Breve storia dei Balcani

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STORIA
Per secoli la regione dei Balcani è stata contesa, invasa e conquistata da culture e regni diversi per
la sua posizione intermedia fra Occidente e Oriente. Nell’Antichità fu territorio degli Illiri, poi dei
Romani, poi venne invasa dai barbari che causarono la caduta di Roma.
Popolazioni slave vi crearono i loro regni, come quelli dei Croati nel 7° s. e poi dei Serbi fra 13° e
14° s.
I turchi ne fecero loro terra di conquista fra il 1350 e il 1520, avanzando verso nord e minacciando
Venezia e l’Europa.
Per secoli le popolazioni del Balcani smisero di avere autonomia politica, poiché anche la Russia si
interessò alla regione, contrastando i Turchi all’epoca di Pietro il Grande e Caterina II.
Ma anche l’Austria, che non voleva l’espansione russa verso il Mediterraneo né il ritorno dei
Turchi, accentuò il suo controllo sulla penisola. La regione non aveva autonomia, ma faceva a gola
a molte potenze europee come zona di delicato controllo sugli equilibri di potere: La Russia
pensava ad espandersi, l’Austria e la Gran Bretagna volevano limitare l’espansione della Russia,
appoggiando l’impero Ottomano, la Francia cercò di far sollevare le popolazioni balcaniche contro
la Francia.
Cominciarono a emergere e a dare i primi colpi al giogo turco. Nel 1804 si mossero i Serbi, nel
1820 i Greci e gli Albanesi, nel 1821 i Valacchi, più tardi (1836, 1841, 1851) i Bulgari, mentre
Croati e Sloveni, specie dal 1848 in poi, cercarono di definire la loro individualità nell’ambito
dell’impero asburgico.
Il Trattato di Berlino del 1878, che
ratificò la conclusione della guerra
russo-turca, costituì:
-
-
la Bulgaria in principato
autonomo;
creò la provincia autonoma
della Rumelia orientale;
affidò
l’amministrazione
della
Bosnia-Erzegovina
all’Austria;
riconobbe l’indipendenza
del
Montenegro,
della
Serbia e della Romania.
Scoppio della prima guerra
balcanica (1912), combattuta dalla
Turchia contro Bulgaria, Serbia e
Grecia e in seguito alla quale i
Turchi, perduto il controllo dell’intera Penisola B., accettarono la pace, mentre si costituiva lo Stato
albanese.
La Prima guerra mondiale non rappresentò altro, per la Penisola B., che la continuazione di queste
guerre, poiché Serbia, Romania e Grecia furono per l’Intesa, la Bulgaria per gli Imperi centrali.
I trattati del 1919 diedero vita alla Iugoslavia (con la riunione di Serbi, Croati e Sloveni),
ingrandirono la Romania.
Dopo la Seconda guerra mondiale non vi furono variazioni territoriali di rilievo, ma notevoli
mutamenti politici e sociali in seguito all’avvento di regimi comunisti in Albania, Iugoslavia,
Bulgaria e Romania; con la caduta di questi regimi, a partire dal 1989, si aprì una profonda crisi
regionale che rimise in discussione l’assetto territoriale emerso dalla Prima guerra mondiale. La
Penisola B. fu investita da nuova instabilità e gravi conflitti che hanno poi determinato, in
particolare, la divisione della Iugoslavia in sei Stati: Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina,
Macedonia, Serbia (con la contesa regione del Kosovo, a maggioranza albanese, dichiaratasi
indipendente il 17 febbraio 2008) e Montenegro.
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