Seconda Legge (Legge delle aree, 1609)

LEGGI DI KEPLERO (1571 –1630)
Le tre leggi del movimento dei pianeti sono il principale contributo di
Johannes Kepler, detto Keplero, all'astronomia e alla meccanica. Keplero le
derivò in parte studiando le osservazioni di Tycho Brahe. Isaac Newton
avrebbe più tardi verificato la validità di queste leggi.
CURIOSITÀ La comunità scientifica gli ha dedicato l'asteroide 1134 Kepler,
un cratere lunare di 31km di diametro, un cratere sul pianeta Marte di 233km
di diametro, una cresta di 15km di lunghezza su Fobos (uno dei due satelliti
di Marte) e Kepler-22 b, il pianeta più simile alla Terra scovato finora
nell'Universo, che orbita attorno a Kepler-22, una stella nana gialla situata
nella costellazione del Cigno e il telescopio spaziale Kepler della NASA.
Prima Legge (Legge delle orbite ellittiche, 1608)
«L'orbita descritta da un pianeta è un'ellisse, di cui il Sole occupa uno dei due fuochi.»
Conseguentemente la distanza dei pianeti dal Sole non è costante, ma varia da un massimo (afelio)
ad un minimo (perielio).
Seconda Legge (Legge delle aree, 1609)
«Il segmento (raggio vettore) che unisce il centro del Sole con il centro del pianeta descrive aree
uguali in tempi uguali.» Conseguentemente la velocità non sarà sempre la stessa: un pianeta più
vicino al sole ruota più velocemente.
Terza Legge (Legge dei periodi, 1619)
«I quadrati dei tempi che i pianeti impiegano a percorrere le loro orbite sono proporzionali ai
cubi delle loro distanze medie dal Sole»
(distanza = a, tempo = T, costante = K)