NEUROPSICHIATRIA A cura di Serafino De Giorgi *, Domenico Suma ** “Dottore, ma sono depresso?” Una malattia difficile da individuare e da debellare. Ma uscirne è possibile. di perdita di un“oggetto” cui si associavano i meccanismi a descrizione dei disturbi dell’umore ha origini della identificazione e della introiezione. antiche e quasi si identifica con l’origine della Negli anni ’50, sulla scia delle teorie secondo le quali psichiatria come disciplina medica. le malattie mentali potevano essere identificate come Nelle culture antiche, vengono descritte “reazioni” (Meyer), anche le forme depressive e variazioni dell’umore, attribuite in modo “agnostico” ciclotimiche vennero qualificate come “nevrotiche” o all’intervento di forze soprannaturali o divine, “reattive” se scatenate da situazioni o eventi vissuti come considerate una forma di punizione, che oggi stressanti; mentre le psicosi erano considerate “reazioni verrebbero inquadrate come malattia maniacomaggiori”, quale la forma maniaco-depressiva. depressiva. Leonhard (1979) per primo introduceva il termine Ippocrate, nel IV secolo a.C, considerò il cervello sede “bipolare” per indicare i disturbi dell’umore in cui, in dell’affettività, introducendo il termine “melancolia”, contrapposizione alle forme “monopolari”, quale conseguenza dell’azione patogena si alternano fasi sia depressive, sia maniacali. della bile nera sul cervello (melas = nero; Attualmente Nell’accezione clinica comune unipolare cole = bile); descrisse anche la periodicità ricopre, secondo comprende tutti i pazienti con sintomi della malattia, la stagionalità e delineò i depressivi senza una storia di episodi quattro tipi temperamentali in grado di l’OMS, il terzo posto tra le malattie più maniacali, significando semplicemente “non predisporre a diversi disturbi mentali: frequenti bipolare”. collerico, melanconico, sanguigno e Una ulteriore costruzione nosografica flemmatico. Aristotele (III secolo a.C.) individua i disturbi dell’umore come “primari” indagava il temperamento melanconico come condizione distinguendoli dai quadri “secondari” ad altri disturbi predisponente alla malattia e notava l’elevata diffusione mentali, a malattie fisiche o a trattamenti farmacologici. del disturbo tra poeti, artisti e uomini politici. In epoca medioevale numerosi malati di psicosi maniaco-depressiva, vennero condannati al rogo. La sintomatologia Nei successivi secoli gli studi della medicina ad impostazione naturalistica sconfessavano le dottrine La depressione è una malattia demonologiche, ponendo l’accento comune. Dati epidemiologici stimano sugli aspetti di decorso, periodicità e la prevalenza tra il 5% ed 17 % sull’alternanza con la mania della nell’arco del ciclo vitale nella depressione. popolazione generale. Kraepelin [1905] con la diagnosi Attualmente ricopre secondo di psicosi maniaco-depressiva l’OMS il terzo posto tra le malattie più descriveva numerose forme in frequenti nella popolazione e precedenza considerate disturbi perdurando la frequenza attuale di autonomi: mania, depressione, follia incidenza tra circa 15 anni si stima circolare e periodica; gli stati misti e possa diventare la malattia più la melanconia involutiva. frequente. L’età media in cui compare Freud [1924] costruiva la depressione maggiore oscilla intorno l’interpretazione psicodinamica della ai 25 anni, anche se l’adolescenza depressione introducendo il concetto pugliasalute - quattordici - maggio 2005 rappresenta l’età a rischio per l’esordio dei disturbi depressivi. La caratteristica essenziale della depressione è la deflessione patologica del tono fondamentale dell’umore, che risulta non dipendente da fattori esterni. Si accompagna uno stato di inibizione psicomotoria che caratterizza tutte le modalità relazionali dell’individuo depresso: il flusso delle idee diventa lento, il pensiero monotono, la risonanza affettiva