Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Anno Accademico 2007-2008 LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTA’ Docente: dott.ssa Silvia Zoboli [email protected] Temi del corso La costruzione sociale della realtà La cultura: il rapporto cultura-società Rituali, simboli, norme Linguaggio e comunicazione I mass media e la costruzione della realtà Logiche della notiziabilità ed effetti sociali dei media Bibliografia di riferimento D. Kertzer “Riti e simboli del potere”, Laterza, 1989 (cap. 1 pag. 7-25; cap. 5 pag. 107-138) E. Goffman “Il rituale dell’interazione”, Il Mulino, 1988 (cap. 1 pag. 7-50) J. Meyrowitz “Oltre il senso del luogo”, Baskerville, 1995 (introduzione pag. 3-12; cap. 7-8-9 pag. 213-283) La realtà è una costruzione sociale … la realtà è una costruzione sociale… Tesi che contrasta con il senso comune, che considera la realtà un dato autoevidente. Per il sociologo, invece, ciò che è reale, dato per scontato, in una certa società, può non esserlo in un’altra. Come avviene che un insieme di conoscenze venga ad essere stabilito come realtà? Come si forma e si conserva quel comune senso di realtà che consente ad ognuno di noi orientarsi e di agire nel mondo della vita quotidiana? … la realtà è una costruzione sociale… Gli esseri umani sono capaci di muoversi attraverso diverse sfere di realtà: l’arte, la scienza, la religione, il gioco… Sono in grado di passare dall’una all’altra di queste sfere senza difficoltà. C’è poi una sfera che si presenta come la realtà tout court, la cui esistenza viene ritenuta indiscutibile: il mondo della vita quotidiana … la realtà è una costruzione sociale… La conoscenza a cui gli individui fanno riferimento nella sfera della vita quotidiana è dominata da un tipo di pensiero (atteggiamento naturale) capace di sospendere il dubbio che tale realtà sia qualcosa di diverso da ciò che appare. Il mondo della vita quotidiana è una realtà data per scontata: noi agiamo nel mondo della vita quotidiana in maniera a-problematica, secondo routines o schemi (tipizzazioni) che vengono utilizzati durante l’interazione sociale per classificare eventi o persone, selezionando di volta in volta gli aspetti rilevanti per l’azione. … la realtà è una costruzione sociale… La conoscenza di senso comune ha un obiettivo pragmatico: permettere agli individui di orientarsi nel mondo. La conoscenza di senso comune, tuttavia, è data per scontata solo finché non ci si presenta un problema nuovo che ci costringe a fermarci a riflettere. Esiste una varietà di istruzioni e meccanismi codificati che ci consentono di trasformare ciò che è problematico in qualcosa che problematico non è, ossia di tradurre l’ignoto nel già noto, ricostruendo l’ordine cognitivo su cui si basa la vita quotidiana In altre parole, è all’opera un’attività incessante di interpretazione del proprio mondo da parte dei membri della società. Questa attività di interpretazione costituisce la cultura di una società … la cultura… Perché esiste la cultura? Come si costruisce? Come si conserva? … la cultura… Perché esiste la cultura? Perché gli esseri umani hanno bisogno di strutture stabili per agire nel mondo: hanno bisogno di strumenti che consentano loro di orientarsi all’interno della complessità sociale, di controllare la realtà esterna, di spiegarla e di giustificarla. A differenza degli animali, però, soltanto in piccola parte il comportamento umano appare determinato da fattori strettamente genetici. … la cultura… La cultura compensa dunque la specifica incompletezza dell’organizzazione istintuale umana, che rende l’uomo vulnerabile al rischio. Fornisce agli esseri umani gli strumenti per orientarsi nel mondo e dare un ordine all’esperienza. La stabilità della cultura non è mai definitiva, ma intrinsecamente precaria e sottoposta al mutamento. … la cultura… Come si costruisce? In base alla consuetudinarietà, ossia ad azioni ripetute che si cristallizzano in schemi, che guidano il nostro modo di: • percepire ed interpretare il comportamento altrui • orientare il nostro comportamento … la cultura… Questi schemi: • sono accompagnati da specifiche aspettative • liberano i soggetti dalla necessità di dover decidere su tutto e di ridefinire sempre daccapo ogni situazione • creano uno sfondo di stabilità e prevedibilità • possono essere messi in discussione in qualsiasi momento … la cultura… Come si conserva? Attraverso processi di legittimazione, tra i quali rivestono particolare importanza gli universi simbolici. Ogni società, infatti, si stabilisce e permane solo se si costituisce come comunità simbolica. … la cultura… Grande importanza assumono le rappresentazioni collettive, cioè gli insiemi di norme e credenze condivise da un gruppo sociale, sentite dagli individui come obbligatorie. Esse vengono considerate vere e proprie istituzioni sociali che costituiscono il cemento della società, consentono la comunicazione tra i suoi membri e mutano con il cambiamento sociale. … la cultura… Una cultura componenti: si definisce a partire da quattro • valori • norme • concetti • simboli Queste componenti si formano all’interno dei contesti di interazione sociale, nella relazione con gli altri, assumendo in tal modo un carattere intersoggettivo. … la cultura… I valori I valori si distinguono dalle preferenze perché indicano ciò che è desiderabile e non ciò che è desiderato, comportano cioè una dimensione normativa (un dovere). Si possono individuare tre dimensioni