slides lezione n.1 - Centro Territoriale di Supporto Provincia di Brindisi

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CORSO DI FORMAZIONE
“AUTISMO A SCUOLA: METODOLOGIE DI
INTERVENTO”
FONDAMENTI DI ANALISI DEL
COMPORTAMENTO
Brindisi, 9 marzo 2017
Dott.ssa Annachiara Rosato
Psicologa Psicoterapeuta
[email protected]
1
In rispetto delle leggi sulla privacy e la gestione dei dati personali, la
relatrice vieta qualunque tipo di registrazione e diffusione del materiale
presentato.
La partecipazione a questa singola lezione non garantisce la capacita’ di
applicazione fedele delle procedure illustrate e non offre alcun tipo di
qualifica nell’ambito dell’analisi del comportamento applicata.
Ruolo della scuola
La scuola ha un ruolo di fondamentale importanza nello sviluppo globale del
bambino: cognitivo, emotivo, fisco, relazionale.
Considerando l'età, il livello di sviluppo e la natura del problema, l’ "ambiente
scolastico" rappresenta uno spazio particolarmente utile per “completare” il
progetto.
Scuola: ambiente privilegiato di
apprendimento
La scuola rappresenta uno spazio privilegiato nel progetto
terapeutico ed educativo, poiché può consentire la
realizzazione del programma generale finalizzato al
miglioramento dell’interazione sociale, all’arricchimento della
comunicazione funzionale ed alla diversificazione degli
interessi e delle attività
Coinvolgimento dei compagni
Una risorsa che va particolarmente utilizzata è la presenza
dei coetanei.
Essi, infatti, con la spontaneità che li caratterizza, la
“naturalezza” del loro modo di rapportarsi e la capacità di
una sintonizzazione empatica, si pongono come figure
particolarmente idonee per attivare sequenze di interazione
in grado di facilitare la crescita sociale del bambino
autistico.
INFORMARE I COMPAGNI
Fornire ai bambini più grandi informazioni circa la natura dell’autismo e
le difficoltà specifiche del loro compagno sarà sicuramente d’aiuto ai fini
dell’integrazione del bambino stesso.
Tali informazioni indicheranno ai compagni il modo in cui attuare delle
interazioni di successo con il bambino autistico.
Forniranno anche una spiegazione di comportamenti fino a quel
momento temuti, o comunque totalmente incomprensibili per loro.
LA CLASSE DEL BAMBINO
AUTISTICO
La presenza del bambino autistico contribuisce positivamente
all’esperienza scolastica dell’intera classe.
La condivisione delle attività con il bambino autistico costituisce
un’opportunità estremamente formativa per tutto il gruppo classe.
Disturbi dello Spettro Autistico:
eterogeneità dei quadri clinici
DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO (ASD):
I Disturbi dello Spettro Autistico sono disturbi evolutivi: tutto lo sviluppo ne
è influenzato e i sintomi appaiono differenti nel tempo.
Si tratta di sindromi comportamentali causate da disordini dello sviluppo
biologicamente determinati, con esordio, generalmente, nei primi 3
anni di vita.
Presentano un pattern riconoscibile di sintomi in tre aree:
1)
relazioni sociali e intersoggettività,
2)
linguaggio e comunicazione,
3)
interessi stereotipati, rigidi e ripetitivi.
EVOLUZIONE
I Disturbi dello Spettro Autistico sono caratterizzati da modalità di
funzionamento neuropsicologico peculiari che accompagnano il soggetto in
tutta la sua crescita e per tutta la vita.
L’intervento deve valorizzare i punti di forza del bambino e minimizzarne le
difficoltà con l’obiettivo primario di migliorarne la qualità di vita nei diversi
contesti: scuola, famiglia, comunità.
I DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO
Il DSM e l’ICD riconducono l’Autismo ad una più ampia categoria
diagnostica, quella dei Disturbi generalizzati o Pervasivi dello Sviluppo
(APA, 1994; OMS, 1990).
• Autismo infantile (F84.0)
• Autismo atipico (F84.1)
• Sindrome di Rett (F84.2)
• Sindrome disintegrativa dell’infanzia di altro tipo (F84.3)
• Sindrome iperattiva associata a ritardo mentale e movimenti stereotipati (F84.4)
• Sindrome di Asperger (F84.5)
• Altre sindromi da alterazione globale dello sviluppo psicologico (F84.8)
• Sindrome non specificata da alterazione globale dello sviluppo psicologico (F84.9)
DSM-V: un’unica categoria diagnostica
DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO
American Psychiatric Association, (2011), Autism Spectrum Disorder, DSM-V Development
- Comprende: Disturbo Autistico, Sindrome di Asperger, Disturbo
disintegrativo dell’infanzia e PDD-NOS.
