RAPPORTO SUL PROFILO GENICO COME LEGGERE IL PRESENTE RAPPORTO I geni, presenti nei cromosomi, sono lunghe sequenze di basi che costituiscono il DNA ed ognuno é responsabile per la produzione di una determinata proteina. Ogni gene é presente nelle cellule dell’organismo in due copie (alleli), una ereditata dal padre e l’altra dalla madre. Le sequenze di uno stesso gene possono differire tra una persona ed un’altra solo per la sostituzione di una base in una specifica posizione. Queste sostituzioni, definite mutazioni o polimorfismi in base alla loro frequenza nella popolazione, non comportano, solitamente, disfunzioni gravi, anzi si puó dire che sono il motivo del perché ogni persona é diversa dall’altra. Se entrambe le copie in una determinata sequenza presentano nella stessa posizione la stessa base, il soggetto viene definito omozigote se invece nella stessa posizione sono riscontrabili due basi diverse, soggetto viene definito eterozigote. Talvolta la presenza di un determinato polimorfismo/mutazione puó essere la causa della produzione di una proteina che non funziona al 100% e che quindi può provocare delle alterazioni non direttamente patologiche ma che assieme ad altri fattori, molto spesso ambientali, possono concorrere all’insorgenza di stati patologici. Il profilo dei polimorfismi/mutazioni qui analizzati mette in evidenza la presenza o l’assenza di specifici polimorfismi/mutazioni che, sulla base di studi clinici pubblicati su riviste scientifiche importanti, sono stati correlati o meno ad una aumentato rischio di insorgenza di condizioni patologiche del sistema cardiovascolare. É importante rilevare che i polimorfismi/mutazioni qui analizzati non determinano la presenza di una malattia e nemmeno l’assenza di rischi che possono essere invece correlati ad altri polimorfismi/mutazioni non analizzati. Il report sul profilo genico che segue é suddiviso in 2 parti: 1) rapporto medico dove vengono riportate le possibili implicazioni cliniche correlate al polimorfismo determinato; 2) rapporto scientifico dove vengono riportate alcune informazioni sul ruolo fisiologico del gene, e quindi della proteina, analizzato. Nome 1/27 GENOTIPI E CORRELAZIONI CLINICHE PANNELLO EMOCOAGULATIVO F5 (Fattore V Leiden) Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo 1691G>A NO GG Genotipo normale o di riferimento: GG La proteina codificata da questo gene non presenta la mutazione cercata. Altri possibili genotipi identificabili mediante questa analisi: Mutazione/SNP ricercata Presente 1691G>A SI Genotipo GA AA La presenza della mutazione 1691G>A correla con: un maggiore rischio di comparsa e ricorrenza di trombosi venosa [1-2] un maggiore rischio di trombosi cerebrale, specialmente se associato alla Terapia ormonale sostitutiva [3] un maggiore rischio di comparsa e ricorrenza di trombosi venosa durante la gravidanza [4] un maggiore rischio di interruzione involontario della gravidanza [5] un maggiore rischio di preeclampsia [6] un maggiore rischio di ischemia cerebrale [7]. L’assenza della mutazione cercata non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. RACCOMANDAZIONI Ai portatori della mutazione 1691G>A nel gene F5, sia in omozigosi che in eterozigosi, si consiglia di sottoporsi a controlli dei parametri biochimici della coagulazione. Nel caso tali parametri risultino alterati è opportuno considerare una eventuale terapia anticoagulante. Le donne in età posmenopausale, portatrici della mutazione 1691G>A nel gene F5 sia in omozigosi che in eterozigoti, devono far presente al medico il loro stato di portatrici della mutazione qualora sia necessario intervenire con la terapia ormonale sostitutiva. Le donne in età fertile, portatrici della mutazione 1691G>A nel gene F5 sia in omozigosi che in eterozigosi, che intendono praticare la contraccezione orale devono far presente al medico il loro stato di portatrici della mutazione. Nome 2/27 F2 (Protrombina) Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo 20210G>A NO GG Genotipo normale o di riferimento: GG. La proteina codificata da questo gene non presenta la mutazione cercata. Altri possibili genotipi identificabili mediante questa analisi: Mutazione/SNP ricercata Presente 20210G>A SI Genotipo GA AA La presenza della mutazione 20210G>A correla con: un maggiore rischio di comparsa e ricorrenza di trombosi venosa [1-2] un maggiore rischio di trombosi cerebrale, specialmente se associato alla Terapia ormonale sostitutiva [3] un maggiore rischio di comparsa e ricorrenza di trombosi venosa durante la gravidanza [4] un maggiore rischio di interruzione involontario della gravidanza [5] un maggiore rischio di preeclampsia [6] un maggiore rischio di ischemia cerebrale [7]. L’assenza della mutazione cercata non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. RACCOMANDAZIONI Ai portatori della mutazione 20210G>A nel gene F2, sia in omozigosi che in eterozigosi, si consiglia di sottoporsi a controlli dei parametri biochimici della coagulazione. Nel caso tali parametri risultino alterati è opportuno considerare una eventuale terapia anticoagulante. Le donne in età posmenopausale, portatrici della mutazione 20210G>A nel gene F2 sia in omozigosi che in eterozigoti, devono far presente al medico il loro stato di portatrici della mutazione qualora sia necessario intervenire con la terapia ormonale sostitutiva. Le donne in età fertile, portatrici della mutazione 20210G>A nel gene F2 sia in omozigosi che in eterozigoti, che intendono praticare la contraccezione orale devono far presente al medico il loro stato di portatrici della mutazione. Nome 3/27 MTHFR (Metilenetetraidrofolatoreduttasi) Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo 677C>T NO CC Genotipo normale o di riferimento: CC La proteina codificata da questo gene non presenta la mutazione cercata. Altri possibili genotipi identificabili mediante questa analisi: Mutazione/SNP ricercata Presente 677C>T SI Genotipo CT TT La presenza dell’allele T correla con: un maggiore rischio di disfunzioni coronariche [1-2] un maggiore rischio di ictus cerebrale [3-4] un maggiore rischio di ipertensione [5] un maggiore rischio di trombosi venosa [6] un maggiore rischio di preeclampsia [7] L’assenza della mutazione cercata non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. RACCOMANDAZIONI Ai portatori dell’allele T in posizione 677 nel gene MTHFR, sia in omozigosi che in eterozigosi, si consiglia di: sottoporsi a controlli dei parametri biochimici ematici quali i livelli di folato, di vitamina B12, dell’omocisteina e dei fattori della coagulazione, nel caso tali parametri risultino alterati è opportuno considerare un eventuale intervento terapeutico; considerare un’eventuale supplemento di acido folico. Nome 4/27 CYP2C9 (Citocromo P450 2C9) Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo Alleli *2 e *3 NO *1/*1 Genotipo normale