IL DOLORE IN ETA’ PEDIATRICA Dott. Sandro Presotto Dott.ssa Claudia Costantini Ospedale di Treviso IL DOLORE E’….. …..UNA SGRADEVOLE ESPERIENZA SENSORIALE ED EMOZIONALE ASSOCIATA A REALE O POTENZIALE DANNO TESSUTALE O DESCRITTA IN TERMINI DI TALE DANNO IASP ……E’ CIO’ CHE IL PAZIENTE DICE CHE ESSO SIA, ED ESISTE OGNIQULVOLTA EGLI NE AFFERMI L’ESISTENZA Sternbeck, 1974 CENNI DI NEUROFISIOLOGIA 1-TRASDUZIONE Le terminazioni nervose libere nei nervi periferici e nei nervi cranici, i termocettori, i barocettori sono recettori specifici per il dolore (o nocicettori), sensibili a stimoli meccanici, termici o chimici, che vengono trasformati in energia elettrochimica I nocicettori polimodali sono sensibili anche a differenti tipi di stimolo doloroso CENNI DI NEUROFISIOLOGIA Il tessuto leso rilascia prostaglandine o altre molecole neuroattive (istamina, serotonina, bradichinina, K+, sostanzaP), che abbassano la soglia dei “nocicettori” aumentando la sensibilità al dolore CENNI DI NEUROFISIOLOGIA 2-TRASMISSIONE Le piccole fibre Aδ mielinizzate trasportano il dolore lieve, ben distinto e di breve durata al secondo motoneurone Le fibre amieliniche C trasmettono il dolore cronico e il dolore urente CENNI DI NEUROFISIOLOGIA Le proiezioni dei neuroni nocicettivi primari terminano sui neuroni di secondo ordine all’interno degli strati superficiali delle corna dorsali del midollo spinale: neuroni nocicettivi specifici, con campo recettoriale limitato, e neuroni aspecifici ad ampia gamma ricettiva (WDRN) CENNI DI NEUROFISIOLOGIA - - Le vie ascendenti centrali per la sensibilità dolorifica sono rappresentate da due sistemi: Tratto spinotalamico, che trasporta le sensazioni di dolore acuto e breve. Tratto spino-reticolotalamico, che trasporta il dolore profondo, urente e scarsamente localizzato. CENNI DI NEUROFISIOLOGIA CENNI DI NEUROFISIOLOGIA 3- MODULAZIONE Teoria del GATE-CONTROL (inibizione presinaptica) Alcuni neuroni della Sostanza Grigia Periacqueduttale (mesencefalo) inviano al midollo spinale fibre discendenti inibitorie, serotoninergiche e colinergiche, che possono essere attivate con endorfine, oppioidi, amitriptilina CENNI DI NEUROFISIOLOGIA CENNI DI NEUROFISIOLOGIA 4- PERCEZIONE DEL DOLORE La sensazione dolorosa viene elaborata a livello dei nuclei del talamo, della sostanza reticolare e della corteccia cerebrale e quindi percepita e posta in correlazione con lo stimolo che l’ha provocata, mantenendone il ricordo Area corticale somatosensitiva e frontale (cognizione), Formazione Reticolare, Ipotalamo, Talamo mediale, Sistema Limbico (affettività) CENNI DI NEUROFISIOLOGIA NEUROMEDIATORI: SostanzaP: neurotrasmettitore della nocicezione CGRP (Calcitonin Gene-Related Peptide): favorisce l’eccitazione dei neuroni del corno dorsale Somatostatina e serotonina: funzione inibitoria nel corno dorsale VIP: effetto non definito Glutammato ed Aspartato: agiscono attraverso recettori tipo NMDA (NmetilDaspartato), soprattutto nel II neurone Monossido d’azoto: attivazione dei recettori NMDA nel dolore cronico IL DOLORE NEL BAMBINO E’ STATO PER ANNI SOTTOSTIMATO E INADEGUATAMENTE TRATTATO IL DOLORE NEL NEONATO E’ STATO PER LUNGO TEMPO IGNORATO Solo nel 1987 Anand scrive: A partire dalla 26a settimana gestazionale sono presenti le basi anatomiche e fisiologiche per la percezione del dolore Quali convinzioni? I bambini piccoli, soprattutto i neonati, non provano dolore. Negli ultimi anni numerosi studi sperimentali e clinici hanno dimostrato l’esistenza della percezione del dolore già dalla 23a settimana gestazionale. A parità di stimolo, anzi, la