere al meglio le problematiche che devono tenere conto
sia dell’aspetto ambientale che di quello socio-culturale. Gli abitanti sono infatti quelli che hanno espresso le
maggiori perplessità nei confronti dell’opera di cantiere, in quanto preoccupati dei relativi impatti sul lungo
periodo. Lo scopo dell’analisi volge quindi a rispondere a tali perplessità, proponendo azioni mitigative
dell’intervento in grado di soddisfare le giuste aspettative della popolazione residente.
2. DESCRIZIONE DELLE OPERE DA ESEGUIRE
Lo Studio Preliminare Ambientale si propone di analizzare gli aspetti relativi alla ristrutturazione dell’Ospedale
di Cattinara, la realizzazione del nuovo Padiglione Servizi e del nuovo Ospedale Pediatrico I.R.C.C.S.Burlo
Garofolo, e alla realizzazione dei nuovi parcheggi multipiano ad uso pubblico del comprensorio di Cattinara. Le
aree parcheggio costituiscono il prolungamento interrato e seminterrato di due nuovi edifici, ovvero il
Padiglione Servizi Interaziendale e il pediatrico Burlo Garofolo.
Immagine 1: Corografia con individuazione dell’area di intervento (cerchiata in rosso)
L’immagine precedente (corografia) rappresenta la collocazione dell’area ospedaliera nell’ambito della città di
Trieste; la successiva (planimetria), la medesima area con maggiore dettaglio che consente di evidenziare i
principali fronti di intervento.
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Immagine 2: Planimetria di progetto con evidenziazione dei fronti di intervento
L’intervento come progettato si sviluppa quindi secondo tre linee principali di intervento, ovvero:
-
ristrutturazione dell’ospedale Cattinara;
-
costruzione ex novo del Padiglione Servizi Interaziendale, ed annesso parcheggio multipiano, previa
demolizione e ricostruzione in nuova sede del Centro Iperbarico;
-
costruzione ex novo dell’ospedale pediatrico Burlo Garofolo, ed annesso parcheggio multipiano.
L’analisi di cantiere viene effettuata sull’intero intervento, considerando i parcheggi quali parte integrante dei
nuovi edifici. Si passa quindi a descrivere brevemente le caratteristiche degli interventi così come sopra
individuati.
2.1) Ristrutturazione ospedale Cattinara
E’ prevista la ristrutturazione completa delle due torri degenze nonché della piastra che accoglie i servizi quali
pronto soccorso, radiologia, camere operatorie ecc.. in quanto non adeguate a soddisfare gli standard sanitari e
di sicurezza previsti dalla vigente normativa. L’intervento si propone anche di razionalizzare la gestione dei due
edifici a torre, oggi del tutto indipendenti tra loro per oltre dieci piani in elevazione, ed a tal fine è prevista la
realizzazione ex novo di un corpo di fabbrica intermedio (“nucleo”) con funzione di raccordo, sia in senso
orizzontale che verticale. Nel complesso quindi anche questo intervento, ancorché essenzialmente volto alla
rifunzionalizzazione dell’esistente, comporta la costruzione di nuova cubatura per circa 15.000 mc.
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Immagine 3: Prospetto sud, sono visibili il Cattinara ristrutturato con il nucleo centrale e, in primo piano, l’edificio servizi C1
(par.2.2); sulla destra si scorge il nuovo Burlo Garofolo (par.2.3)
2.2) Nuovo padiglione servizi interaziendale
L’ampliamento consiste nella realizzazione ex novo di un corpo di fabbrica denominato “C1”, costituito da n.3
piani parcheggio seminterrati e n.3 piani fuori terra destinati rispettivamente a spogliatoi del personale
(l’inferiore) e a laboratori (i due superiori). La volumetria prevista è di circa 55.000 mc., dei quali 15.000
interrati e 40.000 fuori terra.
E’ da rimarcare il fatto che la costruzione del nuovo fabbricato impone lo spostamento verso valle di una
porzione della strada antistante (lato sud) previa realizzazione di una idonea opera di contenimento.
