XXI ciclo di Dottorato di Ricerca in Neuroscienze Applicate Alessandro Geroldi Relazione II anno Docente tutor: Dott.ssa Emilia Bellone Titolo del progetto: Forme gravi della malattia di Charcot-Marie Tooth (CMT) ad insorgenza precoce: implementazione dell’analisi molecolare per i casi privi di una definizione genetica. Scopo del progetto: implementazione dell’analisi molecolare dei geni responsabili delle forme di CMT gravi ad insorgenza precoce. Risultati ottenuti nel II anno 1. Ampliamento del database, già definito nel corso del primo anno, grazie al reclutamento di nuovi pazienti con una neuropatia ad esordio infantile, sia assonale sia demielinizzante. Tale reclutamento è stato effettuato tramite l’Ambulatorio Integrato per lo studio delle Neuropatie periferiche dell’Università di Genova e tramite la collaborazione con l’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’Istituto Gaslini di Genova. 2. Il reclutamento è stato effettuato rispettando i criteri già utilizzati nel I anno: a. presenza di neuropatia sensitivo-motoria con esordio nella I-II decade di vita b. assenza di sintomi clinici e neurofisiologici nei genitori c. presenza di consanguineità o presenza almeno di un fratello affetto 3. esclusione della duplicazione della regione 17p11.2 mediante Pulse-Field Gel Electrophoresis (PFGE) e della presenza di mutazioni puntiformi nei geni GJB1 (CX32), MPZ e PMP22 allo scopo di escludere la presenza di mutazioni de-novo. 4. inclusione dei nuovi casi risultati negativi alle precedenti analisi molecolari nei sottogruppi precedentemente creati sulla base delle caratteristiche cliniche, neurofisiologiche e neuropatologiche 5. l’analisi mutazionale è stata effettuata nelle seguenti fasi: a. Isolamento della regione codificante di ciascun gene incluse le giunzioni introneesone, mediante Polymerase Chain Reaction (PCR) b. effettuazione dello screening mediante Denaturing High Performance Liquid Chromatography (DHPLC). Il passaggio dalla tecnica Single Strand Conformation Polymorphism (SSCP), precedentemente utilizzata, alla tecnica DHPLC ha reso necessario la creazione di un progetto d’analisi ad almeno due temperature di melting in modo da coprire interamente il frammento analizzato in cromatografia. c. sequenziamento diretto delle eventuali varianti identificate su sequenziatore automatico L’attività di ricerca relativa a questo secondo anno di attività ha riguardato in particolare: 1. la ricerca di mutazioni puntiformi nel gene GDAP1 (ganglioside-induced differentationassociated protein), descritte in associazione a un quadro di neuropatia periferica a prevalente trasmissione di tipo autosomico recessiva. 2. la ricerca di mutazioni puntiformi nel gene EGR2 (early-growth-response-2) in un gruppo selezionato di 4 pazienti con un quadro grave di neuropatia periferica ad esordio precoce. 1. Ricerca di mutazioni puntiformi nel gene GDAP1. Il gene GDAP1 è localizzato in posizione 8q21.1, ha una dimensione di 13.9 kb per un totale di 6 esoni. E’ espresso nel sistema nervoso periferico (SNP) ma anche in diversi distretti del Sistema Nervoso Centrale (SNC); nel SNP è espresso sia nei neuroni sia nelle cellule di Schwann (Suter e al. 2005). GDAP1 codifica per una proteina di 358 aminoacidi con 2 domini transmembrana (TM) e 2 domini glutathione S-transferase (GST), al N- e al C- terminale; nonostante la presenza dei domini GST, non è stata dimostrata alcuna azione detossificante della proteina. GDAP1 sembra piuttosto essere una componente della membrana mitocondriale esterna che controlla l’equilibrio tra fusione e fissione mitocondriale. Mutazioni nel gene GDAP1 sono associate a neuropatie periferiche sia con fenotipo demielinizzante sia con fenotipo assonale a trasmissione prevalentemente recessiva. Sono stati recentemente descritti casi a trasmissione dominante (Claramunt et al, 2005). E’ stata esaminata una serie di 54 pazienti italiani con una neuropatia periferica a possibile trasmissione recessiva per mutazioni puntiformi in questo gene. E’ stata analizzata l’intera regione codificante del gene, costituita da 6 esoni, incluse le