MILENA VIASSONE FAC. DI ECONOMIA-UNIVERSITA’ DI TORINO MARKETING TERRITORIALE Introduzione La globalizzazione e l’internazionalizzazione delle imprese hanno prodotto , il ritorno al territorio come fattore primario di sviluppo delle diverse economie regionali. Lo sviluppo di un sistema produttivo è, infatti, strettamente collegato allo sviluppo del suo territorio, intendendo per territorio tutti quei soggetti pubblici e privati e quei fattori che contribuiscono a fornire una configurazione ad un contesto sociale, economico ed istituzionale e a determinare la sua competitività. 2 Agenda 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Il territorio come sistema La competitività dell’impresa e del territorio: possibili interrelazioni L’applicazione del marketing al territorio L’analisi della domanda territoriale L’analisi dell’offerta territoriale Strategia di sviluppo economico e promozione territoriale Il brand territoriale 3 1. IL TERRITORIO COME SISTEMA 4 1. Il territorio come sistema “Il territorio può essere interpretato come un sistema costituito da un insieme di attori e di risorse, sede di attività e di relazioni e guidato dal sub-sistema costituito dal “sistema di governo” SPAZIALE TEMPORALE COME DELINEARE I CONFINI CHE CARATTERIZZANO UN DETERMINATO CONTESTO? 5 1. Il territorio come sistema Il FINE DI UN SISTEMA TERRITORIALE, in quanto sistema vivente è la creazione, il mantenimento e il rafforzamento progressivo delle condizioni utili per evolvere in maniera fisiologica 6 2. La competitività dell’impresa e del territorio: possibili interrelazioni 7 Introduzione LIVELLO MACRO DEFINIZIONE DI COMPETITIVITA’ LIVELLO MESO LIVELLO MICRO 8 DEFINIZIONE DI VANTAGGIO COMPETITIVO DI UN’IMPRESA Un’ impresa ha un vantaggio competitivo quando possiede una redditività superiore alla media del settore 9 Qual è l’obiettivo strategico delle imprese? 10 Nella letteratura del management è data spesso un’ altra definizione di vantaggio competitivo : “Capacità di distinguersi positivamente rispetto ai concorrenti nella percezione dei compratori” LA REDDITIVITA’ DELL’IMPRESA DIPENDE: -DALLA STRUTTURA DEL SETTORE -DALLA CAPACITA’ DI CREARE CONSUMER SURPLUS PIU’ ELEVATO DEI CONCORRENTI 11 Consumer surplus Consumer surplus B-P B Profitto per il produttore P-C P C Valore creato Costo C 12 Due approcci Le fonti dei vantaggi competitivi La posizione nel settore Le risorse , le capacità , le competenze distintive 13 1. La posizione nel settore TARGET VANTAGGI COMPETITIVI INTERO SETTORE SOLTANTO UN PARTICOLARE SEGMENTO I CLIENTI PERCEPISCONO UNICITA’ POSIZIONE DI BASSI COSTI DIFFERENZIAZIONE “COST LEADERSHIP” FOCUS 14 2. Risorse,capacità , competenze distintive L’ impresa possiede un vantaggio competitivo quando ha : Risorse superiori Capacità superiori Competenze distintive 15 LIVELLO MACRO = Nazione DEFINIZIONE DI COMPETITIVITA’ LIVELLO MESO = Regione LIVELLO MICRO=Impresa 16 Il “diamante” del vantaggio competitivo Perché alcune imprese insediate in certi paesi sono capaci di realizzare innovazioni consistenti? Strategia, struttura e rivalità delle imprese Condizioni dei fattori Condizioni della domanda Industrie collegate e di supporto 17 Il “diamante” del vantaggio competitivo Le condizioni dei fattori Lavoro, terra, risorse naturali, capitali infrastrutture L’importante è la specializzazione dei fattori Gli svantaggi possono essere trasformati in vantaggi se: -le imprese ricevono segnali giusti sulle circostanze che prevarranno in altri paesi - Esistono circostanze favorevoli in altre parti del diamante 18 Il “diamante” del vantaggio competitivo Le condizioni della domanda Fornisce un’idea + chiara dei bisogni dei compratori 1 nazione acquisisce 1 vantaggio se i suoi clienti sono i + esigenti del mondo I clienti locali possono aiutare le imprese del proprio paese a conseguire il v.c. se i loro bisogni prefigurano o determinano i bisogni futuri dei consumatori 19 Il “diamante” del vantaggio