2.3) Costruzione nuova sede ospedale Burlo Garofolo
L’area di sedime prescelta per accogliere la nuova sede del burlo Garofolo è quella posta al limite nord-est
dell’area di proprietà, attualmente scevra da costruzioni ed interamente utilizzata come parcheggio a
disposizione del personale ospedaliero. Il nuovo edificio si svilupperà su due livelli interrati destinati a
ripristinare – e incrementare in funzione delle nuove necessità connesse col trasferimento dell’ospedale
infantile – la disponibilità di posti macchina sacrificati con l’edificazione, nonché ulteriori n.5 piani fuori terra
che ospiteranno l’ospedale vero e proprio. La volumetria prevista in questo caso è di circa 190.000 mc., dei
quali 110.000 interrati e 80.000 fuori terra.
Propedeuticamente si rende necessario il preventivo trasferimento del centro iperbarico, in quanto nell’attuale
collocazione interferisce con la posizione del nuovo Burlo. Pertanto la sede del precitato servizio sarà demolita
e il medesimo verrà ricostruito a ovest delle torri degenze (mentre adesso si trova a est). In tutti i modi di tratta
di una costruzione modesta che, oltretutto, verrà ricavata chiudendo parzialmente un pilotis esistente; quindi,
di fatto, senza incremento di volumetria.
Immagine 4: Rendering del nuovo Burlo Garofolo visto da nord (in alto sul retro sporge la torre del Cattinara)
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Nell’insieme, tenuto conto anche di alcune opere accessorie di minore rilevanza (volumi tecnici, passaggi di
collegamento ecc.) la nuova volumetria che si andrà a realizzare può essere così riepilogata:
-
nuova volumetria interrata o seminterrata:
mc. 125.000
-
nuova volumetria fuori terra:
mc. 110.000
-----------------
-
nuova volumetria complessiva:
mc. 235.000
===========
3. DESCRIZIONE DELL’AREA DESTINATA A CANTIERE
Il cantiere per la realizzazione delle opere di che trattasi sarà interamente ricompreso nell’ ambito dell’area
ospedaliera situata a est del centro abitato di Trieste facente parte del rione di Cattinara. Si tratta di un’area
estesa per circa 220.000 mq., dei quali circa 90.000 edificati e il resto utilizzato per la viabilità o lasciato a
verde, anche per la notevole asperità del terreno, soprattutto nella parte sud.
Immagine 5: Veduta aerea dell’area ospedaliera, perimetrata in rosso continuo
(in puntinato il perimetro dell’area interessata dall’Accordo di programma del 2009)
Come evidenziato dall’immagine n.5, l’area ospedaliera è delimitata a nord dalla strada di Fiume, antica strada
commerciale che univa Trieste con la città del Carnaro, aldilà della quale sorgono alcune abitazioni civili; a est e
a sud con terreno prevalentemente incolto (“baredo”, in dialetto triestino); a ovest con area urbana,
caratterizzata da costruzioni civili di modesta dimensione e a destinazione prettamente residenziale.
L’area, di proprietà dell’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Trieste, è raggiungibile percorrendo la
sopracitata Strada di Fiume, oggi declassata a strada urbana dalla sopravvenuta grande viabilità alla quale la
stessa si ricollega subito a monte, mentre verso valle scende fino a raggiungere il centro di Trieste.
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4. INSEDIAMENTO DEL CANTIERE E PROGRAMMA DELLE LAVORAZIONI
L’organizzazione e la programmazione dei lavori pongono non pochi problemi non solo per le dimensioni
intrinseche del cantiere – si parla di circa 120 milioni di euro di edilizia ospedaliera – ma soprattutto per la
ristrettezza degli spazi a disposizione.
Ferma restando infatti l’esigenza primaria di minimizzare allo stretto indispensabile il coinvolgimento dell’
ambiente circostante, bisogna tenere conto del fatto che l’area ospedaliera è già stata ampiamente sfruttata a
fini edificatori, ivi compresa naturalmente l’indispensabile rete viaria e di parcheggi, mentre la parte rimanente
si presenta scoscesa e mal si presta ad accogliere un cantiere di ragguardevoli dimensioni come quello che si
rende necessario nel caso in specie.
Ciò ha comportato la necessità di strutturare l’intervento complessivo in una successione di fasi che consenta di
ottimizzare lo sfruttamento del poco spazio a disposizione. In questa logica sono stati elaborati due distinti
scenari, uno teso a minimizzare l’impatto sull’ambiente circostante a discapito della durata dei lavori; l’altro,
viceversa, finalizzato a ottimizzare la cronologia di esecuzione dell’opera ammettendo nel transitorio qualche
maggiore interferenza con il territorio.
Si passa quindi a descrivere distintamente i due scenari.
