IL TEMPO LUNGO DELLA
MODERNITA’

 Rinascimento laico: esalta nell’uomo il connotato
dell’autonomia.
 Riforma Protestante: proclama che il principio di
autonomia individuale vale innanzitutto nel
rapporto che l’uomo è chiamato ad intessere con Dio.
 Rivoluzione
Copernicana:
la
concezione
copernicana assegna all’uomo il ruolo più esclusivo
di abitatore di un corpo celeste sopra il quale può
sentirsi incaricato di esercitare una signoria,
autonoma e a tutto campo.
L’essenza dell’Illuminismo

 Che cos’è l’Illuminismo? L’Illuminismo è l’uscita dell’uomo da
uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso.
Minorità è l’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza
essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di
servirti delle tua propria intelligenza. (I. Kant)
E’ dunque indispensabile un’opera di rischiaramento al
quale:
 Non occorre altro che la libertà, quella di far pubblico uso della
propria ragione in tutti i campi.
Umanesimo e Illuminismo

 Pico della Mirandola: nell’autodeterminazione Pico
riconosce il principio del valore – dignità – dell’essere
umano. Ma l’orazione entro cui si iscrive l’orazione
mirandoliana è di ordine metafisico e la dignità
dell’uomo è una meraviglia che si colloca all’interno del
cosmo creato.
 Al centro del testo kantiano c’è l’uomo ma il contesto è
diverso: è di genere etico e il tono è quello della
perorazione affinché l’uomo, non in quanto soggetto
metafisicamente pensato, ma nella qualità di individuo
della contemporaneità, proietti sul concreto momento
storico l’energia delle sue naturali capacità di giudizio e
azione.
ANTROPOLOGIA
KANTIANA

 Non sembrano interessare a Kant le questioni
connesse all’essenza dell’uomo (ogni sforzo
metafisico è inconcludente e inattendibile).
 Gli interessa porre in essere i modi e le forme
dell’emancipazione dell’uomo da autorità a lui
esterne, che non sanno o non vogliono educare la sua
naturale disposizione razionale a giudicare in modo
autonomo.
Il termine “illuminismo”

 Il termine Illuminismo deriva dalla metafora della
luce che indica la possibilità storica che la ragione
umana ha di assumersi la responsabilità che le è
propria, quella di portare uno sguardo chiaro,
chiarificante e oggettivo della realtà, di compiere
insomma
un’iniziativa
di
rischiaramento
(Aufklaerung, in tedesco)
 Spesso il termine diventa bandiera sventolata dagli
intellettuali che lo pongono in contrasto con
l’oscurantismo che avrebbe avvolto pressochè tutte le
epoche del passato.
La voce filosofo
nell’Enciclopedia

 Gli altri uomini sono determinati ad agire, senza che si
sappiano rendere conto delle cause che li inducono a
muoversi, senza neppur pensare che ve ne siano. Il filosofo,
invece, chiarisce le cause, spesso le previene, vi si
abbandona con cognizione piena. La ragione, rispetto al
filosofo, è ciò che la grazia è rispetto al cristiano. La
grazia determina il cristiano ad agire; la ragione
determina il filosofo.
NATURA E RUOLO DELLA
RAGIONE

 Per la mentalità dell’Illuminismo è fondamentale la fede
nel ruolo predominante della ragione: si ritiene di poter
dare con il suo aiuto una soluzione definitiva ai problemi
della vita.
F. Valjavec, Storia dell’Illuminismo, Il Mulino Bologna 1973, p. 95
La ragione è signora nell’ambito della natura, della
società, della storia che essa è in grado di sondare,
analizzare, misurare, sottoporre alla sua capacità di
giudizio, ispirata per disposizione naturale al criterio
del meglio.
Una funzione non teoretica

 La ragione non ha finalità teoretiche, non affronta
questioni metafisiche. Ha finalità pratiche: la ragione
è faro cioè porta chiarezze nell’ambito delle realtà
finite ed empiricamente abbordabili.
 L’Illuminismo rifiuta l’idea di una ragione dedita alla
ricerca del vero-in-quanto-tale, ma dedita alla
finalizzazione delle conoscenze per iniziative di
trasformazione della società.
Promuovere la felicità e il
criterio dell’utile