- La distinzione tra i diversi disturbi è stata trovata inconsistente nel tempo,
variabile tra i diversi centri diagnostici e spesso associata a severità, livello
linguistico o QI invece che alle caratteristiche specifiche dei diversi disturbi.
- L’autismo è meglio rappresentato da una singola categoria diagnostica
che si possa adattare alle presentazioni cliniche individuali (es. severità,
abilità verbale e altre) e alle condizioni associate (es. disordini genetici
conosciuti, epilessia, disabilità intellettuale e altre)
Nuovi criteri per la diagnosi di Disturbo dello
Spettro Autistico secondo il DSM-V:
Devono essere soddisfatti i criteri A, B, C e D:
A. Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione
sociale in diversi contesti, non spiegabile attraverso un ritardo generalizzato
dello sviluppo, e manifestato da tutti e 3 i seguenti punti:
1. Deficit nella reciprocità socio-emotiva: approccio sociale anormale e fallimento
nella normale conversazione e/o ridotto interesse nella condivisione degli
interessi e/o mancanza di iniziativa nell’interazione sociale.
2. Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l’interazione
sociale
3. Deficit nello sviluppo e mantenimento di relazioni, appropriate al livello di
sviluppo (non comprese quelle con i genitori e caregiver).
Nuovi criteri per la diagnosi di Disturbo dello
Spettro Autistico secondo il DSM-V:
B. Comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive come
manifestato da almeno 2 dei seguenti punti:
1. Linguaggio e/o movimenti motori e/o uso di oggetti, stereotipato e/o ripetitivo
2. Eccessiva aderenza alla routine, comportamenti verbali o non verbali riutilizzati
e/o eccessiva resistenza ai cambiamenti
3. Fissazione in interessi altamente ristretti con intensità o attenzione anormale
4. Iper-reattività e/o Ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi inusuali
rispetto a certi aspetti dell’ambiente
Nuovi criteri per la diagnosi di Disturbo dello
Spettro Autistico secondo il DSM-V:
C. I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia (ma possono non
diventare completamente manifesti finché la domanda sociale non eccede il
limite delle capacità).
D. L’insieme dei sintomi deve compromettere il funzionamento quotidiano.
ASD: STUDI EPIDEMIOLOGICI:
• Nessuna prevalenza geografica e/o etnica e socioculturale: presente in tutte le popolazioni del mondo, di ogni
razza e ambiente sociale.
• Prevalenza del sesso: rapporto maschi : femmine=4: 1 per ASD
(ma x HF fino a 10:1)
• Prevalenza:
 1,7/1.000 (1 su 588) per Autismo;
 6,2/1.000 (1 su 160) per ASD;
ma stime molto più alte in alcune aree (Inghilterra,
Giappone)
E’ una epidemia???
In realtà:
Maggiore definizione dei criteri diagnostici, con inclusione di forme più lievi
Diffusione di procedure diagnostiche standardizzate
Maggiore sensibilizzazione e competenza degli operatori
Maggiore precocità della diagnosi
Contemporanea diminuzione di altre diagnosi (es. ritardo psicomotorio)
Modificazione di terminologia (es. disarmonia evolutiva)
Lo Spettro Autistico:
Low functioning
molti sintomi
comportamentali
High functioning
Sintomatologia più
sfumata
Lo Spettro Autistico:
Lo spettro autistico ha un’estensione molto vasta:
 per livello di funzionamento intellettivo: da RM grave a
funzionamento intellettivo nella norma;
 per capacità linguistiche: da agnosia verbale a linguaggio nella
norma;
 per la gravità delle caratteristiche autistiche (presenza di CP,
di comportamenti stereotipati, di alterazioni sensoriali, etc.)
ETEREOGENEITA’ DEI QUADRI CLINICI
Ogni persona con ASD è diversa:
“dietro il bambino bisogna vedere l’autismo, ma una volta che si è compreso
l’autismo, bisogna vedere il bambino dietro l’autismo” (Hilde De Clerc)
L’INTERVENTO
QUALI POSSIBILITA’ DI INTERVENTO?
I Disturbi dello Spettro Autistico sono disturbi multifattoriali.
La ricerca sta procedendo in molti ambiti, nessuno per ora
risolutivo.
