Prodotto e reddito nazionale - IIS Mussomeli e Campofranco

PRODOTTO E REDDITO
NAZIONALE
Prof. Fabio Asaro
TRA LE GRANDEZZE AGGREGATE PIU’ IMPORTANTI ELABORATE DALLA
CONTABILITA’ ECONOMICA NAZIONALE CI SONO
SOMMA DEI VALORI MONETARI DI TUTTI I BENI E
SERVIZI FINALI PRODOTTI IN UN ANNO DAGLI
OPERATORI ECONOMICI NAZIONALI (IMPRESE, P.A.,
FAMIGLIE), SIA ALL’INTERNO CHE ALL’ESTERO
SOMMA DEI VALORI MONETARI DI TUTTI I BENI E
SERVIZI FINALI PRODOTTI IN UN ANNO DAGLI
OPERATORI ECONOMICI NAZIONALI O STRANIERI,
ESCLUSIVAMENTE IN ITALIA
SOMMA DEI VALORI
MONETARI
PREZZO UNITARIO DI VENDITA X QUANTITA’ VENDUTA.
PER I BENI E I SERVIZI PUBBLICI SI CONTANO GLI STIPENDI DEI
DIPENDENTI CHE LI PRODUCONO
BENI E SERVIZI FINALI
NON VENGONO CONSIDERATI I BENI INTERMEDI PER EVITARE DI
CALCOLARE PIU’ VOLTE IL VALORE DI UNO STESSO BENE
(DUPLICAZIONE). PER ES.: NEL PREZZO DI UN LIBRO SONO COMPRESI
QUELLI DEL LEGNAME E DELLA CARTA
VALORE AGGIUNTO
INCREMENTO DI VALORE CHE CIASCUNA IMPRESA AGGIUNGE AL COSTO
DEI BENI INTERMEDI E CHE RAPPRESENTA IL PROPRIO COMPENSO
DALLA SOMMA DEI
VALORI MONETARI DI
TUTTI I BENI E SERVIZI
FINALI
DALLA SOMMA DEI
VALORI AGGIUNTI
DELLE SINGOLE
IMPRESE
1) NON TENENDO
CONTO
DELL’INFLAZIONE
(PNL NOMINALE): SI
RISCHIA DI
CALCOLARE UNA
CRESCITA SOLO
APPARENTE
2) TENENDO CONTO
DELL’INFLAZIONE
(PNL REALE)
1) NON TENENDO
CONTO
DELL’AMMORTAMEN
TO DEI BENI (PNL
LORDO): SI RISCHIA
DI CALCOLARE UNA
CRESCITA SOLO
APPARENTE.
2) DETRAENDO LE
QUOTE DI
AMMORTAMENTO
(PNL NETTO)
1) NON TENENDO
CONTO DELLE
IMPOSTE E DEI
CONTRIBUTI ALLA
PRODUZIONE (PNL
A PREZZI DI
MERCATO)
2) DETRAENDO LE
IMPOSTE O
SOMMANDO I
CONTRIBUTI
STATALI (PNL A
COSTO DEI FATTORI)
PNL
SOMMA DEI VALORI AGGIUNTI
COMPLESSO DEI REDDITI PERCEPITI DA COLORO CHE
HANNO CONTRIBUITO A REALIZZARE IL VALORE AGGIUNTO
SALARI E STIPENDI
INTERESSI
RENDITE
PROFITTI
OPERAI E
IMPIEGATI
FINANZIATORI CHE
FORNISCONO CAPITALE
MONETARIO
PROPRIETARI DEL
CAPITALE REALE
IMPRENDITORI
LA SOMMA DI TUTTI I REDDITI PERCEPITI DAI RESIDENTI IN UN PAESE IN UN DETERMINATO ANNO COSTITUISCE
IL REDDITO NAZIONALE LORDO
PRODOTTO NAZIONALE E REDDITO NAZIONALE SI RIFERISCONO ALLA STESSA GRANDEZZA GLOBALE, LA RICCHEZZA
NAZIONALE, DA DUE PUNTI DI VISTA DIVERSI:
PRODOTTO NAZIONALE = RICCHEZZA PRODOTTA
REDDITO NAZIONALE = RICCHEZZA DISTRIBUITA
TRA I DUE VALORI NON C’E’ UNA PERFETTA COINCIDENZA POICHE’ UNA PARTE DELLA RICCHEZZA PRODOTTA IN
ITALIA VIENE DISTRIBUITA ALL’ESTERO E, VICEVERSA, UNA PARTE DELLA RICCHEZZA DISTRIBUITA IN ITALIA E’
PRODOTTA ALL’ESTERO
IL REDDITO NAZIONALE LORDO NON E’ COMPLETAMENTE SPENDIBILE. VANNO SOTTRATTI INFATTI:
GLI AMMORTAMENTI, QUOTE ACCANTONATE PER LA SOSTITUZIONE DEGLI IMPIANTI;
LE IMPOSTE DIRETTE;
IL RISPARMIO D’IMPRESA, PARTE DEI PROFITTI NON DISTRIBUITA;
LE RIMESSE IN USCITA DEGLI STRANIERI.