 Con fiduciosa aspettativa il clima illuministico assegna alla
razionalità un compito pratico che prende la forma della
risposta scientifica ai bisogni dell’uomo: promuovere la felicità
individuale e collettiva. Lo scopo è la promozione del bene,
inteso non più platonicamente come valore supremamente
intellegibile, eppure difficilmente riscontrabile nella storia e
nella politica, ma come sinonimo di benessere e piacere.
 È buona e apportatrice di felicità quella situazione o quella
determinazione della volontà che è in grado di rendere minima
l’esperienza di sofferenza e massima la percezione di piacere, di
soddisfazione. L’utile viene identificato con il perseguimento di
uno specifico scopo concreto giudicato socialmente vantaggioso
dall’insindacabile valutazione del potere politico.
LA VIRTU’

 La virtù è la qualità che si ispira al al principio della
pubblica utilità condiviso dalla cultura sociale. La
virtù è comportamento correlato alla prosperità
comune e al pubblico consenso.
 Al dovere Kant nella seconda Critica innalza un vero
e proprio inno, un inno all’uomo e alla sua forza di
volontà: l’imperativo di fare il proprio dovere per la
sola ragione che esso è il dovere, la legge morale per
eccellenza, la cui fonte è la coscienza stessa
dell’essere razionale. La moralità, nelle mani di un
uomo autosufficiente eticamente, diventa moralismo.
Le finalità dell’arte

L’opera d’arte deve avere un significato
morale ed un obiettivo sociale: l’arte
figurativa si applica a rappresentare
eventi
storici
esemplari
perché
contemplandone la raffigurazione,
“ciascuno è in grado di trarre subito
l’insegnamento”.
Dall’idea universale di
ragione, alcune categorie

COSMOPOLITISMO
E
INDIVIDUALISMO: la specificità di
questi due termini è illustrata dalla triade
libertè, fraternitè, egalitè. Il cosmo umano è
una comunità universale di singoli
individui uniti nel concetto astratto di
natura umana. Il fondamento dell’umana
solidarietà è il principio dell’utile.
Rottura con la tradizione
religiosa e culturale (1)

 DEISMO: tra ragione e fede esiste una radicale
inconciliabilità.
L’ambiente
intellettuale
non
ammette come costitutiva dello spirito umano
l’aspirazione a cercare e a conoscere il senso ultimo
delle cose, aspirazione che fa della ragione
l’irrequieta protagonista del senso religioso
dell’uomo. Si tratta di un’obiezione aprioristica da
cui discende la tesi che l’uomo è razionalmente
tenuto a dare credito solo a verità che derivino
dall’evidenza del lume razionale e dalle deduzioni
dello spirito di geometria.
Rottura con la tradizione
culturale (2)

 Il prodotto culturale più esaltato e reclamizzato in
tutto il Settecento è l’Enciclopedia curata da Diderot
e D’Alembert: l’opera voleva essere la summa degli
avanzamenti della civiltà umana negli ultimi
decenni: essa si propone di fare il punto del
cammino di emancipazione dell’uomo, rispecchiata
nel moderno patrimonio di idee nuove e nel
progresso raggiunto dalla tenace applicazione delle
doti naturali nei diversi campi del sapere e del fare,
che riguardano il mondo naturale e quello umano.
L’uomo a una
dimensione

 Il modello illuministico privilegia i campi nei quali
l’intelletto è in grado di imporre il suo schema
ordinatore, applicabile alle cose dell’esperienza
sensibile a quelle della realtà sociale e storica.
 Ogni altra dimensione è guardata con sussiego e
confinata
nell’ambito
del
sentimentale,
dell’immaginario, ininfluente ai fini della vita sociale
e civile. Alla ragione il compito di selezionare,
ripulire, guidare ogni impresa degna di
considerazione pubblica e passibile di realizzazione
concreta.
ANTROPOCENTRISMO
RADICALE (1)

 L’uomo moderno dell’Illuminismo non ammette che
anche l’ispirazione all’assoluto e all’infinito sia
altrettanto urgente e autenticamente umana quanto
la disposizione a misurare e manipolare il particolare
finito. Il limite delle zone umane corrisponde a
quello delle zone misurabili e razionalmente
controllabili della realtà circostante: la sua è una
signoria indiscussa su ciò che è finito. L’autonomia e
autostima illuministica si trincera dietro il limite.
ANTROPOCENTRISMO
RADICALE (2)

