IL NUOVO ORDINE MEDITERRANEO “Razza” e “Impero” sono parole chiavi del Fascismo fin dalle origini: “ Il fascismo rappresenta il prodigio della razza italiana, che si ritrovava, si riscatta, che vuol essere grande” (18 giugno 1923) “ Roma è sempre, e domani e nei millenni, il cuore potente della nostra razza” (24 giugno 1923) “ Nei riguardi della politica interna il problema di scottante attualità è quello razziale. Anche in questo campo noi adotteremo le soluzioni necessarie. Coloro i quali fanno credere che noi abbiamo obbedito a imitazioni, o peggio a suggestioni, sono dei poveri deficienti ai quali non sappiamo se dirigere il nostro disprezzo o la nostra pietà. Il problema razziale non è scoppiato all’improvviso come pensano coloro i quali sono abituati a bruschi risvegli, perché sono abituati ai lunghi sonni poltroni. E’ in relazione con la conquista dell’impero: perché la storia ci insegna che gli imperi si conquistano con le armi ma si tengono col prestigio. E per il prestigio occorre una chiara severa coscienza razziale che stabilisca non soltanto delle differenze, ma delle superiorità nettissime. Il problema ebraico non è dunque che un aspetto di questo fenomeno.” (18 settembre 1938) Il nuovo ordine mediterraneo: • Il fascismo si proponeva di: organizzare l’impero utilizzando come modello l’impero romano: obiettivo di Mussolini nell’espansione territoriale era proporsi come guida, organizzare lo spazio conquistato imponendo ai popoli sottomessi il diritto e la cultura fascista (oltre ovviamente a sfruttare le risorse economiche dei paesi occupati) Il nuovo ordine mediterraneo: • L’idea base era quella di affiancare nella costruzione del nuovo ordine la Germania hitleriana • l’Italia per il Mediterraneo • il 3° reich per l’Europa • la crisi economica internazionale in Italia aveva inoltre favorito tendenze belliciste e imperialiste, già implicite nella dottrina fascista • le politiche di occupazione dell’Europa mediterranea devono quindi essere inserite a pieno titolo nella storia del regime fascista dell’Italia e della seconda guerra mondiale “L’IMPERO FASCISTA” Il testo scolastico “Il secondo libro del fascista” del 1940 (anno XVIII dell’era fascista) recita: “Il popolo italiano è, per sua natura e in conseguenza della sua storia, un popolo colonizzatore” “Per l’Italia, colonie non sono semplicemente territori da sfruttare, ma da popolare e da civilizzare” L’IMPERO • Costruzione di uno stato razziale che risulta in antitesi con l’impero Romano che fondava la sua forza nel continuo cambio di strategia di conquista a cui il regime si ispirava. • Condizione di sudditanza degli africani. • Divieto di matrimoni misti. • La colonizzazione di Roma fascista viene vista come occupazione di territori stranieri, che conduce ad una violenta sottomissione dei popoli. ORGANIZZAZIONE DEI TERRITORI OCCUPATI AFRICA Produzione immediata di istituzione militari, politiche e amministrative ai fini della valorizzazione economica • Libia, 1934: nasce dall’ unificazione di Tripolitania e Circenia • Etiopia: le popolazioni locali vengono considerate come “razza inferiore” (“L’evidente inferiorità di alcune razze, e specialmente di quella che sia convenuta di chiamare negroide …”) In Jugoslavia nei territori annessi: • si cerca di realizzare la fascistizzazione delle nuove province • le organizzazioni di partito sostituiscono le associazioni ricreative sociali, politiche e culturali jugoslave • l’ introduzione affrettata della legislazione del regno e le enormi misure di italianizzazione portano al caos dell’ amministrazione e della giustizia In Jugoslavia nei territori militarmente occupati: • le principali attività sono tutte al servizio delle truppe di occupazione • si assiste all’ insediamento di centri di assistenza