Giovanni Forastiere
Economia 2
L’ANALISI KEYNESIANA
Crisi del ’29
sovrapproduzione
calo produzione ed occupazione
No meccanismo riequilibratore nonostante la disponibilità manodopera
Rimedi proposti : 1)
2)
salari e saggio d’interesse
licenziamenti
no efficacia perché
impr. no interesse ad
investimenti
cala la domanda di beni di consumo
Keynes propone una revisione della teoria economica tradizionale. Parte da un
diverso punto di vista rispetto alla scuola neoclassica: affronta i problemi in
termini macroeconomici ed analizza le variazioni, nel tempo, delle grandezze
economiche
Il sistema tende alla sottoccupazione, perché non sempre l’offerta è assorbita
interamente dalla domanda
Chi vende una merce non necessariamente spenderà il ricavato per comperare
un’altra merce. Inoltre chi risparmia non necessariamente “investirà” quanto
risparmiato, e quindi non necessariamente immetterà nel circuito di mercato tale
somma
Risparmiatori
soggetti diversi dagli Investitori
Il risparmio è funzione del reddito e segue
le decisioni di consumo
L’investimento non dipende dal
reddito
bensì da:
1) saggio d’interesse
2) rendimenti attesi
Giovanni Forastiere
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Roosevelt : no licenziamenti indiscriminati, sì opere pubbliche ( New Deal) per far
crescere la domanda
Ipotesi
Y (piena occupazione) > C+I (domanda)
Una parte di risparmio non è diventata I
Si creano scorte indesiderate
Calo produzione ( calo occupazione, calo uso impianti, calo
domanda materie prime)
Equilibrio : sì, ma di sottoccupazione
Non è l’offerta che crea la domanda, ma la domanda che crea
l’offerta
N.B. La diminuzione dei salari ( dovuta ad eventuale disponibilità di
manodopera) determina un calo della domanda, senza alcun beneficio
per il sistema economico
Se
Se
domanda ,
domanda ,
reddito
reddito
Stabilizzazione a livello d’equilibrio
( infiniti livelli di reddito d’equilibrio, a seconda del livello di domanda aggregata)
Y= C + I
Y=C+S
beni investimento
risparmi
Fonte spesa
nazionale
beni di consumo
reddito prodotto
consumi
reddito
Utilizzo reddito nazionale
Giovanni Forastiere
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I CONSUMI
NEOCLASSICI: il consumo è una scelta “residuale”
KEYNESIANI: il consumo è funzione del reddito
Se
reddito,
reddito.
il consumo, ma l’aumento del consumo è meno che proporzionale rispetto all’aumento di
c
funzione del consumo
C è meno che proporzionale rispetto Y
( legge della decrescenza della
propensione
marginale al consumo)
Y
Propensione marginale al consumo: la disponibilità alla spesa della popolazione al
crescere del reddito ( % di incremento reddito destinato ad un incremento spesa per consumi)
∆c/ ∆Y = propensione marginale al consumo
incremento reddito
incremento consumo
La percentuale di reddito non spesa è risparmiata, quindi
1 – prop. marg cons = propensione marginale al risparmio
N.B. La propensione marginale al consumo è decrescente al crescere del reddito
( vedi anche “Legge di Engel”
al crescere del reddito cala la % di spesa di beni alimentari)
C/Y = propensione media al consumo
( non mi dice quanto, di un incremento di reddito,
viene speso in consumi )
Giovanni Forastiere
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La propensione media al consumo mi indica la quota del reddito
totale che viene spesa per consumi
La propensione marginale al consumo indica
dell’incremento di reddito che viene spesa per consumi
la
CONSUMO TOTALE
C= Co + c(Y)
consumo in funzione del reddito
Consumo di sussistenza (o autonomo)
Consumo totale
C
c (Y)
Co
O
A
Y
O – Co = consumo di sussistenza
O – A = Y –C = 0 ( tutto il reddito è speso per consumi)
Tratti a sinistra di A = C > Y
Tratti a destra di A = Y > C
Fattori che influenzano il consumo
“Effetto aggancio” ( ad un calo del reddito corrisponde un calo del tenore di vita meno che
proporzionale
“Effetto dimostrazione” ( redditi bassi, risparmi bassi)
Ruolo dei “persuasori occulti “
quota
Giovanni Forastiere
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INVESTIMENTI
Neoclassici :
Keynesiani:
I funzione tasso interesse
I variabile esogena, non quantificabile a priori
Gli investimenti sono legati alle aspettative degli imprenditori circa futuri rendimenti
attesi
Valutazione dell’imprenditore



interessi da pagare su somme prese a prestito
costo opportunità impiego denaro proprio
prospettive di profitto (andamento futuro della domanda; livello dei rendimenti attesi)
Efficienza marginale del capitale ≥ tasso interesse di mkt ?