sensazione di dolore è più elevata perchè non sono ancora maturi i meccanismi inibitori Quali convinzioni? Il dolore non ha effetti di lunga durata nei lattanti e nei bambini piccoli, che non ne hanno memoria Studi sperimentali hanno dimostrato che il dolore provoca effetti a lungo termine su neonati e lattanti dal punto di vista fisico (endocrino-metabolico) e comportamentale Quali convinzioni? Il dolore non può essere riconosciuto e valutato nei bambini, perché non sono in grado di comunicarlo verbalmente Oggi il dolore si può riconoscere e valutare tramite molte scale comportamentali anche nei bambini che non siano in grado di comunicare verbalmente la loro sofferenza IL DOLORE NEL BAMBINO DOLORE ACUTO: da patologia acuta (in Pronto Soccorso) o da intervento chirurgico DOLORE DA PROCEDURA: venipuntura, puntura da tallone, puntura arteriosa, medicazione, rachicentesi, endoscopia…… DOLORE CRONICO: oncologico, cefalea, artrite reumatoide, dolore addominale etc DOLORE TERMINALE TIPOLOGIA DI DOLORE: IL DOLORE SOMATICO E’ precisamente localizzabile dal bambino Proviene dalla cute e dall’apparato muscolo-scheletrico Veicolato da fibre sensitive somatiche Afferisce all’area corticale sensitiva TIPOLOGIA DI DOLORE: IL DOLORE VISCERALE A seconda dell’organo colpito l’intensità del dolore è diversa Mal localizzabile dal bambino, che riferisce sintomi “generici”: cefalea, dolore addominale…. Veicolato da fibre sensitive viscerali Non ha un’area corticale di riferimento TIPOLOGIA DI DOLORE: IL DOLORE NEUROPATICO Secondario ad una lesione anatomica e/o funzionale del SNC o del SNP: da neoplasia, trauma, infezione, deafferentazione Lancinante, associato ad allodinia (percezione di uno stimolo innocuo come doloroso), iperalgesia e parestesie Inefficace la morfina TIPOLOGIA DI DOLORE: IL DOLORE PSICOGENO E’ SEMPRE una diagnosi di esclusione Richiede in ogni caso un trattamento adeguato “non antalgico” COME MANIFESTA IL DOLORE UN BAMBINO? -SINTOMI EMOZIONALI -SEGNI DIRETTI DEL DOLORE -ATONIA PSICOMOTORIA - SINTOMI EMOZIONALI Pianto, lamento, singhiozzi, sia volontari che riflessi (reazione da stress); non consolabilità * Non specifici e non proporzionali all’entità del dolore - SEGNI DIRETTI DEL DOLORE Localizzazione del dolore, posizione antalgica a riposo o in movimento, protezione spontanea di una zona dolente, controllo della mobilizzazione, reazione all’esame della zona dolorosa -ATONIA PSICOMOTORIA - Rifiuto/ Difficoltà di relazione e di gioco, problemi di alimentazione, alterazione del ritmo sonno-veglia - Riduzione delle iniziative motorie, gesti lenti, comunicazione ridotta anche sotto stimolo, ridotta espressività, movimenti ripetitivi delle estremità, completa passività LA MISURAZIONE DEL DOLORE E’ necessario stabilire un metro di valutazione del dolore per trasformare un dato soggettivo in un dato il più possibile obiettivo, misurabile e confrontabile, tenendo presente che la base culturale e sociale modifica in partenza l’esperienza e quindi la percezione del dolore LA MISURAZIONE DEL DOLORE SCALE V.A.S (analogo-visive) o DI AUTOVALUTAZIONE Richiedono una collaborazione da parte del bambino, che descrive il dolore che prova rispetto ad un modello figurativo o a valori numerici. Utili dai 3 anni in su Bene utilizzare sempre la stessa scala per lo stesso bambino, prima e dopo il trattamento antalgico SCALA DELLE FACCE di Wong-Baker SCALA NUMERICA SCALA DEI COLORI DI ELAND LA MISURAZIONE DEL DOLORE SCALE COMPORTAMENTALI O DI ETEROVALUTAZIONE Sono utilizzate nei bambini non in grado di esprimersi verbalmente e