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Sordone
Prunella collaris Scopoli, 1769
Codice lista italiana: 110.563.0.001.0
Priorità: 10
RARITÀ GENERALE: valore = 0: Non è incluso in alcuna "Lista Rossa" e non rientra
nell'Allegato I alla Direttiva "Uccelli" (CEE/79/409). In Italia il suo areale di nidificazione
è continuo sulle Alpi, mentre sull’Appennino è limitato a due zone disgiunte, una
sull’Appennino tosco-emiliano e l’altra sull’Appennino centrale. La popolazione
nidificante in Italia è stimata in circa 14.000 coppie.
COROLOGIA: valore = 1: Il Sordone ha corologia eurocentroasiatica, con areale europeo
frammentato che si estende alle principali zone montane dell’Europa centrale e
meridionale.
FRAGILITÀ [dimensioni della popolazione]: valore = 2: Le popolazioni nidificanti in
condizioni naturali sembrano mantenersi stabili (monitoraggi effettuati tra il 1985 e il 1995
nella catena dei Tatra). La popolazione europea è attualmente stimata in circa 61.200
nidificanti.
CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 2: Nidifica in modo diffuso nelle
fascia alpina a quote superiori ai 1800-1900 m. E' presente complessivamente in quasi un
terzo del territorio regionale.
SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 3: La specie frequenta i pendi rocciosi e sassosi
dell’orizzonte nivale; seleziona frequentemente frane e morene poste ad alte quote e più
raramente praterie alpine e prealpine.
CRITICITÀ: valore = 3: Il territorio regionale, anche in ragione degli habitat selezionati dalla
specie, risulta di estrema importanza nel contesto della situazione nazionale. In Italia infatti
il Sordone vede il suo centro di distribuzione nelle regioni alpine centrali.
STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Trattandosi di una specie che seleziona ambienti non molto
diffusi, la principale strategia di conservazione consiste nella applicazione di interventi
diretti sull’habitat [B]. Poiché le popolazioni italiane di Sordone hanno il loro centro di
distribuzione proprio sulle Alpi centrali, appare opportuno porre sotto monitoraggio le
popolazioni regionali [C]. Può interagire con gli insediamenti umani di alta e (in inverno)
media montagna, conun effetto negativo degli animali da compagnia, quindi sono
opportuni interventi diretti sulla zoocenosi [A] e azioni sulla componente sociale [D].
TIPOLOGIE DI INTERVENTO: Declini locali possono derivare dalla predazione esercitata da
gatti domestici2, il che richiede evidentemente sia un’azione di controllo dell’impatto
predatorio [A5] sia un’opera di educazione ambientale a largo raggio [D3] sugli effetti dei
predatori semi-domestici. Le preferenze del Sordone per gli ambienti montani aperti
suggeriscono il mantenimento o il ringiovanimento degli ambienti rocciosi con vegetazione
discontinua [Bc10] anche attraverso operazioni di decespugliamento. Gli andamenti delle
popolazioni alpine dipendono in gran parte dalla conservazione della popolazione
lombarda e pertanto si suggerisce l’esecuzione di monitoraggi per determinarne lo status
quale nidificante [C2].
COSA NON FARE: E’ importante evitare l’invasione da parte del bosco delle praterie alpine e
prealpine.
FATTORI CRITICI: Il fattore critico di maggiore importanza è dato dalla perdita di habitat
aperto nelle zone poste a quote meno elevate. Localmente, è possibile un effetto negativo
della predazione da parte di gatti semi-domestici.
Passeriforme di media taglia (18 cm) appartenente alla famiglia dei Prunellidi e molto
somigliante alla congenere Passera scopaiola. Il piumaggio, simile nei due sessi, è grigio e
bruno con una ben visibile barra scura che attraversa l’ala e macchie color castano rossiccio
sui fianchi. Caratteristici sono il disegno bianco e nero della gola e la serie di macchioline
bianche sulle ali, difficilmente osservabili in volo. Il giovane possiede un piumaggio più
uniforme e dai colori meno vivaci. Il canto melodioso e trillante ricorda quello
dell’allodola e viene emesso da rocce e cespugli bassi.
