Il Fascismo al potere
Dalla vittoria mutilata al
Biennio rosso
 L’impresa di Fiume di D’Annunzio
 Crisi sociale e “biennio rosso”
 Nascita dei “Fasci di combattimento”
I fascisti marciano su Roma
 I socialisti e la scissione di Livorno
 Marcia su Roma: Mussolini al governo
 Il delitto Matteotti
Il regime fascista
 Le leggi fascistissime
I.I.S. “Carlo Urbani” – Ostia
 I patti lateranensi
A cura del prof. Luigi O. Rintallo
 Guerra di Etiopia e nascita
dell’impero
Il fascismo
al potere /1
Dalla vittoria mutilata al “biennio rosso”
Alla fine della I guerra mondiale il
Trattato di Versailles assegna
all’Italia Trento, Trieste e l’Istria,
ma non la città italiana di Fiume
Nel 1919 il poeta D’Annunzio
occupa la città di Fiume e vi
instaura un governo personale, in
violazione dei trattati di pace. Nel
rispetto degli accordi sottoscritti
dall’Italia, il governo Giolitti fa
bombardare Fiume costringendo i
legionari dannunziani a lasciarla
(Natale 1920). D’Annunzio si ritira
sul Garda, nel Vittoriale,
abbandonando ogni pretesa di
politica attiva.
Si diffonde nel paese un profondo
malcontento per la cosiddetta
“vittoria mutilata”, mentre crescono
le tensioni sociali a causa della
crisi economica e occupazionale
Mussolini ex socialista, dopo aver
inizialmente promosso una politica
dai caratteri innovatori
(Programma di San Sepolcro), si
propone come uomo d’ordine,
divenendo l’interlocutore
privilegiato dell’elite economica al
potere.
L’Italia è alle prese da un lato coi
problemi della riconversione
produttiva (dalle armi all’industria
civile) e dall’altro con lo scontento
popolare per le promesse
mancate (terre ai contadini). I
governi liberali si rivelano sempre
meno capaci ad affrontarli.
E’ il biennio rosso” (1919-20): le
velleità rivoluzionarie dei socialisti
massimalisti preoccupano
imprenditori e agrari, che ricorrono
sempre di più alle squadre di fascisti
per reprimere le rivolte.
Anche a sinistra si formano organizzazioni armate come gli Arditi del popolo, su iniziativa
di anarchici e socialisti massimalisti, che operano soprattutto nel centro-nord dell’Italia.
Intanto, Mussolini amplia l’area di consenso attorno al suo movimento e aderisce ai
“blocchi nazionali” voluti dai liberali al governo. Sul versante opposto, i socialisti sono
attraversati da profondi dissidi a causa dell’influenza esercitata dall’esterno ad opera del
comunismo sovietico di Lenin.
Alle elezioni del 1919, svoltesi per
la prima volta col sistema
proporzionale, aumentano i seggi
socialisti e popolari. I fasci di
combattimento, fondati da
Mussolini a Milano, non ottengono
nessun deputato.
Nel partito socialista la corrente
massimalista, che intende seguire
le orme della rivoluzione russa,
prevale su quella riformista.
Hanno inizio occupazioni di
fabbriche e scioperi a ripetizione.
I fascisti si organizzano in
formazioni para-militari
(squadrismo). La violenza politica si
diffonde nel paese e si moltiplicano
aggressioni, incendi e delitti.
All’interno dell’amministrazione
pubblica (prefetti, polizia) la
reazione è debole, spesso si
manifestano complicità e omissioni.
Il fascismo
al potere /2
I fascisti marciano su Roma
Nel gennaio 1921, il partito
socialista tiene il suo congresso a
Livorno,
Si giunge così alla scissione del
gruppo guidato da Antonio
Gramsci, che dà vita a una nuova
formazione politica: il partito
comunista d’Italia (dal 1943: Pci).
Di lì a poco, al congresso di
ottobre 1922, anche la corrente di
Turati e Matteotti è espulsa dal
partito socialista. I riformisti si
riuniscono nel Psu (partito
socialista unitario).
Si delinea un contrasto insanabile
sulla questione dell’adesione o
meno alla III internazionale
comunista di Lenin.
Fra i primi provvedimenti presi dal
governo Mussolini, la riforma della
scuola ideata dal ministro Gentile
e la riforma in senso maggioritario
della legge elettorale del
sottosegretario alla presidenza
Acerbo. Il partito popolare intanto
si spacca sulla partecipazione al
governo: i nazional-popolari,
contro il parere di Luigi Sturzo,
rimangono con Mussolini.
Alle votazioni del maggio 1921
confermato il successo di socialisti
e popolari. Ma stavolta ottengono
35 seggi anche i fascisti, che in
novembre si trasformano in vero e
proprio partito: partito nazionale
fascista (PNF).
A Mussolini è dato dal re l’incarico di
formare un nuovo governo, che ha la
maggioranza in Parlamento grazie alla
coalizione che unisce liberali,
nazionalisti e cattolici popolari. E’
istituito il Gran Consiglio del Fascismo.