monocorde. Altri sintomi che si osservano sono di tipo vegetativo-somatici e cognitivi: memoria, attenzione, concentrazione sono rallentate, appetito e sonno alterati; scadimento delle condizioni fisiche generali; l’ideazione assume caratteristiche connotazioni pessimistiche che, nei casi più gravi, possono sconfinare in una dimensione dereistica quale il delirio. I contenuti più frequenti del delirio depressivo sono di colpa, rovina, autoaccusa, ipocondria. con menomazione o disagio di qualche tipo. La remissione I patterns emotivi e comportamentali dominanti sono parziale dopo un Episodio Depressivo Maggiore sembra i sentimenti di solitudine, il distacco dagli altri e dal mondo, essere predittiva di un andamento analogo dopo gli episodi che divengono uno dei portati più consistenti del vissuto successivi. In alcuni individui (5%-10%) continuano a depressivo (mancanza di sentimenti). L’assenza di interesse risultare soddisfatti per 2 o più anni i criteri completi per si fa avvertire anche negli affetti più rappresentativi e ciò l’Episodio Depressivo Maggiore. rinvigorisce i sentimenti di colpa. Spesso si associa uno stato di ansia, descritto come sentimento penoso di attesa, sensazione che debba accadere Il decorso della malattia secondo l’ICD-10 qualcosa di spiacevole, con agitazione psicomotoria ed (International Classification of Diseasesirrequietezza psichica. 10), deve seguire criteri condivisi quali: Frequentemente si associano idee di morte ed il suicidio rappresenta la complicanza più temibile. 1. la ricorrenza (episodio singolo, maniacale o Sul piano sintomatologico, secondo il DSM IV depressivo; episodi multipli); (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders2. la polarità (sindromi affettive bipolari; sindromi IV), la caratteristica essenziale di un Episodio Depressivo depressive ricorrenti); Maggiore è un periodo di almeno 2 settimane durante il 3. la gravità degli episodi (episodio maniacale quale è presente depressione dell’umore o perdita di interesse o ipomaniacale; episodio depressivo di gravità lieve, o di piacere per quasi tutte le attività. L’individuo deve media o grave); 4. la presenza o l’assenza di sintomi psicotici anche presentare almeno altri quattro sintomi di una lista (quali deliri e allucinazioni) e se essi risultano essere che includa alterazioni dell’appetito o del peso, del sonno congrui o incongrui con l’umore. e dell’attività psicomotoria; ridotta energia; sentimenti di svalutazione o di colpa; difficoltà a pensare, concentrarsi o prendere decisioni; oppure ricorrenti pensieri di morte o Particolare importanza viene attribuita alla valutazione ideazione suicidaria, pianificazione o tentativi di suicidio. della gravità di ciascun episodio, per le implicazioni che L’umore in un Episodio Depressivo Maggiore viene essa può avere sul piano terapeutico e assistenziale. Per gli spesso descritto dall’individuo come episodi depressivi, la valutazione della gravità depresso, triste, senza speranza, scoraggiato si basa essenzialmente su un giudizio clinico Il flusso delle o “giù di corda” . che deve tenere conto del numero, del tipo e I sintomi di un Episodio Depressivo idee diventa della gravità dei sintomi. Maggiore si sviluppano generalmente nel lento, il Il livello di compromissione del corso di giorni o settimane. Tra i prodromi pensiero funzionamento sociale e lavorativo non è stato si possono osservare sintomi di ansia e monotono utilizzato come criterio di valutazione della sintomi depressivi lievi, possono protrarsi gravità dell’episodio depressivo, in quanto si da settimane a mesi prima dell’esordio è ritenuto che fattori individuali, sociali e culturali possano dell’Episodio Depressivo Maggiore completo. Anche la notevolmente interferire sulla sua attendibilità. durata dell’Episodio Depressivo Maggiore è variabile. Un episodio non trattato tipicamente dura sei