Presentazione di PowerPoint

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LA DEPRESSIONE NEL PAZIENTE ANZIANO:
EPIDEMIOLOGIA
PROF. DOMENICO MAUGERI
CATANIA 25 OTTOBRE 2005
HOTEL SHERATON
“Le due più importanti malattie della
vecchiaia sono la depressione e la
demenza. La sovrapposizione tra i
sintomi della depressione e della
demenza in pazienti anziani è ben
conosciuta e può essere difficile
separarle all’interno di categorie
nosologiche differenti”.
Roth et al, 1996
LA DEPRESSIONE E’ UNA SINDROME CLINICA LEGATA AD
UNA PATOLOGICA ALTERAZIONE DELL’AFFETTIVITA’,
CHE PUO’ MANIFESTARSI CON UMORE DEPRESSO,
ALTERAZIONI COGNITIVE, COMPORTAMENTALI E
SOMATICHE.
NON VA CONFUSA CON LA DIMINUZIONE DEL TONO
DELL’UMORE O LA TRISTEZZA, CHE ESPRIMONO UNA NORMALE
REAZIONE A PARTICOLARI EVENTI ESISTENZIALI.
Etiologia
La base causale della Depressione non è nota. I
fattori causali possono essere, artificialmente,
divisi in biologici (disregolazione eterogenea
delle amine biogene noradrenalina e
serotonina), genetici e psicosociali (eventi della
vita e gli stress ambientali, fattori di personalità
premorbosa etc.), considerando che queste tre
realtà interagiscono tra loro.
Epidemiologia
La prevalenza del disturbo depressivo maggiore nelle regioni
occidentali industrializzate è compresa tra il 2,3% e il 3,2% nel
sesso maschile e tra il 4,5% e il 9,3% nel sesso femminile.
Il rischio di avere un disturbo depressivo maggiore nel corso
della vita è compreso tra il 7% e il 12% per l’uomo, e tra il 20%
e il 25% per la donna.
I fattori di rischio di disturbo depressivo maggiore
comprendono il sesso femminile (aumentato rischio nel
periodo postpartum), anamnesi positiva per la depressione
nei parenti di primo grado e precedenti episodi di depressione
maggiore.
IN ITALIA
3.200.000
6.992.000
Qualsiasi disturbo
Maschi
I disturbi differenziati:
" psicosessuali
" dell'infanzia e dell'adolescenza
Psicosi non affettive
Abuso/dipendenza da sostanze
" del comportamento alimentare
" del sonno
" del controllo degli impulsi
" da somatizzazione
" d'ansia
" affettivi
24.000
24.000
118.000
142.000
94.000
190.000
332.000
450.000
2.180.000
2.560.000
Femmine
25.610
204.884
230.494
204.884
281.715
563.431
435.378
793.925
5.702.361
5.506.000
TABELLA: PREVALENZA DELLA DEPRESSIONE NELL'ANZIANO
(The Psychiatric Clinics of North America 1998;21:941)
SETTING
A DOMICILIO
MALATI A DOMICILIO
PREVALENZA (%)
1-4
7-36
RICOVERATI
15-43
IN STRUTTURA
42-51
SOPRAVVIVENZA
SOPRAVVIVENZA IN UNA POPOLAZIONE DEPRESSA CON ETA' >65 ANNI
Solitamente l'accuratezza diagnostica degli strumenti autosomministrati è
I DISTURBI DELL’UMORE
DSM-IV-TR
DISTURBO
DEPRESSIVO
DISTURBO
MANIACALE
I DISTURBI DELL’UMORE
DSM-IV-TR
I DISTURBI DEPRESSIVI
(UNIPOLARI)
Dist. Depressivo Maggiore
Disturbo Distimico
Dist. Depressivo non specif.
DISTURBI BIPOLARI
Dist. Bipolare I (maniacale)
Dist. Bipolare II (depressivo)
Dist. Ciclotimico
Dist. Bipolare non specific.
