Comunicato stampa
Bz, 21.04.2008
Azionariato popolare come mezzo di controllo
CTCU: no a una privatizzazione della SEL senza comuni, fornitori pubblici e piccoli
risparmiatori
Alla luce dei continui aumenti dei prezzi energetici, del progressivo esaurimento dei combustibili
fossili, dei problemi legati alla sicurezza degli approvvigionamenti e alla produzione di energia
pulita e rinnovabile, il CTCU ritiene che sia necessario darsi da fare per costruire un mercato
energetico locale il più possibile autosufficiente.
Il raggiungimento di un simile obiettivo presuppone un piano complessivo che escluda possibili
conflitti d'interessi, produca vantaggi per il sistema economico locale e sia sostenibile nel tempo.
Ciò significa anzitutto separare nettamente chi vigila sul mercato dell'energia da chi invece
opera su tale mercato.
Nel quadro delle competenze assegnate alla Provincia autonoma di Bolzano nel mercato
dell'energia elettrica, occorre garantire una concorrenza costante tra gli operatori, della quale
possano avvantaggiarsi anche i clienti privati. Condizioni chiave sono un'equa politica dei prezzi e
garanzie di approvvigionamento per i consumatori. Le esperienze compiute finora con le
liberalizzazioni e le privatizzazioni dimostrano che il libero mercato ha bisogno di una guida politica,
e ciò vale a maggior ragione per il futuro del settore energetico, dove servono regole chiare che
stimolino gli investimenti da parte delle imprese e delle famiglie private. Ci si attende dunque un
segnale chiaro in tale direzione da parte della Provincia.
In primo luogo è necessario che tutti i settori della produzione e commercializzazione di energia
elettrica rimangano in mano pubblica, sottraendoli alla speculazione dei privati. La
fornitura di luce, acqua e gas, la gestione dei rifiuti, ma anche i trasporti pubblici, le poste e le
telecomunicazioni sono servizi essenziali per i consumatori, i cui mercati sono stati ampiamente
liberalizzati e privatizzati negli ultimi anni. Pur approvando l'eliminazione di situazioni
monopolistiche, il CTCU sottolinea come, nel caso di prodotti e servizi essenziali, il libero mercato
non possa esplicarsi nella cessione della proprietà ai privati. Sotto questo aspetto, quindi, valuta
positivamente il fatto che le centrali idroelettriche siano di competenza dell'amministrazione
provinciale. Riguardo alla pur necessaria privatizzazione della SEL, ritiene però doveroso
privilegiare un modello misto di azionisti pubblici e azionariato popolare. In ogni caso va
impedito l'ingresso di grandi investitori che imporrebbero un mercato orientato prima di tutto al
profitto. Ecco perché il CTCU si oppone fermamente a una privatizzazione della SEL che coinvolga
gli investitori privati.
Azionisti pubblici devono essere tutti i comuni, non solo quelli di localizzazione delle attività in
questione, nonché i fornitori energetici pubblici locali. L'azionariato popolare deve mirare invece
a distribuire la proprietà azionaria presso un vasto pubblico, a coinvolgere cittadine e cittadini nella
gestione delle risorse provinciali, ad assicurare la partecipazione e il controllo della collettività in un
così delicato settore. Alle famiglie ed ai piccoli risparmiatori con un reddito imponibile al di
sotto di un certo limite le azioni dovrebbero essere messe a disposizione con uno sconto. I
dettagli dovranno essere definiti con i rappresentanti del mondo sociale e le associazioni
dei consumatori.
Nel complesso l'attuale politica energetica in Alto Adige è troppo orientata all'offerta, ossia a
soddisfare una domanda in rapida crescita. Se consideriamo che i consumi elettrici in Alto Adige
sono lievitati del 27 % (!) nell'ultimo decennio, non sembra esser questa la migliore delle soluzioni.
In un'epoca in cui le risorse si fanno sempre più scarse occorre mutare atteggiamento: la politica
energetica locale, se vuol essere moderna e lungimirante, deve puntare prima di tutto sul
risparmio energetico, sull'efficienza e sullo sfruttamento di risorse rinnovabili.