o di riferimento: *1/*1 La proteina codificata da questo gene non presenta le mutazioni cercate. Altri possibili genotipi identificabili mediante questa analisi: Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo *1/*2 *2/*2 Alleli *2 e *3 SI *1/*3 *2/*3 *3/*3 La presenza dell’allele *2 o dell’alle *3 sia in eterozigoti che in omozigosi correla con un ridotto metabolismo di diversi farmaci usati nella terapia: anticoagulante (curarine) [1-2] ipoglicemizzante (sulfaniluree) [3] anti-ipertensiva (sartani) [4] antinfiammatori non steroidei (oxicami, ibuprofene) [5-8] antiepilettica (fenitoina) [9-10] un maggiore rischio di infarto miocardio nelle donne che utilizzano farmaci che sono inibitori o che sono metabolizzati dal CYP2C9 [11] un maggiore rischio di aterosclerosi nei soggetti fumatori [12] L’assenza della mutazione cercata non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. RACCOMANDAZIONI Ai portatori degli alleli *2 o *3 sia in eterozigozi che in omozigosi è vivamente raccomandato di segnalare al proprio medico il proprio status genetico relativamente a questo enzima, CYP2C9, in modo che il medico possa indicare la migliore terapia nel caso di farmaci anticoagulanti, anti-ipertensivi e ipoglicemizzanti. Nome 5/27 VKORC1 (Complesso-Vitamina-K-epossido-reduttase-1) Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo –1639G>A NO GG Genotipo normale o di riferimento: GG La proteina codificata da questo gene non presenta la mutazione cercata. Altri possibili genotipi identificabili mediante questa analisi: Mutazione/SNP ricercata Presente –1639G>A SI Genotipo GA AA La presenza dell’allele A correla con: una minore espressione e attività di questo enzima e quindi con un maggior rischio di emorragie che diventa un rischio elevato nei soggetti sottoposti a terapia anticoagulante con curarine [1-5] L’assenza della mutazione cercata non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. RACCOMANDAZIONI I portatori dell’allele A, sia in eterozigozi che in omozigosi devono segnalare al proprio medico il proprio status genetico relativamente a questo enzima qualora sia necessario essere sottoposti a terapia anticoagulante e in modo particolare con Warfarina o Acenocumarolo Nome 6/27 PANNELLO CONTROLLO PRESSORIO E RISCHIO CARDIOVASCOLARE ACE (Angiotensin converting enzyme) Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo I/D NO I/I Genotipo normale o di riferimento: II La proteina codificata da questo gene non presenta la mutazione cercata. Altri possibili genotipi identificabili mediante questa analisi: Mutazione/SNP ricercata Presente I/D SI Genotipo I/D D/D La presenza dell’allele D correla con: un maggiore rischio di ipertensione [1] un maggiore rischio di ipertrofia del ventricolo sinistro [2] un maggiore rischio di infarto acuto del miocardio in età giovanile [3] un maggiore rischio di sindrome coronaria acuta in età postmenopausale [4] Questi rischi aumentano nei soggetti diabetici. L’assenza della mutazione cercata non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. RACCOMANDAZIONI Ai portatori dell’allele D nel gene ACE, sia in omozigosi che in eterozigosi, si consiglia: di ridurre o eliminare eventuali altri fattori di rischio dovuti allo stile di vita (es. fumo, vita sedentaria, alimentazione eccessiva o sbilanciata, ecc.) di controllare i valori della pressione sanguigna di considerare l’eventuale terapia antipertensiva se consigliata dal medico di praticare attivitá sportiva solo dopo aver consultato il proprio medico Nome 7/27 AGTR1 (Angiotensin receptor type 1) Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo A1166C NO AA Genotipo normale o di riferimento: AA La proteina codificata da questo gene non presenta la mutazione cercata. Altri possibili genotipi identificabili mediante questa analisi: Mutazione/SNP ricercata Presente A1166C SI Genotipo AC CC La presenza dell’allele C correla con: un maggiore rischio di ictus in modo particolare nei fumatori [1-2] un maggiore rischio di ipertensione [3] un maggiore rischio di ricorrenza di infarto acuto del miocardio [4] L’assenza della mutazione cercata non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. RACCOMANDAZIONI Ai portatori dell’allele C nel gene AGTR1, sia in omozigosi che in eterozigosi, si consiglia: di ridurre o eliminare eventuali altri fattori di rischio dovuti allo stile di vita (es. fumo, vita sedentaria, alimentazione eccessiva o sbilanciata, ecc.) di tenere sotto controllo i valori della pressione sanguigna di considerare l’eventuale terapia antipertensiva se consigliata dal medico Nome 8/27 PAI1 (Plasminogen activator inhibitor-1) Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo 4G/5G NO 5G/5G Genotipo normale o di riferimento: 5G/5G La proteina codificata da questo gene non presenta la mutazione cercata. Altri possibili genotipi identificabili mediante questa analisi: Mutazione/SNP ricercata Presente 4G/5G SI Genotipo 4G/5G 4G/4G La presenza dell’allele 4G correla con: un maggiore rischio di infarto acuto del miocardio anche in non fumatori [1-3] un maggiore rischio di ipertensione arteriosa [4] un effetto protettivo contro lo sviluppo di stenosi coronaria di alto grado [2] L’assenza della mutazione cercata non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. RACCOMANDAZIONI Ai portatori dell’allele 4G nel gene PAI-1, sia in omozigosi che in eterozigosi, si consiglia: di ridurre o eliminare eventuali altri fattori di rischio dovuti allo stile di vita (es. fumo, vita sedentaria, alimentazione eccessiva o sbilanciata, ecc.) di controllare i valori della pressione sanguigna di considerare l’eventuale terapia antipertensiva se consigliata dal medico Nome 9/27 PON1 (Paraoxonase-1) Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo Q192R NO QQ Genotipo di riferimento: QR o RR (*) La proteina codificata da questo gene non presenta la mutazione cercata. La presenza dell’alle Q correla con: un maggiore rischio di disfunzioni dell’endotelio coronario in soggetti con malattia delle coronarie [1-2] una maggiore concentrazione di LDL ossidate [1] un maggiore rischio di malattia delle coronarie in modo particolare nei fumatori ed in soggetti con elevati livelli di colesterolo [2] un maggiore rischio di malattie cardiocircolatorie [3] RACCOMANDAZIONI Ai portatori dell’allele Q nel gene PON1, sia in omozigosi che in eterozigosi, si consiglia: di ridurre o eliminare eventuali altri fattori di rischio dovuti allo stile di vita (es. fumo, vita sedentaria, alimentazione eccessiva o sbilanciata, ecc.) di controllare i valori della pressione sanguigna di considerare l’eventuale terapia antipertensiva se consigliata dal medico di praticare attivitá sportiva solo dopo aver consultato il proprio medico Altri possibili genotipi identificabili mediante questa analisi: Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo Q192R SI QR SI RR