giunzioni esone-introne. Lo screening è stato effettuato mediante Single Strand Conformation Polymorphism (SSCP) (per i primi 30 casi) e successivamente mediante Denaturing High Performance Liquid Chromatography (DHPLC). Il candidato ha effettuato il disegno dei primers in modo da ottenere amplicons con temperatura di melting omogenea e di lunghezza tale (circa 300bp) da poter essere utilizzati sia per l’analisi con DHPLC sia per il successivo sequenziamento automatico. Il DHPLC lavora in condizioni di parziale denaturazione e il frammento di DNA in analisi deve essere mantenuto in tali condizioni per tutta la sua lunghezza. Questo ha reso necessario una scelta dei primers mirata a definire la lunghezza degli amplicons in modo da utilizzare il minor numero possibile di temperature di melting per l’analisi. Gli amplificati che presentavano un profilo di corsa (SSCP) o cromatografico (DHPLC) diverso rispetto a una serie di controlli normali sono state successivamenti analizzati mediante sequenziamento diretto. Il sequenziamento ha evidenziato la presenza di alcune varianti, rispettivamente negli esoni 1, 2 , 3 e 4 del gene. (Tab.1) Tabella 1 Esone Variante N° individui Descrizione Ex1 c.72 T>C V24V 1 Variante non descritta 1 + genitori Variante non descritta 1 Variante non descritta 1 Varianti precedentemente descritte 18 + 2 controlli polimorfismo c.146 T>C L49S Ex2 c.263 G>T C88F c.247 G>A G83R omozigosi Ex 3 Ex 4 c.347 T>G M116R c.358T C>T R120W c.507 G>T S169S Riferimento Ammar et al., (2003) Bellone etal., (2004) Senderek et al. (2003) Esone 1. Si tratta di una transizione T>C in posizione 72 (c.72 T>C) che non determina un cambio aminoacidico al codone 24 (V24V). Essendo una mutazione silente, presumibilmente è priva di rilevanza clinica. Esone 2. In due pazienti è stato osservato un profilo di corsa elettroforetica al SSCP differente rispetto ai controlli normali. Il successivo sequenziamento di tali frammenti ha evidenziato la presenza di tre differenti varianti. Il sequenziamento diretto di uno di questi ha evidenziato una transizione T>C in posizione 146 (c.146 T>C) che porta ad un cambio aminoacidico da Leu a Ser al codone 49 (L49S) e una transversione G>T in posizione 263 (c.263 G>T) che comporta un cambio aminoacidico da Cys a Phe al codone 88 (C88F). L’analisi ha dimostrato che la mutazione era presente nel probando in eterozigosi composta. Per valutare la segregazione della mutazione sono stati successivamente esaminati i genitori del probando. Il sequenziamento diretto ha rilevato la presenza della variante c.146 T>C nella madre e della variante c.263 G>T nel padre dimostrando che i genitori, clinicamente ed elettrofisiologicamente normali, e non consanguinei, erano portatori eterozigoti. L’analisi tramite SSCP ha escluso la presenza di tali varianti in 200 cromosomi di controllo, indicando che non si tratta di un polimorfismo. Entrambe le mutazioni non sono state ancora riportate in letteratura. Le mutazioni sono state identificate in un paziente con quadro clinico di neuropatia assonale ad insorgenza precoce, notevolmente invalidante (necessità di ausili ortopedici) e caratterizzato dalla comparsa di disfonia nella terza decade di vita. Il sequenziamento diretto di uno di questi frammenti ha evidenziato una transizione G>A in posizione 247 (c.247 G>A) che porta ad un cambio aminoacidico da Gly a Arg al codone 83 (G83R). L’analisi ha dimostrato la presenza di tale mutazione in omozigosi. Non è stato possibile eseguire l’analisi sui genitori del soggetto che peraltro provengono dal medesimo paese con ≤2500 abitanti. L’analisi tramite SSCP e DHPLC ha escluso la presenza di tale variante in 200 cromosomi di controllo, indicando che non si tratta di un polimorfismo. Questa mutazione non è stata ad oggi descritta in letteratura. La mutazione è stata identificata in un paziente con una neuropatia prevalentemente assonale ad esordio infantile; ad oggi il paziente (28) non necessita di ausili ortopedici per la deambulazione che risulta peraltro piuttosto compromessa. Esone 3. In un paziente è stato osservato un profilo