ALTRI DISTURBI DELL’UMORE
Disturbo dell’umore secondario a condizione medica
Disturbo dell’umore indotto da sostanze
Disturbo dell’umore non altrimenti specificato
CATTEDRA DI GERIATRIA - BARI
DEPRESSIONE MAGGIORE (DSM-IV-TR)
A. Depressione dell’umore o perdita di interesse e
di piacere per tutte le attività, da oltre 2 settim.
più almeno 4 dei seguenti sintomi
B. Anoressia (o bulimia)
Perdita di peso (o aumento)
Stipsi ostinata
Insonnia costante (o ipersonnia)
Agitazione psicomotoria (o rallentamento)
Facile affaticabilità o mancanza di energie
Sentimenti di autosvalutazione
Sentimenti di colpa eccessivi o inappropriati
Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi
Pensieri ricorrenti di morte, tentativo di suicidio
DEPRESSIONE MAGGIORE (DSM-IV-TR)
DISTURBI SOMATICO-VEGETATIVI
Anoressia (o bulimia)
Perdita di peso (o aumento)
Stipsi ostinata
Insonnia costante (o ipersonnia)
DISTURBI PSICOLOGICI
Agitazione psicomotoria (o rallentamento)
Facile affaticabilità o mancanza di energie
Sentimenti di autosvalutazione
Sentimenti di colpa eccessivi o inappropriati
Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi
Pensieri ricorrenti di morte, tentativo di suicidio
DISTURBO DISTIMICO
A - Umore depresso per almeno 2 anni
B - Presenza di 2 dei seguenti sintomi
1) Scarso appetito
2) Insonnia o ipersonnia
3) Scarsa energia o astenia
4) Bassa autostima
5) Difficoltà di concentrazione
6) Difficoltà nel prendere decisioni
7) Sentimenti di disperazione
VARIETA’ CLINICHE DELLA DEPRESSIONE
A) FORMA AGITATA
Irreqietezza, ansia, muoversi continuamente,
incapacità di star fermo, aggressività
B) FORMA IPOCONDRIACA
Continue lamentele riferite a numerosi sintomi
di scarso rilievo clinico
C) FORMA RITARDATA
Rallentamento psicomotorio, eloquio lento,
movimenti rallentati, profonda stanchezza
D) FORMA APATICA
Assenza di ogni iniziativa, isolamento,
disinteresse per il circostante
CATTEDRA DI GERIATRIA - BARI
IL TONO DELL’UMORE NELL’ANZIANO
Fattori endogeni
Cerebropatia
atrofica
Cerebropatia
vascolare
Stato di salute
Tono dell’umore
Condizioni
sociali
Condizioni
economiche
Condizioni
ambientali
Fattori esogeni
CATTEDRA DI GERIATRIA - BARI
IL TONO DELL’UMORE NELL’ANZIANO
Fattori endogeni
Cerebropatia
atrofica
Cerebropatia
vascolare
Stato di salute
Tono dell’umore
Condizioni
sociali
Condizioni
economiche
Condizioni
ambientali
Fattori esogeni
CATTEDRA DI GERIATRIA - BARI
LA DEPRESSIONE DELL’ANZIANO
FATTORI CHE FAVORISCONO L’INSORGENZA DI
UNA CONDIZIONE DEPRESSIVA NELL’ANZIANO
Solitudine
Insonnia
Patologie croniche
Stato socio-economico ed abitativo
Disabilità, non autosufficienza
Consapevolezza di non avere “futuro”
CATTEDRA DI GERIATRIA - BARI
L’ANZIANO E LA STAGIONE DELLE PERDITE
1) PERDITA DEL RUOLO SOCIALE ED ECONOMICO
- Pensionamento
- Esclusione da ruoli significativi (gli “ex”)
- Cessazione di attività remunerate e gratificanti
2) PERDITA DELLA SALUTE E DELL’AUTOSUFFICIENZA
- Invecchiamento fisiologico
- Patologie acute e/o croniche
3) PERDITA DA LUTTO (per l’anziano inizia la stagione dei lutti)
- Vedovanza
- Perdita di persone care (familiari, amici)
4) PERDITA DEL RAPPORTO COL CONTESTO SOCIALE
- Veloci cambiamenti sociali e produttivi
- Mancanza di strumenti culturali adeguati
- inadeguatezza dei sistemi assistenziali
DE SENECTUTE – CICERONE
La vecchiaia è infelice per almeno quattro motivi:
Primo, perché allontana dalle occupazioni
Secondo, perché rende più debole il corpo
Terzo, perché priva di ogni piacere
Quarto, perché non è lontana dalla morte
CATTEDRA DI GERIATRIA - BARI
LA DEPRESSIONE DELL’ANZIANO
L’ansia è un componente fondamentale
della depressione dell’anziano ed è
presente sia nella depressione agitata
sia in quella apatica.
