SPEAKING POINTS POLITICA INDUSTRIALE Malgrado l'Unione Europea stia uscendo dalla più lunga recessione che abbia mai sperimentato, la crescita rimane molto debole. Il rialzo degli indicatori relativi alla fiducia delle imprese suggeriscono che le riforme strutturali, i nuovi meccanismi di governance economica e le misure adottate nel settore finanziario stanno producendo risultati positivi, stabilizzando l'economia europea. L'UE ha intrapreso la strada giusta ma la ripresa è ancora modesta, che, come previsto dalla Commissione, sarà di solo +1,4% del PIL nel con un tasso di disoccupazione non scenderà sotto l'11% nei prossimi due anni. Per questi motivi, favorire la crescita e la competitività realizzando gli obiettivi di Europa 2020 sono le priorità principali della Commissione e degli Stati membri. La crisi ha reso evidente l'importanza dell'economia reale e l'esigenza di un'industria solida. La rilevanza dell'industria nell'economia europea va ben oltre il settore manifatturiero. Essa abbraccia anche le materie prime, i servizi alle imprese (es. logistica), i servizi per i consumatori (es. assistenza post-vendita per beni durevoli) e il turismo. La produzione industriale è ormai integrata in una vasta scala di valore aggiunto, che crea collegamenti fra compagnie e PMI di diversi settori e in differenti paesi. L'importanza economica di queste relazioni è superiore alla quota del manifatturiero sul PIL. Ogni quattro posti di lavoro creati nel settore privato, uno è nell'industria, mentre ogni nuovo posto di lavoro disponibile nel settore manifatturiero contribuisce alla creazione fino a 2 posti di lavoro negli altri settori dell'economia. L'industria contribuisce per l'80% delle esportazioni dell'UE e all'80% della ricerca privata in innovazione. E anche l'80% dell'aumento di produttività del sistema economico è da attribuirsi al settore manifatturiero. L'Unione Europea non può prosperare senza una forte base industriale e la Commissione considera l'industria al centro della competitività e della rinascita economica dell'Europa. Il presidente Barroso nel suo discorso dello Stato dell'Unione del 2013 ha chiaramente affermato che una forte base industriale è indispensabile per una forte economia europea. Malgrado la crisi, l'industria europea continua a essere leader mondiale nel campo della sostenibilità e del commercio mondiale. I manufatti europei hanno 1 generato nell'anno passato un avanzo di 365 miliardi di euro (1 miliardo di € al giorno), grazie principalmente a pochi settori ad alta-media intensità tecnologica, come il settore automobilistico, dei macchinari e delle attrezzature, dei prodotti farmaceutici, dei prodotti chimici, dell'aeronautica, dello spazio, delle industrie creative e delle merci di alta qualità. Tuttavia, l'eredità della crisi è dura: la quota della produzione manifatturiera è scesa dal 15,4% al 15,1% nell'ultimo anno, 3,5 milioni di posti di lavoro sono stati persi dal 2008 e le performance di produttività dell'UE si sono deteriorate rispetto a quelle dei nostri principali concorrenti. Ad esempio, dal 2000 la produttività del lavoro nella UE è cresciuta del 2,4% mentre negli USA del 3,5%. Questo a causa di molti fattori: la domanda interna è ancora debole e sta deteriorando sia il mercato domestico di molte imprese, soprattutto PMI, che il commercio intraeuropeo. Il contesto imprenditoriale resta difficile in molti Stati membri: amministrazioni inflessibili, rigidità nel mercato del lavoro, procedure amministrative farraginose, integrazione molto debole del mercato comune, continuano a rallentare la crescita delle imprese e soprattutto delle PMI. Nella classifica Doing Business 2013 della Banca Mondiale, ormai solo 6 stati membri compaiono tra i primi 20 paesi al mondo Gli investimenti sono scesi dal 21% del 2008 al 17,5% del PIL nel 2013. Troppo poco in ricerca e innovazione affinché si realizzi un ammodernamento della nostra base industriale. Le imprese europee spendono circa 1,3% del PIL in ricerca e sviluppo, meno del 2,8% delle SudCoreane, del 2,5% delle giapponesi, dell'1,8% delle americane. Senza progresso tecnologico la competitività dell'Unione Europea è fortemente compromessa. Le imprese europee devono far fronte a prezzi dell'energia ancora troppo elevati rispetto a quelli dei loro principali concorrenti; più del doppio di quello pagato dalle imprese americane e russe e oltre il 20% superiore di quello pagato dalle imprese cinesi. 