competitivo Industrie correlate e di supporto Vantaggio in termini di Innovazione potenziamento 20 Il “diamante” del vantaggio competitivo Strategia, struttura e rivalità tra le imprese La rivalità è il punto + importante del diamante a causa del potente effetto di stimolo che esercita su tutti gli altri 21 Il Caso -Come funziona il diamante: l’industria italiana della ceramicaLe origini dell’industria italiana Alla fine della seconda guerra mondiale: a Sassuolo vi sono solo pochi produttori Nel dopoguerra: la domanda di piastrelle cresce rapidamente grazie a: -clima, gusti locali, tecniche di costruzione -Disponibilità di capitali -Presenza di operai meccanici specializzati 22 Il Caso -Come funziona il diamante: l’industria italiana della ceramicaL’esordio del distretto italiano delle piastrelle Negli anni ’50-’60 per la produzione veniva utilizzata argilla bianca di caolino L’Italia importava argilla bianca + macchinari L’Italia modifica i macchinari per adattarli ad argilla rossa Anni ’70: all’estero si lavora argilla bianca con macchinari italiani prodotto per lavorazione argilla rossa SITUAZIONE INVERSA 23 Il Caso -Come funziona il diamante: l’industria italiana della ceramicaUna domanda interna competente e sofisticata A metà anni ‘60: il mercato italiano di piastrelle è il più sofisticato del mondo domanda di piastrelle specializzata Saloni specializzati nell’esposizione e nella vendita La rivalità a Sassuolo -Numero elevato di imprese rivali continue innovazioni 24 Il Caso -Come funziona il diamante: l’industria italiana della ceramicaLe pressioni per il potenziamento del vantaggio competitivo Negli anni ’70: con lo shock petrolifero del 1973 le imprese italiane lottano per ridurre i costi del metano e del lavoro Metodo della monocottura rapida (da 225 a 95 operai- da 16/20 ore a 50/55 min) Dagli anni ’80: incremento delle esportazioni di macchinari italiani Da processo a lotti a processo di produzione continua 25 Il Caso -Come funziona il diamante: l’industria italiana della ceramicaL’internazionalizzazione Negli anni ’70: la domanda italiana di piastrelle era ormai matura Le imprese italiane puntano a penetrare i mercati esteri I singoli produttori iniziano a far pubblicità sulle riviste italiane ed estere di arredamento e architettura Rafforzamento immagine della qualità italiana Assopiastrelle apre uffici negli USA, in Germania e in Francia 26 LIVELLO MACRO = Nazione DEFINIZIONE DI COMPETITIVITA’ LIVELLO MESO = Regione La capacità di una regione di attrarre e trattenere imprese con quote di mercato stabili o crescenti mantenendo stabile o incrementando gli standard di vita dei suoi abitanti (Storper, 1997, Boshma, 2006) LIVELLO MICRO=Impresa 27 Sviluppo di un modello di competitività regionale Nuovo modello EDUCAZIONE TURISMO CAPITALE FISICO CONOSCENZA E CREATIVITA’ FINANZA COMPETITIVITA’ REGIONALE TOLLERANZA TECNOLOGIA POPOLAZIONE MERCATO DEL LAVORO 28 Misura del livello di competitività di una regione Driver indicatori Istruzione Rilevanza : grado a cui le statistiche incontrano i potenziali bisogni degli utenti Accessibilità: facilità di reperimento e accesso ai dati Trasferibilità: facilità nel trasferire i risultati di uno studio ad un altro contesto Indicatori •Tasso di scolarità •LLL Popolazione •Popolazione media •Tasso di fertilità Conoscenza e creatività •GERD •Brevetti depositati all’EPO Mercato del lavoro •Tasso d’occupazione Tecnologia •HRST •Impiego in tecnologia e settori ad elevato knowledge Infrastrutture Tolleranza •Strade, autostrade, ferrovie, vie navigabili a livello regionale •Dati sull’immigrazione •Studenti a livello ISCED 5-6 come % di tutti gli studenti a livello regionale Turismo •Hotel, campeggi e case vacanza •Altre sistemazioni collettive Finanza Indicatori Bancari: n. di sportelli/popolazione, Impieghi, Depositi, Finanziamenti a lungo termine, Credito agevolato, Leasing, FDI. 29 Analisi empirica: Piemonte Drivers Punti Piemonte