VANNO AGGIUNTI:
I TRASFERIMENTI ALLE FAMIGLIE, PENSIONI, INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE, ECC.;
LE RIMESSE DEGLI EMIGRANTI.
DEVE ESSERE, INFINE, PRESA IN CONSIDERAZIONE L’INFLAZIONE, PER EVITARE DI CALCOLARE UN REDDITO
PIU’ ALTO DI QUELLO REALE. UN SISTEMA ADOTTATO E’ QUELLO DEL REDDITO A PREZZI COSTANTI.
CONSUMI PRIVATI
(60-80%)
E’ LA PARTE DI REDDITO
SPESA PER ACQUISTARE
BENI E SERVIZI CHE
SODDISFINO I BISOGNI
SI IDENTIFICANO CON LA
LETTERA C
INVESTIMENTI PRIVATI
E’ LA PARTE DI REDDITO
SPESA PER ACQUISTARE
BENI DUREVOLI
UTILIZZATI PER
PRODURRE ALTRI BENI
SI IDENTIFICANO CON LA
LETTERA I
SPESA PUBBLICA
E’ LA PARTE DI REDDITO
SPESA DALLA P.A. PER
PRODURRE BENI E
SERVIZI PUBBLICI
SI IDENTIFICA CON LA
LETTERA G
ESPORTAZIONI
E’ LA PARTE DI REDDITO
DERIVANTE DAI BENI
VENDUTI ALL’ESTERO
SI IDENTIFICANO CON LA
LETTERA X
IMPORTAZIONI
E’ LA PARTE DI REDDITO
SPESA PER BENI
ACQUISTATI ALL’ESTERO
SI IDENTIFICANO CON LA
LETTERA M
EQUAZIONE DEL REDDITO NAZIONALE
Y=C+I+G+X-M
L’ESPRESSIONE X – M RAPPRESENTA IL SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE, CIOE’ IL
RISULTATO DEGLI SCAMBI CON L’ESTERO.
SE LE ESPORTAZIONI SUPERANO LE IMPORTAZIONI (X-M>0) IL SALDO E’ POSITIVO. SE LE
IMPORTAZIONI SUPERANO LE ESPORTAZIONI (X-M<0) E’ NEGATIVA
E’ UN DOCUMENTO DA CUI RISULTANO, IN MANIERA ANALITICA E DETTAGLIATA, TUTTI I DATI DELL’ECONOMIA NAZIONALE
(la produzione, i consumi, le importazioni, le esportazioni, ecc.) DIVISI PER SETTORI (pubblico e privato)
E’ STRUTTURATO IN DUE PARTI
RAPPRESENTANO LE RISORSE DISPONIBILI NEL PAESE CIOE’
IL PIL + LE IMPORTAZIONI
COSTITUISCONO L’OFFERTA GLOBALE O AGGREGATA
RAPPRESENTANO GLI IMPIEGHI DELLE RISORSE CIOE’
CONSUMI + INVESTIMENTI (SIA PUBBLICI CHE PRIVATI) +
ESPORTAZIONI
COSTITUISCONO LA DOMANDA GLOBALE O AGGREGATA
I CONSUMI
RAPPRESENTANO UNA COMPONENTE PREVALENTE DELLA DOMANDA GLOBALE E SERVONO PER IL SODDISFACIMENTO DEI
BISOGNI.
