Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004
Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Le emozioni sono collezioni specifiche e coerenti di
risposte fisiologiche attivate da determinati sistemi
nervosi nel momento in cui l’individuo si rende
conto (o si ricorda) di stimoli rilevanti
Le emozioni rappresentano una sintesi tra specifici
programmi genetici e le esperienze culturali e
soggettive compiute dall’individuo
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Dall’arousal all’appraisal
• James  teoria periferica (o teoria del feedback)
 L’emozione nasce dal sentire i cambiamenti
neurovegetativi che hanno luogo a livello viscerale a
seguito di uno stimolo elicitante
 Spiegazione biologica dell’emozione: a ogni emozione
corrisponde una distinta configurazione di meccanismi
neurofisiologici del sistema nervoso
 Importanza dell’attivazione fisiologica (arousal)
dell’organismo per la definizione di emozione
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Dall’arousal all’appraisal (continua)
• Cannon  teoria centrale delle emozioni
 I centri di attivazione, controllo e regolazione dei
processi emotivi sono localizzati centralmente nella
regione talamica del cervello
 Tutte le emozioni presentano la medesima
configurazione di variazioni psicofisiologiche  studio
dell’arousal simpatico nella reazione di emergenza
Sia la teoria periferica che quella centrale assumono
una concezione aculturale delle emozioni
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Dall’arousal all’appraisal (continua)
• Schachter  teoria cognitivo-attivazionale (o teoria
dei due fattori)
 Emozione come risultante dell’interazione fra due
componenti
- attivazione fisiologica dell’organismo (arousal)
- spiegazione psicologica di tale attivazione
mediante attribuzione causale a un evento (appraisal)
 La valutazione degli antecedenti situazionali orienta e
qualifica la condotta emotiva del soggetto
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Evoluzione, valutazione e costruzione sociale
delle emozioni
Prospettive teoriche:
a)
b)
c)
le teorie psicoevoluzionistiche
le teorie dell’appraisal
le teorie costruttivistiche
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
a) Le teorie psicoevoluzionistiche
• Le emozioni sono strettamente associate alla realizzazione
di scopi specie-specifici connessi con la sopravvivenza della
specie umana (incorporazione, rifiuto, protezione, distruzione,
riproduzione, reintegrazione, orientamento, esplorazione)
• Otto emozioni primarie: gioia, collera, paura, tristezza,
fiducia, disgusto, sorpresa, anticipazione
• Le emozioni sono geneticamente predeterminate
(concezione innatista)
• Le emozioni sono categorie discrete e separate, attivate da
processi neurofisiologici unitari e precodificati
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
b) Le teorie dell’appraisal
• L’elaborazione cognitiva è sottesa all’esperienza emotiva: le
emozioni sono la conseguenza di un’attività di valutazione
della situazione in riferimento alle sue implicazioni per il
benessere del soggetto e per i suoi scopi, desideri,
aspettative
• Le emozioni sorgono in risposta alla struttura del significato
situazionale
• Dimensione soggettiva e dimensione culturale delle emozioni
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
c) Le teorie costruttivistiche
• Emozioni come prodotti eminentemente sociali e culturali:
esse derivano dalle pratiche sociali e dalla condivisione di
specifici sistemi di credenze e valori
• Le emozioni sono sindromi socialmente costituite e ruoli
sociali transitori, in quanto disposizioni momentanee a
comportarsi secondo date regole
• Natura prescrittiva delle emozioni: insieme culturalmente
prescritto di risposte e condotte adottate in un dato
contesto  determinismo culturale
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Cultura e semantica emotiva
L’ipotesi universalista delle teorie psicoevoluzionistiche si
scontra con la diversità dei lessici emotivi
Ogni cultura ha elaborato il proprio lessico emotivo
 l’insieme delle entrate dizionariali ed enciclopediche
per comunicare le emozioni
Differenze nell’estensione quantitativa dei repertori linguistici
Specificità linguistiche: termini emotivi italiani non hanno
l’equivalente semantico in lingue di altre culture e viceversa
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Cultura e semantica emotiva (continua)
Il termine stesso emozione non è universale:
 è assente presso i tahitiani, i bimin-kuskusmin della Papua Nuova
Guinea, i gidjingali dell’Australia, gli ifaluk e i chewong
 il termine niferash degli ifaluk, che letteralmente significa “i nostri
visceri”, vale anche per emozione, così come in kayardild (la lingua di
una popolazione dell’Australia centrale) si usa la parola bardaka
(stomaco) per designare i sentimenti positivi e negativi
