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Il fenomeno
VITA!!!!!!
Gli esseri viventi

Lo studio della terra ci ha
portato ad accennare al
meraviglioso fenomeno
della vita, ciò che rende il
nostro pianeta un ‘’ambiente
speciale’’.Nel nostro pianeta
non ci sono solo aria, acqua
e terra, cioè cose non
viventi, ma c’è anche un
vastissimo e variegato
campionario di tutto ciò che
chiamiamo esseri viventi o
organismi. Gli esseri, come
vedi, fra loro diversissimi,
che chiamiamo “viventi” in
quanto hanno tutti in
comune il meraviglioso
fenomeno della “vita”.
Che cosa vuol dire “vivente”?
Se osservi ciò che ci circonda, sicuramente sei in grado di riconoscere
un essere vivente da un corpo inanimato. E’ semplice: le piante, gli
insetti sono esseri viventi, mentre un’automobile, un sasso no. Ci sono
però casi in cui il riconoscimento diventa più difficile: una spugna fissa
sul fondale marino è un essere vivente? E un corallo? Per riconoscere
un essere vivente bisogna quindi stabilire che cosa vuol dire “vivente”,
cioè esaminare una serie di caratteristiche che, nel loro insieme,
contraddistinguono un essere vivente. Vediamole insieme.
Lo studio della biologia …

La biologia, cioè la scienza che
studia gli esseri viventi, ha
dovuto impegnarsi tantissimo
per rispondere in modo
completo. Tutti gli esseri
viventi sono caratterizzati:
•
dal ciclo vitale;
•
dall’organizzazione cellulare.
Ciclo vitale
La caratteristica esclusiva dei viventi,
che li distingue dai non viventi, è,
come abbiamo modo di osservare
quotidianamente, che ogni essere
vivente nasce, cresce si riproduce,
muore.
Diciamo quindi che: tutti gli esseri
viventi nascono, crescono, si
riproducono e muoiono. Queste sono
le tappe del ciclo vitale.
La nascita e la morte!

La nascita e la morte segnano
l’inizio e la fine del ciclo vitale,
la cui durata varia da vivente a
vivente. Per alcuni batteri è solo
di alcuni minuti, per un
moscerino di qualche giorno,
per molti animali di anni, per
alcune piante anche di migliaia
di anni.
Organizzazione cellulare

Tutti gli esseri viventi presentano una struttura che ha
come unità fondamentale la cellula. Gli organismi
formati da una sola cellula sono detti unicellulari,
quelli costituiti da molte cellule sono detti
pluricellulari.
Le funzioni vitali … il metabolismo

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
Durante il ciclo vitale, gli esseri viventi svolgono
molte azioni che servono alla loro vita: si nutrono,
respirano, si muovono, stanno insieme ad altri esseri
simili a loro.
Tutte queste azioni sono funzioni vitali, cioè sono
indispensabili per poter vivere.
Gli esseri viventi si nutrono ed eliminano sostanze di
rifiuto; essi ricavano le sostanze utili per la loro
sopravvivenza dall’ambiente che li circonda e le
trasformano in altre sostanze e nell’energia necessaria
per svolgere le funzioni vitali . Tutto ciò avviene
attraverso numerose funzioni che, nel loro insieme,
costituiscono il metabolismo.
Le funzioni vitali
 La nutrizione
In base alla nutrizione i viventi possono essere
autotrofi o eterotrofi.
Le piante sono organismi autotrofi (o produttori),
cioè fabbricano da soli il proprio cibo. Come fanno?
Usano sostanze come l’acqua del terreno e
l’anidride carbonica dell’aria, sfruttando l’energia
luminosa del Sole.
Alcune piante sono il cibo di alcuni animali.
Gli animali invece sono organismi eterotrofi (o
consumatori), cioè non sono capaci di produrre il
proprio cibo:
● gli animali erbivori si chiamano così perché si
cibano di vegetali;
● i carnivori si chiamano così perché mangiano la
carne di altri animali;
● ci sono poi animali onnivori, come l’uomo, che
mangiano sia vegetali sia altri animali.
La respirazione
Tutte le piante e tutti gli animali respirano. Con la respirazione i
viventi fanno entrare nel loro corpo l’ossigeno dall’ambiente
ed eliminano, buttano fuori, l’anidride carbonica.
Le alghe e gli animali acquatici utilizzano l'ossigeno che si trova
nell’acqua.