L’intervento si può attuare solo sui sintomi, non sulle cause (che non
conosciamo ancora)
Intervento su:
difficoltà di interazione sociale, comunicazione e modalità di
comportamento (triade sintomatologica)
e difficoltà associate (CP)
QUALI POSSIBILITA’ DI INTERVENTO?
 Non esistono “metodi” miracolosi che risolvono la situazione
 Esistono sistemi di intervento integrati, di tipo psico-educativo e
cognitivo-comportamentale, scientificamente validati
 Data l’eterogeneità dei quadri clinici e la diversa risposta al
trattamento, è necessario un progetto individualizzato, basato sui
punti di forza e di debolezza del singolo
 Il progetto deve coinvolgere tutti gli ambienti di vita del
soggetto
PROGETTO ABILITATIVO – EDUCATIVO:
 INDIVIDUALIZZATO: basato sulla valutazione funzionale del
soggetto
 GLOBALE: deve considerare tutte le aree dello sviluppo
 CONTESTUALE: inserito nel contesto di vita e legato alle esperienze
dei coetanei
 CONDIVISO con la famiglia e la scuola, quindi TRASVERSALE ai
diversi ambienti di vita
 MONITORATO nel tempo: necessarie valutazioni periodiche per
verificare ed eventualmente modificare l’intervento
OBIETTIVI E STRATEGIE DI LAVORO
La scelta degli obiettivi durante il percorso deve essere legata al
principio di “ciò che è possibile” e “ciò che è utile”.
Dopo aver definito gli obiettivi vanno individuate le strategie più
idonee per il loro conseguimento, facendosi guidare dalle indicazioni
che derivano da esperienze internazionali.
Tali strategie vanno “filtrate”, “adattate”, “verificate” e, in caso,
quindi “riformulate”
‘Linee guida 21 “ Istituto Superiore Sanità,
Novembre 2011
IL TRATTAMENTO
Da ‘Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e
dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore dei Disturbi dello Spettro
Autistico’ (Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2012)
“I trattamenti che hanno dato maggiore prova di efficacia sono quelli precoci
intensivi di tipo abilitativo con valenza cognitivo-comportamentale. Si
sono dimostrati efficaci anche gli interventi mediati dai genitori”
“L’accuratezza della diagnosi e del profilo cognitivo e funzionale
rappresentano la base conoscitiva per poter costruire il piano abilitativo
individualizzato”
VARIABILI CHE INFLUENZANO IL RISULTATO

età di inizio del trattamento

intensità del trattamento

livello cognitivo del bambino all’inizio del trattamento

contenuti del trattamento

qualità del trattamento
VARIABILI CHE INFLUENZANO IL RISULTATO
• Intervento precoce: risultati importanti in bambini che hanno iniziato il
trattamento prima dei 4 anni
• Trattamento individualizzato: permette di creare le condizioni ottimali per
l’apprendimento
•Generalizzazione: è indispensabile trasferire l’insegnamento delle abilità acquisite
nell’ambiente naturale
•Strutturazione e sistematicità: comportamenti complessi vengono suddivisi in
sottocompiti
• Trattamento intensivo: trattamento intensivo ha un’importanza determinante sui
risultati.
Raccomandati
(trattamenti
Tabella interventi LG21 (ISS)
affermati)
Evidenza emergente
(probabilmente efficaci)
Assenza di evidenza
(sperimentali)
Non raccomandati
(documentata inefficacia o
potenzialmente dannosi)
Interventi mediati dai genitori
TEACCH
Interventi a supporto della
comunicazione sociale (Pivotal
Response Training, social stories,
training all’imitazione, video
modelling
Musicoterapia
Auditory Integration Therapy
Dieta senza glutine e caseina
Comunicazione Facilitata
Vitamina B-6 e Magnesio, Omega-3
Terapia con Ossigeno Iperbarica
Uso di sistemi di
comunicazione alternativa
aumentativa: PECS e linguaggio
segnato
Interventi Intensivi Precoci
basati sull’ABA
Interventi comportamentali
per la riduzione del
comportamento problema,
l’incremento di capacità
adattive, disturbi del sonno
Terapia cognitivo
comportamentale (CBT) per i
disturbi d’ansia, gestione della
rabbia, in Asperger
Uso di melatonina per i
problemi del sonno – se non
efficace intervento
comportamentale
PROGRAMMA EDUCATIVO
ABILITATIVO
Deve essere eseguito sia
a scuola, sia a casa, sia in
altri eventuali ambienti di
lavoro, a partire dalla
prima impostazione del
lavoro.