Istruzione Studenti ISCED livello 3 LLL 4 3 Popolazione Tasso di natalità Densità della popolazione 0,875 2,625 Conoscenza e Creatività GERD 9 Brevetti 12 Numero medio di ore lavorative settimanali 4,5 Lavoro Tecnologia Infrastrutture Tolleranza Finanza = MAX Indici Turismo Tasso di occupazione HRST Impiego in settori high tech e della conoscenza Autostrade per kmq 3 2 8 1,875 Rete ferroviaria per kmq 2,5 Immigrazione Studenti a livello ISCED 5-6 GDP pro capite GVA pro capite 5 3 3,75 3,75 Hotel, campeggi e case vacanze Altre sistemazioni collettive 4,5 3 = MIN RCI 76,375 30 IL RAPPORTO BIUNIVOCO TRA COMPETITIVITA’ DI UN SETTORE E COMPETITIVITA’ TERRITORIALE: IL CASO DEL COMPARTO ENOGRASTRONOMICO 31 Il circuito competitivo vino-territorio Effetto made in TERRITORIO WINE SECTOR Innovazione output Approccio manageriale Gestione determinanti chiave del marketing 32 3. L’APPLICAZIONE DEL MARKETING AL TERRITORIO - Definizione - Concetti di base 33 Il marketing territoriale il marketing territoriale è definibile come l’analisi della domanda e dei bisogni degli stakeholders di un territorio per costruire e rafforzare rapporti di scambio vantaggiosi sia con i residenti del territorio sia con clienti/mercati esterni. Il marketing tende quindi a creare un circolo virtuoso tra soddisfazione dei residenti e capacità di attrazione verso l’esterno. 34 Il marketing: concetti di base Il processo di marketing si articola in 2 fasi: 1. interpretazione dell’ambiente rilevante per l’impresa (fase strategica) 2. Fase operativa di pianificazione, realizzazione e controllo delle attività di marketing 35 1. Fase strategica: principali decisioni A. B. C. Definizione del business: l’ambito competitivo in cui collocarsi (individuare v.c., principali concorrenti…) Segmentazione del mercato (il gruppo di clienti a cui rivolgersi) Modalità di differenziazione dai concorrenti (posizionamento) 36 Analisi della domanda: La quota di mercato = percentuale delle vendite di un’impresa sul totale delle vendite di settore V(x)t V(T)t V(x) indica le vendite che un’impresa realizza con riferimento ad un preciso prodotto V(T) rappresenta le vendite totali riferite allo stesso insieme di prodotti cui sono riferite V(x) 37 La quota di mercato relativa Q(x)t Q(C)t Q(x) quota di mercato dell’impresa Q(C) rappresenta la quota di mercato del principale concorrente 38 L’elasticità della domanda ∆Y/Y ∆X/X L’elasticità della domanda è rilevante anche per caratterizzare i mercati che si rivolgono al territorio Elasticità = 0 = qualsiasi variazione di prezzo lascia indifferente la domanda Elasticità = 1 = la variaz. % del prezzo determina la stessa variazione % di domanda Elasticità <1= poca reattività della domanda alle variazioni di prezzo Elasticità >1=molta reattività della domanda alle variazioni di prezzo 39 B. Segmentazione del mercato È volta alla suddivisione del mercato in un certo numero di clienti (segmenti) omogenei fra di loro rispetto a determinati parametri ed eterogenei rispetto ai clienti appartenenti ad altri gruppi. Possibili modalità di segmentazione: - Variabili geografiche - Variabili demografiche - Variabili socio-economiche (reddito, posizione professionale…) - Variabili sul comportamento di acquisto - Variabili sul comportamento di consumo 40 B. Segmentazione del mercato Le condizioni per una segmentazione efficace: Risposta differenziata: distinzione molto netta tra i segmenti. Il criterio di segm. Deve massimizzare le differenze tra i segmenti e minimizzare quelle tra gli acquirenti all’interno di un singolo segmento Rilevanza: i segmenti devono rappresentare un potenziale sufficiente a giustificare lo sviluppo di una strategia di marketing specifica Accessibilità: i segmenti scelti devono essere accessibili Misurabilità: per poter scegliere un segmento target occorre poterne determinare la dimensione, il potere di acquisto dei consumatori e le loro caratteristiche salienti. 