cioè nuclei che favorivano l’ insediamento dei fasci di combattimento In entrambi solo i cittadini italiani sono ammessi alle associazioni I tribunali militari, che giudicano anche i reati penali politici degli autoctoni a danno dell’ esercito italiano, contribuiscono alla repressione dell’ opposizione. NELLA JUGOSLAVIA OCCUPATA LA POLITICA DEL FASCISMO VERSO GLI SLAVI PRIMA DELLA GUERRA • Difesa del confine nazionale: forte aggressività contro i nemici esterni (serbi, croati, sloveni in particolare) e interni (comunità slovene e croate nell’ex litorale) • Distruzione dell’identità nazionale: delle popolazioni slovene e croate, ormai parte della “patria italiana” Aspetti Sociali: vietato l’uso pubblico della lingua slovena e croata, abolizione della stampa slava, chiusura dei circoli culturali. Aspetti Politici: eliminazione della libertà di stampa, abolizione delle associazioni politiche, persecuzioni agli antifascisti, controlli di polizia) • Classe dirigente: Persecuzione di preti, maestri e capi di villaggio slavi, sostituzione della borghesia slava con elementi di provata fede italiana. • Spinte migratorie : Verso la Jugoslavia e L’America latina per motivi politici ed economici, ciò cambiò la composizione sociale della popolazione che aveva subito un appiattimento verso il basso. LA COLLABORAZIONE Appoggio popolazione locale • ragioni ideologiche • ragioni legate alla sussistenza:accomodarsi con l’occupante, scelta del minore dei mali Astio popolazione locale • studenti: partito comunista • professionisti • partigiani • ceti colti, intellettuali • clero ortodosso jugoslavo ed ellenistico,clero cattolico Scelta collaboratori: corrente politica, minoranza etnica o religiosa in attrito con la società – aiuto di denaro e derrate alimentari • Jugoslavia: la tradizionale inclinazione all’uso del terrore come mezzo politico genera guerra religiosa e controterrore e provoca la riemersione di bande armate bosniache, dalmate, slovene ed erzegovesi • Le decisioni prese da altri stati o da altre potenze occupanti ebbero conseguenze di rilievo nei territori conquistati dagli italiani. Ad esempio, i tedeschi conclusero un accordo con i croati per il trasferimento in Croazia di circa 220 – 260 mila “croati etnici” residenti in Slovenia non “germanizzabili”. Zagabria domandò in cambio che un terzo dei serbi di Croazia (circa 250 mila) fossero trasferiti in Serbia. L’accordo portò al trasferimento in Croazia di circa 54 mila sloveni, ma a causa di esso den 17 mila persone lasciarono la zona incorporata al Reich e si rifugiarono nelle zone italiane • Questi eventi lasceranno pesantissime eredità di odio etnico alla ex-Jugoslavia fino ai nostri giorni LA POLITICA ITALIANA DEI TERRITORI OCCUPATI NEI CONFRONTI DEGLI EBREI “INDIVIDUI SOSPETTI” (e quindi schedati e controllati) Ebrei che risiedono nelle città dalmate italiane Ebrei rifugiati nelle province dalmate italiane Perché gli Ebrei croati si rifugiavano nelle province dalmate italiane? • Maggiore possibilità di sopravvivenza • “Migliori” condizioni di vita • Penetrare in suolo italiano significava sottrarsi alla sicura persecuzione croata Dove venivano allontanati? • Consegnati agli ustascia croati • In campi di concentramento nazisti in Europa orientale ITALIANI “BRAVA GENTE”? Smentita del “salvataggio umano” • In Croazia: antisemitismo spietato • Nei territori italiani: gli Ebrei vengono riconsegnati ai Croati malgrado fosse ben nota l’esistenza dei campi di concentramento e di sterminio • • • • Idea di “liberarsi” Dagli ebrei Dai comunisti Dai nuclei familiari di ufficiali serbi Dagli impiegati pubblici dell’ex Jugoslavia Come? • Ritiro della tessera del pane • Eliminazione dei nominativi ebraici dagli elenchi telefonici • Sospensione dell’internamento