Dalla
monarchia
alla
repubblica
Francesco Toscano
La cacciata dei re etruschi
 la leggenda racconta che
Sesto, figlio del re etrusco
Tarquinio il Superbo, avrebbe
commesso una violenza nei
confronti di Lucrezia, moglie di
Tarquinio Collatino
 Lucrezia, non sopportando la
vergogna, si uccise, e il popolo
indignato cacciò i re etruschi,
affidando il potere a due
consoli, Lucio Giunio Bruto e
Lucio Tarquinio Collatino
busto in bronzo di
Lucio Giunio Bruto
(metà del III secolo a. C.)
La organizzazione repubblicana
 Roma assume dal 509 a. C. una struttura
repubblicana, che mantiene al centro l’idea
della collegialità del potere
 i consoli («coloro che si consultano») sono
infatti due ed eletti annualmente, ma
incarnano il potere monarchico
 infatti hanno il potere di
 comandare l’esercito
 convocare il senato
 presiedere i comitia
 controllare le attività pubbliche
I consoli
 sono accompagnati
dai littòri, segno del
loro imperium, che è,
oltre a quello militare,
un potere di origine
divina, che consente
di arruolare e
giudicare
 in pratica i due consoli
si dividono i ruoli e
ciascuno ha il diritto
di veto, cioè può
bloccare la decisione
del collega
Bassorilievo con tre littòri, che
hanno in spalla i fasces, fasci di
verghe di legno, sormontati da una
scure
(I secolo d. C.)
Le difficoltà del V secolo a. C.
Roma deve affrontare tre problemi
1) la controffensiva etrusca
2) la rivalità con le città dei popoli latini
3) la pressione dei popoli appenninici
 si scontra contro il re etrusco della città di
Chiusi, Porsenna. La leggenda registra gesta
eroiche dei Romani, nucleo del mos
maiorum: Orazio Coclite, Muzio Scevola e
Clelia
 dopo la vittoria romana ad Ariccia nel 504
a. C. gli Etruschi sono costretti ad
allontanarsi da Roma

Le difficoltà del V secolo a. C.



la battaglia vicino al lago Regìllo nel 496
a. C. risolve il problema con la lega latina,
creando una forte alleanza, che la tradizione
registra con l’alternanza del generale a capo
dell’esercito romano (un anno sarebbe
toccato ad un generale romano, l’anno
successivo ad un generale latino)
le guerre contro le popolazioni appenniniche
(i Volsci, gli Equi, i Sabini, …) vanno dal 490
al 430 a. C.
ancora una volta vengono registrate dalla
tradizione gli atti eroici di Cincinnato e
Coriolano
L’Italia intorno al 400 a. C.
La società nel V secolo a. C.
 scoppiano violenti tumulti fra patrizi (cittadini
liberi con pieni diritti politici attivi e passivi) e
plebèi (cittadini liberi, costretti a coltivare
terre altrui, esercitano l’artigianato e il
commercio)
 i plebèi si ritirano (la c. d. «secessione»)
sull’Aventino, rifiutando di lavorare e di
combattere per i patrizi. Grazie alla
mediazione di Menènio Agrippa, i plebèi
ottengono il tribunato della plebe e il
diritto di veto (intercessio) per le decisioni
dei consoli
 sono ancora fuori delle carriere politiche
La società nel V secolo a. C.