L’ansia é attesa, aspettativa angosciosa
DISTURBO DEPRESSIVO
AGGETTIVI ED ESPRESSIONI ADOPERATE
FREQUENTEMENTE DAL PAZIENTE DEPRESSO
Triste
Malinconico
Angosciato
Disperato
Indifferente
Irritabile
Sentirsi giù
Essere giù di corda
Sentirsi abbattuto
Sentirsi esaurito
Sentirsi apatico
Sentirsi assente
DISTURBO DEPRESSIVO
INFLUENZA DELLA CULTURA AMBIENTALE
SULLA COMUNICAZIONE DEI SINTOMI
- Paura di essere colpiti dal malocchio
- Paura di essere stregati (avere la “fattura”)
- Morsi della tarantola
- Calore alla testa o alla pancia
- Sensazione di vermi nella pancia
- Sensazione di formiche sul corpo
- Sentimenti vividi di essere visitati da defunti
IL TONO DELL’UMORE NELL’ANZIANO
Fattori endogeni
Cerebropatia
atrofica
Stato di salute
Cerebropatia
vascolare
Tono dell’umore
Condizioni
sociali
Condizioni
economiche
Condizioni
ambientali
Fattori esogeni
LA DEPRESSIONE DELL’ANZIANO
La depressione dell’anziano è
necessariamente una depressione anche
biologica, cioè sostenuta anche da
condizioni biologiche, legate soprattutto
all’invecchiamento cerebrale
FORME PECULIARI DI DEPRESSIONE
DELL’ANZIANO
DEPRESSIONE VASCOLARE
DEPRESSIONE POST-STROKE
STROKE ISCHEMICO
CORTICALE
Infarti Corticali
SOTTOCORTICALE
White Matter
Lesion
(WML)
Sindrome
Lacunare
Infarti
Strategici
DEPRESSIONE VASCOLARE (VD)
Vi sono evidenze cliniche e sperimentali che
depongono per l’esistenza di un sottotipo di
depressione ad insorgenza tardiva, di cui la
cerebro-vasculopatia (CVD) potrebbe essere
un fattore causale.
Questa forma di depressione ad insorgenza
tardiva è stata denominata “Depressione
Vascolare” (Vascular Depression, VD)
DEPRESSIONE VASCOLARE (VD)
CRITERI PRINCIPALI
A) Esordio della depressione dopo i 65 anni, o
riacutizzazione di depressione dopo esordio di
malattia vascolare
B) Manifestazioni cliniche di malattia vascolare
(pregresso stroke o TIA, deficit neurologici focali,
fibrillazione atriale, infarto miocardico, vasculopatia
aterosclerotica aortica, carotidea, periferica)
C) Imaging (infarti corticali, sindrome lacunare, WMH)
Alexopoulos GS et al. – Arch Gen Psychiatry 1997; 54: 915-922
DEPRESSIONE VASCOLARE (VD)
CRITERI ACCESSORI
A) Compromissione funzioni esecutive
(planning, fluenza verbale, flessibilità
mentale, inibizione della risposta)
B) Rallentamento psicomotorio
C) Ideazione depressiva (limitata)
D) Limitato insight della malattia
E) Disabilità fisica
Alexopoulos GS et al. – Arch Gen Psychiatry 1997; 54: 915-922
FORME PECULIARI DI DEPRESSIONE
DELLE PERSONE ANZIANE
DEPRESSIONE VASCOLARE
DEPRESSIONE POST-STROKE
DEPRESSIONE POST STROKE (PSD)
La depressione è probabilmente il disordine
emozionale più frequente e grave che
segue ad uno stroke.
