M4 Ud4 - La concezione Keynesiana dell'occupazione e del reddito
Economia del disequilibrio
Economia dell'equilibrio
Prima guerra mondiale
(1915-1918)
Crisi del “laissez-faire”, nascita di fenomeni di
autarchia, corsa ad una quasi impossibile
espansione economica e commerciale,
aggressione imperialistica di Germania e Italia.
1929 –1939
“La grande crisi”
Disoccupazione, ristagno produttivo in tutti i
paesi tranne l’URSS ad economia pianificata.
.(-47% negli USA e Germania, -33% in Italia,
-16% in Gran Bretagna)
Nascita dell’economia di stampo keynesiano e
critica al funzionamento del sistema economico
attraverso l’individuazione di un equilibrio non
fondato sulla piena occupazione dei fattori
produttivi.
In Italia: moneta forte (90 lire per una
sterlina)  diminuzione prezzi  disincentivi
agli investimenti  disoccupazione 
intervento dello Stato attraverso la creazione
dell’IMI (1931) e dell’IRI (1933).
Politiche protezionistiche,
Economia di guerra
Autarchia
La rivoluzione Keynesiana
Posizione di rottura rispetto alla tradizione precedente
Caratteristiche: ruolo fondamentale dell’analisi macroeconomica – distinzione tra variabili reali e variabili
monetarie – ruolo della domanda aggregata – eccezionalità della piena occupazione –
ruolo dello Stato.
Secondo Say e i neoclassici
Equilibrio di piena occupazione + meccanismi regolatori
coincidenza tra domanda e offerta
A) equilibrio del mercato delle merci.
B) equilibrio del mercato dei capitali.
C) Equilibrio del mercato del lavoro, la disoccupazione diviene un “fenomeno volontario”.
1
Secondo Keynes
Sono storicamente accertabili situazioni di equilibrio di sottoccupazione!
A) I livelli salariali sono caratterizzati da rigidità.
B) E’ storicamente accertato che i lavoratori accettano, pur di lavorare, bassi livelli di salario.
C) Risparmiatori e investitori sono soggetti diversi: i primi sono condizionati dal reddito c=f(Y),
r =f(Y); i secondi dalle aspettative di profitto.
Teoria keynesiana del consumo
1 il consumo è funzione crescente del reddito con ritmo decrescente, la propensione marginale al
consumo è decrescente;
2 il salario manifesta una tendenza alla rigidità;
3 comunque una riduzione dei salari determinerebbe diminuzione nei consumi creando divario tra
domanda e offerta;
4
se la produzione diminuisce per adeguarsi alla diminuzione di domanda si avrebbe sì un
equilibrio ma di sottooccupazione.
Teoria keynesiana del risparmio
In neretto compaiono i simboli che compongono le formule Keinesiane.
1
2
3
4
in un’economia chiusa, Y(reddito prodotto) = C(consumo) + S(risparmio);
la propensione al risparmio(s) = reddito (1) – propensione al consumo (c);
il consumo (C) è reddito in divenire;
il risparmio (S): se impiegato  reddito, se non impiegato  tesoreggiamento.
Teoria Keynesiana dell’investimento
1- la domanda di beni di investimento (I)  reddito;
2- I = f inversa del saggio di interesse (i): se (i) sale, (I) diminuisce;
3- I = f diretta dei rendimenti attesi: (e) = efficienza marginale del capitale = tasso di profitto atteso,
tasso di (i) che eguaglia i rendimenti dell’investimento con il costo dello stesso.
Confronto tra neoclassici e Keynes
Per i neoclassici un aumento del saggio di ìnteresse (i) determina una diminuzione degli investimenti (I) ma
anche un aumento dei risparmi che determina nel mercato dei capitali un nuovo equilibrio attraverso una
diminuzione di (i).
Per Keynes, non dipendendo il risparmio da (i) ma da (Y), un suo aumento  diminuzione (I)  diminuzione
dell’occupazione e di (Y)  diminuzione di (C) e di (S).
Diversamente che per i neoclassici, sostenitori del raggiungimento comunque di un equilibrio di piena
occupazione sul mercato dei capitali, per Keynes un aumento del saggio di interesse causato da un eccesso
della domanda di beni di investimento rispetto ai risparmi, determina un equilibrio (minore domanda di I =
minore offerta di I) associato a sottoccupazione di lavoratori e di risorse.