4.1) Primo scenario: minimizzazione degli impatti sul territorio
I lavori si svolgono secondo il cronoprogramma della pagina seguente (immagine n.7), impegnando un tempo
complessivo dell’ordine dei dieci anni.
Esaminando detto cronoprogramma risulta che in una prima fase propedeutica, della durata complessiva
stimata in diciotto mesi, dovrà essere attivato il parcheggio multipiano dell’edificio C1, per l’esigenza di
ripristinare i posti auto a disposizione del personale che sono attualmente disponibili nell’area attrezzata a est
delle torri dove è prevista la costruzione del nuovo Burlo.
A sua volta la costruzione del C1 richiede la preventiva rettifica di tracciato della strada antistante – lato valle –
che dovrà essere avanzata di max 3 mt. verso sud al fine di incrementare l’estensione dell’area di sedime del
nuovo edificio (v. immagine qui di seguito).
Immagine 6: Variante stradale a valle dell’edificio C1
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Immagine 7: Cronoprogramma dei lavori “scenario 1 (durata dieci anni)
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In sintesi quindi la prima fase comporta l’esecuzione in successione delle seguenti lavorazioni:
-
variante stradale, da realizzarsi costruendo a valle un muro di contenimento su pali e successivo
rinterro a tergo dello stesso con materiale scavato dal sedime del nuovo fabbricato;
-
esecuzione di una paratia non tirantata su tutto il fronte contro terra del nuovo edificio;
-
scavo di sbancamento fino a raggiungere il piano di posa delle fondazioni;
-
costruzione del parcheggio su tre piani, da realizzarsi per porzioni sfalsate in modo da utilizzare lo
spazio interno per i lavori di carpenteria.
Considerati i tempi tecnici necessari per il collaudo statico e gli altri adempimenti di legge, si stima che questa
prima fase – che si conclude con l’attivazione del parcheggio interno all’edificio C1 – abbia durata complessiva
di diciotto mesi.
Dal punto di vista della logistica del cantiere, va tenuto conto del fatto che in questa fase le maestranze
impegnate saranno in numero limitato e così anche le imprese che interverranno in cantiere. Di conseguenza,
premesso che per quel che riguarda i pernottamenti verrà imposto per capitolato di rivolgersi a strutture
esterne – essendo improponibile, per le ragioni anzidette, l’organizzazione di un vero e proprio villaggio
all’interno dell’area ospedaliera – si prevede di utilizzare per il cantiere l’area libera tra il costruendo edificio C1
e il fabbricato universitario esistente a ovest dello stesso; detta area servirà pertanto sia per l’ allocamento dei
pochi baraccamenti necessari, sia per lo stoccaggio di attrezzature e materiali, comunque in quantità limitata
considerate le lavorazioni da eseguire in questa fase.
Le immagini 8 e 8-bis illustrano l’organizzazione del cantiere in questa fase.
Immagine 8: Cantiere edificio C1 (planimetria)
Nell’arco dei primi diciotto mesi si procederà anche al trasferimento del centro iperbarico, previa costruzione
della nuova sede come già in precedenza descritto. A parte l’elevata componente tecnologica, che poco rileva
in questa sede, si tratta comunque di un corpo di fabbrica di modeste dimensioni - oltretutto da ricavare
tamponando lo spazio libero di un pilotis - la cui incidenza in termini generali è poco significativa.
La prima fase cessa, in definitiva, con il trasferimento del parcheggio dipendenti all’interno dell’edificio C1.
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Immagine 8-bis: Cantiere edificio C1 (sezione)
Segue quindi una seconda fase, della durata prevista di circa un anno e mezzo, in cui si andrà a realizzare la
parte interrata del nuovo Ospedale Burlo Garofolo, costituita da due livelli da circa 13.000 mq. ciascuno e
destinata in via definitiva ad autorimessa.
