Comunicato stampa Bz, 02.03.2006 Dimagrire a spese della salute Il CTCU avverte: attenti alle diete e ai dimagranti "Sto seguendo una dieta iperproteica che ho trovato in internet", spiega una signora cinquantenne. "40 giorni a proteine e qualche pillola di vitamine, visto che oggi nella verdura non ce n'è abbastanza. E così il mio pancreas la smette di produrre tutta quella insulina!". A Barbara Telser, consulente alimentare del CTCU, vengono i capelli dritti quando sente questi racconti. Eppure deve constatare suo malgrado che sono in tanti ad affidarsi ciecamente ad "esperti" di dubbia serietà. Il problema è che non ci rimettono solo soldi, ma anche la salute. "I casi di questo tipo non si contano", dice preoccupata Barbara Telser. "Pur di dimagrire, la gente è pronta a credere a qualunque sciocchezza e a spendere un sacco di soldi. Basta che la promessa di perdere peso suoni in qualche modo plausibile". Gli esperti di nutrizione, invece, mettono in guardia contro diete radicali e combinazioni esotiche. "Molte di queste diete comportano un aumento dell'acido urico nel sangue e spesso alterano il quadro ematico complessivo. Inoltre possono provocare disfunzioni pancreatiche ed epatiche. Per non dire degli attacchi di fame e dei disturbi alimentari come il binge eating (ingestione compulsiva di cibo) e la bulimia", spiega Telser. Questi avvertimenti valgono anche per i dimagranti. La maggioranza dei prodotti per perdere peso sono nel migliore dei casi inefficaci. L'unica cosa che alleggeriscono è il portafogli dei consumatori, ripetono all'unisono nutrizionisti e associazioni dei consumatori. Alcuni di questi prodotti, come i dimagranti cinesi contenenti sibutramina, possono addirittura nuocere alla salute. La raccomandazione del CTCU è di non lasciarsi abbindolare da improbabili messaggi pubblicitari e di ricordarsi che i venditori senza scrupoli sono tanti e non si fanno certo intimidire dal divieto di pubblicità ingannevole. Il consiglio a chi vuol dimagrire sul serio è di rivolgersi ai servizi dietetici delle aziende sanitarie oppure al servizio di consulenza alimentare del CTCU.