Può insorgere una depressione maggiore
o, più frequentemente, una depressione
minore.
DEPRESSIONE POST STROKE (PSD)
Il 20% degli stroke va incontro a sindrome
depressiva.
L’insorgenza può avvenire nei primi giorni
o comunque entro due anni.
La durata media della PSD va da 6 a 9 mesi
PSD: FREQUENZA (%)
1995 - 1999
DEPRESSIONE POST STROKE (PSD)
DEPRESSIONE MAGGIORE:
1) Depressione dell’umore o perdita di interesse e di
piacere per quasi tutte le attività della vita, per
almeno 2 settimane;
2) Almeno altri 4 sintomi della depressione
DEPRESSIONE MINORE (PSD):
1) Depressione dell’umore o perdita di interesse della
durata di più giorni:
2) Almeno altri 2 sintomi di depressione, che però non
incontrano i criteri della depressione maggiore
DEPRESSIONE POST STROKE (PSD)
Nella depressione minore, i
sintomi depressivi vegetativi e
quelli psicologici sono del tutto
simili a quelli della depressione
maggiore primaria
DEPRESSIONE POST STROKE (PSD)
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
FATTORI DI RISCHIO DELLA PSD:
Localizzazione dello stroke nella parte
anteriore del lobo frontale di sin.
Sesso femminile
Familiarità per depressione o pregresso
episodio depressivo
Presenza di tratti psicotici
Età giovane
Presenza di più grave disabilità alle ADL
Supporto familiare carente
Presenza di eventi negativi
DEPRESSIONE POST STROKE (PSD)
LESIONI DELL’EMISFERO SINISTRO ANTERIORE
Correlazione inversa fra gravità della depressione
e distanza della lesione cerebrale dalla regione
pre-frontale. Più anteriore è il danno cerebrale, più
severi sono i sintomi depressivi. Tale correlazione
dura non meno di 6 mesi.
Iacobini M et al – Ital J Neurol 1995; 16: 209-216
Herrmann M et al. J Neurol Neurosurg Psych 1993; 56: 672-678
Nerushima K et al. Essential Psychopharmacol 2002; in press
AREA CORTICALE
Corteccia pre-frontale
dorso-laterale
SINDROME
Sindrome laterale
disesecutiva
TRASCURATEZZA
Sciatteria
Fatuità
Superficialità
Mancanza di senso critico
AREA CORTICALE
Area pre-frontale laterale
SINDROME
Sindrome laterale
disesecutiva
Attività connesse con memoria ed informazioni spaziali
SINDROME
DISESECUTIVA
Working memory
Memoria remota
Memoria visuo-spaziale
Giudizio critico
Planning-pianificazione
Insight-introspezione
Cura di se stessi
Fluenza verbale
AREA CORTICALE
Corteccia orbito-frontale
SINDROME
Orbito-frontal
disinhibited syndrome
COMPORTAMENTO SOCIALE
Indifferenza
Disinibizione
Aggressività
Irritabilità
Irascibilità
Impulsività
Volgarità
Mancanza di tatto
Mancato controllo emozionale
AREA CORTICALE
SINDROME
Corteccia pre-frontale
mediale
Medial apathetic
syndrome
APATIA
Disinteresse
Assenza di iniziativa
Scarsa motivazione
Affettività piatta
Espressione indifferente
Rigidità e perseverazione
MEDIAL SURFACE OF THE CEREBRAL HEMISPHERES
A. Zeman - N Engl J Med 2005:352;2
AMIGDALA
STIMOLAZIONE DELL’AMIGDALA
Paura
Ansia
Tachicardia
Ipertensione arteriosa
Aumentata tensione muscolare
Incremento delle catecolamine circolanti
Stimolazione della secrezione di CRH
(corticotropin-releasing hormon)
LA MEMORIA PREFRONTALE
Prefront. laterale
Orbito-frontale
M. Visuale
M. Uditiva
M. Tattile
Working mem.