41 C. Posizionamento Definire un’offerta in modo tale che essa occupi una posizione ben definita nella mente del cliente Differenti alternative strategiche: Cercare 1 area o una fascia di mercato non presidiata dai concorrenti Soddisfare meglio o diversamente i clienti Posizionamento simile ai concorrenti ma maggiormente efficace Deposizionare i concorrenti In presenza di posizionamenti non + efficaci riposizionare il prodotto cercando di guadagnare elementi di distintività rispetto ai concorrenti 42 Analisi del portafoglio di attività Tasso di sviluppo del mercato Obiettivo: aiutare un’impresa con produzione diversificata a distribuire risorse limitate tra i diversi prodotti-mercati in cui opera 43 Interpretazione STAR: prodotti leader nel loro mercato. Richiedono mezzi finanziari consistenti per sostenere la crescita ?: comporta l’esigenza di molta liquidità per finanziare la crescita. Obiettivo: identificare attività che possono essere promosse con speranze di successo Dogs (pesi morti): mantenere in vita una simile attività si traduce in un’emorragia finanziaria Cash cow: queste unità dovrebbero fornire molta liquidità e consumarne poca. Obiettivo strategico: raccogliere liquidità fornita 44 2. Fase operativa A. B. C. D. Politiche Politiche Politiche Politiche di di di di prodotto prezzo promozione distribuzione 45 A. Prodotto Per prodotto-servizio si intende tutto ciò che può essere offerto a un consumatore per soddisfare un suo bisogno. Può essere strutturato in diversi livelli: -vantaggio essenziale (core benefit) (per chi acquista un’auto è la funzione di trasporto) -prodotto generico: è la versione base del prodotto -prodotto atteso: insieme di attributi che il cliente si attende di trovare -prodotto ampliato: vantaggi aggiuntivi che distinguono l’offerta di un’impresa rispetto ai concorrenti -prodotto potenziale: possibili trasformazioni del prodotto in futuro 46 A. Prodotto: le politiche di marchio Un marchio è un nome, un disegno, un simbolo o una combinazione di questi che hanno la finalità di identificare i beni o i servizi di un venditore. Diverse alternative per il marchio del produttore: Un brand diverso per ogni prodotto Un brand con il nome dell’azienda per ogni prodotto (es Microsoft) Un brand differenziato a seconda della famiglia di prodotti (es. Parmalat con i marchi Parmalat, Santal e Mister Day) Un brand dell’azienda comune a tutti i prodotti e uno individuale per ogni singolo prodotto (es. Kellogg’s) 47 B. Prezzo: prezzo e costi L’analisi dei costi è un punto di partenza per l’elaborazione delle strategie di prezzo Prezzo soglia: è il prezzo limite, corrispondente al costo diretto. (permette di recuperare i costi) Prezzo tecnico: Costi diretti+ costi di struttura (costi sostenuti per l'azienda, considerata nella sua globalità ) Prezzo target: oltre ai precedenti prevede un margine di profitto 48 B. Prezzo: prezzo e qualità PREZZO ALTO QUALITA’ DEL PRODOTTO MEDIO BASSO ALTO MEDIO BASSO Strat. Di premio di prezzo Strategia del valore elevato Strategia di liquidazione Strategia di sviluppo del margine Strategia del valore medio Strategia del prezzo conveniente Strategia di speculazione Strategia di convenienza apparente Strategia di buon mercato 49 B. Prezzo Modifiche di prezzo Differenziazione geografica dei prezzi (fissare prezzi eterogenei in diverse aree geografiche) Sconti e abbuoni: -per pagamenti a breve -per volumi elevati -funzionali -stagionali Prezzi promozionali: -prodotti civetta -prezzi speciali per eventi ricorrenti (es. saldi) -concessione di garanzie e servizi aggiuntivi -sconti psicologici (prezzo nominale artificiosamente elevato su cui viene praticato un forte sconto) 50 C. Promozione/comunicazione La comunicazione svolge un ruolo fondamentale nel diffondere la conoscenza e nel tener vivo l’interesse per la marca, nel caratterizzarla e nel presentarne un’immagine particolare, nello sviluppare la preferenza, nel convincere all’acquisto. -comunicazione di marketing: che attiene alle relazioni con il mercato dei clienti finali e intermedi attraverso la percezione del valore dell’offerta aziendale -comunicazione istituzionale, che si riferisce alle relazioni con il pubblico -comunicazione gestionale, che cura le relazioni con i soggetti coinvolti nella gestione dell’impresa (coordinamento e controllo) -comunicazione economico-finanziaria, che si occupa delle relazioni con i portatori di risorse e dei risultati patrimoniali, finanziari, reddituali 51 D. Distribuzione (Place) La distribuzione assolve alla funzione di creare un collegamento tra offerta e domanda, tra produzione e consumo, rendendone possibile l’incontro. Le scelta della struttura distributiva dipendono da: Caratteristiche del prodotto (deperibilità, complessità…) Struttura dei costi di produzione (oneri logistici, CF/CV…) Risorse finanziarie e manageriali disponibili Reti distributive e strutture esistenti Scelte della concorrenza 52 D. Distribuzione Scegliere il canale distributivo significa assumere decisioni in relazione a 4 variabili: 1. Intensità della distribuzione Misura il grado di presenza del prodotto sul mercato finale (intensiva, selettiva) 2. Lunghezza del canale È data dal n. di livelli di intermediazione tra il produttore e il destinatario (canale diretto, indiretto) 3. Tipo di coordinamento del canale Implica la scelta tra diversi assetti di integrazione che si situano tra 2 estremi ideali costituiti l’uno da un coordinamento di mercato di operatori indipendenti (canale tradizionale), l’altro dal coordinamento organizzativo-gerarchico (canale integrato) 4. Contributo degli intermediari al valore totale consegnato a un cliente, considerando anche il contributo degli intermediari alla realizzazione di una positiva esperienza di acquisto da parte del cliente 53 4 attività che caratterizzano il marketing territoriale Definire il corretto mix Stabilire un valido sistema di incentivi Individuare modalità Di distribuzione di beni E servizi Promuovere l’immagine Dell’area Necessità di costituire un gruppo di pianificazione costituito dai rappresentanti degli stakeholders 54 L’ANALISI DELLA DOMANDA TERRITORIALE 55 E’ difficile determinare il valore della domanda territoriale Il valore della domanda di un territorio è determinato dal valore delle risorse che i soggetti che costituiscono la domanda generano effettivamente a beneficio del territorio stesso 56 Nel caso di un ambito geografico è utilizzato il LOCATION QUOTIENT (LQ) (Oij / Oin ) (Oj / On) Dove Oij = occupati nel settore i nell’area geografica j Oj = occupati totali area geografica j Oin = occupati totali nazionali del settore i On = occupati totali nazionali 57 La segmentazione del mercato in funzione della natura dei soggetti e del grado di appartenenza al territorio NATURA DELL’UTENTE IMPRESE PERSONE FISICHE Imprese originarie del territorio Cittadini Organizzazioni economiche locali Imprese esterne Lavoratori locali Investitori istituzionali Non residenti DOMANDA INTERNA PRESENZA NEL TERRITORIO DOMANDA ESTERNA Turisti 58 5. L’ANALISI DELL’OFFERTA TERRITORIALE 59 Il territorio come insieme di risorse Risorse materiali risultanti dall’offerta di soggetti del territorio “dotazione” del territorio derivante da sue specificità Risorse immateriali Risorse derivanti da percorsi evolutivi nel tempo di risorse del territorio e comportamenti dei suoi attori 60 Le principali componenti dell’offerta Lo spazio naturale Le sinergie territoriali La qualità potenziale Della vita La vocazione del territorio Le attrazioni del territorio Le infrastrutture Il patrimonio immobiliare L’equilibrio sociale e la sicurezza La qualità delle risorse umane Le conoscenze specifiche Del territorio 61 L’analisi competitiva dell’offerta territoriale L’analisi di benchmark L’analisi SWOT 62 6. STRATEGIA DI SVILUPPO ECONOMICO E PROMOZIONE TERRITORIALE 63 Le fasi del processo di formazione della strategia di marketing territoriale