Fisica 1 Gravitazione Programma della lezione • • • • Richiami matematici sulle coniche Leggi di Keplero Legge di gravitazione di Newton Soluzione del problema dei due corpi – Scelta del sistema di riferimento – Momento della quantita` di moto – Energia • Dimostrazione delle leggi di Keplero • Considerazioni sull’energia Richiami di matematica: le coniche • In coordinate polari, scelto uno dei fuochi come origine, l’equazione di una conica è 1 r • • • p1 ecos ove r è la distanza tra un punto della conica e il fuoco e è l’angolo compreso tra l’asse della conica e il vettore r e è detta eccentricità della conica Si può mostrare che la formula scritta rappresenta sempre una conica, il cui tipo dipende dal valore dell’eccentricità: e<1 ellisse, e=1 parabola, e>1 iperbole r Richiami di matematica: l’ellisse • L’ellisse è caratterizzata dal fatto che la somma delle distanze di un punto dai fuochi è costante PF1 PF2 const. • Detto E il centro dell’ellisse, EB=a è il semiasse maggiore ed ED=b il semiasse minore • La distanza dei fuochi dal centro è EF2=EF1=ea • Il semiasse minore si può esprimere in funzione del semiasse maggiore e dell’eccentricità: 2 2 2 2 2 2 D P b a a e a 1 e L’area dell’ellisse è A F1 E B F2 C A ab Quanto vale la costante? Dimostrare la relazione tra b e a, e Gravitazione universale • Agisce tra due corpi qualunque dotati di massa • Supponiamo inizialmente che le masse abbiano dimensione trascurabile rispetto alla distanza reciproca (caso ideale di masse “puntiformi”) • È descritta dalla legge di Newton m1m2 F21 G 2 r12 r • Ove F21 è la forza agente sulla massa 2, dovuta alla massa 1, m1 e m2 sono le masse dei corpi, r la loro distanza, r12 il versore orientato da 1 a 2 • La combinazione -r12 il indica che la forza è attrattiva Gravitazione universale • G è una costante fisica universale di dimensioni (nel sistema MKS) 2 F L 3 2 1 G L T M M2 • E di valore 11 G 6.76 10 3 m kg s2 Energia potenziale gravitazionale • Dalla legge di forza k F 2 r r • possiamo calcolare l’energia potenziale: r V r V V r F dl r k k k Fdr 2 dr r r r r r dl F r Leggi di Keplero • Newton arrivò alla sua legge studiando l’opera di Keplero, il quale aveva enunciato tre leggi valide per il moto dei pianeti del sistema solare • Prima legge: l’orbita percorsa da un pianeta giace su di un piano e ha forma di ellisse, di cui il sole occupa uno dei due fuochi Leggi di Keplero • Useremo un sistema di coordinate polari per descrivere l’orbita del pianeta • Il raggio vettore r, con origine nel sole e vertice nel pianeta, è definito dal modulo r e dall’angolo (detto anomalia o azimut) • Il punto A in cui il pianeta è più lontano dal sole è detto afelio; il punto B in cui il pianeta è più vicino al sole è detto perielio • Entrambi son detti apsidi r A B Leggi di Keplero • La prima legge si può esprimere matematicamente 1 p1 ecos r • Ove p ed e sono due parametri orbitali: e è l’eccentricità dell’orbita (sempre <1 per un’ellisse) • Esercizio: esprimere p in funzione degli altri parametri orbitali analizzando, p.e., il perielio (r=a-ae, =0) 1 p 2 a1 e Leggi di Keplero • Seconda legge: l’area “spazzata” dal raggio vettore è proporzionale al tempo impiegato per spazzarla: A=kt, in termini infinitesimi: dA=kdt dA k • Ovvero: la velocità areale è costante dt • Storicamente fu scoperta per prima A B • Possiamo esprimere la costante k mediante l’area e il periodo A ab k T T Leggi di Keplero • Terza legge: il quadrato del periodo di rivoluzione di un pianeta attorno al sole è proporzionale al cubo del semiasse maggiore dell’orbita T 2 ka3 • La costante di proporzionalità è uguale per tutti i pianeti • Una legge analoga vale per il sistema di Giove e i suoi satelliti • La costante è uguale per tutti i satelliti (ma è diversa da quella del sistema Sole-pianeti, come vedremo) Il problema dei due corpi • Consideriamo un sistema isolato costituito da due masse puntiformi interagenti con forza newtoniana • Sia S un sistema di riferimento inerziale in cui descrivere il sistema dei due corpi r r2 r1 • Siano r1 e r2 i vettori posizione (in S) delle due masse • La forza mutua dipende solo dal vettore r tra le due masse: r = r 2 - r1 m1m2 F12 G 2 r r m1m2 F21 G 2 r r Il problema dei due corpi • Introduciamo anche il vettore R, posizione del centro di massa: m1r1 m2 r2 R m1 m2 r R • Le trasformazioni inverse permettono di esprimere r1 e r2 in funzione di R e r m2 r1 R r m1 m2 r1 m1 r2 R r m1 m2 r2 Il problema dei due corpi • Poiché il sistema è isolato, il centro di massa si muove di moto rettilineo uniforme dR const. dt • Possiamo sfruttare questo risultato per scegliere un sistema di riferimento inerziale più conveniente S’: uno con l’origine O’ coincidente con il centro di massa dei due corpi (i due punti coincidono e traslano assieme) • D’ora in poi, anche se con abuso di notazione, continueremo ad usare gli stessi simboli nel nuovo sistema S’ (però ora R=0) Il problema dei due corpi • Risolvere il problema significa trovare la dipendenza di r dal tempo. Una volta noto r, le coordinate delle masse si ottengono (ora R=0) semplicemente da m1 m2 r2 r r1 r m1 m2 m1 m2 • Un fatto importante è che nel sistema S’, le velocità v1 e v2 sono parallele m1 m dR m1 2 0 v1 v2 v 2 v1 dt m1 m2 m1 m2 m 2 • Ciò significa che i vettori v1, v2 e r sono complanari Forze centrali • La forza gravitazionale rientra in un tipo più generale di forze, dette centrali • Queste forze hanno l’importante proprietà di essere dirette lungo la congiungente dei corpi in interazione, cioè lungo r e dipendere solo da r m1m2 F12 G 2 r f rr r Il momento delle forze • Calcoliamo il momento delle forze interne, sfruttando il fatto che la forza è centrale: M r1 F12 r2 F21 r1 F12 r2 F12 r1 r2 F12 r f rr 0 • L’annullarsi del momento delle forze, implica che il momento della quantità di moto sia costante dL M 0 dt L const. Il momento della qdm • Abbiamo mostrato che v1, v2 e r sono complanari • Ne segue che i vettori mqm dei due corpi sono paralleli • Calcoliamo ora il mqm totale L l1 l2 r1 m1v1 r2 m2v2 • Il fatto che l1, l2 (e quindi L) siano paralleli, assieme al fatto che L si conservi, significa che il moto dei due corpi avviene su di un piano (perpendicolare a L e contenente v1, v2, r) • Il problema è quindi ridotto a due dimensioni. Scegliamo il sistema S’ su questo piano: un sistema di riferimento polare di coordinate r e Il momento della qdm • Il vettore r potrà ruotare attorno al punto O’ (e anche cambiare lunghezza ) • Ciò significa che la velocità angolare delle due masse è uguale d1 d2 d dt dt dt d2 d1 O’ Il momento della qdm • Tenendo conto del parallelismo dei due mqm e detta v la componente azimutale della velocità, il modulo L è L r1m1v1 sin 1 r2 m2v2 sin 2 r1m1v1 r2 m2 v2 v v r vr Il momento della qdm • Ovvero d d 2 2 d L r1m1r1 r2m2r2 m1r1 m2r2 dt dt dt • Esprimendo r1 e r2 in funzione di r, (R=0), otteniamo 2 2 m2 m1 d L m1 r m2 r m1 m2 m1 m2 dt m1m2 2 d 2 d r r m1 m2 dt dt Il momento della qdm • Ove è una costante con le dimensioni di una massa, detta massa ridotta • Il risultato ottenuto 2 d L r dt • si può interpretare dicendo che il sistema dei due corpi è equivalente ad un solo corpo di massa a distanza r da un centro fisso di forza • Risultato utile per esprimere la velocità angolare in funzione della distanza r (e delle costanti , L) d L 2 dt r 2a legge di Keplero • Siamo ora in grado di dimostrare questa legge nell’ambito della teoria di Newton • Esprimiamo l’area del triangolo infinitesimo SP1P2 in coordinate polari P1 P2 S 1 1 2 dA rrd r d 2 2 2a legge di Keplero • Dividendo per il tempo otteniamo la velocità areale dA 1 2 d r dt 2 dt • Per quanto detto sul momento della qdm abbiamo dA L const. dt 2 CDD • Da notare che abbiamo usato soltanto il fatto che la FG è di tipo centrale: il risultato è quindi valido per qualunque forza centrale Energia • Finora abbiamo usato la legge di conservazione della qdm • Usiamo ora una seconda legge di conservazione, quella dell’energia E T V const. • Ove T è l’energia cinetica delle due masse e V (già calcolata) è l’energia potenziale gravitazionale dovuta all’attrazione mutua Energia cinetica • Calcoliamo l’energia cinetica 1 1 2 T m1v1 m2v 22 2 2 2 2 1 dr1 1 dr2 m1 m2 2 dt 2 dt 2 2 1 m2 dr 1 m1 dr m1 m2 2 m1 m2 dt 2 m1 m2 dt 2 2 1 m1m2 dr 1 dr 2 m1 m2 dt 2 dt Energia cinetica • Di nuovo possiamo interpretare dicendo che per quanto riguarda T, il sistema dei due corpi equivale ad un corpo solo di massa ridotta 2 1 dr T 2 