M. Volti
M. olfattiva
M. gustativa
Prefront. mediale
M. spaziale
Long term
retrival
DEPRESSIONE POST STROKE (PSD)
IL SUPPORTO SOCIO-FAMILIARE
Particolarmente importanti sono i cambiamenti
sociali, emozionali e funzionali che investono il
paziente colpito da stroke e che determinano la
sensazione soggettiva (del paziente) di sentirsi
ancora valorizzato agli occhi delle persone che
contano per lui. Il supporto del coniuge risulta
essere il fattore più importante per l’insorgenza
o meno della PSD.
Robinson RG et al. Arch Phys Med Rehabil 1985; 66: 496
STRUMENTI DI DIAGNOSTICA
TEST DI LABORATORIO
PER LA DEPRESSIONE
TEST PSICOMETRICI
DEPRESSIOINE
E MONOAMINE:
-NORADRENALINA
-SEROTONINA
-DOPAMINA
NORADRENALINA
Un'ipotesi era che la depressione fosse
legata ad un deficit di noradrenalina. Essa
viene secreta principalmente nel locus
ceruleo, la sua azione non è
trasmettitoriale ma di modulare gli altri
segnali; il suo rilascio renderebbe più
sensibili agli stimoli esogeni le regioni
cerebrali sede di proiezione delle vie
noradrenergiche, in particolare corteccia,
ippocampo ed ipotalamo.
SEROTONINA
Il ruolo della Serotonina nell'eziologia della depressione è
complementare a quello della Noradrenalina. La
serotonina sembra coinvolta nella genesi di alcuni sintomi
della depressione, come i disturbi dell'umore, dell'appetito
del sonno, nelle disfunzioni sessuali e cognitive e
nell'ideazione suicidaria. Il ruolo della serotonina è di
modulare l'azione degli altri neurotrasmettitori, in
particolare la dopamina e la noradrenalina. Le zone del
SNC con maggior contenuto di serotonina sono localizzate
nel nucleo del rafe con proiezioni diffuse in particolare
alla corteccia, al setto, all'ippocampo e ai nuclei
dell'ipotalamo.
DOPAMINA :
La dopamina si concentra:
-a livello nigrostriatale con azione di controllo della postura
e dei movimenti complessi;
-nel mesolimbo favorisce i comportamenti motivati da
gratificazione tramite il sistema di facilitazione,
un'alterazione di questo sistema è implicata nella genesi
delle psicosi e della schizofrenia;
-nel tratto tubero-infundibolare ha un ruolo nella
regolazione della prolattina e del rilascio dell'ormone della
crescita.
Una carenza di dopamina è correlata ad una ridotta
capacità di iniziativa e di motivazioni e con un
rallentamento psicomotorio
SISTEMI NEUROENDOCRINI ( I):
Nel 50% dei depressi vi è un'aumentata secrezione di
cortisolo oltre che una modificazione del ciclo circadiano
dell'ormone con un appiattimento della curva di
secrezione. La secrezione del cortisolo dalla corteccia
surrenalica è regolata dal sistema nervoso centrale tramite
il rilascio di CRF che stimola l'ipofisi a secernere ACTH.
Diversi neurotrasmettitori e neuromodulatori quali
l'acetilcolina, la noradrenalina, la serotonina, il GABA sono
stati ritenuti responsabili della stimolazione del rilascio del
CRF, e in momenti diversi predominano gli uni o gli altri a
seconda dello stress ambientale, della periodicità
circadiana e di altre condizioni fisiologiche.