2 Infine, l'industria europea soffre difficoltà nell'accesso ad input produttivi di base, come le materie prime, il credito e la manodopera qualificata. Nel 2013 i crediti al sistema delle imprese sono calati in Europa del 4% a fronte di un aumento del 10% negli Usa e del 2% in Giappone. Per far fronte a questa situazione, la Commissione sta portando avanti una politica industriale integrata, così come indicato dalle Comunicazioni sulla Politica Industriale del 2010 e il 2012. Questa Comunicazione completa la definizione di questa strategia. Inoltre, si propone di contribuire al Consiglio Europeo di marzo, dedicato alla politica industriale, attraverso una definizione delle priorità strategiche necessarie a superare le difficoltà del sistema produttivo europeo. Comunicazione " Per Un Rinascimento Industriale Europeo" Con questa Comunicazione la Commissione chiede al Consiglio di confermare il suo sostegno a favore della politica industriale europea. L'obiettivo principale è di incoraggiare la re-industrializzazione in Europa e di promuovere la crescita e la competitività attraverso la mobilitazione di tutti gli strumenti a disposizione. La competitività industriale deve essere l'elemento comune alle diverse politiche nella definizione di priorità e strategie. Gli elementi alla base della strategia proposta per la rinascita del settore industriale europeo sono: o la continuità e la credibilità della politica industriale, o l'impegno concreto a favore dell'innovazione modernizzazione della base industriale, e la o la coerenza tra le diverse politiche settoriali. Il punto di partenza della Comunicazione è che per attivare una forte e credibile politica industriale, fondamentale per il rilancio della nostra crescita economica e per avviare il processo di reindustrializzazione dell'UE fino all'obiettivo del 20% del PIl generato dall'industria entro il 2020, è necessario attivare il processo di Mainstreaming della competitività industriale. Con questo processo la Commissione intende dare centralità alla competitività industriale in tutte le sue differenti politiche. Lo stesso viene richiesto agli Stati Membri. Inoltre a cui viene richiesto l'effettivo coordinamento dal livello Ue a 3 quello regionale delle politiche che impattano sull'industria sono indispensabili per garantirne la competitività. Anche se non espressamente citata, Mainstreaming ed effettivo coordinamento costituiscono le fondamenta per una forte governance micro-economica. La politica industriale, per potersi realizzare ha bisogno di risorse, viste anche le grandi difficolta di accesso al credito delle imprese. Per la prima volta si prevede un processo integrato di politica regionale e politica industriale. Oltre 100 miliardi di euro di fondi regionali saranno disponibili tra il 2014 e il 2020 per finanziare la competitività industriale investendo nelle 6 aree strategiche già identificate dalla Commissione: manifatturiero avanzato, tecnologie chiavi abilitanti, bioeconomia, costruzioni sostenibili e materie prime, veicoli verdi e smart grids. Questi fondi saranno anche disponibili per finanziare formazione e programmi di imprenditorialità. L'integrazione tra politica della ricerca e politica industriale renderà possibile, per la prima volta, finanziare innovazione e commercializzazione di prodotti industriali attraverso circa 40 miliardi del programma Orizzonte 2020. Per poter essere competitive, le imprese hanno bisogno di un contesto imprenditoriale favorevole. Per le PMI, la Commissione si impegna ad aggiornare lo Small Business Act con azioni, anche legislative, per assicurare l'apertura di una impresa in 3 giorni con un costo massimo di 100 euro, il rilascio delle licenze entro 1 mese, una durata ragionevole contenziosi tributari, una seconda possibilità per imprenditori falliti e un più facile trasferimento della proprietà delle imprese. Inoltre, attraverso azioni come REFIT si impegna ad una riduzione del carico amministrativo delle imprese, anche rafforzando il test di competitività, l'analisi cumulata dei costi ed il fitness check. Infine chiede che analoghe politiche siano fatte proprie dagli Stati Membri. Entro il 2014 la Commissione si impregna a proporre una azione