Teatri Uniti
presenta
Toni Servillo
SCONCERTO
Teatro di Musica
musica Giorgio Battistelli
testo Franco Marcoaldi
Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli
Direttore Marco Lena
con la partecipazione di
Peppe Servillo
costumi Ortensia De Francesco
suono Daghi Rondanini
luci Pasquale Mari
regia Toni Servillo
Una produzione Teatri Uniti, Fondazione Teatro di San Carlo, Fondazione Ravello,
Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano
e MITO SettembreMusica
In scena compaiono un'orchestra e il suo direttore. Ma il direttore non
dirige alcunché. E' preso da ben altri crucci e tormenti, a cominciare dal
desiderio spasmodico di provare a mettere ordine nella propria testa,
attraversata come un fiume in piena dai più diversi e contrastanti pensieri,
sensazioni, emozioni, malumori e fantasie. Questo flusso verbale continuo,
che ospita il caotico vorticare del mondo, dà voce nella sua totale nudità a
quella perdita di senso e direzione in cui tutti ci sentiamo precipitati,
perdita qui rimarcata dall'andamento acefalo dell'organico strumentale.
Si succedono e si scontrano tra loro le parole spesso inservibili del passato
con il linguaggio totalmente irrelato del presente. E da questo costante
cortocircuito, da questo allucinato paesaggio di rovine a un tempo grottesco
e doloroso, affiorano continui baluginii di commozione, coraggio, tenerezza,
umorismo, indignazione, cui fanno immancabilmente seguito frustrazione,
spaesamento, stallo, disillusione. La musica investe, con la sua montante
onda sonora, questo doppio movimento della parola, a volte
accompagnandola nel suo tragitto e indicandole una possibile via di uscita,
altre contrapponendosi ad essa o addirittura negandola in toto. Quasi che
soltanto la forma musicale possa ambire ad arrivare là dove non giunge
un'espressione verbale in crescente affanno.
Più che un personaggio, dotato di una sua precisa psicologia e di
un'altrettanto precisa biografia, il direttore-attore risulta essere il
pretestuoso ventriloquo dei nostri giorni. La sua voce e il suo corpo danno
forma e sostanza a un gesto teatrale estremo, teso a collegare, per quanto
ancora possibile, gli universi impersonali della poesia e della musica.