 Si ammette l’idea di un Dio dell’uomo, mai quella di
un Dio per l’uomo. Il Dio dell’uomo lo designa
l’uomo stesso. Nei due secoli successivi ci saranno
sviluppi imprevisti di queste nuove radici di teologia
antropocentrica, messe nel cuore dell’uomo
dall’Illuminismo: la nazione, lo Stato, la classe, la
razza sono le inedite divinità in onore delle quali
l’uomo antropocentrico si appresta a confezionare i
nuovi abiti liturgici, secondo il variare delle stagioni
ideologiche.
IL ROMANTICISMO.
PRODROMI

 Preromanticismo della seconda metà del Settecento:
si parte da una critica all’Illuminismo accusato di
aver ingiustificabilmente censurato aspetti non
secondari dell’essere umano. “In ogni particolare è
racchiuso un messaggio, enigmatico e insieme suggestivo,
che richiama lo spirito al significato misterioso
dell’esistenza
e
che
accende
l’attenzione
e
l’immaginazione, facendole diventare domande e attesa di
svelamento”.
STURM UND DRANG

 1770-1780 Goethe
Tempesta e assalto, tempesta
e impeto.
Endiadi: impeto tempestoso,
ribollire caotico di sentimenti.
La poesia ossianica

 Il poeta inglese James Macpherson (1738-1796) aveva
pubblicato i Frammenti di poesia antica, attribuendoli
ad Ossian, un bardo antico. In quest’opera vengono
mescolate tematiche quali l’esaltazione della virtù
cavalleresca, storie delgli amori appassionati ed
infelici di coppie di amanti, descrizioni di paesaggi
cupi, di atmosfere tempestose, visioni notturnoe e
spettrali.
 In Italia l’opera incontrò fu tradotta da Melchiorre
Cesarotti nel 1763.
Una nuova centralità
dell’uomo

 Il movimento romantico non smentisce la centralità
dell’uomo nell’universo delle idee e delle cose, ma è
un uomo di tipo diverso: l’uomo romantico, anche
quando ostenta atteggiamenti di superiore dominio
delle cose, rivela un’irrequietezza.
 L’UOMO E’ SPIRITO: la parola significa la
complessità della natura dell’uomo, che è sintesi di
dimensioni diverse che non si escludono tra di loro e
che non può essere ridotta a sola razionalità.
RAGIONE ILLUMINISTICA E
SPIRITO ROMANTICO

 La Ragione illuministica è finita e strumentale,
mentre lo Spirito assoluto è Ragione metafisica, cioè
essenza di tutte le cose e di tutti gli eventi della
storia.
 Lo Spirito assoluto è lo spirito umano, che in ogni
epoca e presso le civiltà si manifesta nelle diverse
forme delle arti e delle credenze religiose e
raggiunge l’apice dell’autocoscienza dell’uomo di cui
è testimonianza la filosofia.
Cifra spirituale dell’uomo
romantico

Condizione di interiore dissidio,
lacerazione del sentimento che non
si sente mai pago, che si trova
sempre in contrasto con la realtà e
aspira ad un qualcosa di ulteriore,
il quale peraltro gli sfugge di
continuo.
Quale sentimento?

 Il sentimento romantico non è il sentimento che si
afferma al di sopra della ragione o un sentimento di
particolare intensità o violenza.
 Non è neppure il cosiddetto sentimentale, cioè un
sentimento malinconico-contemplativo.
 È piuttosto un fatto di sensibilità: domina l’amore
per l’irrisolutezza e le ambivalenze, l’inquietudine e
l’irrequietezza che si compiacciono di sé e in sé si
esauriscono.
Sehnsucht

 Sehnsucht è traducibile con struggimento. E’ un
desiderare tutto e nulla ad un tempo.
 È un desiderio che non può mai raggiungere la
propria meta perché non la conosce e non vuole o
non può conoscerla: è il ”male del desiderio”. Si
tratta di un desiderio del desiderio, un desiderio che è
sentito come inestinguibile e che per questo trova in
sé il proprio pieno appagamento.
Streben

 Ogni romantico ha sete di Infinito e quello
struggimento che è desiderio irrealizzabile, lo è
proprio perché ciò che in realtà brama è appunto
l’Infinito.
 Questa tendenza all’Infinito è streben, un irrequieto
tendere che non ha mai posa.
 L’Infinito è il senso e la radice del Finito.
 L’opera d’arte è l’Infinito che si manifesta nel finito.
L’IO (1)

