4.1. Qual’è la differenza tra tempo della storia e tempo del discorso?
Perchè è importante distinguerli?
• la dimensione temporale è in genere strettamente legata alla
narrazione che consiste nel racconto dei fatti che si svolgono nel
tempo e nello spazio
• I fatti si legano tra loro secondo un ordine temporale che è diverso
da quello della narrazione
• Il tempo della realizzazione
degli avvenimenti
≠
il tempo della narrazione
di quegli stessi avvenimenti
IL TEMPO DELLA STORIA – il tempo dei fatti pensati come reali
IL TEMPO DEL RACCONTO – la quantità di testo dedicato alla
narrazione degli avvenimenti
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• Nei Promessi Sposi la storia occupa un periodo di due anni, dal
novembre del 1628 al novembre del 1630.
• Nei primi otto capitoli si narrano gli avvenimenti di appena quattro
giorni, il ritmo del racconto è assai lento
• Dal capitolo IX al capitolo XXVII – passa circa un anno, il ritmo viene
accelerato
• dal capitolo XXVIII al capitolo XXXII – la narrazione si accellera
ancora di più
• Gli ultimi cinque capitoli (XXXIII-XXXVIII) – registrano un nuovo
rallentamento, si narrano le vicende di circa tre mesi.
• Il ritmo rallenta quando il racconto si incentra sulle storie individuali
dei personaggi, accellera quando si narra degli importanti
avvenimenti storici
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•
ANACRONIA – una discordanza tra l’ordine della storia e l’ordine del
racconto nel senso che il narratore può interrompere la narrazione per
evocare un evento precedente opure può anticipare il racconto di un
evento.
•
ANALESSI/FLASH BACK – la narrazione di fatti che precedono quelli a cui
è arrivata la narrazione
•
PROLESSI è l’anticipazione di fatti non ancora avvenuti
•
casi di prolessi sono rari nei romanzi dell’Ottocento, sono più frequenti nel
romanzo del Novecento.
•
ACCELERAZIONE/SOMMARIO - il tempo del racconto è più breve del
tempo della storie (poche righe per molti giorni o anni)
EQUILIBRIO- il tempo del racconto coincide con il tempo della storia
RALLENTAMENTO/PAUSA – il tempo della storia è fermo ma il narratore
descrice o commenta. Il tempo del discorso è superiore a quello della storia.
•
•
3
Elementi del testo narrativo:
le coordinate spazio-temporali:
il tempo
=
tempo della storia
tempo del discorso
in cui si svolgono i fatti narrati
(fabula)
il tempo presentato dal narratore
(intreccio)
=
prolessi
analessi
(anticipazione)
(flash-back)
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lo spazio
reale
simbolico
Le sequenze descrittive di spazi o ambienti possono avere varie funzioni.
Possono: a) creare lo sfondo agli eventi b) creare ritmo nel racconto,
provocando effetti di distensione dopo episodi particolarmente drammatici
o suscitando la suspense nei punti di maggiore tensione c) descrivere il
personaggio
costituisce lo sfondo di avvenimenti mossi e vari
spazio aperto
è l’ambiente privilegiato per le storie di mistero
o per quelle in cui i protagonisti vivono conflitti
spazio chiuso
e drammi interiori
“luoghi dell’anima”
la rappresentazione dello spazio è filtrata, a volte,
attraverso la coscienza dei personaggi che vi
proiettano le loro emozioni e i loro sentimenti
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• LA FUNZIONE FOCALIZZATRICE – serve a mettere a fuoco un
personaggio. Qui non si tratta della descrizione diretta del
personaggio ma indiretta. p. 49.
• «Il sole non era ancor tutto apparso sull’orrizzonte, quando il padre
Cristoforo uscì dal suo convento di Pescarenico, per salire alla
casetta dov’era aspettato. È Pescarenico una terricciola, sulla riva
sinistra dell’Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte;
un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori [... ] La scena
era lieta; ma ogni figura d’uomo che vi apparisse, rattristava lo
sguardo e il pensiero. Ogni tanto, s’incontravano mendichi gracili e
macilenti, o invecchiati nel mestiere, o spinti allora dalla necessità a
tender la mano. Passavano zitti accanto al padre Cristoforo, lo
guardavano pietosamente, e, benché non avesser nulla aspettare
da lui, giacché un cappuccino non toccava mai moneta, gli facevano
un inchino di ringraziamento.
• L’ambiente assomiglia al carattere di padre Cristoforo
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FUNZIONE ORGANIZZATRICE- la focalizzazione non è incentrata sul
personaggio, ma sulla narrazione stessa, che viene organizzata
coerentemente, anticipata e annunciata.
Esempio:
«Il cielo prometteva una bella giornata; la luna, in un canto, pallida e
senza raggio, pure spiccava nel campo immenso d’un bigio ceruleo,
che giù giù verso l’oriente, si stendevano, a lunge falde ineguali,
poche nuvole, tra l’azzuro e il bruno.....Se Renzo si fosse trovato lì
andando a spasso, certo avrebbe guardato in sù, e ammirato
quell’albeggiare così diverso da quello ch’era solito vedere ne’ suoi
monti; ma badava alla sua strada, e camminava a passi lunghi, per
riscaldarsi e per arrivar presto» (Cap. XVII, p. 49-50.)
• Nel clima della descrizione c’è l’anticipazione del buon esito della
fuga di Renzo.
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• LA FUNZIONE DILATORIA – sospende il regolare flusso della
narrazione. p.48.
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Elementi del testo narrativo:
le tecniche narrative
per esprimere voce e pensieri dei personaggi sono utilizzate varie tecniche:
– discorso diretto tipico della focalizzazione esterna, è introdotto di
solito da un verbo dichiarativo;
– dialogo – quando parlano due o più interlocutori tra di loro
– monologo quando il personaggio parla a un interlocutore presente ma
silenzioso
– soliloquio quando il personaggio parla a se stesso in assenza di
interlocutori reali
– discorso indiretto in cui il narratore riferisce discorsi e pensieri dei
personaggi dal suo punto di vista; è introdotto da un verbo dichiarativo +
la congiunzione subordinante; è tipico della focalizzazione zero con
narratore onnisciente
– discorso indiretto libero in cui sono omessi verbi dichiarativi e
congiunzioni subordinanti e discorsi e pensieri dei personaggi sono
inseriti nella narrazione e si confondono con quelli del narratore
– monologo interiore che designa una citazione di pensieri del
personaggio in stile diretto libero e flusso di coscienza, fluire di
pensieri, impressioni, associazioni opposto al pensiero intenzionale
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Il discorso indiretto è modalità narrativa diegetica.
La diegési significa “racconto puro” – la techica mediante la quale il
narratore riferisce con le sue parole i pensieri e le parole dei personaggi.
Il discorso diretto, l’indiretto libero e il monologo interiore sono modalità
narrative mimeticheLa mimesi significa “imitazone” – il naratore riporta con precisione le parole
e i pensieri dei personaggi ed è nascosto rispetto al racconto.
p. 162.
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