SISTEMI NEUROENDOCRINI II :
Nei depressi si stata riscontrata anche:
-una ridotta secrezione di TSH in seguito allo stimolo con
TRH
-ridotti livelli di prolattina e GH
-un aumento delle concentrazioni di melatonina
La ridotta concentrazione di estrogeni nelle donne in postmenopausa è stata messa in correlazione con la depressione
di tale periodo.
Nei depressi si è trovata una riduzione dei livelli liquorali di
somatostatina, mentre le concentrazioni corticali sono
equiparabili a quelle dei soggetti non depressi.
DEPRESSIONE - LABORATORIO
TEST DI SOPPRESSIONE AL DESAMETAZONE
1 mg di desametazione per os la sera.
Il giorno successivo, tre prelievi di sangue,
ore 8, 16, 23. Se in uno dei tre prelievi si
osserva un valore di cortisolemia > 5 mg, il
test è positivo per depressione (mancata
inibizione della cortisolemia)
DEPRESIONE – REPERTI DI LABORATORIO
POLISONNOGRAFIA
• Disturbo della continuità del sonno
• Prolungamento della latenza del sonno
• Aumento dei risvegli intermittenti
• Risveglio precoce al mattino
• Riduzione degli stadi 3 - 4 non REM
• Ridotta latenza REM
• Aumento della attività fasica REM
• Aumento della durata del sonno REM
NEUROCHIMICA DELLA DEPRESSIONE NELL'ANZIANO
(Racagni, Giornale di Gerontologia)
NORADRENALINA
SEROTONINA
DOPAMINA
Vigilanza
+++
+
+
Attenzione
+++
+++
+
Funzioni cognitive
+++
+++
+
Umore
+++
+++
+
Affettività
+++
+++
+
Attività
psicomotoria
+
+
+++
Dolore
+
+++
+
Evitamento
+
+++
+
Impulsività
+
+++
+
Aggressività
+
+++
+++
+++
+++
+
Sonno
+
+++
+++
Funzioni sessuali
+
+++
+++
Appetito
+
+++
+++
Ansietà
ASPETTI NEURORADIOLOGICI :
-La TC Nei soggetti depressi con esordio tardivo, spesso la
mostra una dilatazione dei ventricoli.
-La RMN di soggetti anziani depressi mostra un'atrofia
della corteccia con dilatazione dei solchi corticali e delle
scissure silviane e a livello sottocorticale un'iperintensità
della sostanza bianca periventricolare (leucoaraiosi),
soprattutto nei soggetti con esordio tardivo dei sintomi,
una sintomatologia di tipo allucinatorio e una scarsa
risposta alla terapia antipertensiva.
ASPETTI NEURORADIOLOGICI :
-Studi PET hanno riscontrato una ridotta captazione di
glucosio nell'emisfero destro soprattutto a livello frontale
destro, a differenza di quanto avviene per l'Alzheimer in
cui l'ipocaptazione avviene a livello parietale.
-Studi SPECT hanno riscontrato che nei pazienti
depressi si ha un ipometabolismo a livello:
della corteccia prefrontale sia ventrale che dorsale
della corteccia parietale inferiore
della corteccia cingolata anteriore
del giro cingolato posteriore
SPECT
La pseudodemenza
Pseudodemenza
• È un’entità clinica mal definita, introdotta da Kiloh
nel 1961 dopo una descrizione di Madden et al. nel
1952.
• È costituita da un complesso di sintomi che mimano
la demenza, che è sempre di grado non severo, in
soggetti con disturbi depressivi. Il malato non è un
vero demente ed è perciò passibile di favorevole
trattamento.
Pseudodemenza
• Al momento gli unici criteri diagnostici ai quali si fa
riferimento sono quelli proposti da Caine nel 1981 che
prevedono la presenza di:
• deterioramento intellettivo associato a un disturbo
psichiatrico primario
• anomalie neuropsicologiche che in parte richiamano
deficit cognitivi neuropatologica-mente indotti
• disturbi intellettivi indotti
• nessun apparente processo neuropatologico che possa
spiegare l’origine del disturbo.