Il movimento
Le piante non possono spostarsi da un luogo all’altro come fanno gli
animali, ma molti vegetali crescono, si allungano, si muovono alla
ricerca della luce. Infatti la luce è importantissima per la vita della
piante.
Gli animali, invece, si spostano per cercare il cibo, per fuggire da un
pericolo, per curare i loro piccoli, per trovare un maschio o una femmina
con cui fare dei figli…

La riproduzione
Gli esseri viventi possiedono la capacità di riprodursi,
cioè di far nascere esseri della propria specie (infatti da un gatto
nasce un altro gatto e non un cane).
La maggior parte delle piante si riproduce a partire da un seme, da
cui nascono nuove piantine.
Alcuni animali si sviluppano nell’uovo deposto dalla femmina, per
esempio la gallina depone un uovo da cui nasce un pulcino.
Gli animali che nascono da un uovo deposto sono chiamati ovipari.
Alcuni animali, invece, partoriscono piccoli vivi e ben sviluppati
per esempio dalla donna nasce un bambino già formato. Gli
animali che si comportano come gli esseri umani sono detti
vivipari.


Negli organismi più semplici un solo
individuo può generare figli: si dice
che la riproduzione è asessuata.
Quando invece i figli sono generati
dall’unione di due cellule provenienti
da organismi di sesso diverso,la
riproduzione è detta sessuata.
Sensibilità

Altra funziona tipica è la
reazione agli stimoli: ogni
essere vivente riceve segnali
dall’ambiente esterno e
reagisce di conseguenza.
Un ghepardo scatta alla vista
della preda.
Gli esseri viventi si muovono
spontaneamente
Tutti gli esseri viventi hanno
la capacità di movimento
spontaneo. Questa capacità è
facilmente osservabile in
qualsiasi animale, ma anche le
piante sono dotate di
movimenti, per esempio i
girasoli, che orientano i loro
fiori verso il sole.
Una pianta carnivora chiude le
sue foglie imprigionando gli
insetti che vi si posano.

Le relazioni con l’ambiente
Le piante e gli animali si adattano ai cambiamenti del clima del luogo
dove vivono. Per esempio in primavera sugli alberi spuntano nuove
foglie verdi e in inverno alcuni animali vanno in letargo, cioè si
addormentano per molti mesi, così non devono cercare cibo per
nutrirsi.
Il Letargo
13/01/16
Gli esseri viventi si adattano all’ambiente

