Il romanticismo
Aspetti fondamentali
Collocazione storica
• È un movimento culturale che si diffonde
tra la fine del XVIII e i primi decenni del
XIX secolo, a partire dalla Germania:
 Anni ’90 - circolo di Jena
 1798 - F. Schlegel: Athenaeum - Wordsworth
e Coleridge: Lyrical Ballads
 1802: Chateaubriand: René
 1816: M.me de Staël: Sulle traduzioni Berchet: Lettera a Grisostomo
Distacco dall’Illuminismo
• Il Romanticismo viene spesso presentato
come un rifiuto della ragione (cara agli
illuministi) in nome di una esaltazione del
sentimento.
• In realtà il Romanticismo rifiuta la visione
illuministica della ragione, in nome di
una diversa concezione dell’uomo e delle
sue facoltà.
Oltre il finito
• L’Illuminismo propone una ragione
finita; invita l’uomo all’impegno concreto
con la realtà limitata cha ha a disposizione
(“dobbiamo coltivare il nostro giardino”).
• Il Romanticismo avverte tutti i limiti come
un peso e ritiene che ciò che più
caratterizza l’uomo è l’aspirazione alla
Totalità, all’Assoluto, all’Infinito
Dialettica dell’Infinito
• Ma il rapporto dei Romantici con l’Infinito è
contraddittorio:
 da un lato l’Assoluto sembra raggiungibile,
pare possibile farne esperienza,
 dall’altro l’uomo si trova sempre risospinto
nella prigione della sua dimensione finita.
• Ne derivano atteggiamenti bivalenti che
si manifestano in una notevole varietà di
espressioni
Le vie verso l’Infinito
I Romantici concordano nel
sostenere l’esigenza di
oltrepassare l’intelletto kantiano, la
“facoltà del finito”, ma divergono sui
modi in cui questo superamento
può essere realizzato.
Già qui, sulla terra, lo spirito può librarsi
oltre il mondo del tempo; e nella
intuizione dello spirito è già l’eternità e
l’immortale canto del godimento celeste.
Schleiermacher
a) Sentimento
• Oltre la ragione scientifica è possibile di
cogliere la vera essenza della realtà in un
“sentire” non concettualizzabile.
• Non è pura e irrazionale passionalità; è un
sentimento nutrito di riflessione (il
“geisteges Gefühl” di Schlegel),
• ma rispetto al quale la sola filosofia
appare inconsistente.
il pensiero è soltanto un sogno
del sentimento.
Novalis
b) Fede
• Questo sentimento dell’Infinito spesso
diventa un tutt’uno con la fede religiosa.
 Non ristretta “nei limiti della sola ragione”; ma
vista soprattutto nei suoi aspetti mistico–
intuitivi, come veicolo di una unione
soprarazionale con il divino.
 Un divino che non ha i tratti filosofici dell’Ente
supremo del deismo, ma che spesso viene
identificato panteisticamente con la natura,
oppure, con il Dio della fede cristiana.
Natura
• Non è più un freddo meccanismo
soggetto alle leggi necessarie indagate
dalla scienza
• ma viene vista come un essere vitale, un
immenso organismo che abbraccia in sé
ogni cosa, come una forza creativa che
produce incessantemente nuove forme.
• L’antitesi tra la dimensione materiale e
quella spirituale è totalmente superata.
Essere uno con il tutto, questo è la vita
degli dei, questo è il cielo dell’uomo.
Essere uno con tutto ciò che ha vita, fare
ritorno, in un beata dimenticanza di sé,
nel tutto della natura: ecco il vertice dei
pensieri e delle gioie, la sacra vetta del
monte, il luogo della quiete perenne, [...].
Hölderlin
c) Azione - Libertà
• Uno dei modi con cui si può sfuggire alle
catene del finito è l’azione.
 Nell’agire dello spirito umano, che non trova
mai riposo, che non è mai esaurito, ogni volta
è vinta una resistenza, superato un limite.
 Si fa esperienza dell’infinito come libertà,
concepita non come condizione statica, ma
come divenire continuo.
Essere libero è nulla. Diventare
libero è cosa celeste.
Fichte
d) L’arte
• La vera libertà si realizza nell’attività
artistica, dove il soggetto può creare una
realtà che sfugge i limiti e le leggi che
regolano il mondo delle cose.
• L’arte, poi, appare ai romantici come vera
sapienza, capace di cogliere il senso della
realtà, sintesi di dimensione materiale e
spirituale.
Soltanto un artista può
indovinare il senso della vita.
