I vini dei vulcani finiranno in un libro romanzo

I vini dei vulcani finiranno
in un libro romanzo
John Szabo e William Zacharkiw, master sommelier provenienti
dal Canada, sono giunti nelle terre del Soave per capire
meglio il “fattore vulcano” e per raccontare poi al mondo
l’Italia dei vini da suolo vulcanico come in un romanzo.
“Volcanic wines: salt, Grit & Power” (Vini vulcanici:
sapidità, grinta e vigore) è il titolo ancora provvisorio del
lavoro che i due sommelier che stanno realizzando a quattro
mani, un libro dedicato ai vini bianchi da suolo vulcanico che
racconti questo “fenomeno enologico” con l’approccio del
romanzo e stanno iniziando a raccogliere i primi dati proprio
in questi giorni nella zona di produzione del Soave, calice
dopo calice, denominazione dopo denominazione.
Szabo e Zacharkiw hanno scelto di partire proprio dal Soave
quale consorzio capofila di ‘Volcanc Wines’, una associazione
che nasce nel 2012 e raccoglie al suo interno le quattordici
doc italiane di origine vulcanica, assieme ad enoteche e a
comuni accomunati dal “fattore vulcano”. Il progetto è stato
recentemente presentato a Verona nell’ambito di una conferenza
stampa ufficiale in vista di Expo 2015.
«Il libro – sottolinea Szabo – utilizzerà la categoria del
suolo vulcanico come tema guida tra un ampio numero di varietà
e di regioni vinicole. Un approccio che vuole essere
originale, ma non radicale… il libro infatti non è da
intendersi come un saggio di geologia sul vulcanesimo quanto
semmai il giusto bilanciamento di scienza e natura, storia
personale e considerazioni commerciali per raccontare al
lettore il contesto dove si sviluppano i vini da suolo
vulcanico, come questi suoli sono nati e dove, a mio parere, a
volte arbitrariamente, vanno tracciate simbolici confini tra
suoli vulcanici e non».
«Questo lavoro – sottolinea Aldo Lorenzoni, direttore del
Consorzio del Soave – evidenzia ancora una volta la potenza
del “fattore vulcano” quando si parla di vino. Il Vulcano in
questo senso, oltre a rappresentare una vera e propria spina
dorsale in grado di collegare tutta l’Italia enologica, si è
rivelata una chiave di comunicazione chiara e vincente in
grado di fare breccia tra i consumatori, sia esperti che
neofiti, superando così barriere linguistiche e confini
territoriali».
I suoli costituiti o originati da vulcanoclasti ricoprono
circa l’1% della superficie della Terra, 124 milioni di
ettari, in termini di paragone, 20.000 volte la superficie di
vigneto iscritta alla DOC Soave, fornendo sostentamento al 10%
della popolazione mondiale. Per quanto concerne l’Italia, la
superficie vitata su cui insistono le doc di origine vulcanica
ammonta a 17.050 ettari, per una capacità produttiva di
1.262.923 ettolitri di vino, che corrispondono a 150 milioni
di bottiglie.
E proprio in questi giorni giunge la notizia che l’UNESCO ha
inserito la vite ad alberello di uve Zibibbo di Pantelleria
nella lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità. Un
riconoscimento significativo per tutti i vini da suoli
vulcanico e per la stessa Associazione di cui Pantelleria fa
parte.
Maura Sacher