CASA
SCUOLA
ALTRI
AMBIENTI
DI VITA
DEL
BAMBINO
ABA e trattamento dell’autismo: Raccomandazioni
SINPIA 2011
•Tra i programmi intensivi comportamentali il modello più
studiato è l’analisi comportamentale applicata
(ABA): gli studi sostengono una sua efficacia nel migliorare
le abilità intellettive (QI), il linguaggio e i comportamenti
adattivi nei bambini con disturbo dello spettro autistico. Le
prove a disposizione, anche se non definitive, consentono di
consigliare l’utilizzo del modello ABA nel trattamento dei
bambini con disturbi dello spettro autistico .
Applied Behavior Analysis ABA
“L’ABA è la scienza in cui procedure derivate dai
principi del comportamento sono applicate
sistematicamente
per
migliorare
comportamenti socialmente importanti
ad un livello significativo e dimostrare
sperimentalmente che le procedure utilizzate
sono state responsabili del miglioramento del
comportamento” Cooper, Heron, and Heward
(1987)
L’Applied Behavioral Analysis (ABA) è un’insieme di strategie scientificamente
fondate per promuovere cambiamenti nel comportamento, al fine di produrre
risultati significativi nella vita delle persone.
AMBITI DI APPLICAZIONE
Nel corso degli anni l’ABA è stata applicata in modo flessibile per migliorare la
qualità della vita degli individui in un’ampia gamma di contesti, quali:
la promozione di comportamenti adattivi nelle persone con disturbi evolutivi.
La facilitazione dei processi di apprendimento nei contesti scolastici.
Il trattamento dei comportamenti criminali.
Il miglioramento della produttività nei contesti lavorativi.
Il management delle organizzazioni e il trattamento dei disturbi dell'umore.
Negli ultimi si è verificato un crescente aumento d’interesse verso
l’applicazione delle strategie comportamentali per ampliare le abilità
comunicative nelle persone con autismo e altre disabilità evolutive.
Le 7 caratteristiche dell’ABA
L’efficacia di un trattamento ABA è tanto maggiore quanto più aderente
alle 7 dimensioni dell’ABA, così come identificate da Baer, Montrose e
Risley nel 1968.
1)Applicata
2)Analitica
3)Comportamentale
4) Efficace
5)Tecnologica
6) Concettualmente sistematica
7) Generalizzata
Applicazione
L’ABA si concentra su comportamenti significativi dal punto di vista
sociale, che consentano un’effettiva crescita dell’individuo e la
progressione verso quei comportamenti adattivi tipicamente esibiti
dalle persone della stessa età e gruppo sociale di riferimento.
Si usano i principi comportamentali di base per lo studio dei
comportamenti che hanno valore socialmente significativo per
l’individuo.
Analisi
L’ABA individua relazioni funzionali tra individuo e ambiente, stabilendo
in modo oggettivo delle relazioni causali tra eventi ambientali e
comportamenti osservati.
Questo processo avviene attraverso la manipolazione sistematica
dell’ambiente e la rilevazione dei comportamenti esibiti al variare delle
condizioni ambientali.
Tutte le decisioni su come un’intervento dovrebbe progredire devono
basarsi sull’osservazione e l’analisi dei dati
Enfasi sul comportamento
osservabile
L’ABA si basa su osservazioni dirette del comportamento come primario
strumento di misurazione. In altri termini, le abilità promosse devono
essere quantificabili in maniera obiettiva e direttamente osservabili.
1. Il comportamento selezionato deve essere quello che deve essere
migliorato
2. Deve essere misurabile
Il comportamento stesso e le sue relazioni funzionali sono oggetto di
studio.
Efficace
Gli interventi e le procedure eseguite devono essere efficaci
I cambiamenti sono significativi, efficienti e efficaci.
Gli analisti comportamentali utilizzano procedure per promuovere la
generalizzazione e il mantenimento del comportamento modificato.
Tecnologica
Le procedure d’analisi o di insegnamento vengono descritte in modo
dettagliato, al fine di favorire la replica delle stesse.
Le procedure vengono chiaramente definite onde permettere a persone
con formazione e risorse di replicare gli effetti del trattamento.
Concettualmente sistematica
Le procedure ABA si riferiscono direttamente ai principi del
comportamentismo, escludendo le forme di intervento carenti di
sistematicità o identificate dalla comunità scientifica come “di ridotta
efficacia” o “di non provata efficacia”.
Sebbene ci siano tante procedure e combinazioni di procedure che
possiamo utilizzare, tutte derivano da alcuni principi di base del
comportamento.
Generalizzata
L’obiettivo dell’ ABA è quello di promuovere la generalizzazione delle
abilità attraverso diversi ambienti, persone e comportamenti.