strategica per migliorare l'efficienza della Pubblica Amministrazione negli Stati Membri. Per poter rilanciare la nostra economia e la competitività delle nostre imprese dobbiamo rilanciare la domanda interna e massimizzare le potenzialità del mercato interno. La Commissione chiede agli Stati Membri una forte azione 4 sui programmi già in atto per quanto riguarda le reti dei trasporti, le infrastrutture, incluse quelle dello spazio, le reti energetiche e digitali. Particolare enfasi è posta sulla necessità di completare il mercato interno dei servizi, data la sempre più forte interconnessione tra questi ultimi e l'industria. Tra un mese la Commissione presenterà un rapporto a firma Tajani-Barnier con specifiche azioni sui servizi legati all'industria. Inoltre, la Comunicazione prevede di velocizzare il processo di standardizzazione (interoperabilità) per adattarlo ad una economia in rapido cambiamento. Per poter attirare investimenti è indispensabile la protezione della proprietà intellettuale, in campo europeo e mondiale, soprattutto nella definizione degli standards. Questo darà un contributo decisivo alla lotta alla contraffazione, così come la rapida approvazione del Regolamento sulla Sorveglianza del Mercato. Insieme alla Comunicazione sulla Politica Industriale, la Commissione ha adottato oggi una Comunicazione sul miglioramento del mercato interno dei prodotti che prevede l'adozione di misure anche legislative volte ad armonizzare, tra l'altro, le sanzioni economiche ed amministrative, ancora purtroppo differenti, attivate dagli stati membri nel mercato unico dei prodotti. Questo per assicurare un trattamento uniforme delle imprese in tutta l'Unione. Al fine di migliorare la competitività industriale è prioritario assicurare alle imprese l'approvvigionamento di input produttivi a costi concorrenziali e garantire mercati di sbocco per i loro prodotti. L'approvvigionamento di energia a costi contenuti è fondamentale, specie per le imprese energivore. Le imprese europee hanno il costo dell'energia più altro del mondo e il pacchetto Clima-Energia adottato evidenzia questo e propone, pur nel rispetto della giusta lotta a cambiamenti climatici, propone un ragionevole processo di decarbonizzazione. L'accesso al credito resta una priorità e la Commissione chiede agli Stati Membri che l'iniziativa, promossa insieme alla Banca Europea degli Investimenti, per finanziare le PMI vada a buon fine. Inoltre, attraverso COSME possiamo ulteriormente finanziare fondi di Garanzia e Venture Capital di cui l'UE ha estremo bisogno; non riusciremo a superare il credit crunch senza 5 un vero mercato europeo dei capitali sia bancario che di equity. La Commissione darà un forte impulso in questo senso attraverso l'adozione delle proposte contenute nel Libro Verde sul Finanziamento di Lungo Periodo. La disponibilità di materie prime resta essenziale. La Commissione si impegna a rafforzare la sua diplomazia economica per assicurare alle imprese le necessarie materie prime ad un costo ragionevole. Presenteremo nel 2014 un set di azioni per promuovere tecnologie capaci di creare sostituti di materie prime critiche, rafforzare l'Innovation Partnership sulle materie prime e migliorare il riciclo. La diplomazia economica è fondamentale anche per assicurare alle imprese europee l'accesso ai mercati terzi. In questo ambito, la Commissione considera prioritari la conclusione positiva degli accordi commerciali con Stati Uniti, Canada, Giappone e India e le aperture commerciali con i paesi del Sud del Mediterraneo e dell'Est Europeo. Fondamentale è il proseguimento ed il rafforzamento delle Missioni per la Crescita e dell'European Enterprise Network. Infine, è necessario promuovere l'adozione di standards internazionali e assicurare l'apertura per le imprese europee agli appalti pubblici nei paesi terzi. Infine, la nostra economia non può continuare ad avere 26 milioni di disoccupate e migliaia di imprese che non trovano i necessari profili professionali. La Commissione si impegna a rafforzare la sua azione sul vocational training e per assicurare ai lavoratori la possibilità di una formazione in un altro Stato Membro. Molti sono i programmi già in corso come Erasmus +, EURES e la formazione per giovani imprenditori. La Commissione chiede agli Stati Membri di supportate questi sforzi. 6