Fistione turco Netta rufina (Pallas, 1773) Codice lista italiana: 110.433.0.001.0 Priorità: 11 RARITÀ GENERALE: valore = 3: Considerato “in pericolo” nella nuova “Lista Rossa” italiana. Particolarmente protetto dalla legislazione nazionale (L.157/92). In Italia è estremamente raro e localizzato. La popolazione nidificante è stimata in 20-25 coppie concentrate nell’Oristanese, anche se potrebbero essersi verificati casi anche nella Laguna Veneta e nella costiera ferrarese-ravennate. COROLOGIA: valore = 2: Specie distribuita nelle zone temperate e mediterranee del Paleartico. Il centro distributivo comprende le regioni a Est del Mar Caspio fino alle regioni montuose dell’Asia centrale. In Europa ha areale estremamente frammentato (corologia euroturanica). FRAGILITÀ [dimensioni della popolazione]: valore = 3: La popolazione europea è stimata in circa 14000-27000 coppie nidificanti. La popolazione svernante è valutata in 70.000 individui, suddivisi in due aree localizzate nel Mediterraneo occidentale (20.000 capi) e nel Mar Nero (50.000). CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 3: E’ noto un unico caso di nidificazione avvenuto nel 1999 nel Lago di Varese. In Lombardia è migratore e visitatore invernale, facendo registrare presenze nel 2,2% del territorio. SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 2: Specie strettamente legata agli habitat acquatici lentici. Preferisce le zone umide, talora effimere, con vaste fasce di vegetazione emergente intercalate ad acque aperte ricche di vegetazione subemergente e fiancheggiate da alberatura. In Italia l’habitat caratteristico è rappresentato dagli stagni retrodunali con vegetazione ben diversificata. CRITICITÀ: valore = 0: Allo stato attuale la situazione regionale è marginale rispetto alla distribuzione italiana. L’unico caso di nidificazione accertato in Lombardia potrebbe essere del tutto occasionale così come potrebbe rappresentare una prima manifestazione del fenomeno di espansione areale citato per la specie. In Lombardia la specie risulta essere presente in periodo migratorio e con visitatori invernali, ma la consistenza di tale fenomeno è trascurabile rispetto alle dimensioni della popolazione europea. STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Essendo la presenza della specie in Lombardia solo sporadica, e non mancando tipologie d’habitat ad essa idonee, sono inutili interventi diretti sull’habitat e sulla zoocenosi. Sono invece necessari monitoraggi [C], vista la presenza migratoria e invernale della specie e il caso di nidificazione accertato. TIPOLOGIE DI INTERVENTO: Allo stato attuale risulta importante individuare sul nascere siti di eventuale neo-insediamento della specie al fine di una loro più efficace tutela [C1]. Vista la presenza di una popolazione migratrice e di visitatori invernali, l’attività di monitoraggio dovrebbe essere estesa anche a queste popolazioni [C2]. COSA NON FARE: Nella gestione degli habitat umidi vanno evitati tutti gli interventi di bonifica delle zone umide anche di piccole dimensioni, o attività che possano compromettere la diversificazione della vegetazione acquatica. D’altra parte, bisogna impedire la chiusura degli specchi d’acqua libera nelle paludi mediante la periodica eradicazione di piccole aree di canneto. Importante evitare il disturbo umano. FATTORI CRITICI: Il maggior fattore di rischio consiste nel prosciugamento o alterazione degli habitat umidi frequentati. La riduzione dei canneti in estensione e densità determina una erosione dell’habitat ed espone maggiormente i nidi al rischio di distruzione a causa del moto ondoso. La specie, seppure protetta, è esposta al rischio di abbattimenti accidentali durante il periodo venatorio. Anseriforme della famiglia degli Anatidi. Anatra tuffatrice, raggiunge i 53-57 cm di lunghezza e un’apertura alare di 84-88 cm. Il maschio ha dimensioni maggiori e pesa circa 1100 g, la femmina pesa circa 50 g di meno. In abito riproduttivo il maschio ha testa aranciata con un corto ciuffo erettile. Parti superiori bruno-grigiastre, inferiori nere. Sui