2
Determinazione del reddito e moltiplicatore degli investimenti
Necessità di un intervento “dall’esterno”
al fine di un’espansione compatibile
(Y = C+I)  equilibrio possibile anche
ad un livello subottimale
Bisogna creare occasioni affinchè il
risparmio si traduca in investimento e
in nuovo reddito!
Nei paesi capitalistici a un sempre più
elevato risparmio corrisponde un sempre
meno elevato livello di consumo.
investimento e in nuovo reddito.
necessità di una domanda aggiuntiva
esterna al sistema di mercato  la
spesa della pubblica amministrazione
al fine di  far coincidere il reddito
effettivo con il reddito potenziale.
Il sistema capitalistico è caratterizzato da
un reddito potenziale superiore al
reddito effettivo
Il Moltiplicatore degli investimenti (MI)
Quanto deve essere l’ammontare della spesa aggiuntiva?
L’investimento avrà effetti moltiplicatori del reddito in funzione diretta della propensione al consumo (c)
della collettività.
Distribuzione reddito aggiuntivo
Risparmi
Costruzione di
opera pubblica
Pubblica
amministrazione
Incremento
del reddito
+
consumi
Incremento
produzione
Alla fine del processo il reddito complessivo si troverà accresciuto in misura pari a un multiplo
dell’investimento originario della P.A..
1
1
; (1 – c) = s ;
MI =
MI =
1- c
ipotizzando una propensione al risparmio del
20% e al consumo dell’80%
;
s
La formula
1
1
=
1 – 0,8
1
=
0,2
5
Y=
Ix
1–c
Il moltiplicatore degli investimentirisulta così direttamente proporzionale alla propensione al consumo
(c) e inversamente proporzionale alla propensione al risparmio (r).
Più è elevata la propensione al consumo, maggiori saranno le percentuali di reddito che rientra nella
produzione e il processo moltiplicativo del reddito conseguente ad un incremento degli investimenti.
3
Il capitalismo ha generato sperequazioni e ingiustizie a
favore dei “redditieri”!
L’unica soluzione è tenere a freno il saggio di interesse
Contro Keynes si scatenarono sia i conservatori, sia i marxisti.
Quest’ultimi vedevano nelle soluzioni keynesiane uno strumento per salvare il sistema capitalistico in crisi e
prossimo al crollo definitivo.
I primi vedevano nell’intervento sostitutivo dello Stato un attacco al liberismo a favore delle idee soscialiste.
La crisi del ’29 negli USA
L’economia mondiale era caratterizzata da un fragilità finanziaria. Negli Stati Unitisi assiste ad un elevato
boom economico con una crescita del PIL oltre il 4% annuo, una crescita della produttività oltre il 70% che
determina alti profitti.
Salari e prezzi si mantengono stabili, i consumi dei lavoratori aumentano grazie all’utilizzo di risparmi
precedenti. (500.000 auto prodotte nel 1913, 5.600.000 nel 1929).
La produzione aumenta grazie all’aumento dei consumi; l’acquisto a credito viene condizionato dai bassi
salari e favorito dai bassi tassi di interesse. Illiberismo repubblicano dominante sfavorisce qualsiasi
intervento statale.
Nel 1926 scoppia il boom speculativo: politica del denaro a poco prezzo
investimenti speculativi dei
privati che acquistano a credito titoli azionari
crescita vertiginosa del corso dei titoli.
Valore medio dei titoli
1924
1928
1929
106
331
449
Prestiti
2 milioni $
5,7 milioni $
9 milioni &
600.000 su 1.550.000 azionisti
Grande crisi e crollo di Wall Street; disoccupazione lavorativa anche a bassi salari, suicidi, denaro
disponibile a basso costo ma non richiesto dagli investitori; depressione dovuta a carenza di domanda
dovuta a scarsità di reddito spendibi le, scarsa efficienza marginale del capitale, ristagno investimenti e
produzione.
Intervento di Roosevelt: new deal, riforma bancaria, svalutazione del dollaro, politica agraria e industriale,
programmi statali di spesa, sussidi ai ceti più poveri.
LO STATO SOSTIENE LA DOMANDA GLOBALE
FAMIGLIE
SPESA PUBBLICA (G)
CONSUMI (C)
STATO
CRESCITA DEL REDDITO
REDDITO (Y)
RISPARMI (S)
CRESCITA OCCUPAZIONE
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