Nel lungo transitorio di attività del cantiere però detta porzione di fabbricato – ovvero più precisamente, il
piano primo interrato – sarà destinata ad accogliere la logistica del cantiere che, a partire dall’avvio della fase
successiva, procederà nel pieno dello sviluppo impegnando consistenti risorse, sia in termini umani che di
mezzi, alle quali dovrà corrispondere una organizzazione adeguata. A tale riguardo si è già detto che per
capitolato verrà imposto alle imprese operanti di ricavare gli alloggiamenti delle maestranze in idonee strutture
ricettive esterne all’area ospedaliera, in modo da non impegnare il cantiere anche con i dormitori. Rimane
tuttavia da allestire uno spazio di superficie adeguata ad accogliere i box necessari sia per le necessità
quotidiane delle maestranze (spogliatoi, servizi igienici, ev. mensa, relax ecc.), sia per la custodia dei materiali e
delle attrezzature di uso corrente, sia per la conduzione tecnica del cantiere (uffici impresa/e, uffici DL);
tenendo presente che a regime opereranno senza dubbio svariate decine di operai afferenti a numerose ditte
esecutrici, ciascuna delle quali avrà esigenza di spazi propri. Pertanto il piano di sicurezza e coordinamento
prevederà che al primo interrato vengano ricavati tutti gli spazi necessari provvedendoli delle conseguenti
dotazioni impiantistiche, ivi compreso l’impianto di ventilazione (comunque necessario in seguito per
l’autorimessa), in modo da allestire una serie di box – indicativamente almeno una ventina – che possano
soddisfare tutte le esigenze.
Si entra così nella terza fase, della durata prevista di sei anni, in cui il cantiere procede a pieno ritmo
sviluppandosi su tre fronti:
-
prosecuzione dell’edificio C1 con realizzazione dei piani fuori terra fino a definitivo completamento;
-
prosecuzione del Burlo Garofolo con realizzazione dei piani fuori terra fino a definitivo
completamento;
-
ristrutturazione dell’ospedale Cattinara.
Relativamente all’edificio C1 e al Burlo non vi sono osservazioni particolari. Per quel che riguarda l’intervento
sul Cattinara, esso consiste essenzialmente nella ristrutturazione delle due torri degenza, alte sedici piani, nella
costruzione ex novo del nucleo centrale di collegamento e nella ristrutturazione della piastra.
Secondo la programmazione dell’Azienda Ospedaliera le due torri verranno completamente liberate – una alla
volta, ovviamente – trasferendo i degenti in altro nosocomio, e questo al fine di snellire l’esecuzione evitando i
disagi e i maggiori costi che si avrebbero procedendo piano per piano con la struttura restante occupata dai
degenti. Si prevede quindi di procedere prima con la ristrutturazione della torre medica e contestuale
realizzazione del nucleo; quindi, previo trasferimento dei degenti, con la ristrutturazione della torre chirurgica.
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Parallelamente ci procederà – per gradi, trattandosi di intervenire su servizi importanti che devono comunque
essere mantenuti in attività – alla ristrutturazione della piastra.
Per tutta la durata di questa fase il cantiere sarà organizzato come segue:
-
baraccamenti allocati al primo seminterrato del Burlo;
-
due aree di carico/scarico, stoccaggio materiali, raccolta rifiuti ecc. ricavate sfruttando lo spazio
disponibile alle due estremità (nord-ovest e sud-est) del Burlo;
-
un’area di appoggio a ovest dell’edificio C1, ovvero la stessa già impegnata in precedenza per la
costruzione della parte interrata.
L’organizzazione del cantiere è raffigurata nell’immagine n.9, che evidenzia in particolare la presenza di tre gru
nonché l’organizzazione della viabilità interna al cantiere.
Immagine 9: Organizzazione del cantiere a regime (scenario 1)
A conclusione dell’intervento merita accennare infine ad una quarta fase di durata non superiore ad un anno,
destinata a opere minori fra cui in primis la sistemazione in via definitiva degli interrati del Burlo, che dovranno
essere liberati da tutte le installazioni di cantiere e sistemati definitivamente a rimessa, nonché le opere minori
di viabilità e di sistemazione esterna. In questa fase il cantiere torna ad assumere dimensioni modeste e potrà
quindi adattarsi sfruttando spazi esterni residuali.
4.2) Secondo scenario: ottimizzazione dei tempi di esecuzione dell’opera
Nella seconda ipotesi la durata complessiva del cantiere è stimata in sei anni ed è suddivisa in tre fasi, come
evidenziato nel cronoprogramma dell’immagine 10.