La presenza dell’allele R porta alla codifica, da parte di questo gene, della proteina che presenta la mutazione cercata. I soggetti portatori di questa mutazione sono meno proni ad ossidazione delle LDL da parte di PON-1. L’assenza dell’allele Q nel gene PON1, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. (*) Si intende quale riferimento funzionale e non in base alla frequenza nella popolazione. Nome 10/27 PANNELLO METABOLISMO LIPIDICO APOB (Apolipoproteina B100) Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo R3500Q NO RR Genotipo normale o di riferimento: RR La proteina codificata da questo gene non presenta la mutazione cercata. Altri possibili genotipi identificabili mediante questa analisi: Mutazione/SNP ricercata Presente R3500Q SI Genotipo RQ QQ La presenza dell’allele Q correla con: un maggiore rischio di ipercolesterolemia apolipoproteina B-100 [1-2] familiare o deficienza un maggiore rischio di disfunzioni cardiovascolari e coronariche [3] familiare di L’assenza della mutazione cercata non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. RACCOMANDAZIONI Ai portatori della mutazione R3500Q nel gene APOB, sia in omozigosi che in eterozigosi, si consiglia di sottoporsi a controlli ematici dei parametri biochimici quali i livelli di colesterolo, trigliceridi, lipidi, LDL, HDL VLDL. Nel caso tali parametri risultino alterati è opportuno consultare uno specialista e considerare un’eventuale dieta. Nome 11/27 PCSK9 (Protein convertase subtilisin/kexin type 9) Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo E670G NO EE Genotipo normale o di riferimento: EE La proteina codificata da questo gene non presenta la mutazione cercata. Altri possibili genotipi identificabili mediante questa analisi: Mutazione/SNP ricercata Presente Genotipo E670G SI EG SI GG La presenza dell’allele G correla con: un maggiore rischio di ipercolesterolemia [1] un maggiore rischio di aterosclerosi dei grandi vasi [2] un maggiore rischio di disfunzioni coronariche e di elevati livelli di LDL [3] L’assenza della mutazione cercata non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. RACCOMANDAZIONI Ai portatori della mutazione E670G nel gene PCSK9, sia in omozigosi che in eterozigosi, si consiglia di: sottoporsi a controlli ematici dei parametri biochimici quali i livelli di colesterolo, trigliceridi, lipidi, LDL, HDL VLDL; consultare uno specialista qualora tali parametri biochinici risultino alterati; considerare un’eventuale dieta. Nome 12/27 BIBLIOGRFIA CITATA FATTORE V DI LEIDEN [1] Dentali F, Galli M, Gianni M, Ageno W. Inherited thrombophilic abnormalities and risk of portal vein thrombosis. ameta-analysis. Thromb Haemost. 2008 Apr;99(4):675-82. [2] Marchiori A, Mosena L, Prins MH, Prandoni P.The risk of recurrent venous thromboembolism among heterozygous carriers of factor V Leiden or prothrombin G20210A mutation. A systematic review of prospective studies. Haematologica. 2007 Aug;92(8):1107-14. [3] Dentali F, Crowther M, Ageno W. Thrombophilic abnormalities, oral contraceptives, and risk of cerebral vein thrombosis: a meta-analysis. Blood. 2006 Apr 1;107(7):2766-73. [4] Biron-Andreani C, Schved JF, Daures JP Factor V Leiden mutation and pregnancy-related venous thromboembolism: what is the exact risk? Results from a meta-analysis. Thromb Haemost. 2006 Jul;96(1):14-8. [5] Lissalde-Lavigne G, Fabbro-Peray P, Cochery-Nouvellon E, Mercier E, Ripart-Neveu S, Balducchi JP, Daurès JP, Perneger T, Quéré I, Dauzat M, Marès P, Gris JC. Factor V Leiden and prothrombin G20210A polymorphisms as risk factors for miscarriage during a first intended pregnancy: the matched case-control 'NOHA first' study. J Thromb Haemost. 2005 Oct;3(10):2178-84. [6] Lin J, August P. Genetic thrombophilias and preeclampsia: a meta-analysis. Obstet Gynecol. 2005 Jan;105(1):18292. [7] Casas JP, Hingorani AD, Bautista LE, Sharma P. Meta-analysis of genetic studies in ischemic stroke: thirty-two genes involving approximately 18,000 cases and 58,000 controls. Arch Neurol. 2004 Nov;61(11):1652-61. PROTROMBINA [1] Dentali F, Galli M, Gianni M, Ageno W. Inherited thrombophilic abnormalities and risk of portal vein thrombosis. ameta-analysis. Thromb Haemost. 2008 Apr;99(4):675-82. [2] Marchiori A, Mosena L, Prins MH, Prandoni P.The risk of recurrent venous thromboembolism among heterozygous carriers of factor V Leiden or prothrombin G20210A mutation. A systematic review of prospective studies. Haematologica. 2007 Aug;92(8):1107-14. [3] Dentali F, Crowther M, Ageno W. Thrombophilic abnormalities, oral contraceptives, and risk of cerebral vein thrombosis: a meta-analysis. Blood. 2006 Apr 1;107(7):2766-73. [4] Biron-Andreani C, Schved JF, Daures JP Factor V Leiden mutation and pregnancy-related venous thromboembolism: what is the exact risk? Results from a meta-analysis. Thromb Haemost. 2006 Jul;96(1):14-8. [5] Lissalde-Lavigne G, Fabbro-Peray P, Cochery-Nouvellon E, Mercier E, Ripart-Neveu S, Balducchi JP, Daurès JP, Perneger T, Quéré I, Dauzat M, Marès P, Gris JC. Factor V Leiden and prothrombin G20210A polymorphisms as risk factors for miscarriage during a first intended pregnancy: the matched case-control 'NOHA first' study. J Thromb Haemost. 2005 Oct;3(10):2178-84. [6] Lin J, August P. Genetic thrombophilias and preeclampsia: a meta-analysis. Obstet Gynecol. 2005 Jan;105(1):18292. [7] Casas JP, Hingorani AD, Bautista LE, Sharma P. Meta-analysis of genetic studies in ischemic stroke: thirty-two genes involving approximately 18,000 cases and 58,000 controls. Arch Neurol. 2004 Nov;61(11):1652-61. MTHFR [1] Wu AH, Tsongalis GJ. Correlation of polymorphisms to coagulation and biochemical risk factors for cardiovascular diseases. Am J Cardiol. 2001 Jun 15;87(12):1361-6. [2] Klerk M, Verhoef P, Clarke R, Blom HJ, Kok FJ, Schouten EG; MTHFR Studies Collaboration Group. MTHFR 677C->T polymorphism and risk of coronary heart disease: a meta-analysis. JAMA. 2002 Oct 23-30;288(16):2023-31. [3] Verkleij-Hagoort A, Bliek J, Sayed-Tabatabaei F, Ursem N, Steegers E, Steegers-Theunissen R. Hyperhomocysteinemia and MTHFR polymorphisms in association with orofacial clefts and congenital heart defects: a meta-analysis. Am J Med Genet A. 2007 May 1;143A(9):952-60. [4] Kelly PJ, Rosand J, Kistler JP, Shih VE, Silveira S, Plomaritoglou A, Furie KL. Homocysteine, MTHFR 677C-->T polymorphism, and risk of ischemic stroke: results of a meta-analysis. Neurology. 2002 Aug 27;59(4):529-36. [5] Qian X, Lu Z, Tan M, Liu H, Lu D. A meta-analysis of association between C677T polymorphism in the methylenetetrahydrofolate reductase gene and hypertension. Eur J Hum Genet. 2007 Dec;15(12):1239-45. [6] Den Heijer M, Lewington S, Clarke R. Homocysteine, MTHFR and risk of venous thrombosis: a meta-analysis of published epidemiological studies. J Thromb Haemost. 