 nel 450/1 a. C. dieci magistrati straordinari
(decemviri) redigono il codice delle XII
tavole, una raccolta di leggi che vengono
incise sul bronzo
 pur convalidando, almeno in parte, il diverso
trattamento giuridico fra le due classi sociali,
il codice segna la fine dell’arbitrarietà del
diritto: i patrizi non possono più modificare a
loro favore le leggi, che, prima erano orali
 nel 445 a. C. i plebei ottengono la lex
Canuleia: sono permessi i matrimoni fra
patrizi e plebei
Il governo della res publica
 si creano nuove magistrature perché la
struttura sociale è sempre più complessa e
perché la parte più ricca della plebe esige la
partecipazione al governo dello stato
 il cursus honorum è costituito da questori,
edili (magistrature popolari), pretori e censori
 la popolazione partecipa attivamente alla vita
pubblica attraverso le assemblee
 la più importante di esse sono i COMIZI
CENTURIATI, forse istituiti da Servio Tullio,
basati sulla divisione della popolazione in
cinque classi di censo (forma timocratica),
cioè in base al possesso terriero
I comizi centuriati
 nei comizi centuriati ogni classe deve fornire
all’esercito un certo numero di soldati o
cavalieri (centurie, «gruppi di cento») tanto
più alto quanto maggiore era il patrimonio
degli appartenenti alla classe
 su un totale di 193 centurie, 98 erano fornite
dalla prima classe (quella dei più ricchi) e 95
dalle altre quattro classi
 poiché si vota per centuria, la prima classe ha
sempre la maggioranza assoluta
 si crea un blocco compatto fra patrizi e plebei
ricchi a scapito dei capite censi, i poveri
Le magistrature popolari
tribuni
della
plebe
sovrintendeno ai
mercati, gestiscono
spettacoli,
manutenzione strade,
e ordine pubblico
amministrano il
denaro pubblico,
pagano i soldati e i
dipendenti statali
(solo plebei)
edìli
questori
eleggono
eleggono
assemblee
popolari
comizi tributi
formati dai rappresentanti delle
31 tribù, patrizi e plebei
Il governo della res publica
Senato
solo funzione consultiva
sulla
politica
estera
sulle
proposte
di leggi
due consoli
censori
censimento
della
popolazione
pretori
eleggono
comizi centuriati
giustizia civile
L’ascesa di Roma nel IV secolo a. C.
 nel 396 a. C. i Romani conquistano la
città etrusca di Veio e iniziano
l’espansione verso nord
 ma i Galli, o Celti, che erano penerati
in Italia alla ricerca di terre fertili, e
che avevano già conquistato gran
parte dell’Etruria, si scontrano con la
potenza romana
L’ascesa di Roma nel IV secolo a. C.
 nel 390 a. C. i Celti sconfiggono i
Romani sul fiume Àllia, un affluente
del Tevere, ed entrano a Roma e
saccheggiano tutto
 la tradizione registra l’evento
attraverso le vicende del re Brenno
che saccheggia la città dopo aver
incontrato e ricevuto dai senatori
un’accoglienza sprezzante
 episodio delle oche del Campidoglio
L’ascesa di Roma nel IV secolo a. C.
 l’espansione territoriale consente di fondare
colonie, che permettono il miglioramento delle
condizioni anche degli strati più poveri della
popolazione romana
 nel 367 a. C. viene concesso ai plebei
l’accesso al consolato con le leggi LicinieSestie
 nel 340 a. C. le città latine si ribellano a
Roma, che però nel 338 a. C. le sconfigge
definitivamente e scioglie la Lega latina
 ai cittadini delle città ribelli viene tolto il
diritto di voto e l’autonomia nella politica
estera; partecipano alla fondazione di colonie
Le guerre contro i Sanniti
 tra la metà del IV secolo a. C. e i primi anni
del III secolo Roma si scontra con le bellicose
popolazioni che abitano l’appennino centrale:
Lucani, Bruzi e Sanniti
Le guerre sannitiche
 gli storici romani definiscono i Sanniti come
«guerrieri», quindi riconoscendo la loro forza
bellica
 la prima guerra
sannitica scoppia nel
343 a. C. perchè
Capua, minacciata
dai Sanniti, chiede
aiuto a Roma, che si
sente in dovere di
difenderla
 la seconda guerra
va dal 326 al 304
Soldati sanniti in un affresco di Posidonia
(IV secolo a. C.)