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Immagine 10: cronoprogramma dei lavori scenario 2 (durata 6 anni)
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L’elemento di novità rispetto allo scenario precedentemente descritto sta nel fatto che in questa soluzione si
prevede che la logistica del cantiere venga ricavata utilizzando la superficie a cielo libero del parcheggio
esistente al limite est dell’area ospedaliera. Tale parcheggio è strutturato su due livelli, dei quali l’inferiore,
coperto, è riservato al personale dipendente, mentre quello superiore, per l’appunto a cielo libero, è a
disposizione del pubblico, che peraltro usufruisce di un secondo parcheggio collocato in posizione contrapposta
– di fronte al Pronto Soccorso – e certo più comoda per l’utente e/o il visitatore che deve recarsi in ospedale.
Dalle indicazioni fornite dall’Azienda Ospedaliera risulta che già il parcheggio antistante il Pronto Soccorso non
è mai impegnato al limite della capienza, da cui ben si comprende che quello a limite est rimane sempre
pressoché inutilizzato. Le motivazioni sono verosimilmente da ricercare da un lato nel fatto che l’utenza
privilegia ai parcheggi a pagamento interni all’area ospedaliera il ricorso alla viabilità circostante, dove si
parcheggia gratuitamente. Non si ritiene comunque di approfondire più di tanto la questione dato che esula
dalla finalità del presente studio; ciò che qui rileva è la fondata previsione che l’indisponibilità della porzione
pubblica del parcheggio est durante il periodo di attività del cantiere riverserà sulla viabilità urbana un numero
di macchine in sosta e/o in movimento (alla ricerca di un posto libero) molto limitato e tale da potersi escludere
con certezza che possano insorgere problemi di intasamento del traffico; quantomeno in senso peggiorativo
della situazione attuale.
Del tutto incidentalmente merita accennare al fatto che detti parcheggi sono attualmente dati in gestione ad
una società esterna, con la quale bisognerà quindi trovare un accordo economico: si tratta comunque di
questioni che l’Azienda Ospedaliera risolverà a monte del cantiere e sulle quali è inutile dilungarsi.
E’ infine da chiarire che l’area del parcheggio potrà essere utilizzata per la logistica del cantiere escludendo il
transito dei mezzi pesanti, in quanto le strutture portanti non sono state progettate per sostenere carichi
superiori a quelli trasmessi dai normali autoveicoli.
Esaminando ora più da vicino la progressione dei lavori all’interno del secondo scenario, risulta che all’interno
del cronoprogramma possono essere individuate tre fasi.
Immagine 11: Organizzazione del cantiere nella prima fase (scenario 2)
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La prima fase, della durata di diciotto mesi, prevede l’esecuzione delle seguenti attività:
-
accantieramento al livello superiore del parcheggio est;
-
realizzazione dei garage ai piani seminterrati dell’edificio servizi C1;
-
costruzione nuova sede del Centro Iperbarico;
-
avvio dei lavori di ristrutturazione (torre medica e piastra servizi) e costruzione nucleo di collegamento
delle torri del Cattinara.
Dell’accantieramento si è già detto e non c’è molto da aggiungere. Per quel che riguarda l’edificio C1 ed il
Centro Iperbarico, analogamente, vale quanto esposto trattando del primo scenario.
Ciò che di veramente rilevante subentra in questa fase nell’ambito del secondo scenario è rappresentato dai
lavori relativi all’ospedale Cattinara, che possono partire subito sotto l’ovvia condizione che si sia
precedentemente provveduto a liberare la torre degenze trasferendo i posti letto in altra sede provvisoria,
conformemente a quanto programmato dall’Azienda Ospedaliera.
Questo significa che dovrà essere allestita fin dall’avvio dei lavori la gru di maggiori dimensioni (braccio da 80
mt.), mentre quella da 70 mt., riservata al Burlo, slitta alla fase successiva. La terza gru infine, cioè quella
destinata all’edificio C1, verrà montata dopo qualche mese – una volta ultimati la paratia e gli sbancamenti –
conforme alla programmazione dello scenario 1.
Aldilà della presenza delle gru, comunque, la problematica che si pone in questa fase – e che si riproporrà in
termini diversi anche nella seconda – è la definizione della viabilità interna al cantiere ivi compresa
l’individuazione delle aree di carico/scarico e di stoccaggio materiali con espresso riferimento ai lavori inerenti
il Cattinara. Infatti, limitando ora l’attenzione alla sola prima fase, risulta che i lavori relativi all’ospedale
Cattinara devono essere eseguiti in presenza del parcheggio dipendenti (quello su cui sorgerà il Burlo, per
intendersi) attivo, dato che va trasferito nell’edificio C1 ancora da realizzare. Di conseguenza si rende
necessario ricavare una sia pur limitata area di carico/scarico e stoccaggio materiali al limite nord del precitato
parcheggio, in modo da consentire ai mezzi di entrare e uscire circa in corrispondenza dell’attuale varco di
accesso dei bus, come illustrato in fig.11.