2005 Feb;3(2):292-9. Nome 13/27 [7] Lin J, August P. Genetic thrombophilias and preeclampsia: a meta-analysis. Obstet Gynecol. 2005 Jan;105(1):18292. CYP2C9 [1] Aithal GP, Day CP, Kesteven PJ, Daly AK. Association of polymorphisms in the cytochrome P450 CYP2C9 with warfarin dose requirement and risk of bleeding complications. Lancet. 1999 Feb 27;353(9154):717-9. [2] Carlquist JF, Horne BD, Muhlestein JB, Lappe DL, Whiting BM, Kolek MJ, Clarke JL, James BC, Anderson JL.Genotypes of the cytochrome p450 isoform, CYP2C9, and the vitamin K epoxide reductase complex subunit 1 conjointly determine stable warfarin dose: a prospective study. J Thromb Thrombolysis. 2006 Dec;22(3):191-7. [3] Suzuki K, Yanagawa T, Shibasaki T, Kaniwa N, Hasegawa R, Tohkin M. Effect of CYP2C9 genetic polymorphisms on the efficacy and pharmacokinetics of glimepiride in subjects with type 2 diabetes. Diabetes Res Clin Pract. 2006 May;72(2):148-54. [4] Hallberg P, Karlsson J, Kurland L, Lind L, Kahan T, Malmqvist K, Ohman KP, Nyström F, Melhus H. The CYP2C9 genotype predicts the blood pressure response to irbesartan: results from the Swedish Irbesartan Left Ventricular Hypertrophy Investigation vs Atenolol (SILVHIA) trial. J Hypertens. 2002 Oct;20(10):2089-93. [5] Garcia-Martin E, Martinez C, Tabares B, Frias J, and Agundez JAG. Interindividual variability in ibuprofen pharmacokinetics is related to interaction of cytochrome P450 2C8 and 2C9 amino acid polymorphisms. Clin Pharmacol Ther 2004 76:119–127. [6] Martinez C, Garcia-Martin E, Blanco G, Gamito FJG, Ladero JM, and Agundez JAG. The effect of the cytochrome P450 CYP2C8 polymorphism on the disposi-tion of (R)-ibuprofen enantiomer in healthy subjects. Br J Clin Pharmacol 2004 59:62–68. [7] Perini JA, Vianna-Jorge R, Brogliato AR, and Suarez-Kurtz G. Influence of CYP2C9 genotypes on the pharmacokinetics and pharmacodynamics of piroxicam. Clin Pharmacol Ther 2005 78:362–369. [8] Zhang Y, Zhong D, Si D, Guo Y, Chen X, and Zhou H. Lornoxicam pharmacokinetics in relation to cytochrome P450 2C9 genotype. 2005 Br J Clin Pharmacol 59:14–17. [9] Giancarlo GM, Venkatakrishnan K, Granda BW, von Moltke LL, and Greenblatt DJ. Relative contributions of CYP2C9 and 2C19 to phenytoin 4-hydroxylation in vitro: inhibition by sulfaphenazole, omeprazole, and ticlopidine. Eur J Clin Pharmacol 2001 57:31–36. [10] Hung C-C, Lin C-J, Chen C-C, Chang C-J, and Liou H-H. Dosage recommendation of phenytoin for patients with epilepsy with different CYP2C9/CYP2C19 polymorphisms. Ther Drug Monit 2004 26:534–540. [11] Visser LE, van Schaik RH, Jan Danser AH, Hofman A, Witteman JC, van Duijn CM, Uitterlinden AG, Pols HA, Stricker BH. The risk of myocardial infarction in patients with reduced activity of cytochrome P450 2C9. Pharmacogenet Genomics. 2007 Jul;17(7):473-9. [12] Ercan B, Ayaz L, Ciçek D, Tamer L. Role of CYP2C9 and CYP2C19 polymorphisms in patients with atherosclerosis. Cell Biochem Funct. 2008 May-Jun;26(3):309-13. VKORC1 [1] D'Andrea G, D'Ambrosio RL, Di Perna P, Chetta M, Santacroce R, Brancaccio V, Grandone E, Margaglione M. A polymorphism in the VKORC1 gene is associated with an interindividual variability in the dose-anticoagulant effect of warfarin. Blood. 2005 Jan 15;105(2):645-9. [2] Gage BF. Pharmacogenetics-based coumarin therapy. Hematology Am Soc Hematol Educ Program. 2006;:467-73. [3] Rieder MJ, Reiner AP, Gage BF, Nickerson DA, Eby CS, McLeod HL, Blough DK, Thummel KE, Veenstra DL, Rettie AE. Effect of VKORC1 haplotypes on transcriptional regulation and warfarin dose. N Engl J Med. 2005 Jun 2;352(22):2285-93. [4] Rost S, Fregin A, Ivaskevicius V, Conzelmann E, Hortnagel K, Pelz HJ, Lappegard K, Seifried E, Scharrer I, Tuddenham EG, Muller CR, Strom TM, Oldenburg J. Mutations in VKORC1 cause warfarin resistance and multiple coagulation factor deficiency type 2. Nature. 2004 Feb 5;427(6974):537-41. [5] Schalekamp T, Brasse BP, Roijers JF, Chahid Y, van Geest-Daalderop JH, de Vries-Goldschmeding H, van Wijk EM, Egberts AC, de Boer A. VKORC1 and CYP2C9 genotypes and acenocoumarol anticoagulation status: interaction between both genotypes affects overanticoagulation. Clin Pharmacol Ther. 2006 Jul;80(1):13-22. ACE [1] Bautista LE, Vargas CI, Oróstegui M, Gamarra G. Population-based case-control study of renin-angiotensin system genes polymorphisms and hypertension among Hispanics. Hypertens Res. 2008 Mar;31(3):401-8. [2] Smilde TD, Zuurman MW, Hillege HL, van Veldhuisen DJ, van Gilst WH, van der Steege G, Voors AA, Kors JA, de Jong PE, Navis G. Renal function dependent association of AGTR1 polymorphism (A1166C) and electrocardiographic Nome 14/27 left-ventricular hypertrophy. Am J Hypertens. 2007 Oct;20(10):1097-103. [3] Franco E, Palumbo L, Crobu F, Anselmino M, Frea S, Matullo G, Piazza A, Trevi GP, Bergerone S. Reninangiotensin-aldosterone system polymorphisms: a role or a hole in occurrence and long-term prognosis of acute myocardial infarction at young age. BMC Med Genet. 2007 May 22;8:27. [4] Méthot J, Hamelin BA, Bogaty P, Arsenault M, Plante S, Poirier P. ACE-DD genotype is associated with the occurrence of acute coronary syndrome in postmenopausal women. Int J Cardiol. 2005 Dec 7;105(3):308-14. AGTR1 [1] Möllsten A, Stegmayr B, Wiklund PG. Genetic polymorphisms in the renin-angiotensin system confer increased risk of stroke independently of blood pressure: a nested case-control study. J Hypertens. 2008 Jul;26(7):1367-72. [2] Szolnoki Z, Havasi V, Talián G, Bene J, Komlósi K, Somogyvári F, Kondacs A, Szabó M, Fodor L, Bodor A, Melegh B. Angiotensin II type-1 receptor A1166C polymorphism is associated with increased risk of ischemic stroke in hypertensive smokers. J Mol Neurosci. 2006;28(3):285-90. [3] Forman JP, Fisher ND, Pollak MR, Cox DG, Tonna S, Curhan GC. Renin-angiotensin system polymorphisms and risk of hypertension: influence of environmental factors. J Clin Hypertens (Greenwich). 2008 Jun;10(6):459-66. [4] Franco E, Palumbo L, Crobu F, Anselmino M, Frea S, Matullo G, Piazza A, Trevi GP, Bergerone S. Reninangiotensin-aldosterone system polymorphisms: a role or a hole in occurrence and long-term prognosis of acute myocardial infarction at young age. BMC Med Genet. 2007 May 22;8:27. PAI-1 [1] Morange PE, Saut N, Alessi MC, Yudkin JS, Margaglione M, Di Minno G, Hamsten A, Humphries SE, Tregouet DA, Juhan-Vague I. Association of plasminogen activator inhibitor (PAI)-1 (SERPINE1) SNPs with myocardial infarction, plasma PAI-1, and metabolic parameters: the HIFMECH study. Arterioscler Thromb Vasc Biol. 2007 Oct;27(10):22507. [2] Onalan O, Balta G, Oto A, Kabakci G, Tokgozoglu L, Aytemir K, Altay C, Gurgey A, Nazli N. Plasminogen activator inhibitor-1 4G4G genotype is associated with myocardial infarction but not with stable coronary artery disease. J Thromb Thrombolysis. 