Pertanto sarà fondamentale la condivisione di obiettivi, strategie e
materiali da parte di tutti i soggetti coinvolti nel processo educativo
dello studente.
Quindi…
“L’approccio VB è semplicemente normale ABA con
alcuni aggiustamenti . Questo significa che
incorpora tutte le metodologie standard dell’ABA ma
adotta in maniera esplicita la cornice interpretativa
di Skinner per analizzare le contingenze verbali. In
altre parole è una piccola variazione di una
metodologia che ha enormi fondamenti empirici.
ABA E AUTISMO
L’ABA non nasce come intervento specifico per l’autismo, ma come
scienza che si occupa della modificazione del comportamento
La popolarità dell’ABA come intervento per l’autismo emerge solo
intorno agli anni 70 con la pubblicazione dei primi studi che
dimostravano la possibilità di insegnare specifici comportamenti ai
bambini autistici
Obiettivo: incrementare repertori comportamentali socialmente
significativi e ridurre quelli problematici attraverso tecniche di
modificazione del comportamento validate scientificamente
Aba e autismo
• I comportamenti autistici (eccessivi o in deficit) sono analizzati
attraverso l’osservazione diretta e vengono quantificati oggettivamente
• L’intervento è strutturato secondo le necessità del soggetto e parte
dalla sua motivazione
• Si insegna allo studente COME imparare e formare interazioni sociali
positive (guardare, ascoltare, imitare, eseguire istruzioni, discriminare,
ecc.)
INTERVENTO ABA E AUTISMO
INDIVIDUALIZZATO (curriculum individualizzato e personalizzato, aggiornato
periodicamente )
PRECOCE (plasticità neuronale)
INTENSIVO (casa-scuola-famiglia)
INTEGRATO (DTT, NET, VERBAL BEHAVIOR, INCIDENTALE)
SOSTENIBILE (efficacia applicata dell’intervento in quel contesto familiare)
INCLUSIVO (inclusione scolastica)
ABA per l’autismo:
l’evidenza scientifica
Almeno 550 studi pubblicati tra il 1960 ed il 1995 (Matson et al., 1996) e
diverse centinaia dal 1995 documentano l’efficacia di specifici metodi ABA
per l’insegnamento di importanti abilitá:
Imparare ad imparare: guardare, ascoltare, imitare, eseguire istruzioni,
discriminare, ecc…
Comunicazione: produzione vocale, linguaggio per segni ed immagini,
comprensione, da semplici vocalizzazioni a conversazioni complesse.
Sociale: scambi reciproci, giocare con i coetanei, esprimere emozioni,
empatia, gioco immaginario
Ragionamento astratto: soluzione problemi, teoria della mente
Autonomia personale: igiene personale, vivere nella comunitá, pericoli della
strada
Abilitá accademiche: lettura, scrittura, disegno, matematica
e i Principi
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Comportamento
Il Comportamento è l’attività di un organismo vivente. Il comportamento
umano è rappresentato da tutto ciò che la persona fa, incluso il modo in cui si
muovono, ciò che si dice, pensa, e sente.
“…il movimento di un organismo o di una sua parte nell’interazione costante
con l’organismo stesso o con vari oggetti esterni o dell’ambiente.” - B.F. Skinner
“Il comportamento di un organismo è quella parte dell’interazione
dell’organismo con il suo ambiente che è caratterizzato da un mutamento
rilevabile nello spazio e nel tempo di una parte dell’organismo come risultato di
un cambiamento misurabile di almeno un aspetto dell’ambiente…” Johnston e
Pennypacker 1980)
COMPORTAMENTO RISPONDENTE
STIMOLO
RISPOSTA (RIFLESSO)
Tutti gli organismi sono nati con i riflessi;
risposte automatiche agli stimoli ambientali che
proteggono il corpo dal pericolo.
Sono involontari
es. irritazione alla gola…..tosse
es. odore di cibo…..fame
CONDIZIONAMENTO RISPONDENTE
Questo tipo di apprendimento si verifica con una
procedura di “associazione stimolo-risposta”.
Uno stimolo non condizionato che elicita un riflesso
(un comportamento rispondente) viene associato
con uno stimolo neutrale.
Col tempo anche lo stimolo neutrale che è stato
associato eliciterà il riflesso.
COMPORTAMENTO OPERANTE
E’ un comportamento imparato nella vita.
La frequenza di questo tipo di comportamento è
determinato in gran parte dalla storia delle
conseguenze.
Operante vs. Rispondente
OPERANTE
RISPONDENTE
Imparato nella vita.
