Nome scientifico: Aythya nyroca L

Civetta nana
Glaucidium passerinum (Linnaeus, 1758)
Codice lista italiana: 110.529.0.001.0
Priorità: 12
RARITÀ GENERALE: valore = 3: Secondo la nuova “Lista Rossa” italiana è considerata
specie “vulnerabile”. Per l’Italia si stima la presenza di 300-600 coppie nidificanti, con un
areale ristretto alle Alpi, soprattutto quelle centro-orientali. La Civetta nana rientra inoltre
nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409), che comprende le specie per le quali
si prevedono misure speciali di conservazione sugli habitat, al fine di garantirne la
sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione.
COROLOGIA: valore = 1: La Civetta nana, all’interno del continente europeo, nidifica nelle
Alpi, nei Carpazi, in alcune selve dell’Europa centrale, nella Penisola Scandinava, nella
Russia europea, in Siberia occidentale e sui monti Altai. L’areale di nidificazione si
estende poi anche alla Siberia centrale e orientale. Una popolazione isolata è presente su
monti della Grecia centrale (corologia eurosibirica-boreoalpina).
FRAGILITÀ [dimensioni della popolazione]: valore = 3: La popolazione europea è stimata
tra 27.000 e 38.000 coppie, a cui si aggiungono le 10.000-100.000 russe. La specie non
sembra mostrare segni di contrazione areale o di declino delle popolazioni, per quanto
siano assolutamente scarse e frammentarie le stime relative alle sue popolazioni.
CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 3: La distribuzione della specie in
Lombardia mostra evidenti lacune: per la sola Provincia di Brescia si stima la presenza di
una ventina di coppie circa. In ogni caso l’areale lombardo copre interamente l’area Alpina
e Prealpina.
SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 3: L’habitat riproduttivo è costituito da estesi boschi di
Abete rosso, maturi e disetanei, in particolare quelli a microclima umido e freddo, con
radure e dotati di un ricco sottobosco. Fondamentale è la presenza di cavità negli alberi
dove poter nidificare.
CRITICITÀ: valore = 2: Il territorio regionale, nel contesto della situazione nazionale, risulta
importante per la specie: estrapolando per l’intera regione una presenza minima di sole 5060 coppie, potrebbe nidificarvi almeno il 10 % della popolazione italiana.
STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Come per altre specie di rapaci notturni sono auspicabili
interventi diversificati che vadano nella direzione dell’incremento di habitat disponibile
[B] e l’esecuzione di monitoraggi sulla popolazione esistente [C]. Appaiono inoltre
importanti le azioni divulgative ed educative sulla parte sociale tramite programmi
informativi circa la necessità di tutela di specie rare e potenzialmente minacciate [D].
TIPOLOGIE DI INTERVENTO: La specie trarrebbe vantaggio da diversi interventi selvicolturali
come la creazione e mantenimento di zone aperte all’interno dei boschi [Bb2], azioni
finalizzate allo sviluppo del sottobosco [Bb3], il mantenimento di alberi vetusti, con cavità
e di alberi morti [Bb6], azioni finalizzate al rinnovo spontaneo delle specie forestali
autoctone (disetaneizzazione) [Bb4], il miglioramento dell’habitat di alimentazione, come
ad esempio il mantenimento o ringiovanimento di ambienti aperti e delle radure dei boschi
[Bc10]. E’ inoltre importante la tutela dei siti riproduttivi [Bd4]. Per questa specie, le cui
informazioni sono tuttora scarse e frammentarie, si ritiene opportuno la promozione di
programmi di monitoraggio dello status delle popolazioni [C1], anche per poter pianificare
studi particolareggiati finalizzati ad individuare potenziali interventi futuri [C11]. Data la
particolare biologia riproduttiva (nidificazione in cavità degli alberi) si potrebbe prevedere
un indennizzo per il mancato uso dei siti occupati quando i nidi sono collocati in fustaie
destinate a uso industriale [D1].
COSA NON FARE: Disturbo diretto ai siti riproduttivi e abbattimento di alberi utilizzati per la
nidificazione.
FATTORI CRITICI: La specie subisce negativamente lo sfruttamento delle foreste e, in
particolare le tecniche selvicolturali che comportino l’abbattimento di vecchi alberi
utilizzati per la nidificazione.
Rapace diurno della famiglia degli Strigidi, raggiunge una lunghezza di circa 16-17 cm e
un’apertura alare di 34-36 cm. I sessi sono simili, ma la femmina è leggermente più grande
del maschio. Il capo superiormente, posteriormente e lateralmente è di color grigio-oliva
scuro; i dischi facciali, non molto evidenti, sono invece grigio-chiaro, con una serie di
cerchi più scuri concentrici, mentre la base delle guance e i sopraccigli sono bianchi. Le
parti superiori sono grigio-bruno-castane, con barre bianche o castano-chiare; il petto
appare striato con barre chiare e scure alternate verticalmente. Le ali sono superiormente di
color marrone scuro. L’iride varia dal giallo pallido al giallo brillante.
La specie è tipicamente sedentaria mentre i giovani si disperdono su distanze relativamente
brevi (10-100 km) in cerca del proprio territorio. Soltanto le popolazioni della Taiga
nordica compiono irregolarmente migrazioni, in relazione ad eventi ciclici come la scarsità
di alimento o in seguito a condizioni meteorologiche particolarmente proibitive: in questi
casi la specie può raggiungere anche alcune aree dell’Europa centrale dove abitualmente la
specie non è presente.
In Lombardia la Civetta nana è rara e localizzata in alcuni boschi di conifere maturi e ricchi
in sottobosco, sia nell’area alpina che in quella prealpina. All’interno delle aree protette
nidifica nei Parchi regionali dell’Adamello, delle Orobie Valtellinesi, delle Orobie
Bergamasche, del Bernina, Disgrazia, Val Masino e Val Codera, di Livigno e Valdidentro,
dell'Alto Garda Bresciano, e nel Parco nazionale dello Stelvio.
La Civetta nana vive in boschi in prevalenza di Abete rosso. Sulle Alpi si trova
generalmente al di sopra degli 800 m di quota. Gli ambienti ottimali sono costituiti da
boschi radi o con radure, ricchi in sottobosco e disetanei (sono in genere evitate le dense
fustaie); ciononostante un certo numero di individui è stato osservato in prossimità di
abitati, avvalorando l’ipotesi di erratismi altitudinali verso le quote più basse nel corso
della cattiva stagione.
Caccia tipicamente al crepuscolo e le sue prede sono costituite essenzialmente da piccoli
mammiferi e uccelli. Le borre misurano mediamente 12x28 mm e contengono ossa molto
frammentate.
La specie mostra una certa sedentarietà e le coppie, seppur i legami tra maschio e femmina
appaiano limitati al periodo riproduttivo, tendono a rioccupare lo stesso territorio. Il nido è
posto nelle cavità degli alberi e, in alternativa, all’interno di apposite cassette-nido. La
deposizione delle uova (4-5) avviene tra metà aprile e metà maggio e la cova, che dura 2830 giorni, viene svolta dalla sola femmina, che viene alimentata dal maschio. A circa 3
settimane i piccoli iniziano a uscire dal nido, mentre dopo un mese circa sono in grado di
volare; ricevono il cibo per ulteriori 4 settimane dopodiché divengono autonomi. In genere
la coppia riesce ad allevare 2-3 piccoli per anno.
Luciano Bani
Bibliografia
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LIPU e WWF (a cura di), Calvario E., Gustin M., Sarrocco S., Gallo-Orsi U., Bulgarini F.,
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