caratteri della moderna società antagonistica il libero scambio sovverte i principi originari della borghesia La società di oggi nasce nell’epoca moderna ispirandosi ai principi borghesi (al liberismo economico). La borghesia, detentrice del potere economico, per combattere i privilegi feudali aveva invocato le idee di uguaglianza, libertà e fratellanza, ma una volta preso in mano anche il potere politico, aveva lasciato che questi principi si rovesciassero nel loro opposto. Teoricamente gli uomini sono riconosciuti uguali, ma quando il libero scambio si compie come contratto di lavoro (la forza produttiva del lavoratore è scambiata col denaro del borghese) il principio liberale dà vita al capitalismo e tende a dissolversi come principio di libertà: in effetti nel prodotto che il lavoratore crea sulla base del contratto è contenuto molto più tempo di lavoro di quanto ne occorre per riprodurre la vita degli operai (dottrina del plusvalore) supremazia del principio del vantaggio economico Il lavoro in vista dell’affermazione economica (scopo supremo dell’esistenza) penetra nel sangue dei membri della borghesia e in larga misura anche degli strati dominati: l’oro diventa l’idolo dominanante. L’individualismo (badare al proprio tornaconto economico) unito al principio di scambio genera una società antagonistica in cui regna in tutti i campi la concorrenza la logica della competizione (concorrenza) e i suoi effetti La contrapposizione degli uni con gli altri non genera libertà e sicurezza: la concorrenza, presente in ogni aspetto della società, si rivela distruttiva di ogni autentico rapporto umano perché fa sì che l’uomo veda nell’altro uomo sempre un antagonista. Effetti di questa condizione sulle vite degli uomini: ansia, nevrosi, insicurezza, solitudine (chi non è efficiente o viene sconfitto nella concorrenza, ne paga le conseguenze) produttività ed efficienza non hanno come fine l’uomo, ma la loro utilità è valutata in funzione della conservazione e accrescimento delle strutture del potere La società attuale è simile ad una macchina che corre ciecamente senza meta, avendo sbalzato il conducente dal suo posto di comando e rendendolo funzionale ai suoi ingranaggi: l’uomo con l’intento del dominio ha dato vita ad un enorme meccanismo che è sfuggito al suo controllo e lo opprime e lo schiaccia. “ Oggi al potere sociale si arriva attraverso il potere sulle cose; ma quanto più intensamente l’individuo si preoccupa di acquistare un potere sulle cose, tanto più le cose lo dominano e tanto più egli perde ogni genuino carattere individuale e la sua mente si trasforma in un automa della ragione formalizzata … gli individui devono modellarsi anima e corpo secondo le esigenze dell’apparato tecnico” (Horkheimer) la produzione acquisisce il primato rispetto all’uomo: l’uomo è funzionale alla produzione e al consumo “Attraverso le innumerevoli agenzie della produzione di massa e della sua cultura, i modi obbligati di condotta sono inculcati al singolo come i soli naturali, decorosi, ragionevoli” (Horkheimer) In questa situazione la disumanizzazione si manifesta come decadenza dell’individuo: il singolo viene reificato, ridotto a cosa fungibile, scambiabile, manipolabile come un qualsiasi oggetto. Una società che si tiene in vita preparando i mezzi della sua distruzione: che progresso sociale è quello che propaganda lo spreco come condizione di sviluppo, che sviluppa una pubblicità che sta portando il mondo all’idiozia, che impiega ingenti capitali per la fabbricazione di strumenti di morte, che permette che tanta gente continui a morire di fame, la cui ricerca scientifica anziché essere finalizzata al miglioramento delle condizioni di vita dell’umanità è indirizzata alla produzione di armamenti? Attenzione alla mitologia del progresso perché se si perde di vista il fine umano, lo sviluppo tecnico è cieco (rafforza l’oppressione e sfocia nella barbarie)