La ex-jugoslavia La polveriera balcanica La nascita della Jugoslavia La Iugoslavia di Tito La dissoluzione della Jugoslavia La guerra in Bosnia La guerra del Kosovo https://www.youtube.com/watch?v=j091popQG98 OSSERVA LA POSIZIONE DEI PAESI CERCHIATI La questione balcanica ha radici lontane nel tempo, da secoli si parla di polveriera balcanica Proviamo a tornare indietro con la storia………………. I destini contrapposti dei serbi e dei croati I serbi La linea di demarcazione della Drina divide gli insediamenti tra le tribù slave dei serbi e dei croati. È questo un evento che determina nel lungo periodo il destino contrapposto tra le due tribù dello stesso popolo. I croati • dai Carpazi nei Balcani nel 643 d.C. • sottomessi dai franchi (Carlo Magno) • convertiti al cristianesimo cattolico • adottano l’alfabeto latino • 924: regno croato • dalla Galizia nei Balcani dal 630 d.C. • vassalli di Bisanzio • si convertono al cristianesimo ortodosso • adottano l’alfabeto cirillico • 1159 regno indipendente L’evoluzione dei regni iugoslavi CROAZIA SERBIA 1091 sottomessa dall’Ungheria 1346 re Dušan occupa la Macedonia e si proclama Zar dei serbi e di greci la decadenza croata favorisce l’espansione veneta nella Dalmazia e serba nella Bosnia 1459 sottomessa dai turchi eccetto Belgrado che è conquistata nel 1521 rimane dominio turco fino al XIX secolo 1526 occupata dai turchi 1699 ritorna all’Ungheria (di fatto agli Asburgo che dal 1687 detengono la corona ungherese) La Bosnia abitata prevalentemente da serbi e croati dal 1463: sottomessa dai turchi ottomani assieme ad altre regioni balcaniche vi insistono e si combinano nei secoli le tre componenti religiose • cattolica • ortodossa • musulmana • La struttura e le leggi dello stato ottomano e islamico favoriscono la convivenza di comunità autonome • ma queste nello stato nazionale ottocentesco e contemporaneo non riescono a combinarsi in una identità civile superiore agli odi di religione Le conseguenze sull’attualità: un dedalo di etnie Gruppi prevalenti: + del 50% della popolazione del luogo La Penisola Balcanica continuò a far parte dell'impero romano d'oriente, nonostante le invasioni di avari, slavi, bulgari togliessero all'impero vaste zone in particolare quelle intorno al Danubio e le zone centrali. Si crearono in contemporanea all'impero romano d'oriente infatti verso la fine del V secolo e l'inizio del VI prima un regno avaro, poi ci fu l'invasione degli slavi, e verso il VII secolo i bulgari crearono un potente Khanato. I Balcani tornarono ad essere completamente sotto il dominio romano orientale nel XI con la riconquista dell'imperatore Basilio II che distrusse il primo regno bulgaro. Solo con l'indebolimento dell'impero bizantino o romano d'oriente bulgari e serbi riottennero l'indipendenza, finché i Balcani non vennero riuniti sotto il dominio dell'impero ottomano che subentrò all'impero bizantino nel XV secolo. Dal XIV secolo al XVII secolo i Turchi avanzarono continuamente, fino a conquistare tutti i Balcani, arrivando al culmine dell’espansione fin sotto Vienna. Questo portò ad un isolamento della penisola balcanica dal resto d’Europa. Dopo il fallito assedio a Vienna (1623) i Turchi cominciarono a retrocedere: infatti con la pace di Karlowitz gli Asburgo conquistarono molti territori appartenuti ai Turchi. Intanto il declino dell’Impero ottomano faceva sorgere l’interesse da parte della Russia, in cerca di uno sbocco sul mare, dell’Austria, di Venezia, e, nel XIX secolo anche dell’Inghilterra, che ottenne il protettorato delle isole Ionie. La debolezza