mesi o più, indipendentemente dall’età di esordio. Nella maggior parte dei casi, vi è una remissione completa dei sintomi e il La diagnosi funzionamento ritorna ai livelli premorbosi. In una proporzione significativa di casi (forse il 20%-30%) possono Collocare la depressione in una unica categoria persistere per mesi o anni alcuni sintomi depressivi diagnostica presenta una notevole difficoltà a causa della insufficienti per soddisfare pienamente i criteri per un eterogeneità clinica, determinata dalla varietà delle sindromi, Episodio Depressivo Maggiore e possono essere associati dalla gravità sintomatologica, dalla espressività clinica in pugliasalute - quindici - maggio 2005 Qualora la sintomatologia depressiva sia di grado moderato rapporto all’età di insorgenza, dalla presenza di fattori si verifica in risposta ad importanti eventi stressanti scatenanti o di conflittualità interne o esterne al paziente, psicosociali, sia nel DSMIV sia nell’ICD-10, è prevista la dalla variabilità del decorso e degli esiti. diagnosi di Disturbo dell’Adattamento con Umore Depresso, Pertanto inizialmente sono stati fatti vari tentativi di che valorizza e riconosce un rapporto causale suddivisione in categorie dicotomiche, tra stress ambientale e comparsa della utilizzando classificazione eziopatogenetica, La collocazione sintomatologia disadattiva. come depressione endogena/reattiva, in un’unica Con gli attuali sistemi nosografici psicotica/nevrotica, primaria/secondaria. categoria internazionali l’approccio è di tipo descrittivo, La categoria depressione endogena o diagnostica per cui a ciascun disturbo sono attribuiti “vitale” o “primaria” comprende quadri clinici presenta una specifici criteri che consentono di porre la in cui non si riconoscono fattori esterni di notevole difficoltà diagnosi (criteri di inclusione) ed altri in natura psicologica o fisica che possano aver presenza dei quali la diagnosi viene preclusa determinato l’insorgenza della malattia: il (criteri di esclusione). L’ approccio risulta “imparziale” dal termine di “endogeno” assume un significato eziologico. punto di vista dell’eziologia, e le diagnosi affidabili e Per contrasto, sono reattive o “nevrotiche” quando possono riproducibili così da risultare standardizzate e punto di essere determinate da accadimenti di grande significato riferimento per la comunicazione tra clinici e ricercatori. esistenziale ed emotivo, ovvero da conflittualità inconsce, o Tuttavia anche i sistemi diagnostici dell’APA e dell’OMS, da fattori di natura fisica. Nelle forme reattive la qualità mostrano dei limiti quando non considerano il decorso dell’umore depresso non determina una frattura nel continuum naturale, le caratteristiche longitudinali e familiari dei disturbi storico individuale. dell’umore. Nella depressione endoreattiva “l’evento” ha la funzione di innesco del quadro depressivo, il cui decorso successivamente diventa autonomo da esso; le I Disturbi dell’Umore nel DSM-IV [1994] caratteristiche sintomatologiche sono diverse dalla forma endogena e dalla • Disturbi depressivi ( depressione maggiore, forma reattiva. Altre varietà cliniche episodio singolo, ricorrente, disturbo correlate alle caratteristiche distimico, disturbo depressivo NAS – Non eziopatogenetiche sono le altrimenti specificato). depressioni: “da esaurimento”, • Disturbi Bipolari (I, II, disturbi “da sradicamento”, “da ciclotimico, disturbo bipolare NAS). cambiamento di ambiente”, • Altri disturbi dell’umore (dovuti a “distonico-vegetative”, condizione medica generale). “esistenziali”, “situazionali”. Un ulteriore tentativo di classificazione secondo un modello eziopatogenetico, mette Le Sindromi affettive nell’ICD-10 [1992] in contrapposizione le categorie “depressione psicotica” e “depressione • Episodio depressivo nevrotica” per connotare due meccanismi • Sindrome affettiva bipolare diversi (endogeno