CAPITOLO 10 La seconda fase del Romanticismo La parola d’ordine del romanticismo è l’identità del finito e dell’infinito. Per questa identità il finito appare come la realtà o l’esistenza dell’infinito perche essi non hanno realtà fuori dall’altro. Dal punto di vista filosofico questo è un immanentismo rigoroso, mentre dal punto di vista religioso è un panteismo. Un’altra concezione di questo rapporto è che l’infinito si distingue dal finito che è la sua rivelazione. Questa visione è trascendentismo e teismo. In alcuni autori si accompagna con l’avvicinamento al cattolicesimo. Uno degli aspetti fondamentali del romanticismo è la difesa della tradizione: il romanticismo tende a considerare la storicità stessa come tradizione. La storia è concepita come la manifestazione progressiva dell’infinito, cioè di Dio poiché non ci può essere in essa imperfezione o errore che non trovi correzione nella totalità del processo. In Francia i principali romantici furono Madame de Stael e Renè de Chateaubriand. In campo filosoficopolitico la difesa della tradizione è opera degli scrittori teocratici o ultramontanisti ai quali la tradizione appare come l’unica depositaria della verità. Essi vedono nella rivoluzione francese un errore che ha prodotto guerra e rovina. Lammenais fu dapprima dimensione dell’ultramontanismo, poi sviluppò una forma di cattolicesimo liberale, ma fu scomunicato per eresia e si separò dalla Chiesa. Egli aveva visto nell’indifferenza religiosa la malattia del secolo e ne aveva additata l’origine nella fiducia riposta nella ragione individuale. Alla ragione individuale aveva contrapposto la ragione comune, una specie di intuizione delle verità fondamentali comune a tutti gli uomini. La filosofia dell’illuminismo continuò in Francia sotto forma di ideologia ovvero l’analisi delle sensazioni e delle idee. De Tracy ricondusse alla sensibilità le attività fondamentali dell’uomo che sono 4: sentire ricordare giudicare e volere. Cabanis raccolse una serie di osservazioni sull’influsso che le condizioni fisica esercitano sulla vita intellettuale e morale dell’uomo e ammette la dipendenza della vita psichica da quella fisica. Con De Biran l’ideologismo si salda al tradizionalismo; egli ripiega nell’osservazione interiore per giustificare la tradizione religiosa e politica e per identificare coscienza e tradizione. La coscienza svela all’uomo l’attività che costituisce il suo io che è uno sforzo che si esercita sull’organismo fisico sugli stati sensibili e quindi sulla materia. La vita interiore è attività volontà e quindi libertà. Egli dice voglio, agisco, quindi sono. La coscienza è anche la rivelazione di Dio. In Italia troviamo figure importanti come Mazzini Gioberti, Galluppi e Rosmini. © Federico Ferranti www.quintof.com