La fig.11 evidenzia anche lo spostamento temporaneo dell’ingresso al parcheggio dipendenti per via dell’
interferenza che si determina con il cantiere.
Questa fase, così come anche nel caso del primo scenario, si conclude con l’attivazione dell’autorimessa ai piani
seminterrati dell’edificio C1 ed il trasferimento in quella sede del parcheggio dipendenti. Si passa così alla
seconda fase, della durata prevista di diciotto mesi, durante la quale i lavori proseguiranno nel seguente modo:
-
completamento edificio C1;
-
completamento ristrutturazione ala medica e costruzione nucleo di collegamento Cattinara, mentre
prosegue la ristrutturazione della piastra;
-
avvio dei lavori relativi al nuovo Burlo Garofolo con realizzazione della parte interrata.
L’organizzazione del cantiere in questa fase è graficizzata nell’immagine n.12 riportata alla pagina successiva.
Come ben si vede, anche in questa fase – del resto è una connotazione caratteristica di tutto il lavoro, viste le
condizioni di vincolo imposte dall’area a disposizione – il cantiere è abbastanza sacrificato, nel senso che lo
spazio a disposizione per i lavori del Cattinara è veramente risicato, stante il fatto che l’area del parcheggio
dipendenti risulta ora interessata dai lavori di scavo del nuovo Burlo.
La terza e ultima fase, della durata di tre anni, prevede infine che i lavori vadano a conclusione, quindi con il
completamento degli interventi su Cattinara e Burlo, nonché con modeste opere accessorie che possono essere
eseguite in contemporanea, non essendovi più l’impegno di riadattare i piani interrati del Burlo una volta
liberati dal cantiere. In questa fase l’organizzazione del cantiere è conforme a quella che si aveva a regime nel
primo scenario (v. immagine n.9), salvo il fatto che la logistica è collocata sul parcheggio est.
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Immagine 12: Organizzazione del cantiere nella seconda fase (scenario 2)
4.3) Considerazioni conclusive
Soppesando i vari aspetti relativi agli scenari descritti si ritiene che il secondo sia vantaggioso per le seguenti
motivazioni:
-
riduce significativamente la durata complessiva dell’intervento (dai dieci anni previsti nel primo caso ai
sei del secondo), il che è già un notevole beneficio per l’ambiente circostante e soprattutto per la
popolazione residente;
-
la riduzione dei tempi di esecuzione comporta logicamente una maggiore sovrapposizione delle
lavorazioni, ma questo non induce significativi incrementi di impatto (veicolare, sonoro, di emissioni
ecc.) nei confronti dell’ambiente, stante il fatto che i lavori del Cattinara consistono prevalentemente
in opere interne che non richiedono – ad esempio – grande movimentazione di mezzi;
-
la rinuncia al piano superiore del parcheggio est, da destinare alla logistica del cantiere, rappresenta
un problema solo formale, dato che il suddetto parcheggio è di fatto pressoché inutilizzato per cui le
ricadute attese dalla chiusura sulla viabilità esterna sono sostanzialmente nulle.
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5. POSSIBILI RIPERCUSSIONI AMBIENTALI: CLIMA ACUSTICO
Dal punto di vista dell’impatto acustico le attività del cantiere in esame non si differenziano di molto da quelle
di un normale cantiere edile di medio/grandi dimensioni, anche sotto l’aspetto della rumorosità delle
lavorazioni eseguite, che si possono considerare rientranti nell’ambito della normalità (per un cantiere,
ovviamente).
Le principali sorgenti di rumore saranno legate alle seguenti attività:
-
scavi e demolizioni;
-
trivellazioni;
-
transito di mezzi pesanti impegnati nel movimento terra;
-
transito e sosta di mezzi pesanti (autobetoniere e autopompe) impegnati nei getti di calcestruzzo;
-
taglio di materiali per formazione tracce, posa pavimenti/rivestimenti in ceramica ecc.
Immagine 13: Esempi di macchine rumorose impiegate nei cantieri edili
Le macchine e le attrezzature utilizzate nelle lavorazioni, di cui si riportano a titolo di esempio alcune immagini
in fig.13, anche se in regola con le prescrizioni normative risultano caratterizzate da emissioni acustiche non
trascurabili.