Novalis
e) Scienza
• Per i filosofi idealisti l’assoluto può
essere oggetto di scienza.
 Ciò è possibile grazie ad una nuova
concezione della ragione (Vernunft), che già
Kant aveva distinto dall’intelletto (Verstand).
 La ragione non è più “dialettica”, diventa una
vera facoltà dell’Infinito, in grado fondare
una conoscenza profonda della realtà,
superiore al sapere intellettivo, schematico e
astratto, e alla mistica, oscura e sfuggente.
Ragione assoluta
• La conoscenza razionale del Tutto è
possibile perché esso stesso è razionalità
(“Tutto ciò che è reale è razionale”).
• Una razionalità non “già data”, compiuta
e immutabile, ma che si attua uno
sviluppo, in un divenire.
• Solo nel divenire, infatti, gli aspetti
contraddittori della realtà possono
trovare una unità.
Ragione storica
• La ragione “universalistica” illuminista
vede nel passato il regno dell’
irrazionalità e dell’errore.
• La ragione romantica concepisce la storia
umana come svolgimento di un processo
ed è perciò in grado di valorizzare ogni
epoca, anche quelle primitive, come gradi
necessari di uno sviluppo organico.
Umanità e popoli
• L’Illuminismo sostiene l’uguaglianza di
tutti gli uomini in quanto esseri razionali.
• Per i romantici l’uomo appartiene ad una
collettività più ristretta e più concreta: il
popolo, la nazione,
• i cui caratteri (lingua, cultura, religione,
tradizione) non sono ritenuti prodotto di
contingenze storiche, ma assumono i tratti
di realtà metafisiche provvidenziali.
Irraggiungibilità
dell’infinito
L’uomo, attratto verso l’Infinito, è
però continuamente risospinto
verso il finito. Questa esperienza si
documenta in una ulteriore varietà
di atteggiamenti romantici
a) Nostalgia
• Nella consapevolezza dell’inarrivabilità
della meta il desiderio dell’Infinito diventa
struggimento, brama inappagata.
• La nostalgia assume un carattere vago in
quanto lo stesso termine del tendere
diventa sempre più indefinito.
• Si tratta di una nostalgia teorizzata e in
qualche modo compiaciuta di sé, un
“desiderio del desiderio” (Sehnsucht).
b) Ironia
• È il rifiuto di prendere “sul serio” ogni
realtà, naturale o artistica, in cui pure si
voglia vedere una manifestazione
dell’Infinito.
• È una posizione di distacco da ogni cosa
con cui si vuole affermare la superiorità
dell’uomo che, nel suo protendersi verso
l’infinito, risulta superiore persino a se
stesso in quanto essere finito.
La filosofia scioglie ogni cosa, relativizza
l’universo. Come il sistema copernicano,
essa scardina i punti fissi e rende sospeso
nel vuoto ciò che prima posava sul solido.
Essa insegna la relatività di tutti i motivi e di tutte le qualità.
Novalis
c) Titanismo
• È un atteggiamento di ribellione; l’uomo si
oppone al limite che lo circonda:
• pur cosciente dell’impossibilità della
vittoria, sfida il destino sul quale non può
prevalere.
• È una rivendicazione di superiorità:
anche se destinato soccombere, l’uomo
dimostra di non rassegnarsi supinamente
al limite che lo caratterizza.
d) Vittimismo
• Complementare al titanismo è la
tendenza ad “accusare il colpo” delle
forze superiori (Natura, Destino, Società)
che schiacciano l’uomo e ne impediscono
la libera espressione,
• per ripiegarsi intimisticamente nella
contemplazione della propria infelicità.
e) Evasione
• Non si può provare nostalgia di qualcosa
che non esiste; quello che l’uomo non può
raggiungere qui e ora viene collocato in
altri mondi, in cui si sogna di evadere:
 nel passato, una remota età dell’oro in cui
l’uomo viveva felice, in un’immediata armonia
con la realtà (soprattutto la Grecia classica e il
medioevo);
 ad immense distanze di spazio, in mondi
“esotici” (l’Oriente).
Fuga nel fantastico
• Ma si tratta di mondi belli proprio perché
irraggiungibili, che la nostalgia può
tratteggiare liberamente, senza pericolo
di limitazioni.
• È una fuga nel fantastico il cui senso va
cercato nella possibilità di una piena
espressione dell’immaginazione che
sola è capace di creare mondi privi di limiti,
proprio in quando inesistenti.
Un Dio è l’uomo quando sogna,
un mendicante quando pensa.
Hölderlin