2007 Aug 25. [Epub ahead of print] [3] Boekholdt SM, Bijsterveld NR, Moons AHM, Levi M, Büller HR, Peters RJG. Genetic variation in coagulation and fibrinolytic proteins and their relation with acute myocardial infarction. Circulation. 2001;104:3063-3068. [4] Martínez-Calatrava MJ, González-Sánchez JL, Zabena C, Martínez-Larrad MT, Luque-Otero M, Serrano-Ríos M Is the plasminogen activator inhibitor-1 gene a candidate gene predisposing to hypertension? Results from a populationbased study in Spain. J Hypertens. 2007 Apr;25(4):773-7. PON-1 [1] Lavi S, McConnell JP, Lavi R, Barsness GW, Rihal CS, Novak GD, Lerman LO, Lerman A. Association between the paraoxonase-1 192Q>R allelic variant and coronary endothelial dysfunction in patients with early coronary artery disease. Mayo Clin Proc. 2008 Feb;83(2):158-64. [2] Balcerzyk A, Zak I, Krauze J. Synergistic effects between Q192R polymorphism of paraoxonase 1 gene and some conventional risk factors in premature coronary artery disease. Arch Med Res. 2007 Jul;38(5):545-50. [3] Bhattacharyya T, Nicholls SJ, Topol EJ, Zhang R, Yang X, Schmitt D, Fu X, Shao M, Brennan DM, Ellis SG, Brennan ML, Allayee H, Lusis AJ, Hazen SL.Relationship of paraoxonase 1 (PON1) gene polymorphisms and functional activity with systemic oxidative stress and cardiovascular risk. JAMA. 2008 Mar 19;299(11):1265-76. APOB [1] Nelken J, Meshkani R, Chahal N, McCrindle B, Adeli K. Detection of familial defective apoB (FDB) mutations in hypercholesterolemic children and adolescents by denaturing high performance liquid chromatography (DHPLC). Clin Biochem. 2008 Apr;41(6):395-9. [2] Hutter CM, Austin MA, Humphries SE. Familial hypercholesterolemia, peripheral arterial disease, and stroke: a HuGE minireview. Am J Epidemiol. 2004 Sep 1;160(5):430-5. [3] Willer CJ, Sanna S, Jackson AU, Scuteri A, Bonnycastle LL, Clarke R, Heath SC, Timpson NJ, Najjar SS, Stringham HM, Strait J, Duren WL, Maschio A, Busonero F, Mulas A, Albai G, Swift AJ, Morken MA, Narisu N, Bennett D, Parish S, Shen H, Galan P, Meneton P, Hercberg S, Zelenika D, Chen WM, Li Y, Scott LJ, Scheet PA, Sundvall J, Watanabe RM, Nagaraja R, Ebrahim S, Lawlor DA, Ben-Shlomo Y, Davey-Smith G, Shuldiner AR, Collins R, Bergman RN, Uda M, Tuomilehto J, Cao A, Collins FS, Lakatta E, Lathrop GM, Boehnke M, Schlessinger D, Mohlke KL, Abecasis GR. Newly identified loci that influence lipid concentrations and risk of coronary artery disease. Nat Genet. 2008 Feb;40(2):1619. Nome 15/27 PCSK9 [1] Evans D, Beil FU. The E670G SNP in the PCSK9 gene is associated with polygenic hypercholesterolemia in men but not in women. BMC Med Genet. 2006 Jul 31;7:66. [2] Abboud S, Karhunen PJ, Lutjohann D, Goebeler S, Luoto T, Friedrichs S, Lehtimaki T, PandolfoM, Laaksonen R. Proprotein Convertase Subtilisin/Kexin Type 9 (PCSK9) Gene Is a Risk Factor of Large-Vessel Atherosclerosis Stroke. PLoS ONE 2007 10:(e1043) 1-4. [3] Chen SN, Ballantyne CM, Gotto AM Jr, Tan Y, Willerson JT, Marian AJ. A common PCSK9 haplotype, encompassing the E670G coding single nucleotide polymorphism, is a novel genetic marker for plasma low-density lipoprotein cholesterol levels and severity of coronary atherosclerosis. J Am Coll Cardiol. 2005 May 17;45(10):1611-9. Nome 16/27 RAPPORTO SCIENTIFICO PANNELLO EMOCOAGULATIVO FATTORE V DI LEIDEN Il Fattore V attivato è un cofattore essenziale per il processo coagulativo mediante la sua azione di attivazione della trombina. Il suo effetto pro-coagulante è normalmente inibito dalla Proteina C attivata che taglia il Fattore V attivato in tre parti. Una mutazione nel gene che codifica per il fattore V (1691 G>A ) impedisce il taglio da parte della Proteina C e conferisce una maggiore attività pro-coagulante del Fattore V attivato, condizione che predispone allo sviluppo della trombosi. Tale variante G1691A è definita variante di Leiden (località in cui fu scoperta), ed ha una frequenza genica dell’ 1,4-4,2% in Europa con una frequenza di portatori in eterozigosi in Italia pari al 2-3%, mentre l’omozigosità per tale mutazione ha un’incidenza di 1:5000. I soggetti eterozigoti hanno un rischio 8 volte superiore alla popolazione generale di sviluppare una trombosi venosa, mentre gli omozigoti hanno un rischio pari ad 80 volte. Tale evento trombotico è favorito in presenza di altre condizioni predisponenti quali la gravidanza, l'assunzione di contraccettivi orali (rischio aumentato di 30 volte negli eterozigoti e di alcune centinaia negli omozigoti), gli interventi chirurgici. In gravidanza una condizione genetica di eterozigosi per il Fattore Leiden è considerata predisponente all'aborto spontaneo, alla eclampsia, ai difetti placentari, alla Sindrome HELLP (emolisi, elevazione enzimi epatici, piastrinopenia). Tali manifestazioni sarebbero legate a trombosi delle arterie spirali uterine con conseguente inadeguata perfusione placentare. I soggetti portatori di mutazione del Fattore V di Leiden dovrebbero pertanto sottoporsi a profilassi anticoagulativa in corso di gravidanza o in funzione di interventi chirurgici ed evitare l'assunzione di contraccettivi orali. Il genotipo omozigote GG è il più frequente nella popolazione e codifica per la proteina definita normale. La presenza della mutazione 1691G>A conferisce una maggiore attività pro-coagulante del Fattore V, dovuta alla sua minore degradazione, aumentando così il rischio di eventi trombotici. La co-presenza di altri fattori di rischio come ad es. la terapia ormonale sostitutiva e la gravidanza, come pure abitudini di vita (vita sedentaria,) espongono il soggetto ad un ulteriore aumento del rischio di eventi trombotici. La co-presenza della mutazione 20210G>A nella protrombina aumenta il rischio di 100 volte di eventi trombotici. L’assenza della mutazione 1691G>A nel gene F5, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. Nome 17/27 FATTORE 2 (Protrombina) La protrombina o Fattore II della coagulazione svolge un ruolo fondamentale nella cascata coagulativa in quanto la sua attivazione a trombina porta alla trasformazione del fibrinogeno in fibrina e quindi alla formazione del coagulo. E’ stata descritta una variante genetica comune nella regione non trascritta al 3’ del gene, mutazione 20210G>A, che è associata alla presenza di elevati livelli di Protrombina funzionale nel plasma e conseguente aumentato rischio di sviluppare trombosi. Il rischio di sviluppare una trombosi venosa negli eterozigoti (3% della popolazione Italiana) è 3 volte superiore alla popolazione generale che nel caso di compresenza della mutazione del Fattore V di Leiden aumenta fino a 100 volte. Tale evento trombotico è favorito in presenza di altre condizioni predisponenti quali la gravidanza, l'assunzione di contraccettivi orali, gli interventi chirurgici. In gravidanza una condizione genetica di eterozigosi per la protrombina puó essere predisponente all'aborto spontaneo, alla eclampsia, ai difetti. Tali manifestazioni sarebbero