 L’io è l’elemento portante del paradigma che
idealmente riunisce i caratteri essenziali dell’uomo
secondo la concezione romantica.
 “Ed io, che sono?”. L’io si differenzia da tutti gli altri
esseri perché fa diventare domanda cosciente
l’esigenza di significato della realtà che lui è e della
relazione che lo lega a tutto.
 L’intellettuale romantico sembra sentire il bisogno di
riflettere su un concetto astratto di uomo ma
sull’uomo che è lui stesso, che accoglie tutte le
dimensioni dello spirito.
L’IO (2)

 L’io è contraddistinto dal predicato dell’originalità. L’io è
novità irripetibile e singolare. Il Romanticismo afferma il
valore dell’identità del singolo, della differenza radicale
di ciascuno. In estetica ciò si traduce nell’insofferenza
verso il principio di imitazione consacrato dal classicismo.
 L’io è contraddistinto dal predicato dell’iniziativa
permanente. L’originalità si declina come iniziativa
creativa continua, vitalità in azione, poiché l’io è destinato
ad una meta sempre infinitamente lontana, alla quale
aspira il desiderio inesausto del suo spirito.
L’IO (3)

 L’animo rivendica alla propria irripetibile e viva
personalità il diritto a rifarsi a un immediato,
spontaneo, ingenuo accesso al mondo delle cose, che
il
distaccato
approccio
razionale
invece
ostacolerebbe. Tra l’animo e la realtà delle cose
circostanti sembra intercorrere un misterioso legame
nel quale è coinvolta la componente più libera dello
spirito, quella del sentimento.
L’IO E LA REALTA’

 L’io patisce la realtà , corrisponde ad essa in virtù della
ricchezza del sentimento. Proprio grazie alla dimensione
sentimentale, l’immaginazione stessa si apre e l’io è
suscettibile di subire il richiamo del silenzio profondo di
una notte stellata o l’invocazione della domanda di libertà
di
un
popolo
o
la
travolgente
esperienza
dell’innamoramento.
 Il tipo umano romantico vive con passione, si consegna
all’ideale senza calcolo e senza risparmio. La facoltà del
sentimento è ora esaltata come la fonte più autentica
dell’espressività dell’animo umano e la sede più titolata
per comprendere le cose in modo più profondo rispetto a
quello consentito alle lucide categorie dell’intelletto.
L’IO E L’INFINITO

 L’io è una realtà finita: finito il tempo, finito lo
spazio, finite le possibilità di azione.
 Anche l’illuminismo ruotava attorno alla nozione di
finitezza, era contrassegnata dal realismo del limite
che non ammetteva spazio per sogni e fantasie.
Mentre dilatava la qualità delle prerogative della
ragione nel mondo misurabile, veniva censurato un
pungolo immanente alla ragione stessa, quello
dell’approdo al non-finito di cui la stessa facoltà
razionale intuisce l’incombente presenza.
FINITO E INFINITO

 Il finito reclama l’oltre da sé, l’infinito perciò fissa la
sua attenzione su quell’orizzonte che lo attrae più di
ogni altra realtà sensibile e governabile.
 Insofferenza e ribellione: lo spirito si ribella a ciò che
sa di limite meschino. Lo scontento per le circostanze
storiche è spesso fertile pretesto per dare voce a una
cultura dell’esilio. L’uomo è segnato da una
condizione di esilio trascendentale.
Streben e Sehnsucht

 L’irrequietezza non è contingente, è tensione
originaria che si rende manifesta come desiderio che
non incontra mai l’occasione propizia per la sua
soddisfazione.
 Streben è tensione, inesausta aspirazione e d esigenza
di pienezza assoluta e paga di sé. In tale
irrequietezza è racchiusa per l’uomo romantico
l’autentica dignità dell’esperienza umana.
 Sehnsucht (trad. insoddisfazione) è il giudizio
permanente sulle circostanze del vivere e su ogni
intrapresa dell’uomo.
La noia (Pensieri, 68)