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Cultura e semantica emotiva (continua)
 Il termine inglese emotion non trova corrispettivo nella lingua
tedesca, dove si usa Gefühl per indicare i sentimenti sia a livello
fisiologico sia psicologico
 Nella lingua turca contemporanea il termine emozione trova
corrispondenza in tre parole diverse: duygu (sentimento), heyecan
(eccitamento, entusiasmo, passione) e his (l’equivalente arabo di
duygu)
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Categorie emotive e variabilità culturale
della semantica emotiva
Grammatica emotiva: anche le forme grammaticali
concernenti la comunicazione verbale delle emozioni variano
notevolmente da cultura a cultura
Emergono differenze sistematiche nelle categorie emotive
fra una cultura e l’altra
Le categorie emotive non vanno intese come entità
semantiche chiuse e univoche, ma hanno confini sfumati,
poiché l’appartenenza delle occorrenze emotive a una data
categoria è graduale
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
• La categoria della collera
È la risposta emotiva di difesa e di attacco a fronte di qualsiasi evento
che impedisca di raggiungere o mantenere una condizione desiderata
- gli ilongot delle Filippine non hanno una categoria emotiva
corrispondente alla collera
- in polacco la categoria zlosc è compatibile con le aggressioni degli
animali e con i capricci dei bambini, ma non con la collera degli
adulti
- la categoria giapponese ikari comporta un senso di fragilità, di
evitamento, apatia, impotenza e inibizione
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
• La categoria della gioia/felicità
È l’emozione data dall’ottenimento e dal mantenimento di traguardi
e stati desiderabili; implica una situazione di vicinanza affettiva e di
ricompensa reciproca con la persona o l’oggetto fonte di piacere e
gratificazione
- la categoria nordamericana happy non corrisponde pienamente
all’italiano felice, rispetto al quale appare più debole
- presso gli ifaluk la categoria più vicina a felicità è ker, che
significa eccitazione, euforia, mancanza di controllo e indica una
manifestazione emotiva fortemente sanzionata sul piano sociale
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
• Le categorie della vergogna e dell’orgoglio
Sono emozioni autoconsapevoli, poiché riguardano il proprio sé e
il grado di autostima del soggetto; sono emozioni sociali e morali,
in quanto risentono profondamente delle norme e degli standard
della cultura di riferimento
- la categoria spagnola orgullo è caratterizzata dall’incremento del
rispetto da parte dei familiari, ma anche dall’esigenza di
controllare le reazioni di esultanza per il proprio successo
- la categoria lajya, indicante la vergogna nella cultura hindu, è
l’equivalente semantico dell’autocontrollo e implica il rispetto dei
doveri legati al proprio ruolo sociale, nonché il rimanere in
silenzio e con gli occhi abbassati in presenza dei superiori
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
La stabilità della semantica emotiva
L’ipotesi del metalinguaggio semantico universale di Wierzbicka
• esistenza di un repertorio limitato di termini primitivi, non
ulteriormente definibili, intuitivamente intelligibili e autoesplicativi,
da cui si possono derivare tutti gli altri significati
• lingua mentale originaria, condivisa da tutte le culture, anche se poi
lessicalizzata con forme storicamente differenti
• Limiti:
- mancanza di stabilità nella lista dei primitivi
- insufficiente potere esplicativo dei primitivi
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
La stabilità della semantica emotiva (continua)
La teoria degli script emotivi
Script = rappresentazione mentale di un evento sotto forma di una
sequenza di azioni organizzata sul piano temporale e psicologico
Le categorie emotive fanno riferimento a una sequenza di sottoeventi
conoscibili che costituiscono e articolano l’esperienza emotiva stessa
Conoscere il significato di una categoria emotiva è conoscere
lo script di quella emozione
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Sé
emozioni
ruolo di mediazione
Contesto
insieme ricorrente delle condizioni e dei vincoli spaziali, temporali,
relazionali e istituzionali
La ripetizione e la regolarità dei contesti sono alla base della stabilità
della semantica emotiva all’interno di una certa cultura
Prevedibilità e situazionalità dell’esperienza emotiva
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
La cultura come focalizzazione emotiva
Salienza culturale: segmentazione e articolazione del flusso degli
eventi in base a ciò che viene definito importante sul piano culturale
Focalizzazione mentale e affettiva su determinati eventi:
eventi focali
Focalità emotiva: disposizione culturale a rispondere in modo
elettivo con certe condotte emotive a fronte di specifici eventi focali