legate a trombosi delle arterie spirali uterine con conseguente inadeguata perfusione placentare. I soggetti portatori di mutazione del Fattore V di Leiden dovrebbero pertanto sottoporsi a profilassi anticoagulativa in corso di gravidanza o in funzione di interventi chirurgici ed evitare l'assunzione di contraccettivi orali. Il genotipo omozigote GG è il più frequente nella popolazione e codifica per la proteina definita normale. La presenza della mutazione 20210G>A nella Protrombina, sia in omozigosi che in eterozigoti, conferisce una maggiore concentrazione plasmatica di protrombina funzionale e di conseguenza una maggiore attività pro-coagulante che aumenta il rischio di eventi trombotici. La co-presenza di altri fattori di rischio come ad es. la terapia ormonale sostitutiva e la gravidanza, come pure abitudini di vita (vita sedentaria,) espongono il soggetto ad un ulteriore aumento del rischio di eventi trombotici. L’assenza della mutazione 20210G>A nel gene della Protrombina (F2), non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. Nome 18/27 MTHFR (metilene tetraidrofolato redattasi) L’enzima metilene tetraidrofolato reduttasi (MTHFR) esplica un ruolo importante nel metabolismo in generale ed in modo particolare nel metabolismo degli aminoacidi. MTHFR catalizza la conversione del 5,10-metilenetetraidrofolato in 5-metiltetraidrofolato, il più abbondante tra i folati ematici e intermedio fondamentale per la biosintesi di metionina e quindi dei derivati proteici o nucleici metilati. MTHFR media processi biologici fondamentali come: a) b) c) d) la la la la sintesi dei nucleotidi e della S-adenosil-metionina (sintesi del DNA); rimetilazione della omocisteina in metionina (eliminazione dell’omocisteina); metilazione del DNA e delle proteine; metilazione dei neurotrasmettitori e dei fosfolipidi. Una normale attività della MTHFR contribuisce a mantenere costanti i livelli di folati e di metionina circolanti e prevenire l’accumulo di omocisteina. Una ridotta attività dell’enzima MTHFR può essere la conseguenza di un polimorfismo del gene codificante per l’MTHFR (677C>T). Una ridotta attività enzimatica può avere riflessi importanti sull’organismo riconducibili a disfunzioni cardiovascolari come la trombofilia e la iperomocisteinemia. L’iper-omocisteinemia è dovuta ad un alterato metabolismo della metionina, aminoacido essenziale, fondamentale per la metilazione di proteine, acidi nucleici, sintesi di basi nucleotidiche e aminoacidi, ecc. La metionina viene prima trasformata in S- adenosilmetionina che funziona da donatore di gruppi metilici. Una volta donato il gruppo metilico viene trasformata in omocisteina che, grazie all’MTHFR, viene riconvertita in metionina. La presenza del polimorfismo C677T nella forma di omozigosi è correlata sia ad una ridotta attività enzimatica che ad un’aumentata labilità termica enzimatica. La riduzione dell’attività dell’MTHFR corrisponde ad un aumento di folati nella forma non metilata e di conseguenza un aumento dei livelli omocisteina che è fortemente correlato con disfunzioni cardiovascolari ed un aumentato rischio trombotico. La co-presenza di altri fattori di rischio come ad es. la terapia ormonale sostitutiva e la gravidanza, come pure abitudini di vita (vita sedentaria,) espongono il soggetto ad un ulteriore aumento del rischio di eventi trombotici. Il genotipo omozigote CC, è presente in circa il 25-30% della popolazione e codifica, in assenza di altre eventuali mutazioni, per la proteina definita normale. Il genotipo omozigote TT, presente in circa il 25-30% della popolazione, ed il genotipo CT, il più frequente nella popolazione, codificano, in assenza di altre eventuali mutazioni, per la proteina definita termolabile. Ai portatori dell’alle T si consiglia di integrare la dieta con acido folico e di monitorare i livelli di omocisteina plasmatici. L’assenza della mutazione 677C>T nel gene MTHFR, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. Nome 19/27 CYP2C9 (Citocromo 2C9) Il gene CYP2C9 codifica per un enzima della famiglia dei citocromi, enzimi deputati al metabolismo di diverse sostanze tra le quali i farmaci. Sono state identificate diverse mutazioni in questo gene e due, in particolare, corrispondenti ad una sostituzione aminoacidica dell’Arg144>Cys (definito allele *2) e dell’Ile358>Leu (definito allele *3) che portano alla produzione di un enzima con ridotta attività metabolica. Queste mutazioni che hanno una frequenza dell’8-12 per l’allele *2 e del 6-10% per l’allele *3 nella razza caucasica, vista la ridotta attivitá enzimatica che ne deriva, possono essere responsabili del mancato metabolismo di alcune sostanze provocandone cosí il loro accumulo. Il CYP2C9 è stato identificato quale enzima responsabile della degradazione dei farmaci di maggior uso nella terapia anticoagulante: le cumarine. Il soggetto portatore di uno dei due alleli qualora necessitasse il ricorso alla terapia anticoagulante con cumarine è bene faccia presente la sua condizione di “lento metabolizzatore” in modo da ridurre notevolmente il rischio di accumulo di cumarine ed il conseguente rischio emorragico specialmente nella fase iniziale della terapia. Inoltre questo enzima è implicato nel metabolismo di diversi farmaci che, funzionando da substrato per lo stesso enzima, esercitano un’azione inibitoria per competizione provocando, in determinate situazioni, l’accumulo del farmaco con più bassa affinità per il CYP2C9. Il genotipo omozigote *1/*1 è il più frequente nella popolazione e codifica, in assenza di altre eventuali mutazioni, per la proteina definita normale. Ai portatori degli alleli *2 o *3 sia in eterozigozi che in omozigosi è vivamente raccomandato di segnalare al proprio medico il proprio status genetico relativamente a questo enzima in modo che il medico possa indicare la migliore terapia nel caso di farmaci anticoagulanti, antiipertensivi e ipoglicemizzanti (vedi lista allegata). L’assenza degli alleli *2 e *3 nel gene CYP2C9, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. Nome 20/27 VKORC1 (Complesso-Vitamina-K-epossido-reduttase-1) È noto che la vitamina K, attraverso le proteine-vitamina-K-dipendenti, gioca un ruolo fondamentale nell’attivazione della cascata coagulativa come pure nel mantenere l’integrità dei vasi. L’attività biologica di tutte le proteine-vitamina-K-dipendenti è strettamente legata alla loro carbossilazione. La vitamina K, nelle forma ridotta di idrochinone, è un co-fattore per i processi di carbossilazione, dove viene convertito a vitamina K epossido il quale viene poi riciclato come vitamina K idrochinone. Una mancata capacità di de-carbossilare queste proteine è stata correlata con un polimorfismo nel gene VKORC1 che riduce la capacità dell’enzima codificato da questo gene di ossidare la vitamina K a epossido provocando alterazioni nella cascata coagulativa. Da