Riprendendola dalla relazione di V.A.S. si riporta alla pagina seguente un elenco (tabella A) stilato dall’Istituto
Nazionale Svizzero di Assicurazione contro gli infortuni (SUVA) che raccoglie le emissioni acustiche delle
macchine e degli attrezzi tipici dei cantieri edili:
Dalla V.A.S.: “In generale, il rumore prodotto da un cantiere edile, considerando la totalità delle singole sorgenti
acustiche, é costante nel tempo, ma può talvolta presentare picchi di breve durata. In considerazione di questo
fatto, nelle simulazioni si è preso come valore di riferimento un’emissione di 100 dB sulla quale poi sono stati
calcolati i livelli di attenuazione”.
Ritenendo che tale assunzione sia condivisibile, anche alla luce dei dati parametrici contenuti nella tabella, si
conferma di assumere come valore di partenza per valutare l’impatto sonoro provocato dal cantiere un valore
di emissione pari a 100 dB.
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Tabella A: emissioni sonore dei macchinari impiegati nei cantieri edili
Un altro aspetto importante da prendere in considerazione per studiare il problema rumore, accennato del
resto nella V.A.S. come sopra richiamata, trae spunto dalla tabella riportata alla pagine seguente (tabella B),
che esplicita la relazione tra l’incremento differenziale della pressione sonora dalla popolazione e la
conseguente alterazione dei relativi comportamenti.
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Tabella B: relazione fra incremento differenziale della pressione sonora riferito a
L95 (descritto nel testo) e alterazione dei comportamenti (ISO1996-1982)
La lettura della tabella è interessante perché evidenzia come la possibilità di insorgenza di movimenti di
protesta, ovvero il grado di organizzazione degli stessi e la loro animosità, non dipendono tanto dal
superamento di un limite prefissato quanto dalla entità della variazione del clima sonoro sperimentato,
misurato dall’indicatore L95, valore statistico del livello di pressione sonora misurata, che corrisponde al valore
che viene superato per il 95% del tempo di osservazione. Questo giustifica l’assunzione di un valore di
riferimento della pressione sonora di riferimento (100 dB) inferiore al picco massimo di emissione di macchinari
che pure, verosimilmente, saranno presenti in cantiere – martelli perforatori, ad esempio – per il fatto che la
natura delle lavorazioni ne lascia prevedere un utilizzo sporadico e non tale da indurre significative
conseguenze di disturbo nella popolazione ricettrice.
Sulla base dei dati riportati in Tabella B si assume come ammissibile un differenziale della pressione sonora di
fondo pari a 5 dB, quindi tale da provocare reazioni nulle da parte dei residenti.
Si prende ora in esame il diagramma della fig.14, relativo al rilevamento sonoro effettuato per conto
dell’Azienda Ospedaliera in sede di redazione della V.A.S. proprio in corrispondenza della Strada di Fiume: si
riscontra che il valore medio del livello sonoro – oltretutto in orario non di punta per il traffico veicolare – è
dell’ordine dei 65 dB, valore da considerarsi elevato ma non emendabile allo stato delle cose e comunque non
nell’ambito temporale di attività del cantiere. Pertanto al fine di studiare l’impatto del medesimo sul clima
acustico del tessuto urbano circostante il valore da assumere a riferimento è quello rilevato di 65 dB;
naturalmente in condizioni diurne, dato che quelle notturne non rilevano.
Immagine 14: Rilevamento sonoro lungo Strada di Fiume (dalla V.A.S.)
In definitiva i dati progettuali sono i seguenti:
-
emissione acustica del cantiere: 100 dB ( assumibile come L95 della tab.B);
-
livello sonoro in orario diurno di fondo lungo la Strada di Fiume: 65 dB;
-
valore ammissibile del livello sonoro indotto dal cantiere verso le abitazioni circostanti: ≤ 70 dB.
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La tabella C, tratta dalla letteratura, riporta in forma pratica l’andamento dell’attenuazione acustica in funzione
della distanza. Per inciso si tratta di dati relativi ad emissioni in campo libero, quindi non applicabili al 100% al
caso in specie; tuttavia, stante l’ inevitabile approssimazione connessa con la natura stessa della sorgente
(cantiere edile), si ritiene di poterla utilizzare per arrivare a delle conclusioni operative che siano comunque
sufficientemente attendibili.