e psicogeno) e per indicare • Sindrome depressiva ricorrente livelli differenti di gravità. Nella depressione psicotica si • Sindromi affettive persistenti osserva l’alterazione della coscienza di realtà, assenza di • Altre sindromi affettive coscienza di malattia, deliri strutturati, allucinazioni, incoerenza • Sindrome affettiva non specificata e allentamento dei nessi associativi. Nella depressione • Disturbo Depressivo Maggiore nevrotica, detta anche “nevrosi depressiva”, “reazione (Episodio singolo, ricorrente) depressiva psiconevrotica”, “depressione nevrotico-reattiva” • Disturbo Distimico la sintomatologia è attenuata, oppure caratterizzati da • Disturbo depressivo non altrimenti specificato particolari costellazioni sintomatologiche, come irritabilità, • Disturbo Bipolare I reattività, fluttuazioni dell’umore in rapporto a mutamenti • Disturbo Bipolare II della situazione esterna o ancora condizioni di comorbilità • Disturbo Ciclotimico Disturbo Bipolare tra disturbi depressivi e d’ansia. non altrimenti specificato La nosografia più recente non utilizza la contrapposizione • Disturbo dell’umore dovuto ad una condizione “endogeno”/“reattivo”. La Classificazione dei Disturbi Mentali medica generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (ICD-10) ha • Disturbo dell’umore indotto da sostanze sostituito l’aggettivo “endogeno” è il termine “somatico”[ICD• Ciclotimia- Distimia 10,1992]. Le classificazioni dell’APA (American Psychiatric • Altre Sindromi affettive persistenti Association) attribuiscono all’ Episodio Depressivo Maggiore (Episodio affettivo misto) con Melanconia un valore clinico-descrittivo, senza alcuna • Sindrome depressiva breve ricorrente implicazione eziopatogenetica. pugliasalute - sedici - maggio 2005 Il concetto di spettro di malattia depressiva ben si concilia con un modello classificativo di tipo categoriale, abitualmente utilizzato in psichiatria, analogamente a quanto avviene nelle altre branche della medicina. Questo modello presuppone l’esistenza di entità diagnostiche distinte cui corrispondono unità separate di malattia. L’inquadramento categoriale non esclude una continuità tra disturbi distinti e ciascuna categoria diagnostica non deve di necessità avere limiti definiti. Gli interventi terapeutici Le indicazioni al trattamento dei disturbi depressivi si realizzano ogni volta che si osserva una compromissione delle sei attività di base: energia vitale, desiderio sessuale, sonno, appetito, capacità di gioire, capacità di mantenere relazioni sociali Dal punto di vista nosografico (DSM-IV) ed in termini solo di esemplificazione, le sindromi da trattare sono: • Depressione maggiore bipolare • Depressione maggiore unipolare • Distimia • Episodio depressivo sottosoglia • Lutto complicato • Depressione in co-morbilità neurologica e cardiovascolare • Depressione post -partum L’approccio psicofarmacoterapico, sul piano clinico, rappresenta un rimedio pronto ed affidabile; permette di registrare segnali indicativi di remissione della sintomatologia in tempi ragionevolmente brevi (due-tre settimane) ed una stabilizzazione del decorso della malattia. I trattamenti di tipo psicoterapico, a vario orientamento, sono utili in corso di malattia depressiva, ancor più se associati alla farmacoterapia. Particolarmente utile risulta l’integrazione della psicoterapia nel trattare casi in cui problemi sociali o di natura familiare o coniugali possono aver indotto/favorito una sindrome di tipo depressivo. L’intervento terapeutico si declina sul doppio registro della farmaco e psicoterapia. I farmaci antidepressivi sono stati introdotti già negli anni ’50, quando venivano utilizzati come antidepressivi gli inibitori delle monoamminoossidasi (IMAO): si trattava di farmaci efficaci ma poco maneggevoli, con possibilità di gravi reazioni e rischi correlati allo specifico meccanismo d’azione. Successivamente