dell’impero turco fece nascere vari movimenti indipendentistici e nazionalisti. Per impedire un eccessivo rafforzamento della Russia Inghilterra, Francia, Savoia e impero Turco si allearono e combatterono la Russia nella Guerra di Crimea (1853-1856). Intanto continuarono le rivolte contro l’Impero Turco, e con il congresso di Berlino l’Austria ottenne il protettorato di Bosnia-Erzegovina, l’Inghilterra Cipro e venne riconosciuta l’indipendenza di SERBIA, MONTENEGRO E ROMANIA. Tuttavia la situazione nella penisola restava incerta. Nel 1912 fu proclamata l'indipendenza dell'Albania. Nella prima guerra balcanica, nel 1912, i piccoli stati rivoluzionari, alleati con Serbia e Bulgaria, tentarono di fare guerra all’Impero Turco, e nella seconda guerra balcanica del 1913 , la Bulgaria cercò di attaccare gli ex alleati, ma senza risultati. La vera vincitrice delle guerre balcaniche fu in realtà la Serbia, che divenne il catalizzatore di tutti i movimenti anti austriaci, e divenne la potenza della penisola. L’assassinio di Francesco Ferdinando e il suo successivo ultimatum furono le cause scatenanti della prima guerra mondiale. Austria, Russia e Italia vogliono espandersi sui Balcani, al momento sotto il dominio dell’Impero Turco Ottomano. Emerge la Serbia, come potenza balcanica che vuole primeggiare rispetto Austria e Russia Impero austro-ungarico alla vigilia della prima guerra mondiale L’imperatore Francesco Giuseppe non riusciva a gestire la Questione balcanica: Nel corso del tempo aveva perso le regioni italiane, ma si erano formati nuovi stati a sud: Bosnia, Montenegro, Albania, Macedonia, Transilvania Tra tutti emergeva la Grande Serbia, che cercava l’indipendenza, il panslavismo, lo sbocco sul mare Dopo la prima guerra mondiale • Crollo delle monarchie europee e nascita delle repubbliche. Scomparsa degli imperi austro-ungarico, tedesco, russo, turco • Nuovo assetto dell’Europa prima dopo Nascita della Iugoslavia • alla fine della I Guerra Mondiale i rappresentati dei serbi, dei croati e degli sloveni, proclamano il 4 dicembre 1918 la nascita del “Regno dei serbi, dei croati e degli sloveni”. Venne riconosciuta l’indipendenza ad un nuovo Stato sorto dalle rovine dell’Impero austroungarico, la Jugoslavia, comprendente Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Kosovo e Montenegro. • dal 1929 assume il nome: “Regno di Iugoslavia” che significa REGNO DEI POPOLI SLAVI DEL SUD e fu un tentativo debole di superare i conflitti emergenti tra croati e serbi Durante la seconda guerra mondiale la Jugoslavia e la Grecia vennero invase dalla Germania e dall’Italia (nel 1941) e particolarmente forte fu la Resistenza Jugoslava, che liberò Belgrado nel 1944. Durante la guerra fredda tutti i paesi balcanici, a parte la Grecia, entrarono nell’orbita sovietica. Dopo la Liberazione, avvenuta nel 1945, in Jugoslavia venne deposta la monarchia. La Iugoslavia nel 1941 – è occupata da Italia e Germania – spartizione secondo criteri etnici: • Serbia fortemente ridotta • grande Croazia • spartizione della Slovenia • Montenegro e Kosovo uniti all’Albania italiana ne seguono: – guerra partigiana di liberazione condotta da comunisti e monarchici – guerra civile tra croati (alleati a Hitler) e serbi – guerra tra comunisti e monarchici 1945 REPUBBLICA SOCIALISTA FEDERALE DI JUGOSLAVIA Alla fine della II Guerra Mondiale nacque una nuova repubblica federale formata da: CROAZIA SLOVENIA MONTENEGRO MACEDONIA BOSNIA-ERZEGOVINA SERBIA ( con le repubbliche autonome di Vojvodina e Kosovo) La Iugoslavia di Tito: 1948 – 1974 Josip Broz, detto