dt • Esprimendo la velocità in termini delle componenti radiale e azimutale: v 2 2 1 dr 2 d T r dt 2 dt v r vr Energia • Tornando all’energia 2 2 1 dr 2 d E r V r dt 2 dt • Esprimendo la velocità angolare in funzione di L e r e inserendo l’espressione di V, otteniamo infine 2 1 dr L2 k E 2 2 dt 2r r Integrazione dell’equazione • L’equazione (differenziale) precedente è una relazione tra la coordinata r (incognita), la sua derivata (incognita) e due costanti del moto E e L (supposte note) • Possiamo esplicitare rispetto alla derivata dr 2E 2k 1 L2 1 2 2 dt r r Integrazione dell’equazione • Risolvere questa equazione ci darebbe la distanza r (e quindi ) in funzione del tempo • È più interessante però determinare r in funzione dell’angolo , in questo modo otteniamo l’equazione dell’orbita • A tal fine riscriviamo la velocità radiale dr dr d dr r 2 dt d dt d L Integrazione dell’equazione • Otteniamo infine dr 2E 2 2k r r 2 r 1 2 d L L • Quest’equazione si può risolvere per quadrature: d dr 2E 2 2k r r 2 r 1 2 L L Integrazione dell’equazione • L’integrando si può riportare ad una forma standard con la sostituzione u=1/r d , du 2E 2k 2 u u L2 L2 • L’integrale è della forma b 2cu 1 arccos 2 2 c b 4ac a bu cu du Integrazione dell’equazione • E quindi 2 L u 1 k , arccos 2EL2 1 2 k • E tornando alla variabile r: 2EL2 , 2 1 1 cos 2 r L k 1 k 1a legge di Keplero • L’espressione precedente è della forma 1 p1 ecos r • Ove l’eccentricità è 2EL2 e 1 k 2 • E si è scelto ’=0 in corrispondenza del perielio CDD 1a legge di Keplero • Nel caso in cui il sole sia identificato col corpo 1 e un pianeta col corpo 2, abbiamo m pianeta rsole r 0 msole m pianeta msole rpianeta r r msole m pianeta Il sole è praticamente fermo Il corpo di massa ridotta e il pianeta si possono identificare m pianeta Energia • Torniamo all’espressione dell’energia 1 2 L2 k E v r 2 2 2r r • Il primo termine del membro di destra è l’energia cinetica radiale, il secondo termine è l’energia cinetica azimutale, il terzo termine è l’energia potenziale • Formalmente possiamo considerare invece il secondo termine come energia potenziale, aggiuntiva a quella gravitazionale, di una particella fittizia di cui il primo termine rappresenta tutta l’energia cinetica • Questo modo di vedere ha il vantaggio di ridurre il numero di dimensioni del problema da due a una Energia • Nella figura abbiamo tracciato le due energie potenziali con linee tratteggiate e la loro somma Vtot con linea continua • L’energia totale E è una costante (retta tratteggiata) • La differenza tra E e Vtot è l’energia cinetica (freccia) 1 2 L2 k E v 2 2 2r r r Energia • Per E>0, r assume un valore minimo ma può assumere valori arbitrariamente grandi: l’orbita è aperta E>0 T r L’eccentricità è >1, come dev’essere per un’iperbole 2 2 E L 2EL e 1 1 1 2 2 k k 2 Energia • Per E<0, r è compreso tra un valore minimo e uno massimo: l’orbita è limitata (e chiusa) T E<0 r L’eccentricità è <1, come dev’essere per un’ellisse 2 E L2 2EL2 e 1 1 1 2 2 k k 3a legge di Keplero • Come abbiamo visto, la 2a legge di Keplero stabilisce che dA L dt 2 const. • Integrando questa relazione su di un periodo di L rivoluzione, abbiamo T 2 A ab • Ricordando la relazione tra b, a ed e: 2 T a 1 e L 2 2 3a legge di Keplero • Dalla 1a legge di Keplero, applicata al perigeo, avevamo trovato 1 p • Ove ora p k a1 e 2 L2 • Che ci permette di esprimere e in funzione di , L, k, a: L 1 e ka 2 3a legge di Keplero • Ed infine T 2 k a 32 2 Gm1 m2 a3 2 • La teoria di Newton “verifica e smentisce” allo stesso tempo la 3a legge di Keplero • La smentisce in quanto la costante che compare nella legge è diversa da pianeta a pianeta • La conferma in quanto tale costante è con buona approssimazione uguale per tutti i pianeti 2 2 Gmsole Gmsole m pianeta CDD Masse estese • Newton fece qualcosa di più: dimostrò che la legge di forza ha la stessa espressione anche per masse estese con simmetria sferica • Lo dimostreremo in elettrostatica quando studieremo la legge di Gauss Il problema degli n corpi • Se si hanno tre o più corpi, qualunque sia la forza d’interazione, il problema non ammette, in generale, una soluzione analitica • Teoria delle perturbazioni • Problema della stabilità del sistema solare