Toni Servillo conclude la Rassegna teatrale del Comune di Putignano

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lunedì, aprile 23, 2012
Toni Servillo conclude la Rassegna teatrale del Comune di
Putignano
La quarta rassegna teatrale “Il Teatro delle Passioni 2011-2012” organizzata dall’Assessorato alla
Cultura del Comune di Putignano in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese è giunta al
termine con un coinvolgente monologo del grande attore Toni Servillo nel suo “Toni Servillo legge
Napoli”.
Prima di lasciar spazio e voce ad uno degli attori migliori del nostro teatro e del nostro cinema, una
rappresentante del Teatro Pubblico Pugliese accompagnata dal Primo cittadino del Comune di Putignano,
hanno ringraziato per l’attenzione ed il calore il pubblico, rivelando che lo spettacolo di Elio Germano,
saltato durante il primo mese di gennaio per problemi di produzione, potrebbe essere rappresentato come
fuori programma all’inizio della prossima stagione teatrale o comunque sarà sostituito da una grande
anteprima.
“Toni Servillo legge Napoli”, un’ora e trenta minuti che non lasciano fiato al pubblico, catturato dal
primo istante e dalla prima nota di dialetto napoletano e proiettato in piazza Dante dove ‘San Pietro e o’
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Patr Etern’ con due limonate in mano discorrono seduti ad un bar sulle grazie e la carità della città
magica con i suoi colori pittorici, le donne, i uagliungell e i piccrell. Sul palco una vecchia sedia di legno
ed un leggio nero in cui sono posizionati i tantissimi versi gridati, sospirati, musicati ed interpretati da
Toni Servillo e lo spettatore sorride, ride spassionato e si commuove.
Un’appassionata dedica alla cultura partenopea segnata da indimenticabili poeti che lasciano vivere
parole che sono gesti, corpo ed anima di una città che grida, si dispera e fa sognare. Toni Servillo legge
poeti che scrivono in napoletano, dal Novecento ai contemporanei: Salvatore Di Giacomo, Eduardo De
Filippo, Ferdinando Russo, Raffaele Viviani, Enzo Moscato e Mimmo Borrelli senza dimenticare nel
finale La Livella di De Curtis. Esilarante è il ritratto che Servillo lascia venir fuori su Napoli, ogni suo
gesto, ogni sua espressione, ogni sua tonalità di colore racconta la città dai mille volti e dalle mille
contraddizioni, segnata dall’eterna divisione fra l’estrema vitalità e lo smarrimento più profondo, una
città di cui la lingua è il più antico segno, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni.
Un viaggio temporale nel ventre della città tra la lingua di ieri e quella di oggi paradossalmente sempre
contemporanea, un rapporto cognitivo con l’aldilà, con cosa c’è dopo la morte, con Dio e con la santità.
Uno spaccato ricco e appassionato su un popolo che chiede, domanda, interroga e non tace. Un
commercio continuo con l’aldilà che caratterizza la cultura mediterranea e la pratica del popolino
partenopeo teso sempre a relazionarsi con gli dei e i con i santi, a volte anche in maniera confidenziale
tanto da far sorridere ma riflettere. Poeti di oggi che sembrano descrivere il passato e scrittori di ieri che
parlano del presente. Attraverso l’excursus poetico Servillo parte dal Paradiso e conduce l’uditore nel
Purgatorio e nell’Inferno commentando le letture e dialogando con il pubblico durante i cambi, fino a
concludere la serata leggendo i versi, i primi in italiano dello spettacolo, di Michele Sovente scrittore
contemporaneo deceduto nel 2011 che scrive in italiano, latino e napoletano e che Servillo ama ricordare.
I versi sono canti senza fiato sui protagonisti della città (da Masaniello ai femminielli, dall’Arenella a
p.za Mercato, dagli scugnizzi alla cumana, da Scampia a San Gennaro) che si rivelano essere una
profonda ricerca sulla vastissima tradizione letteraria e poetica di una grandiosa civiltà che si contrappone
alle altrettanto enormi problematicità che Napoli vive sul piano sociale.
Dopo il preziosissimo Morte di un matematico napoletano con Mario Martone ed il loro lavoro
indipendente e di spessore, Toni Servillo ha regalato personaggi indimenticabili in pellicole
come L’uomo in più, Le conseguenze dell’amore, Gomorra e Il Divo. A teatro non fa che confermare
la sua impeccabile bravura, la sua apparente improvvisazione nel leggere uno spartito come farebbe un
musicista jazz, la sua profonda passionalità nel leggere Napoli.
Infine per il suggestivo spettacolo teatrale oltre il Servillo attore c’è il Servillo regista impegnato,
coerente e chiaro nelle sue scelte artistiche, che, formatosi con il Living Theatre, Stanislavskij, Louis
Jouvet e De Filippo, fondatore del Teatro Studio di Caserta e Teatri Uniti, porta in scena moltissimi
autori napoletani, arrivando al successo internazionale con la Trilogia della villeggiatura di Carlo
Goldoni. Fra i tantissimi riconoscimenti e premi ricevuti, nel 2011 con l’esperimento Sconcerto, teatro di
musica, si aggiudica il 51° Grand Prix come miglior attore al MESS Festival 2011 di Sarajevo.
Francesa Sbiroli
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