 La noia è in un qualche modo il più sublime dei sentimenti
umani. Considerare l’ampiezza inestimabile dello spazio, il
numero e la mole meravigliosa dei mondi, e trovare che tutto è
poco e piccino alle capacità dell’animo nostro; immaginarsi il
numero dei mondi infinito, e l’universo infinito, e sentire che
l’animo ed il desiderio nostro sarebbe ancora più grande
saprebbe ancora più grande che sì fatto universo; e sempre
accusare le cose di insufficienza e di nullità, e patire
mancamento e vòto, e però noia, pare a me il maggior segno di
grandezza e di nobiltà che si vegga della natura umana- Perciò
la noia è poco nota agli uomini di nessun momento. G.
Leopardi
Il paradosso romantico

 Nella logica faustiana l’uomo non è più nulla
quando, da un lato, smette di aspirare e quando,
dall’altro, smette di essere insoddisfatto.
 L’uomo si compie nel paradosso, nel sentimento
dell’insoddisfazione.
 L’appagamento può tuttavia accadere, magari per la
durata di un istante, quando scopre che un segmento
della realtà finita può farsi tramite per la percezione
di un oltre. È l’esperienza de L’infinito di Giacomo
Leopardi.
IO E DESTINO

 La coscienza dell’io è veramente matura quando lo
porta a riconoscere di essere il destinatario della
chiamata a realizzare un disegno: egli non è l’autore
del disegno, ma può diventarne protagonista.
 Ogni singolo individuo è eccezionale e inimitabile.
 È necessario dare alla vita un’interpretazione eroica,
immedesimarsi vitalmente con il proprio destino.
 Lo spirto guerrier dice la disposizione dell’io a gettare
generosamente tutto se stesso nel compito
dell’esistenza, anche a rischio di insuccesso.
Individualismo
romantico

 Inimicizia assoluta è posta tra la normalità e
l’eccezionalità dell’io.
 La decisione della scelta eroica diventa sfida lanciata
verso tutto e tutti e si identifica con il sentimento del
titanismo o del vittimismo.
 Titanismo e vittimismo si trovano all’estremo
confine del modo di sentire e vivere la vocazione
naturale dell’io che tutta la cultura romantica ha
concepito come relazione con l’infinito, dimensione
comune ad ogni uomo, nella quale consiste il suo
autentico sentire.
TITANISMO

Descrive la ribellione dello spirito
che dichiara guerra contro tutto
preferendo un polemico orgoglioso
isolamento piuttosto che cedere al
compromesso con la meschinità
delle cose.
VITTIMISMO

È l’accusa rivolta alla realtà che
ostenta tutta la sua finitezza
particolare, di volere la sconfitta
dell’io e di prevaricare sulla
grandezza delle sue dimensioni
originarie.
Dimensioni della dialettica

 DIMENSIONE ESTETICA
 DIMENSIONE RELIGIOSA
 DIMENSIONE DELLA STORIA
 DIMENSIONE DELLA NATURA
Dimensione estetica

 Esperienza del sublime: è l’esperienza del senza
misura,
dell’infinitamente
grande
e
dell’infinitamente potente. Il sublime suscita timore
perché induce nell’io l’intuizione, prima, e la
consapevolezza, poi, della sua sproporzione davanti
alla totalità. Attraverso il sussulto del perdersi si
prepara l’inattesa intuizione di un godimento
superiore ad ogni misura. Accade che l’avvertimento
della paura prepari una dolcezza che proprio
l’esperienza della sproporzione reca con sé.
Dimensione religiosa

 Il Romanticismo considera l’uomo quale realtà
complessa, unità organica di molteplici componenti
diverse che viene sintetizzata dall’espressione:
“l’uomo è spirito”. È parola mutuata dall’ambito
cristiano, ma ad essa conferisce inflessioni di tipo
panteistico. La dimensione religiosa è dimensione
pertinente all’apertura umana verso l’infinito.
Dimensione della storia

 L’uomo è storia, in sé e per sé, la storicità è parte
costitutiva della sua natura. Passato, presente e
futuro partecipano ad uguale titolo e con pari dignità
alla vicenda tutta dell’umanità. Questo concetto
chiave viene espresso con la parola tedesca
Aufhebung che vuol dire inveramento e superamento:
ogni momento della vita dell’uomo manifesta il
senso vero di ciò che è già stato e, insieme, ne inizia
l’oltrepassamento. Necessità delle illusioni in
Foscolo.
Dimensione della natura