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
• Emozioni ipercognitivizzate: privilegiate entro una certa cultura
e qualificate da un ampio repertorio di vocaboli ed espressioni
per comunicarle
vs
• Emozioni ipocognitivizzate: trascurate all’interno di una data
cultura, dove non vi sono a disposizione né termini né espressioni
per comunicarle
Stile emotivo di una cultura: tendenza a privilegiare nel tempo
certe esperienze e condotte emotive piuttosto che altre
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
• Il caso dell’angoscia (Angst) tedesca
Affetto tipicamente tedesco che affonda le sue origini in Lutero che,
credendo fermamente nell’imminenza del Giudizio Universale, ha
trasmesso al popolo tedesco la cultura dell’angoscia, della colpa e
dell’insicurezza
Per la cultura tedesca, la sicurezza e la certezza sono generate
dall’ordine (Ordnung), inteso come condizione di governo esplicito,
preciso (genau, bestimmt) e chiaro (bescheid) delle cose
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
• Il caso della sincerità e della spontaneità polacca
Norma del “mostrare” i propri sentimenti in modo sincero, sia che si
tratti di emozioni positive o negative
Vale il principio per cui è meglio urtare i sentimenti altrui che
camuffare le proprie emozioni: in quest’ultimo caso vi sarebbe una
mancanza di stima nei confronti dell’interlocutore, poiché non lo si
riterrebbe in grado di sopportare le critiche e le emozioni negative
La regola della sincerità si associa a quella della spontaneità nel
manifestare le emozioni: guardarsi apertamente e a lungo negli
occhi, essere espressivi (wyraziste) e mobili (ruchliwe) con la
propria faccia, prestare attenzione alla mimica emotiva reciproca
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
La manifestazione delle emozioni
Il programma delle espressioni facciali
Le espressioni facciali sono il mezzo per riconoscere le
emozioni e, reciprocamente, le emozioni sono la chiave
per interpretare le espressioni del volto
Prospettiva emotiva delle espressioni facciali
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Le espressioni emotive secondo Darwin
Le espressioni emotive sono “inutili vestigia di abitudini ancestrali”
 innatismo e universalismo
• Principio delle abitudini utili associate: certe azioni hanno un’utilità
diretta o indiretta in diverse emozioni
• Principio dell’antitesi: emozioni opposte sono espresse attraverso
comportamenti opposti
• Principio dell’azione diretta del sistema nervoso: l’attivazione delle
vie nervose in concomitanza con l’emozione produce reazioni
fisiologiche indipendentemente dalla volontà e dalle abitudini
acquisite
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
L’ipotesi standard o universalista
• Le espressioni facciali hanno valore emotivo e sono Gestalt unitarie,
chiuse, universalmente condivise, specifiche per ogni emozione e
controllate da definiti e distinti programmi neuro-motori
• Isomorfismo tra emozione ed espressione facciale: a ogni emozione
come categoria discreta corrisponde una specifica espressione
facciale definita come Gestalt unica
• Invariabilità culturale delle espressioni facciali e universalità della
loro produzione e riconoscimento
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
La teoria neuro-culturale di Ekman
• Ogni emozione attiva uno specifico programma facciale affettivo,
che garantisce una condizione di necessità e sufficienza alle
espressioni emotive del volto
• Le espressioni emotive del volto sono universali e invariabili e
assumono un significato emotivo fisso e costante,
indipendentemente dal contesto d’uso
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
• I processi cognitivi di valutazione della situazione sociale possono
produrre modificazioni all’espressione spontanea dell’emozione in
funzione delle aspettative, delle convenzioni sociali e degli standard
culturali
• Regole di esibizione (display rules): accentuazione, attenuazione,
neutralizzazione, simulazione
• Limiti:
- contrapposizione tra sé genuino e sé culturale
- focalizzazione esclusiva sull’individuo
- mancata considerazione dell’interlocutore e del contesto
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
L’ipotesi dell’universalità delle espressioni facciali
delle emozioni
• Universalità dei movimenti facciali  in tutti gli esseri umani si
verificano le medesime configurazioni di movimenti facciali
• Espressività dei movimenti facciali  certe configurazioni di
movimenti facciali sono la manifestazione delle stesse emozioni in
tutti gli esseri umani
• Universalità del processo di attribuzione  osservatori appartenenti
a culture diverse attribuiscono lo stesso significato emotivo a certe
espressioni facciali
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Limiti della tesi dell’universalità e del metodo standard