consistono nel rilevare sintomi clinici obiettivi. Ne esistono di specifiche per i neonati a termine, pretermine, per bambini cerebrolesi, intubati o privi di coscienza SCALE COMPORTAMENTALI O DI ETEROVALUTAZIONE Indicatori fisiologici: aumento della FC, PA, modificazione dell’attività respiratoria e della saturazione O2, sudorazione palmare Indicatori comportamentali: pianto, postura, movimenti del corpo, espressione facciale, disturbi del sonno e dell’alimentazione SCALA CRIES, CHEOPS, NIPS,PIPP,…… CRITERI Punti 2 1 0 Tempi di sonno (/30 min) Mimica dolorosa Qualità del grido Motilità spontanea Eccitabilità Contrazione delle dita delle mani e dei piedi Suzione Nessuno Pemanente Ripetitivo, acuto Agitazione incessante Tremori, moto spontaneo Globale e permanente Breve (5 min) Intermittente Modulato, normale Agitazione moderata Reattività eccessiva Poco marcata e intermittente 10 min Assente Nessun grido Motilità normale Calma, scarsa eccitabilità Assente Assente, abbozzi casuali Debole, interrotta dalle crisi Tono generale Consolabilità Interesse per l’esaminatore Forte ipertonia Nessuna Dopo 2 min Nessuno Ipertonia debole Ottenuta in 1-2 min Difficile da ottenere Vigorosa e pacificatrice Normale Meno di 1 min Durevolmente attento Punteggi di valutazione del dolore postoperatorio del neonato e del piccolo lattante (0-3 mesi) CRITERI COMPORTAMENTO OSSERVATO PUNTI Grida – pianto Assenti Gemiti, pianti Grida vigorose, singhiozzi 1 2 3 Espressione del volto Sorride, aspetto decisamente positivo Nessuna espressività Smorfie, volto chiaramente negativo 0 1 2 Verbalizzazione Parla di cose diverse; nessun lamento Nessuna (il bambino non parla) Si lamenta, ma non di soffrire Si lamenta di soffrire 0 1 1 2 Atteggiamento corporeo Corpo in atteggiamento di riposo Agitazione, movimenti disordinati, rigidi Malato in piedi nel suo letto 1 2 2 Desiderio di toccare la ferita Nessuno Importante, irrefrenabile 1 2 Arti inferiori A riposo o con qualche raro movimento Movimenti incessanti; dà dei colpi coi piedi Si mette in piedi, si accoccola o sedazione’inginocchia 1 2 2 Scala comportamentale CHEOPS, semplificata, di valutazione postoperatoria del bambino da 1 a 5 anni. TERAPIA DEL DOLORE IN ETA’ PEDIATRICA: Possibilità di intervento Terapia eziologica Terapia farmacologica Terapia non farmacologica *psicocomportamentale *fisica COME TRATTARE IL DOLORE NEL BAMBINO Quando un bambino prova dolore, la componente psicologica ha una parte molto importante. Infatti se il bambino prova paura o è spaventato la soglia del dolore si abbassa e la percezione del dolore aumenta. Ogni persona vicina al bambino può fare molto per supportarlo; è quindi importante la presenza dei genitori e l’informazione e preparazione che si da al bambino. TECNICHE NON FARMACOLOGICHE Respirazione e rilassamento Distrazione-coinvolgimento Bolle di sapone Visualizzazione Desensibilizzazione (guanto magico) (Scopo: allontanare la mente del bambino dal dolore e dalla paura attraverso un processo di dissociazione mentale in cui è possibile modificare le sensazioni fisiche dolorose) Le tecniche non farmacologiche devono essere utilizzate anche in associazione alla terapia farmacologica per il dolore da procedura (ad esempio in combinazione con l’anestetico locale) e risultano efficaci anche per il dolore cronico, in combinazione con il trattamento farmacologico adeguato TERAPIA DEL DOLORE IN ETA’ PEDIATRICA: Linee guida-1 Scelta del farmaco appropriato in base al dolore Se possibile, profilassi del dolore Scheda di somministrazione adeguata ed individualizzata in base