Tito, capo dei partigiani comunisti, aveva condotto e vinto la guerra di liberazione dall’occupazione nazista e fascista Tito nel 1948 attuò il tentativo di creare un’identità nazionale superiore, “ideologica”: – il socialismo avrebbe creato un uomo nuovo, non definito etnicamente – nei successivi 25 anni la Jugoslavia fece grandi progressi nel campo industriale e culturale – fu favorita la piccola proprietà privata contadina e l’autogestione delle fabbriche – il rigore della censura fu allentato e la stampa fu più libera Il sistema entra in crisi Negli anni ’70 l’equilibrio jugoslavo parve rompersi perché due radicali revisioni della Costituzione avevano accresciuto i poteri delle sei repubbliche e i partiti all’interno di esse cercarono di ottenere una maggiore indipendenza. Gli Sloveni, i Croati ( molto vicini a modelli europei – avevano fatto parte dell’Impero Asburgico) e i Serbi del nord si lamentavano perché i frutti del loro lavoro andavano troppo a vantaggio delle repubbliche più arretrate di Bosnia, Macedonia e Montenegro ( ex Impero Ottomano). Seguirono epurazioni di uomini politici ritenuti pericolosi. Nel 1974, con la nuova Costituzione, i cittadini jugoslavi dovevano dichiarare se erano SERBI, CROATI, MUSULMANI oppure JUGOSLAVI ( non appartenenti a nessuna delle precedenti etnie) Perché fallisce il tentativo di Tito • alla sua morte (1980) – non vi è una personalità altrettanto autorevole – il processo di unità non è consolidato • fallisce il progetto di autogestione – la crisi degli anni ‘70 ne rivela la debolezza • riappaiono le differenze socio-economiche tra le parti dello stato – Slovenia e Croazia più vicine all’Europa – le altre regioni penalizzate dall’arretratezza La Iugoslavia dopo Tito Il successo, finché visse Tito, fu dovuto alla sua autorità che aveva vinto Hitler e si era ribellato a Stalin con un progetto di una via nuova al socialismo: autogestione Tito governò con grande carisma personale ed in questo periodo le etnie hanno convissuto senza tensioni particolarmente acute.. La dittatura era ferrea ma non totalitaria. Fu protagonista di un’accorta politica estera che gli procurò l’aiuto finanziario degli U.S.A. e dell’Occidente. C’era nel governo e nella classe politica Jugoslava una prevalenza dei SERBI. della Federazione Le repubbliche iugoslave fino al 1991 (divisione e numero di abitanti) 1.950.000 4.680.000 2.050.000 5.830.000 4.440.000 1.893.000 632.000 2.089.000 ETNIA L’etnia si riferisce ai tratti culturali che contraddistinguono una determinata comunità di persone le differenze etniche sono completamente apprese. I principali fattori che distinguono un gruppo etnico sono: - la lingua; - la storia; - la stirpe (reale o immaginata); - la religione; - le usanze; - l’alimentazione; - l’abbigliamento; - gli ornamenti. Il peso delle etnie nel 1981 • • • • • • • • • • Serbi 8.140.000 Croati 4.428.000 Musulmani 2.000.000 Sloveni 1.750.000 Albanesi 1.730.000 Macedoni 1.340.000 Montenegrini 579.000 Ungheresi 427.000 Romi 168.000 “Iugoslavi” 1.219.000 • Più: austriaci, bulgari, cechi, greci, italiani, ebrei, tedeschi, polacchi, romeni, russi, ruteni, slovacchi, turchi, ucraini, aromuni e altri. • Totale: 22.425.000 Il problema • Nessuna delle etnie è stata così preminente sulle altre da costituire uno stato unitario sul modello europeo • i Serbi, più probabili candidati a questo compito storico, ne sono stati impediti dagli interessi dei grandi imperi • Sulla regione infatti hanno giocato, e continuano a insistere, meccanismi che sfuggono agli stessi protagonisti degli scontri