Presente dalla nascita
• Modellato, selezionato e
mantenuto dalle conseguenze.
• Elicitato dagli stimoli
antecedenti.
• Sono una classe di risposte
operanti che producono degli
effetti in un ambiente che cambia.
• Sono riflessi e risposte per la
sopravvivenza e che non cambiano
nella vita.
• Comportamenti sono EVOCATI.
• Comportamenti sono ELICITATI.
• TopograFIe e funzioni dei
comportamenti sono selezionate
dalle conseguenze durante la vita
(ontogenesi).
• TopograFIE e funzioni dei
comportamento sono determinate
dall’evoluzione della specie
(filogenesi)
COMPORTAMENTO
 COMPORTAMENTO: tutto ciò che facciamo o
diciamo e che può essere osservabile e
quantificabile.
 É importante descrivere esattamente il
comportamento e non usare etichette
riassuntive.
55
Esempi:
 Etichette sommarie:
 Marco non é
socievole.
 Definizioni Operazionali
 A ricreazione, Marco
tende a stare da una
parte guardandosi le
mani. Se qualcuno
prova a conversare con
lui, risponde a
monoparole e non
reciproca con una
domanda.
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Quale di questi sono esempi di
comportamento?
• Aprire La Porta
• Essere Aggressivo
• Fare La Manicure
• Scrivere Le Slide Per Il Corso Di Formazione
• Galleggiare In Mezzo Al Mare
• Essere Oppositivo
• Dimagrire
• Suonare La Chitarra
• Colpire Qualcuno In Faccia
•
•
•
•
•
•
•
•
Paolo batte al computer 10 parole al minuto
Marta è una bimba svogliata
Luigi è un ragazzo timido
Veronica corre tutti i giorni per 30 minuti
Cinzia è autolesionista
Davide è un bimbo distruttivo
Marco sfarfalla le mani quando è davanti alla televisione
Edo è affettuoso con la mamma
LA TOPOGRAFIA
Una descrizione del comportamento unicamente sulla base
dell’apparenza (DELLA FORMA)
Non comprende un’analisi o il motivo per cui il comportamento
succede.
Una definizione di un comportamento sulla base della topografia è
importante per la misurazione.
LA FUNZIONE
Una descrizione del comportamento che comprende il motivo o la
ragione per cui la persona emette il comportamento.
Richiede che sia stata condotta un’analisi funzionale del
comportamento.
Topografia e funzione
 Topografia di un comportamento: forma che il
comportamento assume (COME)
 La funzione di un comportamento: la relazione
che esiste tra il comportamento e le
conseguenze ambientali che produce
(PERCHE’)
Comportamenti possono essere topograficamente
identici ma avere funzioni diverse o essere
topograficamente diversi ed avere la stessa
funzione
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TOPOGRAFIA
DIVERSA
STESSA
FUNZIONE
Sbattere i
materiali
Vs
Guardare dalla
parte opposta
rispetto al
compito
TOPOGRAFIA
SIMILE
DIVERSA
FUNZIONE
Digitare la tastiera del
cel per fare telefonata
Vs
Digitare codice
bancomat
LE CONSEGUENZE
Si definiscono in base all’effetto che hanno sul comportamento e non a
priori.
Esistono tre tipi di conseguenze:
RINFORZATORI – conseguenze che incrementano o mantengono la
probabilità che si verifichi un dato un comportamento
PUNIZIONI – conseguenze che riducono la probabilità che si verifichi
un dato comportamento
ESTINZIONE- non consegna del rinforzo che fino ad allora aveva
mantenuto il comportamento
TIPI DI RINFORZI:
1. Rinforzo Positivo Socialmente Mediato
2. Rinforzo Negativo Socialmente Mediato
3. Automatico
RINFORZO POSITIVO
l’aumento della probabilità di emissione di un
comportamento deriva dalla PRESENTAZIONE di un
evento piacevole come conseguenza
Es. Il bambino completa l’esercizio di matematica e la mamma gli dà la
caramella.