Il Sordone è presente su tutti i principali sistemi montuosi dell’Europa. Si tratta di una
specie residente o che effettua movimenti altitudinali o su breve raggio. La specie è
stazionaria e nidificante sulle Alpi e sulla porzione centrale appenninica. In inverno
effettua spostamenti verticali scendendo di quota in relazione alle precipitazioni nevose. In
questa stagione gli individui si riuniscono in piccoli gruppi, talvolta insieme ad altre specie
quali fringuelli alpini e zigoli muciatti, e si avvicinano a baite, cascinali e ruderi frequentati
dall’uomo. Queste aggregazioni raccolgono normalmente fino a 15 individui, talvolta fino
a 150. Si alimenta al suolo dove caccia soprattutto insetti e ragni pur ricercando anche semi
e altri vegetali specialmente durante l’inverno.
In Lombardia il Sordone è diffuso in tutti gli ambienti alpini idonei e più precisamente
frequenta le zone montuose tra il limite dei cespugli e quello delle nevi perenni,
prediligendo le zone accidentate quali morene, pietraie e pareti rocciose intervallate da
cenge erbose. Nella regione nidifica a quote comprese tra i 2100 e i 2900 m. E’ comune nei
parchi a tipologia alpina ed è presente anche in alcuni parchi montani caratterizzati da
quote meno elevate (Alto Garda Bresciano) o situati al limite della pianura (Grigne, non
ancora istituito). L’areale occupato nella stagione invernale è praticamente coincidente con
quello riproduttivo, sverna però a quote inferiori, tra 800 e 2300 m (occasionalmente fino
alla pianura). Rimangono nelle aree riproduttive circa il 10% degli individui
(probabilmente in maggioranza maschi adulti).
A densità elevate il Sordone è caratterizzato da un complesso sistema sociosessuale, in cui
maschi e femmine hanno sistemi territoriali indipendenti che possono dare luogo a
poliginia (con maschi che partecipano a più nidificazioni contemporaneamente) o
poliandria (con femmine che si accoppiano e vengono accudite da più maschi
contemporaneamente). La dimensione di questi “gruppi” riproduttivi varia da un anno
all’altro principalmente in funzione del numero di femmine fertili, e può normalmente
raggiungere i 40 individui. Costruisce il nido nelle fessure delle rocce o tra i sassi. Il nido è
a coppa e viene costruito con erbe secche e muschio tra maggio e giugno a seconda delle
condizioni climatiche; ospita generalmente 3-5 uova azzurre che vengono covate dai
genitori per circa due settimane. I pulcini nascono tra giugno e luglio e rimangono insieme
al nucleo familiare fino al termine dell’estate.
Elisabetta de Carli, Cristina Movalli e Lorenzo Fornasari
Bibliografia
Boano G., Brichetti P., Micheli A., 1990. Proposta di una classificazione corologica degli
uccelli italiani. II. Passeriformi e specie accidentali. Riv. ital. Orn. 60: 105-118.
Brichetti P., Fasola M., 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale
Ramperto, Brescia.
Cramp S., Simmons K.E.L., 1988. Birds of the Western Paleartic: Handbook of the Birds
of Europe, the Middle East and North Africa. Vol V (Tyrant Flycatchers to Thrushes).
Oxford University Press, Oxford.
Hagemeijer E.J.M., Blair M.J., 1997. The EBCC Atlas of European Breeding Birds: Their
Distribution and Abundance. T. & A.D. Poyser, London.
Meschini E., Frugis S., 1993. Atlante degli uccelli nidificanti in Italia. Suppl. Ric. Biol.
Selvaggina, XX: 1-344.
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