Tabella C: Attenuazione acustica in funzione della distanza
Il dato significativo che si evince dalla tabella C è che l’abbattimento di almeno 30 dB, necessario per attestarsi
su valori di pressione sonora inferiori ai 70 dB e quindi tali da contenere’incremento differenziale entro il limite
massimo prefissato di 5 dB, si ottiene intorno ai 30 mt. di distanza dalla sorgente.
Esaminando la planimetria del cantiere si riscontra una situazione critica lungo il confine nord-est, vale a dire
quello prospiciente proprio la Strada di Fiume. Infatti in questa zona la distanza del cantiere dalle abitazioni
civili è chiaramente al di sotto dei 30 mt. per tutta la tratta più spostata verso est, laddove oltretutto la
situazione è resa più critica dal fatto che ci sono delle costruzioni civili anche al di qua della strada, ovvero quasi
a ridosso del cantiere; mentre meno delicata, ma pur sempre al limite dell’accettabilità, è la situazione lungo la
tratta più a ovest, laddove se non altro le abitazioni si trovano dall’altra parte della strada per cui il rumore
proveniente dal cantiere tende più facilmente ad essere assorbito da quello del traffico urbano.
Provvedimenti di mitigazione
Alla luce delle esposte considerazioni i provvedimenti di carattere generale, validi per tutto il cantiere,
dovranno essere rafforzati da provvedimenti specifici lungo il fronte critico.
I provvedimenti di carattere generale possono essere riassunti in una serie di prescrizioni prettamente
operative:
Scelta delle macchine, delle attrezzature e miglioramenti prestazionali:
-
selezione di macchine e attrezzature omologate in conformità alle direttive della Comunità Europea e
ai successivi recepimenti nazionali;
-
impiego di macchine movimento terra ed operatrici gommate piuttosto che cingolate;
-
installazione di silenziatori sugli scarichi, in particolare sulle macchine di una certa potenza;
-
utilizzo di impianti fissi schermati;
-
utilizzo di gruppi elettrogeni e di compressori di recente fabbricazione e insonorizzati.
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Manutenzione dei mezzi e delle attrezzature:
-
eliminazione degli attriti attraverso operazioni di lubrificazione;
-
sostituzione dei pezzi usurati soggetti a giochi meccanici;
-
controllo e serraggio delle giunzioni;
-
bilanciatura delle parti rotanti delle apparecchiature per evitare vibrazioni eccessive;
-
verifica della tenuta dei pannelli di chiusura dei motori;
-
svolgimento di manutenzione alle sedi stradali interne alle aree di cantiere e sulle piste esterne,
mantenendo la superficie stradale livellata per evitare la formazione di buche.
Modalità operazionali e di predisposizione del cantiere:
-
predisposizione di adeguati piani di lavoro finalizzati a minimizzare le emissioni di rumore nei periodi
più disturbanti per la popolazione residente;
-
orientamento degli impianti che hanno una emissione direzionale (ad esempio i ventilatori) in
posizione di minima interferenza;
-
localizzazione degli impianti fissi più rumorosi alla massima distanza dai ricettori critici o dalle aree più
densamente abitate;
-
spegnimento dei motori nei casi di pause apprezzabili e arresto degli attrezzi lavoratori nel caso di
funzionamento a vuoto;
-
utilizzo di basamenti antivibranti per limitare la trasmissione di vibrazioni al piano di calpestio;
-
imposizione di direttive agli operatori tali da evitare comportamenti inutilmente rumorosi (ad
esempio: evitare di far cadere da altezze eccessive i materiali o di trascinarli quando possono essere
sollevati);
-
divieto di uso scorretto degli avvisatori acustici, sostituendoli quando possibile con avvisatori luminosi;
-
schermatura delle macchine più rumorose con barriere mobili, soprattutto quando si trovano ad
operare nelle zone maggiormente critiche come in precedenza descritto (v. immagine 15)
Immagine 15: tipologia barriera mobile
In corrispondenza del confine nord-est, laddove la situazione è più critica dal punto di vista acustico – nel senso
che non è sufficiente un generico miglioramento ottenibile con i provvedimenti sopra enunciati, ma occorre
conseguire un vero e proprio abbattimento acustico dell’ordine di almeno 3 dB, si adotteranno in aggiunta dei
provvedimenti specifici consistenti nell’applicazione di pannellature fonoassorbenti.
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