etnici interni ai Balcani. "La Jugoslavia ha sei repubbliche, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo partito". (J. Tito) Un dedalo di etnie Il problema iugoslavo alla soglia del Novecento: una mancata integrazione tra le “etnie” e l’impossibile dominio di un’etnia egemone nessuna delle etnie è stata così preminente sulle altre da costituire uno stato unitario sul modello europeo i serbi, più probabili candidati a questo compito storico, ne sono stati impediti dagli interessi dei grandi imperi sulla regione infatti hanno giocato, e continuano a insistere, meccanismi che sfuggono agli stessi protagonisti degli scontri etnici interni ai Balcani. La causa profonda «Nei secoli, là e più in generale nell'area dell'Europa centro-orientale, si forma uno spazio angusto che comprende “un gran numero di nazioni, nessuna delle quali ha incrementato la propria vita economica e sociale in modo da diventare una grande nazione. Ognuna è rimasta piccola e perfino nella sua stessa patria si è mescolata ai vicini, ritrovandosi con minoranze di questi al suo interno e a sua volta in minoranza nella terra dei vicini” (H. SetonWatson).» Piero Sinatti, La guerra santa dei Balcani, il Sole 24 ORE, 4 aprile 1999 La dissoluzione della Iugoslavia - 1989 Il nazionalista serbo Milosevic revoca l’autonomia del Kosovo. In Slovenia e Croazia per reazione si fa strada l’idea di una secessione dalle più arretrate regioni del sud. - 1991 Slovenia, Macedonia e Croazia dichiarano l’Indipendenza L’indipendenza di Slovenia e Macedonia, dove non esistevano significative minoranze SERBE, fu facilmente accettata dalla Serbia che col Montenegro aveva formato la REPUBBLICA FEDERALE DI JUGOSLAVIA In Croazia si trovavano molti Serbi che furono oggetto di discriminazione. Si organizzarono in formazioni armate , per ottenere a loro volta l’indipendenza dalla Croazia SCOPPIA COSI’ LA GUERRA SERBO-CROATA Il lungo regime di Tito aveva facilitato in ogni modo gli intrecci, i matrimoni misti e la mescolanza tra diversi gruppi vedevano le etnie mescolate in maniera inestricabile. pulizia etnica 1992 1992 Inizia la guerra in Bosnia popolate da tre diverse etnie: BOSNIACI = musulmani SERBI= ortodossi CROATI= cattolici (marzo) referendum in Bosnia: il 63% a favore dell’indipendenza. I musulmani, etnia di poco maggioritaria nella regione, proclama l’indipendenza. I serbi della regione proclamano la Repubblica del popolo serbo di Bosnia – Erzegovina. La Bosnia – Erzegovina è la regione proprio al centro del paese caratterizzata dalla maggiore varietà etnica complicata dalla presenza di musulmani (slavi convertiti all’islam sotto la dominazione turca ) Un’ altra etnia è quella dei serbi-bosniaci sostenuti dalla Serbia di Milosevic che volevano una nuova nazione bosniaca legata alla Serbia Aprile 1992 – la CEE riconosce la Bosnia 6 aprile 1992 Sarajevo si sveglia assediata dal Serbi Inizia la resistenza della città Maggio 1992 : ONU vota embargo a Serbia e Montenegro ritenuti responsabili della guerra Diventa una guerra di tutti contro tutti . L’ONU interviene per proteggere i civili Dicembre 1994 – Vieni dichiarata una tregua di 4 mesi con mediazione di USA, Russia, Germania, Francia e Spagna 6 luglio 1995 Genocidio di Sebrenica – enclave musulmana Il vecchio Ponte di Mostar SIMBOLO DI UNA GUERRA Il Ponte Vecchio di Mostar era stato costruito nel 1566 dall'architetto turco Hajruddin, che aveva disegnato una curva elegante sospesa sulle rocce, leggermente asimmetrica per sfruttare l'appoggio naturale delle sponde. All'epoca Mostar era conosciuta