SE SONO IN AUMENTO, L’ECONOMIA E’ IN CRESCITA. SE DIMINUISCONO E’ SEGNO DI CRISI E DI SFIDUCIA PER LE IMPRESE, CHE
RIDUCONO GLI INVESTIMENTI CON CONSEGUENTE PERDITA DI POSTI DI LAVORO (AUMENTO DELLA DISOCCUPAZIONE)
IL COMPORTAMENTO DEI CONSUMATORI E’ STATO STUDIATO ATTENTAMENTE DAGLI ECONOMISTI CHE HANNO FORMULATO VARIE TEORIE
TEORIA CLASSICA DEL
CONSUMO E DEL
RISPARMIO
I CONSUMI VARIANO IN SENSO
INVERSO AL TASSO DI
INTERESSE:
MAGGIORE E’ IL TASSO
D’INTERESSE PER GLI
INVESTIMENTI, PIU’ LE FAMIGLIE
RISPARMIANO, MENO
CONSUMANO
TEORIA DEL CONSUMO DI KEYNES
I CONSUMI DIPENDONO DAL
LIVELLO DI REDDITO:
MAGGIORE E’ IL REDDITO
PIU’ LE FAMIGLIE
CONSUMANO
LA PROPENSIONE MEDIA AL
CONSUMO E’ DATA DAL RAPPORTO
TRA REDDITO SPESO (C) E REDDITO
POSSEDUTO (Y)
PROPENSIONE MEDIA AL
CONSUMO= C
Y
LA PROPENSIONE MARGINALE AL
RISPARMIO E’ DATA DAL RAPPORTO
TRA INCREMENTO DEL RISPARMIO (∆S)
E INCREMENTO DEL REDDITO (∆Y)
PROPENSIONE MARGINALE AL
RISPARMIO = ∆S
∆Y
LA PROPENSIONE MEDIA AL
RISPARMIO E’ DATA DAL RAPPORTO
TRA REDDITO RISPARMIATO (S) E
REDDITO POSSEDUTO (Y)
PROPENSIONE MEDIA AL
RISPARMIO= S
Y
ALL’AUMENTARE DEL LIVELLO
DEL REDDITO
I CONSUMI AUMENTANO IN
MANIERA MENO CHE
PROPORZIONALE, I RISPARMI IN
MANIERA PIU’ CHE PROPORZIONALE
LA PROPENSIONE MARGINALE AL
CONSUMO E’ DATA DAL RAPPORTO
TRA INCREMENTO DEL CONSUMO (∆C)
E INCREMENTO DEL REDDITO (∆Y)
PROPENSIONE MARGINALE AL
CONSUMO = ∆C
∆Y
ESISTE UNA QUOTA DI CONSUMI
MINIMA (PER LA SUSSISTENZA) A
PRESCINDERE DAL REDDITO
POSSEDUTO. I SOGGETTI, PUR DI
SOPRAVVIVERE, SONO COSTRETTI AD
INDEBITARSI
GLI INVESTIMENTI
SONO IL COMPLESSO DEI BENI IMPIEGATI NEL COMPLESSO PRODUTTIVO (BENI STRUMENTALI DUREVOLI, SCORTE)
SIA PUBBLICI CHE PRIVATI.
IN GENERALE, GLI INVESTIMENTI DIPENDONO DAL LORO COSTO E DAL RISCHIO LEGATO AD ESSI. SE IL TASSO D’INTERESSE E’ ALTO E LA
SITUAZIONE ECONOMICA E’ NEGATIVA GLI INVESTIMENTI DIMINUIRANNO E VICEVERSA.
DIVERSA E’ LA SITUAZIONE NEL BREVE O NEL LUNGO PERIODO
BREVE PERIODO
LASSO DI TEMPO CHE NON
CONSENTE DI MODIFICARE LA
CAPACITA’ PRODUTTIVA DI UN
PAESE.