LINEE GUIDA PER L’APPLICAZIONE DEL RINFROZO
POSITIVO
SCEGLIERE I POTENZIALI RINFORZATORE CHE:
-
DEVONO ESSERE FACILMENTE DISPONIBILI
- DEVONO ESSERE PRESENTATI IMMEDIATAMENTE DOPO IL COMPORTAMENTO
DESIDERATO
-DEVONO POTER ESSERE USATI PIU’ VOLTE SENZA CAUSARE UNA RAPIDA
SATURAZIONE
-NON DEVONO RICHIEDERE MOLTO TEMPO NEL LORO CONSUMO
-CONSEGNARE IL RINFORZATORE IN MANIERA CONTINGENTE AL
COMPORTAMENTO
- INSIEME AI RINFORZATORI SELEZIONATI O POTENZIALI RINFORZATORI
SELEZIONATI PRESENTARE IL MAGGIOR NUMERO POSSIBILE DI ELOGI
VARIANDONE L’ESPRESSIONE
RINFORZO NEGATIVO
l’aumento della probabilità di emissione di un
comportamento deriva dalla RIMOZIONE di un
evento avversivo
Es. Quando entra in classe la maestra di matematica il ragazzo inizia a
lanciare gli oggetti e la maestra lo manda fuori dalla classe
Rinforzo positivo vs rinforzo negativo
• Entrambi producono un aumento nella risposta, o
meglio, incrementano la probabilità futura di emissione
di quella risposta
• Il rinforzo positivo implica uno stimolo che non era
presente prima della risposta
• Il rinforzo negativo implica invece la terminazione di
uno stimolo presente prima della risposta
RINFORZO AUTOMATICO
Rinforzo che accade senza la mediazione delle altre
persone.
Il comportamento produce il rinforzo.
PUNIZIONE
 PUNIZIONE POSITIVA: la diminuzione della
probabilità di un comportamento deriva dalla
PRESENTAZIONE di un evento avversivo
(rimproveri, blocco della risposta, esercizio
contingente, sovracorrezione)
Luca ha smesso di lasciare il dentifricio aperto dopo che sua mamma lo ha
rimproverato.
 PUNIZIONE NEGATIVA: la diminuzione della
probabilità di un comportamento deriva dalla
RIMOZIONE di un evento piacevole (time out
con e senza esclusione, costo della
risposta)
Da quando la mamma ha deciso togliere il videogioco a Marco perché
lasciava la stanza in disordine, Marco ha smesso di lasciare la stanza
disordinata.
Le insidie della punizione
 L’uso della punizione può elicitare aggressività
 Persone e stimoli associati alla punizione possono
anch’essi diventare stimoli punitivi condizionali che
evocheranno in seguito risposte di fuga o evitamento
 L’uso della punizione NON insegna nessun
comportamento nuovo o alternativo a quello punito
 L’individuo potrebbe copiare il comportamento punitivo
 L’effetto per chi punisce è talmente alto che potrebbe
portare ad un uso eccessivo della punizione
Quando usare la punizione?
Un intervento punitivo viene applicato solo quando
le procedure basate sul rinforzo o sulla
manipolazione degli antecedenti si mostrano
inefficaci o quando è necessaria la soppressione
immediata del comportamento perché pericoloso
per il soggetto e l’ambiente
Rinforzo negativo vs Punizione
Spesso confusi tra loro:
• RINFORZO NEGATIVO AUMENTA la probabilità di
emissione futura di un comportamento o risposta
(negativo non sta per cattiva conseguenza ma per
sottrazione, -)
• PUNIZIONE DIMINUISCE o annulla la probabilità di
emissione futura di un dato comportamento o risposta
ESTINZIONE
- Il processo per cui la non consegna del rinforzatore che fino
ad allora aveva mantenuto il comportamento porta il
comportamento ad estinguersi
-Viene applicata soprattutto nella riduzione dei comportamenti
problema
-Non è un tipo di punizione
Esempi
 I genitori stanno parlando e la bambina inizia a fare dei
versi, i genitori la ignorano completamente
 Un bambino ha finito il compito e alza la mano, Matteo
invece schiocca le dita, l’insegnante lo ignora e risponde
solo a coloro che alzano la mano
 Marco è al lavoro e Lucia gli telefona, Marco le dice di
chiamarlo alla sera, ma Marco alla sera non risponde al
telefono
Nota sulle conseguenze
1. Hanno un effetto solo sui comportamenti che si verificano
nel futuro.
2. Selezionano le classi di riposte, non comportamenti
individuali.
3. Hanno un effetto più grande quando seguono
immediatamente il comportamento.
4. Accadano automaticamente.
Esercitazione:
Dopo pranzo Federico si alza e sparecchia la tavola, la madre
lo ringrazia e gli dice che può uscire con i suoi amici.
Federico da quel giorno sparecchia tutti i giorni la tavola
La maestra dice a Marco: “Smettila” quando lui inizia a fare i
dispetti ai compagni. Tutte le volte Marco ride e continua a
fare i dispetti
I genitori stanno parlando e la bambina inizia a fare dei versi, i
genitori la ignorano completamente
Un bambino ha finito il compito e alza la mano, Matteo invece
schiocca le dita, l’insegnante lo ignora e risponde solo a coloro che
alzano la mano.