all’età, alle condizioni cliniche, alla durata prevista della terapia, alle aspettative di vita e alle capacità di adattamento del paziente TERAPIA DEL DOLORE IN ETA’ PEDIATRICA: Linee guida-2 Scelta della via di somministrazione meno invasiva (no i.m.) Anticipazione degli effetti collaterali Monitoraggio dell’efficacia ed eventuale aggiustamento della posologia Spiegazione e discussione del programma antalgico con il paziente e/o i genitori SCALA DI INTERVENTO FARMACOLOGICO IN BASE ALL’ENTITA’ DEL DOLORE (sec. OMS) DOLORE SEVERO OPPIOIDI FORTI + EVENTUALI ANALGESICI NON OPPIOIDI + EVENTUALI ADIUVANTI DOLORE MODERATO OPPIOIDI DEBOLI + EVENTUALI ANALGESICI NON OPPIOIDI + EVENTUALI ADIUVANTI DOLORE LIEVE ANALGESICI NON OPPIOIDI + EVENTUALI ADIUVANTI FARMACI ANALGESICI NON OPPIOIDI: PARACETAMOLO * Somministrazione e dosaggio: os 10-15 mg/kg; rettale 15-20 mg/kg x 4-6/die * Azione centrale e periferica * Farmaco di scelta, ben tollerato in età neonatale * Picco d’azione: per os 30-120 min, rettale 3-4 ore * Durata d’azione per os 4-7 ore * Eliminazione epatica e renale * Sovradosaggio acuto (150 mg/kg): tossicità epatica FARMACI ANALGESICI NON OPPIOIDI: NORAMIDOPIRINA * Somministrazione e dosaggio: os/ev 10-15 mg/kg x 4-6/die * Azione periferica e centrale ed effetto miolitico * Picco d’azione per os 60-120 min * Durata d’azione per os 4-6 ore * Metaboliti attivi * Eliminazione epatica e renale * Effetti collaterali: agranulocitosi, ipotensione, cefalea, nausea, rash cutaneo FARMACI ANALGESICI NON OPPIOIDI: IBUPROFENE * Somministrazione e dosaggio:os 10 mg/kg x 3-4/die * FANS con modesta attività antiinfiammatoria * Picco d’azione per os: effetto antalgico 6-8 ore, antiinfiammatorio 1-3 settimane * Durata d’azione per os: 4-6 ore * Potenza: > paracetamolo e < ketorolac e ketoprofene * Eliminazione epatica e renale * Effetti collaterali: sanguinamento, problemi gastrici, renali, allergici * Tossicità acuta: sonnolenza, vertigini, apnea, nistagmo, cianosi FARMACI ANALGESICI NON OPPIOIDI: KETOPROFENE * Somministrazione e dosaggio:os/im/ev 0,5-1 mg/kg x 3-4/die * FANS con discreta attività antiinfiammatoria * Picco d’azione: effetto antalgico 1-2 ore * Durata d’azione per os: 3-4 ore * Potenza: = naprossene e indometacina, > 20 volte ibuprofene * Effetti collaterali: sanguinamento, problemi gastrici, renali, allergici * Tossicità acuta: sonnolenza, vomito, dolore addominale FARMACI ANALGESICI NON OPPIOIDI: KETOROLAC * Somministrazione e dosaggio: im/ev 0,5 mg/kg x 2-3/die * FANS con buona attività antiinfiammatoria * Picco d’azione: 1-3 ore * Durata d’azione: 3-7 ore * Potenza: > di tutti gli altri FANS * Effetti collaterali: sanguinamento, problemi gastrici, renali, allergici * Tossicità acuta: sonnolenza, cefalea, nausea, ematuria, sudorazione FARMACI ANALGESICI NON OPPIOIDI: NAPROSSENE * Somministrazione e dosaggio: os 5 mg/kg x 2-3/die * FANS con buona attività antiinfiammatoria * Picco d’azione: 1-2 ore * Durata d’azione: 3-7 ore * Potenza: = ketoprofene, > 3 volte ibuprofene * Effetti collaterali: sanguinamento, problemi gastrici, renali, allergici * Tossicità acuta: sonnolenza, vomito, dolore addominale FARMACI ANALGESICI NON OPPIOIDI: RACCOMANDAZIONI POSSONO ESSERE USATI DA SOLI O IN ASSOCIAZIONE PRESENTANO EFFETTO TETTO DEVONO ESSERE SOMMINISTRATI AD ORARIO FISSO E ALLA DOSE CORRETTA PER IL PAZIENTE MASCHERANO LA RISPOSTA FEBBRILE E’ IMPORTANTE MONITORARE E PROFILASSARE GLI EFFETI COLLATERALI PRESENTANO RISPOSTE VARIABILI ED INDIVIDUALI FARMACI OPPIOIDI: i recettori Recettore µ1 µ2 κ (in rosso gli effetti