dei valori: affettiva, cognitiva, selettiva. I valori variano storicamente e geograficamente, perché sono strettamente interconnessi alla realtà sociale. … la cultura… Le norme Le norme sono più specifiche e imperative dei valori; la loro efficacia sociale dipende in modo particolare (anche se non esclusivamente) da forme di controllo esterno del comportamento (sanzioni). essere statuite, consuetudinarie, giuridiche o deontologiche. Meno formalizzati sono invece i microrituali. Possono … la cultura… Le norme Le norme costitutive costituiscono, cioè generano, una pratica che prima della loro formulazione non esisteva. Rientrano tra queste, ad esempio, le regole dei giochi. Le norme regolative, invece, si limitano a regolamentare delle pratiche già esistenti. In questo tipo rientra la grande maggioranza delle norme, dai precetti religiosi alle leggi dello stato. … la cultura… I concetti I concetti sono le proposizioni descrittive della realtà, che i soggetti utilizzano per organizzare cognitivamente la loro esperienza. Esistono concetti il cui significato è univoco e non si presta a differenti interpretazioni, ma esistono anche concetti che si prestano invece a molte interpretazioni differenti e il cui significato è vago e piuttosto indeterminato. … la cultura… I simboli I simboli sono segni sia convenzionali, tali in virtù di una convenzione (+ - x /), sia analogici, cioè capaci di evocare una relazione tra un oggetto concreto e un’idea astratta (es. lo scettro). I simboli possiedono un forte carattere intersoggettivo, in quanto sono condivisi da un gruppo sociale. … la cultura… La complessità delle società contemporanee è data dalla coesistenza di sistemi simbolici diversi, talvolta scarsamente correlati tra di loro. Si pone quindi il problema del relativismo: • irriducibilità e incomparabilità tra culture diverse • rinuncia a dare giudizi di valore sulle altre culture e ad applicare ad esse schemi specifici della propria cultura … la cultura… Atteggiamento opposto è l’etnocentrismo, in base al quale si ritiene che la propria cultura sia dotata di maggiore validità e verità rispetto alle altre. … la cultura… Il problema del relativismo ha dato origine a due tipi di interpretazione: • i modelli riduzionisti: tendono a minimizzare la varietà culturale e a interpretarla come un fenomeno di superficie, che nasconde in realtà elementi unitari di fondo molto forti • i modelli relativisti: oggi molto più diffusi, insistono sull’unicità di ogni cultura e rifiutano l’uso di categorie interpretative valide universalmente … la cultura… All’interno di una specifica cultura, l’identità individuale, fondamentalmente precaria, riceve coerenza e stabilità. Durante l’interazione sociale, infatti, noi ridefiniamo la nostra identità attraverso il riconoscimento fornito dal gruppo sociale. Il fatto che mi venga assegnata un’identità significa che mi viene assegnato un posto specifico nel mondo. … l’identità… Essendo definita come collocazione in un certo mondo, l’identità può essere fatta propria solo insieme a quel mondo. L’interiorizzazione del mondo avviene durante la socializzazione. L’identità si configura comunque come una realtà altamente precaria, sottoposta alla minaccia delle situazioni marginali e delle definizioni contrastanti della realtà. … la socializzazione… Socializzazione primaria Il mondo delle persone importanti per il bambino è IL mondo (e non uno dei mondi possibili). Può dirsi completata quando si acquisisce il concetto di altro generalizzato, ossia si acquisisce la capacità di astrazione dai ruoli e dagli atteggiamenti delle concrete persone a noi vicine. … la socializzazione… Socializzazione secondaria Ha come obiettivo è l’acquisizione di conoscenze legate ai ruoli. Caratteristiche: • parzialità • forte variabilità storica • anonimia e scarsa identificazione emotiva • distanza fra io totale e io parziale legato ad un ruolo • fragilità di quanto viene appreso (sono necessari applicazione e stretto rapporto con altri individui della stessa sotto-comunità) … i ruoli… La nostra percezione degli altri avviene attraverso tipizzazioni. Esse sono negoziate nel corso dell’interazione sociale e risultano via via più anonime man mano che ci si allontana dalla relazione diretta con l’altro. E’ quindi possibile parlare di ruoli: non viene percepito l’individuo nella sua interezza, ma un suo aspetto, che può appartenere anche ad altri (intercambiabilità). I ruoli si configurano dunque come mezzi per essere introdotti in settori specifici di conoscenza. Il risultato è la specializzazione della società. … il linguaggio… Uno dei principali ed indispensabili strumenti per la socializzazione è il linguaggio. Il fatto che la realtà della vita quotidiana esista come realtà intersoggettiva implica che l’individuo non possa esistere senza comunicare con gli altri. Gli esseri umani, infatti, per conoscere se stessi devono parlare di se stessi. … il linguaggio… Attraverso il linguaggio è possibile costruire schemi di classificazione per differenziare gli oggetti e le esperienze. Il linguaggio rende accessibili a tutti le esperienze comuni. In questo modo si accumula un bagaglio di conoscenze che può essere trasmesso alle generazioni successive. Ecco perché il linguaggio è il principale strumento per la socializzazione. Concetti chiave Linguaggio Relativismo Socializzazione Cultura Ruoli Rituali Simboli Senso comune Norme Potere Interazione Vita quotidiana Identità