Gli ambienti che ospitano la vita
sono diversi nell’aspetto
(montagna, fitte foreste, deserti
ecc), nel clima (freddo polare,
caldo equatoriale), nella
presenza in quantità di acqua
(umidi, aridi ecc). In questi
ambienti gli essere viventi
vivono adattandosi alle varie
condizioni ambientali con
strategie che permettono loro di
sopravvivere.
La lepre artica ha il mantello
rossiccio in estate e bianco in
inverno per mimetizzarsi con
l’ambiente innevato.
Ogni organismo nel corso dell'evoluzione cambia e si adatta
all'ambiente in cui vive.
Osserviamo una cimice. Questo piccolo insetto a prima vista presenta
una colorazione verde, piuttosto accesa, che, quando non entra nelle
nostre case per ripararsi dal freddo, gli serve per mimetizzarsi tra il
fogliame e nascondersi dai predatori. Ebbene il colore della cimice è
quindi un esempio di adattamento. Ora, se le osservi un po’ più da
vicino ti accorgerai che questi insetti possiedono un solo paio di ali
(quando generalmente gli insetti ne hanno due paia) e per di più rigido.
Ali di questo tipo certamente non consentono a questi insetti un volo
leggiadro e silenzioso (e noi lo sappiamo bene!). Adesso qual è la
particolarità più nota delle cimici? Puzzano! Certo perché possiedono
delle ghiandole odorifere nella parte posteriore. Infatti, dal momento
che per la struttura rudimentale delle loro ali, questi animali non
possono scappare velocemente, per difendersi dai predatori hanno
sviluppato delle ghiandole in grado di produrre una sostanza repellente.
Anche questo è un adattamento.
Osserviamo il gatto: è un predatore crepuscolare,
cioè caccia durante le prime ore della sera. Si dice
spesso che i gatti vedono al buio. Il gatto infatti
riesce a vedere in condizioni di scarsissima
luminosità grazie ad uno strato di cellule
riflettenti posto al di sotto della retina, che
amplificano la luce. Il tapetum lucidum è un
adattamento che ha permesso al gatto di
sviluppare uno stile predatorio crepuscolare.
Un altro senso ben sviluppato nel gatto è il tatto.
Infatti i gatti possiedono dei bellissimi baffoni,
chiamati vibrisse, che gli permettono di
percepire piccole variazioni nella pressione
dell’aria e percepire in tal modo gli ostacoli
Anche le vibrisse sono un adattamento legate al
tipo di predazione del gatto: al buio infatti è utile
avere sensi più acuti e non affidarsi solo alla vista.
Il gatto possiede delle vibrisse anche sotto le
zampe, sotto il mento e alle sopracciglia. Anche i
cuscinetti posti sotto le zampe li puoi considerare
una adattamento per la predazione: rendono
l’animale molto silenzioso e contribuiscono alla
funzione tattile.
Si dice anche che i gatti abbiano nove vite. Questo
modo di dire nasce dall’osservazione che il gatto
“cade sempre in piedi”. In altre parole ha un gran
senso dell’equilibrio, molto utile ai predatori che
saltano e si arrampicano ovunque. L’equilibrio del
gatto è permesso, tra le altre cose, dalla presenza di
un particolare organo detto organo vestibolare.
Anche questo è un adattamento.
Le Lithops sono delle "pietre viventi"
o "sassi viventi" come più spesso sono
chiamate. Sono dei veri e propri
capolavori di adattamento della
natura alle condizioni impervie di
vita delle zone desertiche.
Sembrano appartenere a un altro pianeta.
Sono le piante grasse: un’incredibile varietà
di forme e colori e una grande capacità di
adattamento.
La prima caratteristica che noti quando
guardi una pianta grassa sono le spine!!!
Queste piante sono infatti originarie di paesi
molto caldi e aridi. In zone dove l’acqua
scarseggia e il rischio di evaporazione è
elevato il problema del risparmio idrico è
quello più importante delle piante. Le spine
sono un adattamento proprio in questo
senso. Infatti queste non sono altro che foglie
molto modificate, molto ridotte, in modo da
limitare al massimo l’evaporazione di acqua
e sono quindi un adattamento. Il problema è
che nelle piante “normali” le foglie sono
anche la sede della fotosintesi.
Dal momento che, nelle piante grasse, le
foglie sono estremamente ridotte il fusto, che
di norma è formato da cellule non verdi
(quindi non contenenti clorofilla) è verde,
cioè composto interamente da cellule
fotosintetiche.
Ma non è tutto. Queste piante si chiamano
grasse proprio per via del loro aspetto.
Infatti esse sono in grado di accumulare
grandi quantità di acqua grazie al fatto che il
tessuto che compone il fusto (parenchima) è
modificato: contiene grandi vacuoli, organi
che sono appunto deputati al contenimento
dell’acqua. Tra le piante grasse più note ci
sono la Stella di Natale che ha il suo
momento di gloria durante le feste invernali.
L’Aloe viene utilizzata in cosmesi e
farmacologia per le sue proprietà emollienti
e terapeutiche; il gel che si estrae da questa
pianta è anche un ottimo rimedio contro le
ustioni.
Le piante, ad esempio, hanno escogitato adattamenti specifici
mirati alla difesa dalle condizioni estreme che caratterizzano
l’alta montagna.
Andiamo ora alla scoperta dei principali metodi di
adattamento adottati dalle piante:
FORMA A CUSCINETTO
Il vento e il carico esercitato dalla neve
sono spesso affrontati dalle piante
con una conformazione a
“cuscinetto” che annulla il danno
che sarebbe provocato avendo rami
o steli; questi sarebbero infatti
facilmente spezzati. Sono piante che
spesso vegetano nelle fessure delle
rupi presentando un apparato
radicale allungato ed ingrossato
capace di penetrare profondamente
nelle rocce.
•
.NANISMO.
Salendo ad alta quota le piante presentano taglia
estremamente ridotta. Il vantaggio risiede nella capacità
di resistere meglio al vento e agli agenti atmosferici
nonché al peso della neve.
13/01/16
Mantenere una riserva d’acqua è
essenziale in un ambiente dove
essa è spesso accumulata come
neve o ghiaccio e quindi non è
assimilabile dalle piante. Nei
giorni sereni la forte insolazione,
l’assenza d’umidità e il vento
asciuga molto rapidamente le
foglie richiedendo speciali
adattamenti per mantenere il
giusto livello di liquidi
necessario al sostentamento della
pianta. Alcune di esse si sono
adattate sviluppando foglie
succulente in grado di
immagazzinare acqua.
LA LANUGINE SUPERFICIALE
Molte piante alpine sono rivestite da una
fitta lanugine superficiale bianco –
argentata che ha il doppio effetto di
difendere la pianta dai rigori
impedendo nel tempo stesso la
traspirazione dei liquidi. Il meccanismo
è concettualmente semplice ma di
grande efficacia: la lanugine crea un
sottile strato isolante in grado di
attenuare la differenza d’umidità
presente tra l’aria esterna e l’interno
della pianta; di conseguenza è
rallentata l’evaporazione dei tessuti
interni. Per la stessa ragione, alcune
piante, presentano sulla superficie uno
strato grasso.
•
Ancora più famosa è la Stella alpina
con i suoi inconfondibili petali
dall’aspetto vellutato.
prof.ssa Carolina Sementa
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