meno di 5 anni questo enzima è stato identificato anche come il bersaglio molecolare delle curarine e l’analisi del gene VKORC1 che lo codifica ha permesso di associare alcuni polimorfismi/mutazioni alle dosi di mantenimento di curarine per la terapia anticoagulante. Più in particolare molti studi clinici che hanno indagato il possibile ruolo dei SNP identificati nel gene VKORC1 sono giunti alla conclusione che il SNP più rilevante è quello definito –1639G>A. Infatti i soggetti portatori di entrambi gli alleli mutati (definiti A/A) richiedono dosi di mantenimento di cumarine minori e presentano una minore espressione dell’mRNA per VKORC1 rispetto ai portatori di un singolo (A/G) o entrambi gli alleli wilde-type (G/G). Il genotipo omozigote GG è presente in circa il 40% della popolazione e codifica, in assenza di altre eventuali mutazioni, per la proteina definita normale. Il genotipo eterozigote GA, presente in circa il 45% della popolazione, ed il genotipo AA, presente in circa il 15% della popolazione, codificano per la proteina alterata e con minore attività. I portatori del polimorfismo –1639G>A sono soggetti ad una minore espressione e attività di questo enzima e quindi con un maggior rischio di emorragie che diventa un rischio elevato nei soggetti sottoposti a terapia anticoagulante con curarine. L’assenza del polimorfismo –1639G>A nel gene VKORC1, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. Nome 21/27 PANNELLO CONTROLLO PRESSORIO E RISCHIO CARDIOVASCOLARE ACE (Angiotensin convertine enzyme) La proteina codificata da ACE, angiotensin converting enzyme, è una zinco-metallopoteasi molto espressa dalle cellule edndoteliali ed epiteliali. La sua principale attivitá è quella di convertire l’angiotensina I in angiotensina II il principale prodotto attivo del sistema reninaangiotensina con attivitá vasocostrittrice. Angiotensina II è un potente vasocostrittore che agisce anche sulla corteccia surrenale inducendo il rilascio di aldosterone il quale a sua volta aumenta la ritenzione idrica aumentando cosí la pressione sanguigna. Questa ed altre attivitá riconosciute ad ACE rendono molto importante il suo ruolo nelle disfunzioni cardiovascolari e nell’aterosclerosi. Nel gene ACE sono presenti diversi polimorfismi tra i quali il piú studiato sicuramente è il polimorfismo I/D corrispondente alla presenza di un “inserto” o della sua delezione nella regione non codificante. La variante allelica D è stata associata all’aumento di spessore dell’intima delle carotidi comuni, ad un aumenta rischio di infarto del miocardio e un aumento della massa del ventricolo sinistro in soggetti sottoposti a sforzi fisici o atletici. Il genotipo omozigote II, è presente in circa il 18-27% della popolazione ed è stato associato ad un normale livello plasmatico di ACE. Il genotipo eterozigote ID, il piú frequente, ed il genotipo omozigote DD, presente in circa il 25% della popolazione sono stati associati ad un aumentato livello plasmatico di ACE. I soggetti portatori dell’allele D sono stati associati ad un aumentato rischio di ipertensione, di aumento di spessore dell’intima delle carotidi comuni, di infarto acuto del miocardio in età giovanile, rispetto alla popolazione generale. Nelle donne in età postmenopausale l’allele D è stato associato ad un maggiore rischio di sindrome coronaria acuta. Nei soggetti sottoposti a sforzi fisici o atletici è stato associato ad un maggiore rischio di ipertrofia del ventricolo sinistro. Tutti questi rischi aumentano ulteriormente nei soggetti diabetici. Ai portatori dell’allele D nel gene ACE, sia in omozigosi che in eterozigosi, si consiglia di ridurre o eliminare altri eventuali fattori di rischio dovuti allo stile di vita (es. fumo, vita sedentaria, alimentazione eccessiva o sbilanciata, ecc.), di tenere sotto controllo i valori della pressione sanguigna. L’assenza del polimorfismo I/D nel gene ACE, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. Nome 22/27 AGTR1 (recettore di tipo-1 per l’angiotensina) Il recettore di tipo-1 per l’angiotensina é considerato il principale recettore per questa molecola dotata di potente attivitá vasoregolatrice che a sua volta è considerata la molecola chiave del sistema renina/angiotensina. AGTR1 è espresso in diversi organi come ad esempio nel cuore, nel muscolo scheletrico, nel cervello, nel fegato, nei polmoni e nel surrene. È una proteina che fa parte della superfamiglia dei recettori legati alle G-proteine (GPCR) che come secondi messaggeri utilizza il calcio, le fosfolipasi e le proteinchinasi. Il ruolo di AGTR1 nel controllo della pressione sanguigna è inoltre dimostrato dal fatto che i suoi antagonisti sono efficaci nel trattamento dell’ipertensione arteriosa. Sono stati evidenziati diversi polimorfismi nel gene AGTR1 ed il piú studiato certamente è il polimorfismo A1166C presente in una regione non codificante. Questo polimorfismo è stato associato ad un aumentato rischio, rispetto alla popolazione generale, di ipertensione, di infarto del miocardio, di ipertrofia del ventricolo sinistro e nella patologia coronaria (CAD). Il genotipo omozigote AA, il genotipo più presente nella popolazione, codifica, in assenza di altre eventuali mutazioni, per la proteina definita normale. Per il genotipo eterozigote AC, presente in circa il 35% della popolazione e il genotipo omozigote CC, presente in circa il 7% della popolazione, non è ancora stato chiarito il suo ruolo funzionale della mutazioneA/C. Ai portatori dell’allele C nel gene AGTR1, sia in omozigosi che in eterozigosi, si consiglia di ridurre o eliminare eventuali altri fattori di rischio dovuti allo stile di vita (es. fumo, vita sedentaria, alimentazione eccessiva o sbilanciata, ecc.) e di tenere sotto controllo i valori della pressione sanguigna. L’assenza del polimorfismo A1166C nel gene del recettore di tipo-1 per l’angiotensina, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nel gene AGTR1. Nome 23/27 PAI-1 (Inibitore-1 degli attivatori del plasminogeno) L’inibitore-1 degli attivatori del plasminogeno (PAI-1) è una proteina in grado di inibire sia l’urochinase che l’attivatore tissutale del plasminogeno, due molecole che come maggiore attivitá hanno quella di tagliare il plasminogeno in plasmina ed iniziare cosí la via della fibrinolisi. Il controllo di questa via è di fondamentale importanza in quanto la plasmina è uno dei piú potenti agenti fibrinolitici ed ha un ruolo importante anche nella degradazione della matrice extracellulare e nell’attivazione di fattori di crescita cellulari, citochine e metalloproteasi. PAI-1 è una glicoproteina che forma complessi stabili con l’urochinase e con l’attivatore tissutale del plasminogeno bloccando cosí la loro azione nei confronti della plasmina. Nel gene codificante PAI-1, e piú precisamente nel promotore di questo gene, è stato identificato un