Le guerre sannitiche
 nel 321 a. C. Roma viene sconfitta ed
umiliata nella battaglia delle Forche
Caudine. I Sanniti costringono i Romani a
passare sotto un giogo simbolico (tre lance
incrociate)
 anni dopo, però, la vittoria romana nel 305 a.
C. presso la capitale del Sannio, Boiano,
permette a Roma di incorporare la Campania,
una delle regioni più fertili della penisola
 la terza guerra va dal 298 al 290 a. C. e si
conclude con la clamorosa vittoria romana di
Sentìno (Umbria) contro gli eserciti uniti di
Celti, Etruschi e Sanniti
La legione romana
 lo strumento militare che
permette a Roma di
vincere dovunque è la
legione
 composta da cittadini con
pieni diritti, dai 17 ai 60
anni, capaci di armarsi a
proprie spese
 il legionario è armato
pesantemente, anche se è
l’agilità resta una
caratteristica fondamentale
La legione romana
 dopo le guerre sannitiche (combattute su
terreni impervi) la legione viene schierata su
quattro file:
 velites, armati alla leggera per disturbare ed
esplorare
 hastati, con lancia pesante e col pilum, giavellotto
 principes, i più esperti
 triarii, i veterani
 vera novità è l’ordinamento “manipolare”:
ogni legione ha 30 piccole unità composte da
120 soldati
 combattevano separatamente, disposti a
scacchiera, veloci negli spostamenti
Le armi del soldato romano
 spesso incontriamo nelle versioni i termini
delle armi adoperate dai soldati romani:
 il gladium o il più
piccolo pugio
 la lancia o il pilum
Lo scontro con Taranto e Pirro
 spingendosi verso sud, Roma incontra la ricca
e antica colonia spartana di Taranto
 la città chiede aiuto a Pirro, re
dell’Epìro (odierna Albania),
che nel 280 a. C. sbarca in Italia
 il primo scontro avviene ad
Eraclea, in Lucania, dove i
Romani videro per la prima volta
Pirro
gli elefanti schierati.
Scontro violento che non assicura la vittoria a
nessuno dei due contendenti
 Pirro si muove verso Roma e vince di nuovo
ad Ascoli Satriàno nel 279 a. C.
Lo scontro con Taranto e Pirro
 poco dopo Pirro è chiamato in Sicilia dalle
città greche per difenderle dai Cartaginesi
 fallita la spedizione in Sicilia, Pirro torna in
Italia e viene sconfitto dai Romani nel 275 a.
C. presso Malevento (da allora, Benevento).
Pirro rientra in Grecia
 Roma nel 272 a. C. conquista Taranto, per
poi occupare l’intera Puglia e la Calabria, fino
a Reggio, fondando molte colonie
 le città greche diventano socii navales:
autonome, ma devono fornire navi a Roma
La conquista di Taranto (272 a. C.)
 la conquista di Taranto non è importante solo
dal punta di vista militare e politico, ma
soprattutto dal punto di vista culturale: per
la prima volta, Roma viene in contatto diretto
con una città greca
 il bottino che riportano a Roma non è
costituito solo da schiavi e ricchezze, ma da
uomini con una cultura superiore
 questi vengono impiegati non solo nei campi,
ma spesso come gramatici, maestri dei
giovani figli delle famiglie patrizie
 inizia a diffondersi la lingua, la cultura e
la letteratura greca
Livio Andronìco
 è un personaggio esemplare del processo di
diffusione della cultura greca a Roma
 questi è catturato a Taranto e a Roma diventa
magister: poiché le lezioni sono sempre
lectiones, «letture», si vede costretto ad
affiancare ai testi romani arcaici (carmina) i
testi della letteratura greca
 intorno alla metà del III secolo a. C. compone
la Odusìa, cioè la traduzione ‘ragionata’
dell’Odissea di Omero: traduce ogni cosa che
il Romano medio può capire, modifica
l’originale davanti a frasi o concetti che la
forma mentale romana rifiuterebbe