desiderati) Effetti farmacologici Analgesia sopraspinale Dipendenza fisica Depressione respiratoria Inibizione della motilità intestinale Bradicardia Analgesia spinale Sedazione Miosi Inibizione secrezione ADH FARMACI OPPIOIDI: i recettori Recettore Effetti farmacologici δ Analgesia Euforia Dipendenza fisica σ Effetti psicomimetici (disforia, allucinazioni) Midriasi FARMACI OPPIOIDI: caratteristiche In epoca neonatale i recettori µ2 sono più rappresentati, prevalgono quindi gli effetti collaterali In epoca neonatale l’emivita degli oppioidi è prolungata, la clearence ridotta e ridotto è il legame proteico, quindi una maggior quantità di farmaco e per maggior tempo entra in contatto con i recettori. FARMACI OPPIOIDI: caratteristiche In epoca neonatale e pediatrica la tolleranza e la dipendenza fisica si instaurano precocemente (circa in 5 giorni) La scelta del tipo di somministrazione (os, sc, td, tm,PCA) è limitata anche dal tipo di dosaggio della preparazione farmaceutica FARMACI OPPIOIDI DEBOLI: CODEINA * Somministrazione e dosaggio: os/er 0.5-1 mg/kg x 4-6/die * Di scelta per il dolore medio-grave * Potenza: 20% in meno della morfina, ma basso rischio tossicologico * In Italia preparazioni pediatriche in associazione con paracetamolo (es: Lonarid, Tachidol) FARMACI OPPIOIDI DEBOLI: TRAMADOLO * Somministrazione e dosaggio: os/ev 1-2 mg/kg x 3-4/die * Di scelta per il dolore medio-grave * Azione: sia recettoriale che centrale inibendo il reuptake della norepinefrina e della serotonina. * Effetti collaterali: minor depressione respiratoria, maggior incidenza di convulsioni, nausea, disforia FARMACI OPPIOIDI FORTI: MORFINA * Somministrazione e dosaggio: - Os 0,15-0,3 mg/kg x 4/die - Im, sc, ev 0.05-0.1 mg/kg x 4-6/die - Ev/PCA infusione continua 5-30 µg/kg/h A LENTO RILASCIO * Somministrazione e dosaggio: - Os 0.6 mg/kg x3/die o 0.9 mg/kg x2/die FARMACI OPPIOIDI FORTI: MORFINA * Di scelta per il dolore grave * Diverse possibilità di somministrazione * La latenza dell’analgesia è maggiore dopo somministrazione per os, ma ha un effetto di circa 4 ore, più prolungato rispetto all’infusione parenterale FARMACI OPPIOIDI FORTI: PETIDINA E MEPERIDINA Analgesico oppioide sintetico 10 volte più potente della morfina, più spesso associato a convulsioni come effetto collaterale, abbassando la soglia di eccitabilità del SNC. Limitate a trattamenti molto brevi FARMACI OPPIOIDI FORTI: FENTANILI (fentanil, sulfentanil, alfentanil) * Somministrazione e dosaggio: - Os 15-20 µg/kg - Ev infusione continua 0.5-5 µg/kg/h * Analgesici oppioidi di sintesi a rapida insorgenza (circa 1 min.) e breve durata d’azione (30-60 minuti) * Più potenti della morfina con effetto di elevazione della soglia a livello di talamo e corteccia * Elettivi per la gestione del dolore perioperatorio, per le procedure dolorose e nell’emergenza. FARMACI OPPIOIDI FORTI: METADONE * Somministrazione e dosaggio: - Os 0.1 mg/kg x 2-3/die * Di scelta in caso di intolleranza alla morfina * Emivita plasmatica lunga * Utilizzo sempre più esteso nella gestione del dolore cronico del bambino e nello svezzamento da altri oppioidi FARMACI OPPIOIDI: RACCOMANDAZIONI Gli oppioidi non hanno effetto tetto: la dose corretta è quella che permette un adeguato controllo del dolore con effetti collaterali accettabili E’ importante monitorare l’efficacia a tempi brevi e riproporre immediatamente la correzione terapeutica FARMACI OPPIOIDI: RACCOMANDAZIONI Scegliere dose e timing in base alle condizioni cliniche e alle eventuali disfunzioni d’organo Controindicato l’uso concomitante di oppiodi