fianchi spicca un’area biancastra coperta, a riposo, dall’ala. Sull’ala due bande chiare, l’una in corrispondenza del bordo anteriore e l’altra, più grande, di quello posteriore. Superficie inferiore bianca. Sgargiante becco rossastro, zampe aranciate. La femmina ha abito meno vistoso, con parte della testa e retro del collo bruno scuro, guance e parte anteriore del collo bianche, parti restanti tendenti al bruno, più chiare inferiormente. Becco color corno, zampe rosee. Nell’abito eclissale il maschio assume toni più dimessi con parti inferiori e fianchi più scuri che nella femmina. Migratore scarso ma regolare in Italia, fa la sua comparsa in ottobre-novembre e febbraiomarzo. La consistenza del fenomeno sembra essere aumentata nelle regioni settentrionali e diminuita in quelle meridionali. Segnalato in Piemonte, Lazio e Sardegna. In Lombardia le presenze si concentrano sui laghi principali, ed in particolare sui Laghi Maggiore, di Varese e di Mezzola. E’ stato però osservato anche sul Lago di Garda, sui fiumi Po, Ticino, Adda e Oglio, in diverse zone umide e all’Idroscalo di Milano. Le aree di svernamento della popolazione europea sono situate nelle acque interne dell’Europa centrale e meridionale e del bacino del Mediterraneo. In Italia è raro anche come svernante, con consistenze di poche decine di individui; fa la sua comparsa anche in Lombardia. Nella regione è stato riscontrato un solo caso di riproduzione nel corso del 1999, nel Lago di Varese. In Europa occidentale, dove si è espanso in consistenza e areale negli ultimi 100 anni, nidifica spesso in bacini di dimensione ridotta, anche temporanei, ricchi di vegetazione sommersa, con estesi canneti e con rive alberate. I nidi vengono di solito spaziati, ma possono essere a distanza di non più di 30 m. Caratteristico è il corteggiamento comune dei maschi nei confronti di una sola o più femmine. Peculiare anche il comportamento di alimentazione della femmina da parte del maschio nelle coppie ben affiatate. Il nido, largo al più 45 cm, viene costruito al suolo nella vegetazione fitta, nei pressi dell’acqua, talora nel folto di canneti; consiste in una depressione di 10-20 cm imbottita di materiale vegetale e di piumino. Effettua una sola covata, iniziando la deposizione dalla metà di maggio. Depone 8-10 uova di 58 × 42 mm, di colore grigio. Comune la deposizione di covate sostitutive in caso di perdita della prima e fenomeni di parassitismo del nido, intra e interspecifico. L’incubazione, a carico della femmina, dura 26-28 giorni. Schiusa sincrona. I giovani, precoci e nidifughi, diventano indipendenti a 45-50 giorni. L’alimentazione consiste di vegetali che il Fistione turco raccoglie immergendosi o nuotando in superficie. Massimo Favaron Bibliografia Boano G., Brichetti P., 1989. Proposta di una classificazione corologica degli uccelli italiani. I. Non passeriformi. Riv. ital. Orn. 59: 141-158. Brichetti P., Fasola M., 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto, Brescia. Brichetti P., De Franceschi P., Baccetti N., 1992. Fauna d’Italia. XXIX. Aves I - Gaviidae Phasianidae. Edizioni Calderini, Bologna. Cramp S., Simmons K.E.L., 1977. Birds of the Western Paleartic: Handbook of the Birds of Europe, the Middle East and North Africa. Vol I (Ostriches to Ducks). Oxford University Press, Oxford. Fornasari L., Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V., 1992. Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia, Università degli Studi di Milano. Hagemeijer E.J.M., Blair M.J., 1997. The EBCC Atlas of European Breeding Birds: Their Distribution and Abundance. T. & A.D. Poyser, London. LIPU e WWF (a cura di), Calvario E., Gustin M., Sarrocco S., Gallo-Orsi U., Bulgarini F., Fraticelli F., 1999. Nuova lista rossa degli uccelli nidificanti in Italia. Riv. ital. Orn. 69: 343. Meschini E., Frugis S., 1993. Atlante degli uccelli nidificanti in Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, XX: 1-344. Tucker G.M., Heath M.F., 1994. Birds in Europe: their conservation status. BirdLife Conservation Series n° 3. BirdLife International, Cambridge.