come la "Firenze dell'Impero ottomano", una città tollerante e aperta alle diverse culture. Il Ponte Vecchio, collegava attraverso le due parti della città, era simbolo di questa tolleranza. Mostar “Era quel simbolo, e non il manufatto, che si era voluto colpire. La pietra non interessava ai generali croati. Il ponte, difatti, non aveva alcun interesse strategico. Non serviva a portare armi e uomini in prima linea. Esisteva, semplicemente. Era il luogo della nostalgia, il segno dell’appartenenza e dell’alleanza tra mondi che si volevano a tutti i costi separare”. (Paolo Rumiz, “La Repubblica”, 2 novembre 2003) Le cannonate dei militari croati che spezzarono in due la capitale dell’Erzegovina segnarono la fine di un mondo, di un sistema di valori fondato sulla coesistenza delle diversità che – su scala più ampia – era lo stesso che teneva insieme la Jugoslavia di Tito. Fino all’esplosione del conflitto, a Mostar musulmani e croati avevano convissuto tranquillamente. I primi occupavano la parte a est dello Stari Most (“vecchio ponte”, da cui prende il nome la città), i secondi quella a ovest. Una separazione pacifica, che con la guerra sarebbe diventata una frattura dolorosa. Aggrediti dai serbi, croati e musulmani iniziarono a combattersi tra di loro, in casa propria, nei luoghi che avevano condiviso per tanto tempo. Il ponte sul fiume Neretva, fino ad allora attraversato di notte e di corsa per sfuggire ai cecchini, divenne un muro invalicabile. Gli scontri proseguirono fino al “cessate il fuoco” del 25 febbraio 1994. Il passaggio da una parte all’altra della città rimase proibito fino al 1996. L'abbattimento del ponte di Mostar, deciso e realizzato il 9 novembre del 1993 dal comando croato, non aveva alcuna valenza strategica se non quella di punire la città assediata e sottolineare come le etnie non possano integrarsi. IL PONTE RICOSTRUITO 2004 Nonostante la guerra, le tre nazioni, i croati, i bosniaci e i serbi, ma anche le popolazioni di altre nazionalità, continuano ad abitare in questa città, rendendo Mostar praticamente la sola città multietnica della Bosnia-Erzegovina. L’aspettativa è che Mostar in questo modo possa essere la luce che guidi la BosniaErzegovina sulla via dell’integrazione europea. La varietà di culture e tradizioni, lo spirito instancabile proprio di queste parti sarà una forza in più nel cammino che dobbiamo percorrere per realizzare questo obiettivo. Alcuni resti dell'artiglieria croata che distrusse il ponte di Mostar Gli accordi di Dayton dicembre 1995 - Confermata la Repubblica Federale di Jugoslavia di Serbia e Montenegro sciolta nel 2003 Nasce la Repubblica di Bosnia con capitale Sarajevo formata da due entità - Federazione croato-musulmana (51%) - Repubblica serba di Bosnia 49% ) Accordi di Dayton Nel 2006 il Montenegro divenne indipendente con un referendum, ponendo fine alla confederazione di Serbia e Montenegro La guerra nel Kosovo: cronologia La pace di Dayton non affronta la questione del Kosovo, regione storica della Serbia, ma a maggioranza albanese 1988 1999 febbraio: offensiva dei serbi attacchi aerei della Nato contro la Serbia. Esodo di profughi albanesi. 9 giugno: nella base Nato di Kumanovo (in Macedonia) viene firmato l’accordo che prevede il ritiro dei militari serbi dal Kosovo. Esodo di profughi serbi. 2008 Il kosovo dichiara unilateralmente la sua indipendenza La ex-juoslavia oggi con anno di indipendenza degli Stati e appartenenza all’Unione Europea 1991 1991 2003 2008 2006 1991 Macedonia Montenegro Serbia….candidati Il territorio della ex Iugoslavia oggi