La società di massa

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LA SOCIETA’ DI MASSA
Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento
DATA ARGOMENTO
IL TERMINE
MASSA
PRODUZIONE IN
SERIE E CONSUMI
DI MASSA
TAYLORISMO
CONTENUTI
Il termine “massa”, ossia moltitudine indifferenziata al suo interno, di
aggregato omogeneo in cui i singoli tendono a scomparire rispetto al
gruppo, era già in uso all’inizio dell’800, dopo che, nella rivoluzione
francese, il popolo era entrato da protagonista nella scena politica. solo alla
fine dell’800 però, in seguito all’industrializzazione e urbanizzazione, nei
paesi economicamente più avanzati dell’Europa occidentale e del nord
America, si vengono a delineare veramente ciò che noi chiamiamo “società
di massa”.
Nella SDM la popolazione vive in medi e grandi agglomerati urbani e gli
uomini entrano in rapporto tra loro con maggiore facilità rispetto al passato,
grazie ai nuovi mezzi di comunicazione e trasporto, anche se questi rapporti
sono spesso di carattere anonimo e impersonale. Il sistema di relazioni
sociali fa capo alle grandi istituzioni nazionali; gran parte della popolazione è
entrata nel circolo dell’economia di mercato, come produttori o
consumatori di beni e servizi. I comportamenti e le mentalità tendono a
uniformarsi secondo nuovi modelli generali, svincolati dagli schemi della
tradizione. Nel periodo che va dal 1870ca al 1914 l’economia dei paesi
industrializzati conobbe una fase di espansione intensa e prolungata
interrotta solo da una breve crisi nel 1907-8. Gli anni 1896-1913 furono
segnati da uno sviluppo generalizzato della produzione che interessò quasi
tutti i settori e toccò anche paesi nuovi arrivati come Russia e Italia. L’indice
della produzione industriale e quello del commercio mondiale risultarono
più o meno raddoppiati. I prezzi, anche se lentamente, crebbero
costantemente a partire dal 1896 ma crebbe anche il livello medio dei salari
e il reddito procapite dei paesi industrializzati aumentò nonostante il
contemporaneo cospicuo aumento della popolazione.
La crescita dei redditi determinò l’ampliamento del mercato. Beni la cui
produzione era stata fino ad allora assicurata solo dal piccolo artigianato o
dall’industria domestica, cominciarono ad essere prodotti in serie e venduti
attraverso una rete commerciale sempre più estesa e ramificata: si
moltiplicarono i negozi, i grandi magazzini crebbero di numero e dimensioni:
si aprirono nuovi canali di vendita a domicilio e per corrispondenza, con
forme di pagamento rateale che rendeva gli acquisti più accessibili ai ceti
meno abbienti. Le esigenze della produzione in serie per un mercato di
massa spinsero le imprese ad accelerare i processi di meccanicizzazione e di
razionalizzazione produttiva. Nel 1913 nelle officine automobilistiche Ford
di Detroit fu introdotta la prima catena di montaggio: un’ innovazione
rivoluzionaria che consentiva di ridurre notevolmente i tempi di lavoro ma
rendeva il lavoro ripetitivo e spersonalizzato.
Nel 1911 Frederick Taylor pubblicò “Prinicìpi di organizzazione scientifica del
lavoro”; l metodo di T. si basava sullo studio sistematico del lavoro in
fabbrica, sulla rilevazione dei tempi standard necessari per compiere le
singole operazioni e sulla fissazione, in base ad essi, di regole e ritmi cui gli
I NUOVI CETI
ESERCITI DI MASSA
operai avrebbero dovuto uniformarsi, eliminando le pause ingiustificate e gli
sprechi di tempo. Applicate con un certo successo in molte grandi imprese
americane e anche europee il Taylorismo e le sue tecniche assicurarono
notevoli progressi in termini di produttività e permisero alle imprese che le
adottarono di innalzare il livello delle retribuzioni.
Nella classe operaia si accentuò la distinzione fra la manodopera generica e i
lavoratori qualificati, le aristocrazie “operaie”. Contemporaneamente
aumentò la consistenza di un ceto medio urbano che andava sempre più
distinguendosi dagli strati superiori della borghesia: si allargò la categoria
dei dipendenti pubblici e si moltiplicò la massa degli addetti al settore
privato che svolgevano lavori non manuali , i “colletti bianchi. Dal punto di
vista della cultura, della mentalità, dei comportamenti sociali, la
distribuzione fra piccola borghesia e proletariato era molto netta.
Un contributo notevole allo sviluppo della SDM venne anche dalle riforme
degli ordinamenti militari, fondate sul principio del servizio militare
obbligatorio per la popolazione maschile. All’attuazione di questo principio,
però, si opponevano ostacoli di carattere economico e politico. Alcuni
potenti fattori, tuttavia, spingevano per la trasformazione degli eserciti:
senza la disponibilità di grandi masse non era infatti possibile avere un
esercito in grado di assolvere quella funzione deterrente che ne faceva uno
strumento indispensabile anche in tempo di pace.
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