Traduzione degli obiettivi di sviluppo sostenibile in obiettivi di marketing territoriale Analisi dei segmenti di domanda territoriale e delle offerte concorrenti Analisi competitiva dell’offerta territoriale disponibile Scelta di segmenti di domanda prioritari Scelta dell’orientamento strategico rispetto alla domanda Posizionamento strategico Scelta dell’orientamento strategico rispetto all’offerta POLITICHE OPERATIVE DI MARKETING 64 I 3 orientamenti di marketing territoriale rispetto alla domanda Orientamento Obiettivi Focus della strategia Marketing indifferenziato Attrarre investimenti produttivi in ogni tipo di settore -comunicazione -bassi costi Marketing differenziato Attrarre investimenti in numerosi e ben identificati settori -segmentazione della dom. e analisi competitiva -posiz. Strategico -sviluppo delle potenzialità del territorio Marketing focalizzato Attrarre investimenti in alcuni settori/attività economiche dove assumere una posizione di leadership -segmentazione della domanda -posiz. Strategico -politica dell’offerta 65 COMUNICAZIONE DEL TERRITORIO Gli organismi territoriali necessitano di comunicare per portare la loro offerta al mercato. Comunicare un territorio vuol dire far conoscere le potenzialità insite, la qualità della vita assicurata 66 Le caratterizzazioni del messaggio Occorre rispondere a 4 domande: Che cosa comunicare? Chiaro ed esauriente contenuto A chi comunicare? Diverse destinatari e con specifiche finalità Come comunicare? Utilizzare i giusti mezzi (mezzi di massa e quelli + diretti es. mailing, fiere, telemarketing) Quando comunicare? Sempre, la comunicazione non può essere occasionale 67 Comunicazione e mezzi diretti al singolo destinatario (direct marketing) IL DIRECT MARKETING rivolto in maniera personalizzata ad utenti con un riscontro personalizzato in un’area specifica. 68 Direct marketing: strumenti Il principale vantaggio di questo strumento è collegato ai bassi costi. SCHEMA DI LAVORO: MAILING 1. E' la parte più importante. Deve catturare l'attenzione del lettore e spingerlo a continuare nella lettura 2. Spiega brevemente di quale azienda/prodotto si tratta. 3. E' importantissima. E' l'invito ad agire. Deve pertanto spiegare perché acquistare un prodotto o usufruire di un particolare servizio 4. Serve per ringraziare per l'attenzione dedicata al messaggio, invitare a un contatto diretto (se possibile) per eventuali maggiori informazioni 69 Direct marketing: strumenti Il telefono può costituire un ottimo strumento per rivolgersi ai possibili utenti in tempo reale, in maniera personalizzata ed interattiva. Gli obiettivi del telemarketing: TELEMARKETING -comunicare in maniera personalizzata con gli utenti -presentare l’area territoriale, il suo prodotto/progetto, la sua offerta e i suoi servizi -accrescere il rapporto di fidelizzazione con gli utenti 70 Direct marketing: strumenti INTERNET SPORTELLO NUMERO VERDE Impatto diretto ed interattivo con l’utente Valido se personale di contatto è preparato, disponibile e motivato -contatto immediato e costante -soddisfare tutte le richieste informative -utilizzare in maniera intelligente 71 Comunicazione e mezzi indiretti STAMPA (quotidiana, periodica, specialistica) TELEVISIONE (televisioni nazionali, locali) RADIO (radio nazionali, locali) CINEMA (filmati, spot…) SEGNALETICA PUBBLICAZIONI, NEWSLETTER PARTECIPAZIONI A FIERE REALIZZAZIONE DI VIDEO ROAD SHOW (presentazione dell’offerta urbano territoriale in varie località) INCONTRI PUBBLICI E EVENTI SPECIALI (dibattiti, tavole rotonde, convegni) 72 Promozione del territorio La politica di promozione si propone di completare la politica di comunicazione, cercando di mettere in rilievo l’offerta di un ente urbanoterritoriale e i suoi servizi al fine di convincere i vari destinatari 73 7. IL BRAND TERRITORIALE A. B. C. IMMAGINE, IMMAGINI E IMMAGINAZIONE IMMAGINE DI PAESE, IMMAGINE DI MARCA E DI PRODOTTO SEGMENTARE I CONSUMATORI IN BASE AI LORO