 Studio di volti a se stanti e isolati, sulla base del presupposto
dell’invariabilità del significato loro attribuito  effetto sequenza
 Uso di espressioni facciali posate, che sottolineano in modo stereotipato
alcuni tratti
 Uso del metodo della scelta forzata che orienta l’attenzione verso una
certa risposta e crea uniformità e consenso
 Mancanza di controllo e difficoltà linguistiche nelle ricerche condotte su
popolazioni non alfabetizzate
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
L’ipotesi della “universalità minima”
Assunzioni di base:
a. in tutti gli esseri umani si verificano le medesime configurazioni
di movimenti facciali
b. i movimenti facciali sono connessi con stati psicologici di natura
fisica, cognitiva e affettiva del soggetto
c. la maggioranza delle persone è in grado di fare delle inferenze
sugli stati psichici dell’altro a partire dai suoi movimenti facciali
d. nelle culture occidentali le persone sono dell’opinione che
specifiche configurazioni di movimenti facciali esprimano certe
emozioni
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
L’ipotesi della “universalità minima” (continua)
Su questa base è possibile fare le seguenti previsioni:
a. ovunque osservatori concorderanno fra loro a un livello superiore
a quello del caso nell’inferire uno stato psicologico dell’altro a
partire dai suoi movimenti facciali
b. spesso (ma non sempre) gli osservatori saranno accurati nelle
loro inferenze sui movimenti facciali
c. vi saranno somiglianze fra culture diverse nelle inferenze su tali
movimenti
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
Influenza della cultura nella manifestazione
delle emozioni
L’ecologia comportamentale di Fridlund
Prospettiva comunicativa delle espressioni facciali:
esse assumono un valore eminentemente comunicativo poiché
manifestano agli altri le intenzioni del soggetto in base al contesto
Valore sociale delle espressioni facciali
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
L’ecologia comportamentale di Fridlund (continua)
• Concetto di socialità implicita: le persone producono espressioni
facciali anche quando sono da sole  non si è mai veramente da
soli
• Dissociabilità fra interno ed esterno: separazione fra l’espressioni
facciali e gli stati psicologici interni, poiché non tutto ciò che
appare sul volto è necessariamente un’esperienza emotiva
interna e non tutto ciò che si prova viene manifestato all’esterno
• Scompare la distinzione tra espressione “autentica” ed
espressione “falsa” delle emozioni (regole di esibizione), poiché
tutte le espressioni facciali hanno un valore sociale e relazionale
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
L’ecologia comportamentale di Fridlund (continua)
• Limiti:
- il modello si fonda sull’assunto di una socialità implicita,
pervasiva di ogni comportamento: risulta pertanto difficile da
verificare e da falsificare
- prospettiva eccessivamente ottimistica dell’evoluzione umana
che nega la presenza di eventuali manifestazioni involontarie
legate a vincoli biologici comunque esistenti
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
L’approccio situazionista
Il valore emotivo delle espressioni facciali dipende in modo intrinseco
dal contesto
una data espressione facciale non è pianificata né eseguita secondo
un insieme astratto e universale di regole, bensì secondo le
condizioni del contesto in funzione degli standard della cultura di
riferimento
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
L’approccio situazionista (continua)
La produzione di una certa espressione facciale dipende dalla
capacità da parte del soggetto di gestione locale sia delle emozioni
che delle condizioni situazionali
ogni cultura ha elaborato il proprio repertorio di espressioni facciali
e corporee per manifestare le emozioni
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
L’approccio situazionista (continua)
La gestione locale delle espressioni emotive consente di giungere a
una soddisfacente calibrazione affettiva
capacità di manifestare i propri stati emotivi coprendo idealmente le
opportunità a disposizione mediante “l’espressione giusta al
momento giusto”
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Capitolo 7. EMOZIONI, AFFETTI E CULTURA
L’approccio situazionista (continua)
Il soggetto raggiunge un soddisfacente grado di efficacia
emotiva, intesa come abilità di regia delle proprie emozioni
nella rete delle relazioni interpersonali
l’espressione delle emozioni, oltre che essere indotta da fattori
biologici, è anche il risultato di opzioni
in ogni circostanza il soggetto sceglie il livello di regolazione e
di manifestazione della propria esperienza emotiva in
funzione dello stimolo, della situazione e degli standard
culturali di riferimento
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