diversi, utile ricorrere ad un altro oppioide o associare farmaci analgesici non oppiodi o adiuvanti FARMACI OPPIOIDI: RACCOMANDAZIONI Utile incrementare la dose serale Attenzione alla dipendenza (utile una sospensione graduale) Attenzione alla tolleranza (utile adeguare periodicamente il dosaggio) Attenzione agli effetti collaterali: prevenirli o trattarli immediatamente FARMACI OPPIOIDI ANTAGONISTI NALOXONE (durata d’azione circa 45 min) NALTREXONE(durata d’azione circa 24h) Occupano il recettore senza determinare alcuna trasmissione A dosi molto basse in infusione continua possono controllare gli effetti collaterali degli oppioidi senza inficiarne l’efficacia sul dolore FARMACI ADIUVANTI Sono farmaci con indicazioni primarie diverse dall’analgesia Producono analgesia da soli o in combinazione con gli oppioidi oppure ne contrastano gli effetti collaterali, permettendo di usare i dosaggi più efficaci. FARMACI ADIUVANTI INDICAZIONE CLINICA Dolore neuropatico Agitazione Spasmo muscolare CLASSE DI FARMACI FARMACO PIU’ USATO Antidepressivi Amitriptilina Anticonvulsivanti Carbamazepina/ Idantoina/ Gabapentin Neurolettici Clorpromazina Benzodiazepine Lorazepam/ Diazepam FARMACI ADIUVANTI INDICAZIONE CLINICA Ansia Nausea-Vomito Aumento della pressione intracranica CLASSE DI FARMACI Benzodiazepine FARMACO PIU’ USATO Lorazepam/ Diazepam Antiistaminici Antiistaminici Idrossizina Idrossizina Neurolettici Clorpromazina Corticosteroidi Corticosteroidi Desametasone Desametasone Diuretici Acetazolamide ALTRI ANALGESICI Anestetici locali:- EMLA - Blocchi anestesiologici In ambito ospedaliero-intensivistico: - Ketamina - Clonidina CASI CLINICI CASO CLINICO-1 Riccardo, 6 anni. Ricovero in Pediatria per comparsa di petecchie ed ematomi diffusi All’ingresso viene posizionato un accesso venoso con difficoltà e dopo vari tentativi. Il bambino nei giorni successivi rifiuta i prelievi di controllo anche da venflon ormai già posizionato. Diagnosi: Piastrinopenia autoimmune idiopatica CASO CLINICO-1 Terapia: Ig ev con efficacia Il follow up prevede ora controllo settimanale dell’emocromo per un mese e poi mensile per sei mesi. Riccardo rifiuta energicamente tale programma, nonostante promessa dei genitori di un regalo settimanale!! Parliamo (medico ed infermiera) a tu per tu con Riccardo e gli consegniamo “la crema magica” che non gli farà sentire mai più dolore al prelievo….promesso!! CASO CLINICO-1 La settimana successiva Riccardo viene a controllo, terrorizzato dall’idea del prelievo! Gli chiediamo se ha messo la “crema magica”, perché è molto importante per non sentire male……. Il prelievo viene eseguito tra le urla di Riccardo, che però poi ammette di non essersi accorto di nulla!! CASO CLINICO-1 I controlli successivi vengono eseguiti senza alcun problema grazie all’utilizzo dell’EMLA………e Riccardo riceve comunque un regalo dopo ogni prelievo!! CASO CLINICO 2 Davide, 4 anni Giunge in pediatria con uno stato di grave disidratazione e iposodiemia conseguente ad una gastroenterite acuta: calo ponderale 9%, Na 122, azotemia 30 mg/dl, agli esami urgenti eseguiti su prelievo estemporaneo per difficoltà a reperire accesso venoso “valido”. CASO CLINICO 2 Diventa emergente garantire un accesso venoso adeguato alla reidratazione e alla correzione dell’iposodiemia. Dopo vari tentativi infruttuosi, in seguito ai quali il bambino risulta ulteriormente abbattuto e sofferente, si richiede l’intervento del Collega Anestesista CASO CLINICO 2 Il bambino viene condotto in Sala Operatoria e con leggera sedazione con protossido di azoto l’Anestesista riesce