la ricerca ha messo a disposizione degli Psichiatri rimedi sempre più sicuri ed efficaci, a partire pugliasalute dagli antidepressivi triciclici fino ai più recenti Inibitori della Ricaptazione della Serotonina (SSRI) e Inibitori del Ricaptazione di Serotonina ed Adrenalina (SNRI). In un approccio farmacologico, specialmente quando ci si trova di fronte a ricadute nella malattia depressiva, è corretto prendere in considerazione il farmaco che in passato abbia ottenuto risultati soddisfacenti (senza lasciarsi irretire dalle novità), tenendo ben presente le variabili individuali che in ogni paziente possono influenzare l’esito della terapia. Ad esempio la paura degli effetti collaterali può influenzare la percezione o l’attesa degli stessi; oppure gli effetti collaterali possono limitare la compliance (aderenza del paziente al programma di trattamento), per cui è fondamentale fornire una corretta informazione, al cui interno anticipare anche gli effetti avversi, collaterali. Ancora, ricordiamo che gli antidepressivi triciclici sono controindicati in corso di cardiopatie, ipertrofia prostatica, glaucoma ad angolo chiuso. La dose minima efficace deve essere raggiunta entro 710 giorni con l’obiettivo di soddisfazione del paziente (senso di benessere soggettivo, senso dell’umorismo su aspetti negativi della vita, piacere nel dedicarsi ai propri interessi, desiderio sessuale, attenzione ai propri interessi) Volendo tracciare il profilo di un antidepressivo ideale, questo dovrebbe essere efficace su tutto lo spettro dei disturbi dell’umore, in tutte le forme a gravità lieve, medio e severo, raggiungere la remissione in acuto, essere assunto in unica somministrazione, presentare ridotti effetti collaterali, ridotta interferenza nelle attività quotidiane, assenza di interazioni con farmaci e dieta. Tuttavia la pratica clinica pone di fronte a situazioni reali a volte complesse per cui a volte è necessario sospendere il trattamento alla comparsa di effetti collaterali quali: nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, cefalea, ansia ed insonnia. Il trattamento invece va mantenuto quando vi sono caratteristiche cliniche di familiarità, bipolarità, esordio precoce, almeno tre episodi di malattia in 5 anni, gravità degli episodi (rischio suicidario, sintomi psicotici), in corso di complicanze o comorbidità (assunzione di alcol, abuso di sostanze, etc.). In genere si preferisce non trattare una condizione di lutto semplice o un disturbo di adattamento con umore depresso e sintomatologia di entità lieve o problematiche familiari o coniugali con reazione depressiva modesta, in cui può essere utile, sufficiente ed efficace, una psicoterapia. Se in molte situazioni il medico di medicina generale possiede la competenza necessaria per istituire un adeguato piano terapeutico, l’intervento dello specialista è richiesto di fronte al rischio suicidiario, alla Depressione complicata da deliri e allucinazioni, alla complessa e concomitante patologia internistica, all’insuccesso di un ciclo di terapia adeguata.Il ricovero è consigliabile quando vi è un rischio grave di gesti autolesivi, scarsa adesione al trattamento per scarsa coscienza della propria condizione di malattia, complicanze di natura medica gravi. - diciassette - * Direttore Dipartimento di Salute Mentale, AUSL LE/1 ** Direttore Centro di Salute Mentale di Fasano, AUSL BR/1 maggio 2005 A cura di Luciano Provenzano * La Depressione: quando le emozioni non respirano! respirano 11 aprile 2005, a Gallipoli, Sabrina, 28 anni, ha messo fine alla sua vita dandosi fuoco con la benzina. Aveva avviato da poco un’attività commerciale con scarso successo; covava una depressione ed era in trattamento farmacologico su prescrizione psichiatrica. 