 La natura, lungi dall’essere, letta nella sua
dimensione unicamente fenomenica, diventa fonte di
voci, di richiami misteriosi e suadenti che alludono a
profondità arcane, risulta specchio di ciò che è
presentito nell’animo perché accoglie la domanda
umana e, insieme, promette di svelare il significato
ultimo e comprensivo della realtà tutta e del
misterioso destino di ogni uomo.
Il movimento artistico -letterario

 Il Romanticismo designa quel movimento spirituale
che coinvolse poesia, filosofia, arte e musica che si
sviluppò in Europa tra la fine del Settecento e l’inizio
dell’Ottocento.
 L’aggettivo romantic appare per la prima volta in
Inghilterra verso la metà del XVII secolo come
termine usato per indicare il favoloso, lo stravagante,
il fantastico, l’irreale.
 Gradatamente venne ad indicare il rinascere
dell’istinto e dell’emozione che il prevalente
razionalismo non aveva mai interamente soppresso.
Concezione dell’arte

 I romantici concepirono l’arte come una modalità di
passaggio dal finito all’infinito, un accesso per via
intuitiva al senso ultimo della realtà.
 L’arte, la musica, la poesia possiedono un’essenza
simbolica e analogica: i simboli condensano in
immagini significati reconditi e le analogie creano
inedite corrispondenze tra aspetti lontani della
realtà.
 Secondo Schelling l’arte costituisce il solo mezzo
attraverso il quale l’uomo può accedere alle verità
più profonde.
Poetiche del Romanticismo

 Polemica col classicismo
 Soggettività del gusto
 La letteratura deve essere moderna e nazionale
 La letteratura deve essere popolare
 La riscoperta delle tradizioni non classiche
 Libertà dell’artista
 Commistione degli stili
 Ampliamento della materia poetabile
Polemica con il classicismo

 La letteratura romantica non accettò regole che
cristallizzassero il fluire della fantasia e la libera
creatività del poeta.
 Il romanticismo criticò aspramente l’ ideale artistico
del classicismo con le sue norme vincolanti e la
rigorosa suddivisione dei generi e degli stili.
 Nacque un nuovo canone di autori del passato
assunti a modello della nuova sensibilità.
Scuole romantiche europee

 1798 - In Germania, a Berlino, Friedrich ed August
Wilhelm Schlegel pubblicano il primo numero della
rivista Athenaeum. Al movimento aderirono anche i
poeti Novalis e Wilhelm Heinrich Wackenroder.
 1800 – La prefazione della seconda edizione alle
Lyrical Ballads di Samuel Taylor Coleridge è il
manifesto del Romanticismo inglese.
 1813 – Il libro Sulla Germania di Madame de Staël
segna la nascita del Romanticismo francese.
E l’Italia?

Il Romanticismo italiano è assai più
moderato di quello tedesco: in
Germania si accentuano gli aspetti
irrazionalistici, fantastici, malinconici e
tenebrosi, in Italia si sottolineano
invece
l’adesione
al
presente
all’impegno civile e politico, alla realtà
e al vero storico.
Polemica classico-romantica

 Nel gennaio 1816 sulla Biblioteca Italiana compare
un articolo di Madame de Stael intitolato “Sulla
maniera e l’utilità delle traduzioni” in cui la scrittrice
francese invitava gli scrittori italiani a tradurre opere
delle moderne letterature europee. Era un invito a
cooperare al rinnovamento culturale e letterario in
atto e una constatazione della decadenza della
letteratura italiana. L’articolo suscitò enorme
scalpore e la reazione degli intellettuali che si
divisero in classici e romantici.
I manifesti del Romanticismo
italiano (1816)

 Intorno all’ingiustizia di alcuni giudizi letterari italiani di
Ludovico di Breme.
 Avventure letterarie di un giorno di Pietro Borsieri.
 Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo di
Giovanni Berchet.
 A difesa delle loro posizioni i romantici milanesi
fondarono nel 1818 un loro proprio periodico, il
Conciliatore, tra i cui redattori figurava anche Silvio
Pellico. Tra i simpatizzanti ricordiamo invece A.
Manzoni.
Dall’Illuminismo al
Romanticismo

 Parlando del Romanticismo italiano va rilevato un
dato
geografico.
Esso
fu
un
fenomeno
essenzialmente milanese e ne furono esponenti
esponenti dell’alta borghesia e dell’aristocrazia
progressista milanese e lombarda che, già nel
Settecento, guardava con interesse al progetto
“illuminato” di una modernizzazione civile ed
economica.