Giovanni tira i capelli alla compagna mentre si gioca a palla
avvelenata in palestra. La maestra lo fa sedere per 5 minuti sulla
panchina prima di poter riprendere a giocare. Da allora G. non
tira più i capelli ai compagni
Luca può guadagnare tokens per ogni risposta immediata (entro
3 sec). Il terapista toglie un punto ogni volta che L. lancia i
materiali dal tavolo. Il comportamento di lanciare diminuisce in
frequenza fino a scomparire
Dopo pranzo Matteo si alza e va a giocare al computer, la
madre ha deciso di negargli l’accesso al computer se prima
non sparecchia. Da quel giorno Matteo ha sempre
sparecchiato la tavola.
Veronica corre tutti i giorni al parco e un giorno incontra una
persona che le rimprovera di non correre sull’erba. Veronica
da quel giorno corre sempre sulla ghiaia.
La maestra dice a Marco: “Smettila” quando lui inizia a fare i
dispetti ai compagni. Tutte le volte Marco ride e continua a fare
i dispetti.
Tipi di Rinforzi:
•
•
•
•
•
Edibile/alimentare
Tangibile
Dinamico
Sociale
Simbolico (es token)
TOKEN ECONOMY
VIDEO
VIDEO ASSESSMENT PREFERENZE
PAIRING
Procedura che vi permetterà di associare voi stessi a dei rinforzatori.
Dobbiamo insegnare al bambino che noi porteremo “divertimento” e la
consegna di rinforzi.
•Distribuite cose di valore
•Controllate i rinforzi
•Inizialmente non parlate
•Continuate ad introdurre stimoli
•Rimuovete giocattoli non desiderati
•Cominciate ad accoppiare la voce
SCHEMI DI RINFORZO
Schema di rinforzo continuo:
ogni volta che il comportamento viene
esibito, l’individuo riceve il rinforzatore
Schema di rinforzo intermittente:
il comportamento viene rinforzato ogni
tanto
SCHEMI (O MODELLI)DI RINFORZO
•A
Rapporto (numero di risposte: Fisso o variabile)
I modelli a rapporto chiedono un certo numero di
risposte prima che una di esse produca rinforzo
•A Intervallo (tempo: fisso o variabile) I modelli ad
intervallo richiedono il passaggio di un certo tempo
prima che una singola risposta produca rinforzo
Ora tocca a voi.. Pensando alla vostra esperienza
scrivete:
-Un esempio di rinforzo positivo
- Un esempio di rinforzo negativo
- Un esempio di punizione positiva
- Un esempio di punizione negativa
- Un esempio di estinzione
La contingenza a tre termini
 Contingenza: la descrizione completa
dell’operante specifico
A: antecedente, la situazione ambientale in cui si
verifica e che precede il comportamento.
Risponde alla domanda QUANDO
B: comportamento, deve essere descritto in modo
operazionale
C: le conseguenze che seguono immediatamente
il comportamento.
Risponde alla domanda PERCHÈ
B
A
C
A: i genitori stanno parlando tra di loro
B: Marco inizia a urlare
C: i genitori smettono di parlare e la mamma si
avvicina a Marco per calmarlo
MOTIVAZIONE
• La motivazione ha un ruolo fondamentale:
- Evoca comportamenti (sete = chiedo
l’acqua)
- Impedisce comportamenti (sazietà = non
mangio)
- Determina l’efficacia rinforzante di stimoli
- Insegnamento della comunicazione
Stabilite due comportamenti e definitene per
ciascuno l’antecedente e la conseguenza, tentate
di distinguere se la conseguenza rappresenta un
rinforzatore o una punizione.
Antecedente
1)
2)
Comportamento
Conseguenza
- Autismo. Come e cosa fare con bambini e ragazzi a scuola. A
cura di L. Cottini, G. Vivanti. Giunti O.S.
- Autismo a scuola. Guide Erickson
- Tecniche di base del metodo comportamentale. Richard
Foxx. Erickson
- Mariposa school trainig. Manuale tradotto in italiano.
Scaricabile gratuitamente da internet
- www.materialeaba.com
- www.emergenzaautismo.org
- www.amicidinico.it
Grazie a voi per l’ascolto e alla Dott.ssa Giovanna Di
Carlo- BCBA per la condivisione del materiale
utilizzato e per il prezioso contributo alla mia
formazione
Annachiara Rosato
Psicologa Psicoterapeuta
[email protected]
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