La Camera vota i pieni poteri a
Mussolini in materia economica.
Il 10 giugno 1924 una squadra di fascisti rapisce e uccide il deputato Giacomo Matteotti,
dei socialisti unitari, fra i gruppi di sinistra quello con più seggi rispetto a massimalisti e
comunisti. In Parlamento aveva denunciato le irregolarità delle votazioni. Il governo rischia
di cadere (Mussolini rinuncia all’interim del Ministero dell’Interno e lo cede a Federzoni),
Per protesta da Montecitorio si ritirano le opposizioni (Aventino), compresi i popolari di
Sturzo che vengono però sconfessati da papa Pio XI. Mussolini ha così modo di
riprendere in mano la situazione e organizzare una vasta repressione degli anti-fascisti.
Dopo le dimissioni di Giolitti si
susseguono ministeri deboli e
poco autorevoli (Bonomi, Facta),
mentre continuano le violenze,
che perdurano anche dopo la
nomina di Mussolini al governo.
28-10-1922: avviene la marcia su
Roma dei fascisti, che non
vengono fermati perché il re rifiuta
di firmare il decreto di stato
d’assedio. Nel dicembre 1922, gli
squadristi confluiranno nella
MVSN (Milizia volontaria sicurezza
nazionale).
Le votazioni dell’aprile 1924 sono
precedute da un clima di soprusi e
intimidazioni. La vittoria del listone
nazionale voluto da Mussolini fa
scattare il premio di maggioranza,
garantendo così i due terzi dei
seggi.
Il fascismo
al potere /3
Il regime fascista
Dopo il “pronunciamento dei
consoli” (i ras fascisti delle
province), il 3-1-1925 Mussolini
assume ogni responsabilità per
quanto accaduto.
Fra il 1925 e il ’26 si verificano i
seguenti mutamenti istituzionali:
- i podestà di nomina governativa
prendono il posto dei sindaci eletti.
- Il capo del governo (Mussolini) è
responsabile solo di fronte al re.
- i consigli comunali diventano
organi consultivi i cui componenti
sono scelti dal prefetto.
- A novembre 1926 sono sciolti i
partiti di opposizione, è istituito il
confino politico, nascono i
Tribunali speciali per la difesa
dello Stato, contro la sovversione
anti-fascista.
Comincia un’ampia revisione della
legislazione in senso repressivo, il
cui artefice è il ministro Alfredo
Rocco. Proseguono le aggressioni
contro gli esponenti anti-fascisti.
Dopo la stabilizzazione della Lira,
che pesò gravemente sulla
economia italiana, sono affrontati
gli effetti della crisi del ’29: cresce
l’interventismo statale e nasce
l’IRI. L’ordine corporativo imposto
dal regime riduce le conflittualità
sociali, mentre sono avviate opere
pubbliche quali le autostrade e la
bonifica delle paludi pontine. In
politica estera Mussolini rivendica
le aspirazioni coloniali dell’Italia.
Dopo i 4 attentati subiti dal Duce
fra il novembre ‘25 e l’ottobre ‘26,
il governo riorganizza la polizia
politica: nasce l’OVRA che
persegue gli anti-fascisti, spesso
costretti all’esilio.
Il regime fascista consolida il
consenso nel Paese: la radio è
posta sotto il controllo statale con
l’EIAR. L’11-2-1929 è firmato il
Concordato con la Chiesa
cattolica: al plebiscito di marzo, si
registra solo l’1,6 % di NO contro
il fascismo.
Durante la gestione della crisi con l’Etiopia, gli inglesi attuano una serie di iniziative antiitaliane e, dopo l’invasione, alla Società delle Nazioni sono votate le sanzioni contro
l’Italia. A non applicarle sarà la Germania, favorendo così il processo di avvicinamento a
Hitler da parte di Mussolini. Tedeschi e italiani saranno fianco a fianco anche durante la
guerra civile spagnola nell’appoggio al generale Franco. Nel 1938, sulla scia della
Germania nazista, anche il governo fascista approverà le leggi razziali che
discrimineranno i cittadini ebrei.
Fra costoro muoiono in Francia,
per i postumi delle aggressioni
fasciste, i liberali Piero Gobetti e
Giovanni Amendola. Intanto, in
Italia, si scioglie anche la CGdL
che è ricostituita in Francia.
A novembre 1926, assieme
all’intero gruppo dirigente
comunista, è arrestato Antonio
Gramsci. Detenuto per sei anni a
Turi, dal ’33 è trasferito in clinica a
Formia. Muore in una clinica di
Roma il 27 aprile 1937.
Dopo che gli etiopi assalgono a Ual
Ual un fortino italiano, la contesa fra
i due paesi sfocia nella guerra. Per
sostenere l’impegno bellico, è
indetta la “giornata della fede” in cui
gli italiani donano le fedi nuziali,
fruttando 500 milioni A ottobre 1935
l’Italia invade l’Etiopia che è
costretta alla resa nel 1936. Con il
discorso del 9 maggio, Mussolini
proclama la nascita dell’Impero
dell’Africa orientale.