7 luglio 2004, Vieste, Luisa, 37 anni, uccide i propri due figli e se stessa, mediante soffocamento; “depressione rende possibile un apporto respiratorio del quale l’emozione e liti familiari”, l’occhiello dell’articolo sulla Gazzetta il stessa se ne può giovare, permettendo, mediante il ricarico giorno dopo. d’ossigeno, che si dia energia adeguata a ché quella possa La depressione tanti la covano e ci convivono, pur completare il percorso fino a reperire il proprio ambito di faticosamente, per anni; qualcuno prova e talvolta con deposizione e così lasciare spazio al fluire delle successive. un aiuto adeguato riesce ad uscirne. Qualcun altro non L’emozione privata di quella espressione ariosa della ce la fa e soccombe sotto il peso di emozioni accumulate parola che le sarebbe propria, in carenza quindi di idonea e non smaltite. Depressione è smarrimento nel sentiero della ossigenazione, difficilmente avrà energia per sviluppare vita, fra grovigli emozionali che si accumulano, giungendo adeguatamente il suo percorso e giungere a deposizione. ad assottigliare il filo del respiro fino talvolta a soffocarlo Emozioni prive di espressione e quindi di ossigeno adeguato del tutto. L’umano vivere si caratterizza precipuamente per a completarsi nella loro essenza giungono a vagare il flusso costante di messaggi che si generano nel corpo e incomplete nel corpo, determinando caotici che fluiscono attraverso il sangue percorsi, interferendo reciprocamente, determinandosi come emozioni (emo-zione Depressione accumulandosi e bloccandosi a vicenda. = azione del sangue). Depressione è quindi, alla base, scarsità Sensazioni propriocettive interne è sintomo nel rifornimento d’aria, come auto con le ruote all’organismo – condizioni di stato o di di emozioni senza sgonfie; depressione sono emozioni senza bisogno - e quelle provenienti dal contesto respiro, incapaci respiro, incapaci di circolare, che quindi si ambientale - visive, uditive, tattili, di odorato di circolare bloccano e bloccano. e gusto - si determinano come atto percettivo L’intento di umanizzare il modo di vedere che produce moto emozionale, che si e trattare i disturbi e le patologie include di riuscire a alimenta ulteriormente mediante interconnessioni volontarie realizzare un contatto più diretto e profondo con la persona o automatiche, consapevoli o inconsce, con livelli evocativi, nella sua interezza, evitando di rendere esclusivo il sintomo, immaginativi ed onirici. Si tende, solitamente, a cogliere non scorporandolo dall’interezza della personalità di chi lo per sé le emozioni di rilievo, le più significative, ma tutte esprime. e ciascuna, nella vita di ognuno, potrebbero parimenti Elencazioni, classificazioni e griglie di sintomi, con meritare d’essere colte mediante la consapevolezza terapie corrispettive a se stanti altro non sono che gabbie dell’attimo attuale, ed espresse con le parole che ne per circoscrivere il disturbo, presumendo di poterlo in tal scaturiscono. Pur se immediatamente può sembrare non del modo controllare. Ma senza l’aria della parola per far tutto praticabile una costanza nella espressività emozionale, respirare le emozioni, riattivandone per quanto possibile il è opportuno comunque che questa rappresenti un obiettivo circolo e permettendone una pur essenziale sistemazione a cui tendere nello sviluppo di se stessi. nel vissuto del soggetto, ogni pratica che pretenda di essere La parola che sa cogliere ed includere l’emozione attuale terapeutica, sarà solo la riproposizione di un controllo sulla nel qui e ora di ogni situazione si connota essenzialmente persona, inducendo internamento in sé, affatto dissimile da come alito caricato di un significante, che nell’essere quello manicomiale. pronunciata può favorire una ripresa d’ossigeno in Unica variante: ai muri si è sostituita la pelle. corrispondenza al connotato espressivo che l’ha determinata. In definitiva, quella parola che esprime l’emozione * Psicologo Psicoterapeuta pugliasalute - diciotto - maggio 2005