ATTEGGIAMENTI 74 A. IMMAGINE, IMMAGINI E IMMAGINAZIONE “L’immagine è l’insieme di opinioni, idee e impressioni che una persona ha in riferimento a un oggetto” (Kotler) “Un’immagine di prodotto è quella particolare rappresentazione che i consumatori si formano di un prodotto reale o potenziale” (Kotler) “L’immaginazione è definita come il processo mentale consapevole attraverso il quale si evocano idee o immagini di oggetti, eventi, relazioni, attributi o processi sperimentati o percepiti prima” L’immagine di marca, l’immagine di Paese e l’immagine di luogo sono la raffigurazione mentale di una marca, di un Paese o di un luogo. 75 A. IMMAGINE, IMMAGINI E IMMAGINAZIONE L’individuo è bersagliato da informazioni, ma non può tener conto di ogni singolo messaggio ASTRAZIONE Creazione di categorie E collocazione in esse Degli oggetti GENERALIZZAZIONE È il processo opposto All’astrazione CATEGORIZZAZIONE Raggruppare oggetti Simili per caratteristiche importanti 76 A. IMMAGINE, IMMAGINI E IMMAGINAZIONE SIMBOLI Nomi arbitrari assegnati Agli oggetti e alle qualità COMPOSITIONING Consiste nel formare una composizione di 2 marche esistenti, di modo che ciascuna marca apporti alla composizione i propri punti di forza 77 B. IMMAGINE DI PAESE, IMMAGINE DI MARCA E DI PRODOTTO TASSONOMIA HC=Home Country, è il Paese nel quale il consumatore risiede DC=Designed-in Country, è il Paese nel quale viene progettato, in tutto o in parte, il prodotto finito MC=Made in Country, è il Paese il cui nome appare sull’etichetta “Made in”, è il paese nel quale si svolge lo stadio finale della produzione PC=Il paese di provenienza di parti e componenti essenziali e chiaramente identificati AC=Il Paese dove ha luogo l’assemblaggio OC= Country of origin, è il paese che un consumatore associa a un prodotto o a una marca indipendentemente da dove il prodotto viene effettivamente fabbricato 78 B. IMMAGINE DI PAESE, IMMAGINE DI MARCA E DI PRODOTTO MCI convinzioni sugli attributi la marca atteggiamento verso Di fronte alla necessità di valutare prodotti su cui dispongono di informazioni limitate i consumatori utilizzano la percezione dell’immagine di Paese per sviluppare un atteggiamento verso la marca esperienze convinzioni MCI atteggiamento verso la marca Di fronte alla necessità di valutare prodotti su cui si dispongono di informazioni limitate, i consumatori utilizzano l’informazione sui prodotti fabbricati in un dato paese per formarsi una percezione dell’immagine del Paese e sviluppare un atteggiamento verso la marca 79 C. SEGMENTARE I CONSUMATORI IN BASE AI LORO ATTEGGIAMENTI PATRIOTI: sono i consumatori che preferiscono acquistare beni prodotti nel proprio Paese anche quando l’immagine di questi beni è inferiore a quella dei prodotti importati OSTILI: non sono disposti ad acquistare beni importati dai Paesi che tengono un comportamento riprovevole sulla scena internazionale TRADITORI: hanno una netta preferenza per i beni importati anziché per i prodotti locali COSMOPOLITI: sono i consumatori che non hanno un pregiudizio né nei suoi confronti dei prodotti importati, né nei confronti dei prodotti locali, ma giudicano tutti i prodotti secondo i medesimi criteri. 80 C. SEGMENTARE I CONSUMATORI IN BASE AI LORO ATTEGGIAMENTI Atteggiamento verso le importazioni Atteggiamento verso uno specifico Paese Avversione Indifferenza Affinità Alterocentrismo 1 conflitto 2 Dominato dall’alterocentris mo 3 Forte attraz. Per le importaz. Da quel Paese Cosmopolitismo 4. Dominato dall’avversione 5. Nessuna preferenza emotiva 6. Dominato dall’affinità 7. Forte repulsione per le importazioni da quel Pese 8. Dominato dall’etnocentrismo 9. Conflitto Etnocentrismo 81 “Il modo in cui immaginiamo di apparire all’altro è un elemento essenziale della nostra concezione di noi stessi. In altre parole, io non sono né quel che penso di essere né quel che l’altro pensa che io sia, ma ciò che penso che l’altro pensi che io sia.” Robert Bierstedt 82