cromatografico al DHPLC differente rispetto ai controlli normali. Il successivo sequenziamento ha evidenziato la presenza di due varianti. Il sequenziamento diretto ha evidenziato, nel probando, una mutazione in eterozigosi composta; in particolare è stata dimostrata la presenza della transversione G>T in posizione 347 (c.347 G>T) e della transizione C>T in posizione 358 (c.358 C>T). I rispettivi cambi aminoacidici risultano essere Met per Arg al codone 116 (M116R) e Arg per Trp al codone 120 (R120W). Non è stato possibile effettuare l’analisi molecolare dei genitori del probando per verificare la segregazione della mutazione. Le mutazioni c.[347 T>G] + c.[358 C>T] sono già state descritte in letteratura associate a malattia ma mai in associazione tra loro. In particolare la mutazione c.[358 C>T] è stata descritta da Ammar e colleghi (2003) e la mutazione c.347 T>G da Bellone e colleghi (2004) (effetto fondatore in Campania). Le mutazioni sono state identificate in un giovane paziente con un esordio di malattia intorno al secondo anno di vita; il quadro neurofisiologico è prevalentemente demielinizzante con grave riduzione delle velocità di conduzione sensitive e motorie. Attualmente il paziente (17 anni) necessita di sedia a rotelle Esone 4 La variante c.507 G>T, che non comporta un cambio aminoacidico (S169S), è un polimorfismo silente molto diffuso nella popolazione europea (oltre 33% nella nostra casistica). 2. Ricerca di mutazioni puntiformi nel gene EGR2 (early-growth-response-2) Sono stati analizzati 4 pazienti italiani con neuropatia periferica grave, associata anche a presenza di disturbi respiratori o scoliosi importante, per mutazioni puntiformi nel gene EGR2. E’ stata analizzata l’intera regione codificante del gene, incluse le giunzioni esoneintrone mediante sequenziamento diretto. L’analisi dei quattro pazienti non ha evidenziato alcuna mutazione. In tutti i soggetti analizzati è stata identificata una transizione c.627 G>A, in omozigosi, che non determina un cambio aminoacidico al codone 209 (P209P). Tale variante risulta essere un polimorfismo silente normalmente presente nella popolazione (rs 224084). Conclusioni preliminari La CMT costituisce la malattia ereditaria del nervo più comune in età pediatrica, rappresentando circa il 20% di tutte le malattie neuromuscolari nel bambino. I geni associati a queste forme di neuropatie sono di recente identificazione sia per le forme dominanti (GDAP1, MFN2, EGR2) sia per le forme recessive (GDAP1, EGR2, LMNA). L’analisi molecolare effettuata fino a questo momento in 54 pazienti selezionati con una neuropatia periferica grave ad insorgenza precoce, ha identificato 5 mutazioni GDAP1 in 3 casi indice. Tra questi, due erano eterozigoti composti ed uno omozigote, a conferma che la trasmissione di tipo autosomico recessiva rappresenta la forma più frequente di neuropatia periferica associata a mutazioni in questo gene. Solo recentemente, sono state riportate mutazioni GDAP1 associate a una trasmissione di tipo dominante (Claramunt et al, 2005), con esordio tardivo e quadro clinico lieve. Nella coorte di pazienti italiani analizzati dal candidato, la frequenza di mutazione per il gene GDAP1 è del 9.2%. La ricerca di mutazioni EGR2, condotta su un gruppo di casi molto selezionati non ha evidenziato alcuna variante associabile a malattia. D’altra parte, anche la frequenza di mutazione per questo gene riportata in letteratura è estremamente bassa (≤ 1%) L’analisi molecolare effettuata fino a questo momento conferma nella nostra popolazione il ruolo predominante di GDAP1 nella patogenesi delle neuropatie ad esordio precoce. Ci si propone, per il prossimo anno di ricerca, di ampliare la casistica per l’analisi per i geni GDAP1 ed EGR2 e di estendere l’analisi anche al gene Lamin A/C, responsabile di forme assonali a trasmissione recessiva. I risultati relativi all’analisi molecolare del gene GDAP1 sono stati presentati a: XI Riunione del Gruppo di Studio sul Sistema Nervoso Periferico, Siena, 12-14 aprile 2007 (comunicazione orale) Congresso Società Italiana Neurologia Firenze, 13-17 ottobre 2007