Sì investimento
È decrescente rispetto al volume degli investimenti
i
I è inversamente proporzionale ad i
O
I
N.B Sull’asse delle ordinate misuriamo anche l’efficienza marginale del capitale rispetto agli
investimenti ( in questo caso la var. ind. è sull’asse delle ascisse)
Giovanni Forastiere
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i
Allo stesso tasso d’interesse ma
in presenza di diverse aspettative
il livello degli investimenti può
variare,
determinando
uno
spostamento
della
curva
dell’efficienza marginale.
N.B . Sull’asse delle ordinate
misuriamo anche l’efficienza
marginale del capitale: in tal
caso la variabile indipendente I è
collocata sull’asse delle ascisse
o
I
Se il tasso i varia e varia anche l’efficienza marginale del capitale, I può non
variare inversamente ad i
Fattori di carattere psicologico influenzano le aspettative degli imprenditori
Domanda aggregata = C + I
Y disponibile = Y – T
Funzione del consumo
Imposte
C = Co + c ( Y disponibile)
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Configurazione dell’equilibrio economico generale
C, I
(dom. aggr)
C + I +G + E
C + I + G
C+I
Co
C
I
O
Yp
Yo
YI
Y
Yn
Le rette I, G, E, sono parallele all’asse delle ascisse ( reddito) in quanto esogene
rispetto al livello del reddito.
Il reddito di piena occupazione è individuato ( in questa caso specifico) al livello Yp
L’intervento dello Stato ed il flusso delle esportazioni non garantiscono il
raggiungimento dell’equilibrio di piena occupazione
IL MOLTIPLICATORE
Misura gli effetti esercitati sul reddito nazionale da un incremento della domanda
aggregata.
Dom. Aggr =
reddito ( vedi grafico)
Un incremento di spesa produce nuovi redditi, che una volta spesi ( in parte)
generano nuovi redditi…e così via.
Moltiplicatore = ∆ Y / ∆ D
Incremento della domanda globale
Incremento totale del reddito
Giovanni Forastiere
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Formula moltiplicatore: 1 / 1-c = 1/s
N.B. Se aumenta c, aumenta ∆ Y
L’ACCELERATORE
Principio di accelerazione:
Schema :
D
D
I
effetto moltiplicatore
C
I
L’incremento di I è superiore all’incremento di C. L’impresa desidera mantenere costante il
rapporto ∆ I / ∆Y , per cui all’aumentare della domanda dei propri prodotti tenderà a mantenere
costante il rapporto tra beni capitali e produzione. Tale rapporto è il “coefficiente di accelerazione”
o “acceleratore”.
N.B. Il moltiplicatore ( e l’acceleratore) può funzionare anche al contrario (
D
I )
In piena occupazione l’incremento di D provoca effetti inflazionistici. Infatti un incremento di D
provoca l’attivazione del moltiplicatore, che porta ad un incremento di C. Se ci si trova in piena
occupazione, l’incremento di I susseguente provocherà una crescita di salari e costi di produzione,
e quindi un incremento dei prezzi.
L’intervento dello Stato
Secondo Keynes in una situazione di equilibrio di sottoccupazione ne’ C ne’ I hanno molte
probabilità di aumentare. Se il settore privato non riesce a stimolare la domanda
aggregata tale stimolo deve provenire dal settore pubblico (politica economica dello
Stato) attraverso, in via immediata, un incremento della spesa pubblica.