polimorfismo, un’inserzione/delezione 5G/4G. La variante 5G permette il legame con un inibitore delle trascrizione riducendo cosí l’espressione di PAI-1. D’altra parte si è rilevato un aumento dei livelli plasmatic idi PAI-1 nei portatori dell’allele 4G. Una ridotta idrolisi del plasminogeno in plasmina riduce gli effetti dei processi fibrinolitici e di conseguenza la velocitá dissoluzione di trombi. Il genotipo omozigote 5G/5G, presente in circa il 35% della popolazione, è stato associato a livelli plasmatici normali di PAI-1. L’assenza dell’allele 4G nel gene PAI-1, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. Il genotipo omozigote 4G/4G, presente in circa il 26% della popolazione ed il genotipo etrozigote 4G/5G, presente in circa il 40% della popolazione, sono stati associati ad un aumentato livello plasmatico di questo enzima rispetto agli omozigoti 5G/5G. I genotipi portatori dell’allele 4G sono stati associati ad un aumentato rischio, rispetto alla popolazione generale, di infarto acuto del miocardio anche in non fumatori ed un maggiore rischio di ipertensione arteriosa. L’allele 4G è stato anche associato ad un effetto protettivo contro lo sviluppo di stenosi coronaria di alto grado Ai portatori dell’allele 4G nel gene PAI-1 si consiglia di ridurre o eliminare altri eventuali fattori di rischio dovuti allo stile di vita (es. fumo, vita sedentaria, alimentazione eccessiva o sbilanciata, ecc.), di controllare l’efficienza del circolo sanguigno. L’assenza dell’allele 4G nel gene PAI-1, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. Nome 24/27 PON1 (Paraoxonase 1) Il gene PON1 codifica per una proteina, Paraoxonase, alla quale viene attribuita attività antiossidante ed ateroprotettiva. Sperimentalmente è stato dimostrato che PON1 è in grado di prevenire l’ossidazione delle LDL e la sua in attivazione porta ad un aumento delle LDL ossidate e all’attivazione da stress ossidativi dei macrofagi. Diversi studi hanno dimostrato l’associazione tra l’attività di PON1 e l’effetto ateroprotettivo. Sono stati identificati diversi polimorfismi nel gene PON1 e tra questi la sostituzione aminoacidica Q192>R, correla con l’attivitá enzimatica di PON1. Piú in particolare i portatori dell’allele Q, gli eterozigoti QR e ancor di piú gli omozigoti QQ hanno un aumentato rischio di eventi cardiovascolari riconducibili all’aumento dello stress ossidativo. Il genotipo omozigote QQ, il più frequente nella popolazione, è stato associato ad un normale funzionamento della proteina. Ciò nonostante i soggetti portatori dell’allele Q, eterozigoti od omozigoti, hanno un piú elevato rischio di disfunzioni cardiovascolari. È consigliabile, oltre ad un controllo della funzionalità del sistema cardiovascolare, valutare una dieta ricca in sostanze antiossidanti. Il genotipo eterozigote QR, presente in circa il 40% della popolazione, ed il genotipo omozigote RR, presente in circa il 10% della popolazione pur essendo associati ad una minore attività enzimatica di PON-1 sono stati associati ad un minore rischio di disfunzioni cardiovascolari rispetto ai portatori dell’allele Q. L’assenza dell’allele Q nel gene PON1, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. Nome 25/27 PANNELLO METABOLISMO LIPIDICO APOB (Apolipoproteina B100) La proteina che viene codificata dal gene APOB, apolipoproteinaB-100 (APOB-100) è una proteina che fa parte della più grande famiglia delle LLTP (large lipid tranfer proteins), proteine in grado di legare centinaia di molecole lipidiche e di trasportale nel torrente circolatorio per poi cederle alle cellule di vari tessuti. La corretta funzionalità e produzione di APOB-100 è molto importante per il controllo dei livelli plasmatici di trigliceridi e colesterolo. Infatti questa proteina è responsabile dell’aggregazione delle VLDL a formare LDL. La presenza della mutazione R3500Q nel gene APOB porta alla produzione di una proteina distorta e ne riduce in modo drastico l’affinità per il recettore LDL cellulare che è il responsabile per il corretto metabolismo delle LDL. Da questa situazione ne consegue che le LDL contenenti la proteina APOB-100 mutata si accumulano nel sangue portando ad un aumento dei lipidi e colesterolo plasmatici. La mutazione R3500Q è presente in circa 1:500-700 nella popolazione generale e nei soggetti ipercolesterolemici è presente in 1-5:100. Il genotipo omozigote RR, il più frequente nella popolazione, è stato associato ad un normale funzionamento della proteina ApoB. Il genotipo eterozigote RQ, poco frequente nella popolazione ed il genotipo omozigote QQ, molto raro, è stato associato ad un mal funzionamento della proteina ApoB. I soggetti portatori della mutazione R3500Q in eterozigoti o omozigosi hanno un elevato rischio di ipercolesterolemia di tipo II collegata a livelli elevati di colesterolo contenuto nelle LDL. Questa condizione fa aumentare il rischio per le patologie associate all’ipercolesterolemia come le disfunzioni cardiovascolari, l’infarto cardiaco, l’arterosclerosi. L’assenza della mutazione R3500Q nel gene APOB, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. Nome 26/27 PCSK9 (Protein convertase subtilisin/kexin type 9) Il gene PCSK9 codifica per una glicoproteina, Protein Convertase Subtilisin/Kexin Type 9 espressa principalmente a livello epatico, con attività proteasica la cui funzione non è ancora completamente chiara. È noto che negli animali di laboratorio un aumento dell’espressione dell PCSK9 porta ad una diminuzione dei recettori LDL, diminuendo così la possibilità di smaltimento delle LDL stesse. A confermare il ruolo di PCSK9 nella degradazione dei recettori LDL ci sono esperimenti dove è stata indotta la soppressione dell’espressione di questo enzima che ha portato ad un aumento dei recettori LDL con una riduzione dei livelli plasmatici di LDL. Fra le diverse mutazioni e polimorfismi identificati nel gene PCSK9, la mutazione E670G è stata associata ad un maggior metabolismo dei recettori LDL provocando cosí un minore smaltimento delle LDL ed un conseguente aumento del colesterolo, dei trigliceridi e lipidi nel plasma. Il genotipo omozigote EE, il più frequente nella popolazione, è associato alla proteina normale. Il genotipo eterozigote EG, presente in circa il 9% della popolazione, ed il genotipo omozigote GG, molto raro, sono stati associati ad un alterato turn-over dei recettori per le LDL. I soggetti portatori della mutazione E670G in eterozigosi o omozigosi hanno un aumentato rischio di ipercolesterolemia di tipo II collegata a livelli elevati di colesterolo contenuto nelle LDL. Questa condizione fa aumentare il rischio per le patologie associate all’ipercolesterolemia come le disfunzioni cardiovascolari, l’infarto cardiaco, l’arterosclerosi. L’assenza dell’allele G nel gene PCSK9, non esclude comunque l’eventuale presenza di altre mutazioni nello stesso gene. Nome 27/27