GLI INVESTIMENTI SI POSSONO
INCREMENTARE SOLO
RICORRENDO ALLE RISORSE
DISPONIBILI.
ESSI INFLUISCONO SULLA
DOMANDA AGGREGATA
LUNGO PERIODO
LASSO DI TEMPO CHE
CONSENTE DI MODIFICARE LA
CAPACITA’ PRODUTTIVA DI UN
PAESE.
AUMENTANO I CAPITALI FISSI E
CI SONO NUOVE TECNICHE DI
PRODUZIONE.
AUMENTA L’OFFERTA
AGGREGATA
GLI INVESTIMENTI
LE DECISIONI SUGLI INVESTIMENTI SONO BASATE SU FATTORI DIVERSI A SECONDO SE SI AGISCE NEL BREVE O NEL LUNGO PERIODO
BREVE PERIODO
LUNGO PERIODO
I FATTORI PRINCIPALI SONO:
IL TASSO D’INTERESSE;
LE ASPETTATIVE DI PROFITTO;
PER VALUTARE LA CONVENIENZA
DELL’INVESTIMENTO,
L’IMPRENDITORE CONFRONTERA’ I
COSTI CHE DEVE SOPPORTARE CON I
RENDIMENTI FUTURI ATTESI.
L’EFFICIENZA MARGINALE DEL
CAPITALE E’ IL TASSO DI
RENDIMENTO ATTESO. ESSA E’
DECRESCENTE, CIOE’ DIMINUISCE
CON L’AUMENTO DEI CAPITALI
IMPIEGATI. L’EFFICIENZA
MARGINALE DEL CAPITALE DEVE
ESSERE SUPERIORE, O UGUALE, AL
TASSO D’INTERESSE. ALTRIMENTI
L’INVESTIMENTO E’
ANTIECONOMICO
SI DEVONO VALUTARE VARI FATTORI:
LA DOMANDA AGGREGATA;
LA STABILITA’ POLITICA DELLO STATO;
LE IMPOSTE;
LA STABILITA’ DELLA MONETA.
LA TEORIA DELL’ACCELERATORE
SI BASA SULL’ASSUNTO CHE GLI INVESTIMENTI NEL LUNGO PERIODO SONO LEGATI ALL’AUMENTO DELLA DOMANDA GLOBALE.
TRE CONSIDERAZIONI
NEL LUNGO PERIODO, L’AUMENTO
DELLA DOMANDA DI BENI
COSTRINGE LE IMPRESE AD
EFFETTUARE INVESTIMENTI NON
ESSENDO SUFFICIENTI LE RISORSE
DISPONIBILI
IL VALORE DEGLI INVESTIMENTI E’
MAGGIORE RISPETTO AL FATTURATO
ATTESO. SE UN’IMPRESA VUOLE
FATTURARE 1 MILIONE DI EURO IN
PIU’ NE DOVRA’ INVESTIRE IL DOPPIO,
IL TRIPLO, IL QUADRUPLO.
COEFFICIENTE CAPITALE-PRODOTTO =
CAPITALE INVESTITO
FATTURATO
LE IMPRESE TENDONO A
MANTENERE COSTANTE IL
RAPPORTO TRA CAPITALE
POSSEDUTO E LIVELLO DI
PRODUZIONE
IL RAPPORTO TRA L’INCREMENTO DELLA DOMANDA DEI BENI DI INVESTIMENTO E QUELLO DELLA DOMANDA DEI BENI DI CONSUMO E’
DETTO ACCELERATORE PERCHE’ L’AUMENTARE DI QUEST’ULTIMA FA AUMENTARE IN MANIERA PIU’ CHE PROPORZIONALE (ACCELERATA) LA
PRIMA. VICEVERSA LA DIMINUZIONE DELLA DOMANDA DI BENI DI CONSUMO FA DIMINUIRE LA DOMANDA DI BENI CAPITALI
(INVESTIMENTI) IN MANIERA PIU’ CHE PROPORZIONALE.
ADESSO NON RESTA CHE STUDIARE
BUON LAVORO!!!!!!!