Bianchetti A, Pezzini A, Dementia Update 9, 2001
Diagnosi differenziale tra
Pseudodemenza e Demenza
Decorso clinico
PSEUDODEMENZA
DEMENZA
Consapevolezza
familiare della
disfunzione
consapevole
inconsapevole
Esordio dei sintomi
improvviso
insidioso
Ricerca di consulto
medico
precoce
ritardato
Progressione dei
sintomi
rapida
lenta
Precedenti psichiatrici
comuni
non frequenti
Cancellaro LA, Johnson City Tenn, 08, 2001 – Bianchetti A, Pezzini A, Dementia Update 1, 1998
Diagnosi differenziale tra
Pseudodemenza e Demenza
Comportamento
clinico
Lamentele
del paziente
PSEUDODEMENZA
DEMENZA
descrive il deficit nel dettaglio
poche lamentele e tentativo di
nascondere il deficit
Atteggiamenti
enfatizza la disabilità, dà risalto
ai fallimenti
mostra soddisfazione dei
risultati
Sforzo
simula sforzo per svolgere
compiti anche modesti
grandi sforzi per svolgere
compiti anche modesti
Preoccupazione
del deficit
preoccupazione del deficit
appare non preoccupato
Accentuazione
notturna della
disfunzione
non comune
comune
Cancellaro LA, Johnson City Tenn, 08, 2001 – Bianchetti A, Pezzini A, Dementia Update 1, 1998
Diagnosi differenziale tra
Pseudodemenza e Demenza
Caratteristiche
cliniche
PSEUDODEMENZA
DEMENZA
Attenzione e
concentrazione
Spesso ben conservate
Deteriorate
Risposte alle domande
Tipicamente risponde:
“non so”
Spesso mancanza di risposte
Perdita di memoria
Confabulazioni
Perdita più grave della
memoria recente rispetto alla
memoria remota
Performance nei
compiti di uguale
difficoltà
Marcata variabilità
Performance costantemente
ridotta
Cancellaro LA, Johnson City Tenn, 08, 2001 – Bianchetti A, Pezzini A, Dementia Update 1, 1998
Importanza della diagnosi differenziale tra
Pseudodemenza e Demenza
• La pseudodemenza, se ben diagnosticata,
costituisce un disturbo solitamente reversibile al
contrario della patologia demenziale che,
soprattutto nelle sue forme più avanzate, non si
presta a particolari e risolutivi interventi terapeutici.
• Le strategie terapeutiche in grado di trattare la
patologia depressiva responsabile del quadro
simil-demenziale possono invece peggiorare
drammaticamente i sintomi di una demenza
primaria.
Bianchetti A, Pezzini A, Dementia Update 9, 2001
Demenza vs Pseudodemenza depressiva
Demenza
• I sintomi cognitivi
compaiono per primi
•
• L’umore è labile
•
• Paziente cooperativo ma
con performance ridotta
•
• Afasia, aprassia
• Anedonia assente
• I sintomi cognitivi non
rispondono agli
antidepressivi
•
•
•
Pseudodemenza
I sintomi depressivi
compaiono per primi
L’umore è sempre
disforico
Paziente non
cooperativo
Non afasia, aprassia
Anedonia sempre
I sintomi cognitivi
rispondono agli
antidepressivi
Percorso diagnostico
Valutazione del paziente affetto da demenza
• Valutazione stato mentale (test di screening): MMSE
• Valutazione depressione, pseudodemenza (scale di valutazione):
HAM-D, Cornell Scale for Depression in Dementia, GDS, Check-list
per la diagnosi differenziale tra demenza-pseudodemenza
• Diagnosi differenziale di demenza vascolare: Hachinski
• Valutazione stato funzionale (autonomia nelle attività di base e
strumentali): ADL, IADL
• Stadiazione della gravità della demenza
• Esami di laboratorio e strumentali
• Valutazione situazione sociale e dello stress dei caregivers
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