a reperire un accesso venoso adeguato CASO CLINICO-3 Lucia, 7 anni. Affetta da NF1, presenta un neurosarcoma a partenza sacrale, inoperabile, che ha ormai una crescita tale che provoca occlusione intestinale, oltre a dolore importante agli arti inferiori, soprattutto riferito al ginocchio destro. Già in terapia a domicilio con ORAMORPH 10 gocce x os ogni 4 ore CASO CLINICO-3 Nonostante la reticenza dei genitori e il rifiuto di Lucia, la bambina viene ricoverata per lo stato occlusivo che provoca vomito con ipopotassiemia e impossibilità di somministrare la terapia antalgica per os All’ingresso Lucia è in uno stato di grave cachessia, arrabbiata, invisitabile, rifiuta qualsiasi colloquio e anche solo la presenza del medico in stanza CASO CLINICO-3 Dopo discussione del caso con i Colleghi Chirurghi e poi con i genitori, viene deciso l’intervento palliativo di colonstomia, eseguito senza complicanze Lucia viene poi posta in terapia antalgica con morfina in infusione continua, a 0,05 mg/kg/h, dose analoga alla terapia per os già in corso CASO CLINICO-3 Lucia non ha nessun disturbo addominale, anzi, nella seconda giornata di post operatorio chiede la pastasciutta e inizia a rivolgere la parola ad alcuni medici Ma il dolore alle ginocchia è sempre importante e persistente e nonostante la peristalsi addominale sia praticamente assente, si aumenta l’infusione di morfina a 0,06 mg/kg/h CASO CLINICO-3 Nessun miglioramento del dolore alle ginocchia, che sicuramente è di tipo neuropatico, vista la sede della lesione Viene quindi iniziata infusione e.v. di novalgina e ketoprofene (più gastroprotettore), a cui si associa gabapentin 5 mg/kg/die per os, e amitriptilina 0,5 mg/kg alla sera con progressiva risposta clinica CASO CLINICO-3 Ciò pemette di ridurre l’infusione di morfina, fino a tornare alla dose per os di Oramorph 10 gocce x 6/die, di continuare il Neurontin e il Laroxyl per os e di inviare Lucia a domicilio, come da lei e dai genitori auspicato, nonostante lo stato di terminalità. I genitori a domicilio somministrano via CVC nutrizione parenterale e ketoprofene al bisogno. COME TRATTARE IL DOLORE NEL NEONATO-LATTANTE Il neonato sente dolore, dato che possiede tutte le componenti anatomiche e funzionali necessarie per la percezione di stimoli dolorosi e data la scarsa mielinizzazione delle fibre discendenti di inibizione Il neonato ha memoria delle esperienze dolorose Il dolore procura danno alterando il flusso cerebrale, con un aumentato rischio di emorragie intraventricolari e di leucomalacia periventricolare COME TRATTARE IL DOLORE NEL NEONATO-LATTANTE Le conseguenze a lungo termine nel lattante possono essere i disturbi del sonno, dell’alimentazione e del carattere, fino al ritardo psicomotorio Attualmente abbiamo la possibilità di un trattamento non farmacologico oltre che di una terapia farmacologica anche nel neonato-lattante TECNICHE NON FARMACOLOGICHE Contatto fisico con il bambino:toccare, accarezzare, cullare, ascoltare musica, evitare stimoli ambientali negativi Marsupioterapia Allattamento al seno Suzione non nutritiva Saccarosio al 12% o 24% per os, 1-2 ml circa 2 minuti prima della manovra (Principio della “saturazione sensoriale”) TERAPIA FARMACOLOGICA EMLA come anestetico locale, dalla 37a SG Paracetamolo Paracetamolo + codeina (Lonarid, Tachidol) Oppioidi (Fentanyl, Morfina) Midazolam (al momento non raccomandato nel neonato) Importante: evitare ulteriori manovre invasive per le successive 2 ore BIBLIOGRAFIA www.pediatrics.org www.guideline.gov www.thesufferingchild.net www.fondazione-livia-benini.org