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Soave, 1 dicembre 2014
I vini dei vulcani dentro un libro
John Szabo e William Zacharkiw, entrambi master sommelier provenienti dal Canada,
sono giunti nel Soave per capire meglio il “fattore vulcano” e per raccontare poi al
mondo l’Italia dei vini da suolo vulcanico come in un romanzo
Comunicato Stampa n°58 /2014 del Consorzio per la tutela vini Soave e Recioto di Soave
Un libro dedicato ai vini bianchi da suolo vulcanico che racconti questo “fenomeno
enologico” con l’approccio del romanzo. Ecco in sintesi quello che stanno realizzando a
quattro mani John Szabo e William Zacharkiw, entrambi master sommelier provenienti dal
Canada e presenti in questi giorni nella zona di produzione del Soave.
“Volcanic wines: salt, Grit & Power” (Vini vulcanici: sapidità, grinta e vigore) è il titolo
ancora provvisorio del lavoro che pian piano i due sommelier stanno portando avanti,
calice dopo calice, denominazione dopo denominazione.
Szabo e Zacharkiw hanno scelto infatti di partire proprio dal Soave quale consorzio
capofila di Volcanc Wines, l’omonimo progetto recentemente presentato a Verona
nell’ambito di una conferenza stampa ufficiale in vista di Expo 2015.
«Il libro – sottolinea Szabo – utilizzerà la categoria del suolo vulcanico come tema guida
tra un ampio numero di varietà e di regioni vinicole. Un approccio che vuole essere
originale, ma non radicale… il libro infatti non è da intendersi come un saggio di geologia
sul vulcanesimo… quanto semmai il giusto bilanciamento di scienza e natura, storia
personale e considerazioni commerciali per raccontare al lettore il contesto dove si
sviluppano i vini da suolo vulcanico,come questi suoli sono nati e dove, a mio parere, a
volte arbitrariamente, vanno tracciate simbolici confini tra suoli vulcanici e non».
Il libro rappresenta di fatto un nuovo importante tassello sul fronte della divulgazione del
“fattore vulcano” come plus produttivo e qualitativo del Soave e delle altre aree che
fanno parte dell’Associazione delle Doc Vulcaniche.
«Questo lavoro, dedicato ai vini da suolo vulcanico e redatto da due Master Sommelier
canadesi – sottolinea Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave – evidenzia
ancora una volta la potenza del “fattore vulcano” quando si parla di vino. Il Vulcano in
questo senso, oltre a rappresentare una vera e propria “spina dorsale” in grado di
collegare tutta l’Italia enologica, si è rivelata una chiave di comunicazione chiara e
vincente in grado di fare breccia tra i consumatori, sia esperti che neofiti, superando così
barriere linguistiche e confini territoriali».
E proprio in questi giorni, in cui i due sommelier-scrittori sono in Italia per vedere e
degustare, giunge la notizia che l’UNESCO ha inserito la vite ad alberello di uve Zibibbo di
Pantelleria nella lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità. Un riconoscimento significativo
per tutti i vini da suoli vulcanico e per la stessa Associazione delle Doc Vulcaniche di cui
l’Isola di Pantelleria fa parte.
Volcanic Wines – l’associazione
Volcanic Wines nasce nel 2012 ed è una associazione, di cui è capofila il Consorzio del
Soave, che raccoglie al suo interno le doc italiane di origine vulcanica, assieme ad
enoteche e a comuni che sono accomunati dal “fattore vulcano”. Ne fanno parte
Consorzio del Soave, Consorzio Tutela Bianco di Pitigliano, Consorzio Tutela Vini Lessini
Durello, Consorzio per la Tutela dei Vini Orvieto, Consorzio Tutela Vini di Gambellara,
Enoteca Provinciale della Tuscia, Consorzio Vini doc Colli Euganei, Cantina di Mogoro
(Sardegna), Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei, Comune di Milo, Consorzio di Tutela
Vini del Vesuvio, Comune di Pantelleria, Consorzio Tutela Vini Etna doc, Consorzio di Tutela
Vini d’Ischia
I numeri del Vulcano
I suoli costituiti o originati da vulcanoclasti ricoprono circa 124 milioni di ettari nel mondo.
in termini di paragone, rappresentano 4 volte la superficie dell’Italia e 20.000 volte la
superficie di vigneto iscritta alla DOC Soave.
Questa tipologia di suoli ricopre quindi circa l’1% della superficie della Terra, fornendo
però sostentamento al 10% della popolazione mondiale: questo dato meglio di molte
parole esprime in maniera chiara il concetto di “fertilità” spesso attribuito alla terra dei
vulcani in tutto il mondo.
I suoli vulcanici sono distribuiti prevalentemente lungo i bordi delle placche tettoniche o in
loro prossimità. Tra le principali zone vitivinicole mondiali costituite quasi interamente da
questo tipo di suoli possiamo elencare Napa Valley (California), Casablanca Valley (Cile),
Santorini (Grecia), Rias Baixas (Spagna), Isole Azzorre (Portogallo), Alture del Golan
(Israele), Yarra Valley (Australia). In Italia i principali distretti produttivi di questo tipo si
trovano nel Soave, nella zona del Vesuvio e dei Campi Flegrei in Campania, sull’Etna e a
Pantelleria in Sicilia, oltre che nella zona del Frascati e del viterbese nel Lazio.
Per quanto concerne l’Italia, presa nel suo complesso, la superficie vitata su cui insistono
le doc di origine vulcanica ammonta a 17.050 ettari, per una capacità produttiva di
1.262.923 ettolitri di vino, che in termini di bottiglie corrispondo a 150 milioni di bottiglie.
Ufficio Stampa Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave:
Lucia Vesentini
328.4961031 – 045.7681578 – [email protected]
Sito Internet: www.ilsoave.com
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