CORSO DI FORMAZIONE “AUTISMO A SCUOLA: METODOLOGIE DI INTERVENTO” FONDAMENTI DI ANALISI DEL COMPORTAMENTO Brindisi, 9 marzo 2017 Dott.ssa Annachiara Rosato Psicologa Psicoterapeuta [email protected] 1 In rispetto delle leggi sulla privacy e la gestione dei dati personali, la relatrice vieta qualunque tipo di registrazione e diffusione del materiale presentato. La partecipazione a questa singola lezione non garantisce la capacita’ di applicazione fedele delle procedure illustrate e non offre alcun tipo di qualifica nell’ambito dell’analisi del comportamento applicata. Ruolo della scuola La scuola ha un ruolo di fondamentale importanza nello sviluppo globale del bambino: cognitivo, emotivo, fisco, relazionale. Considerando l'età, il livello di sviluppo e la natura del problema, l’ "ambiente scolastico" rappresenta uno spazio particolarmente utile per “completare” il progetto. Scuola: ambiente privilegiato di apprendimento La scuola rappresenta uno spazio privilegiato nel progetto terapeutico ed educativo, poiché può consentire la realizzazione del programma generale finalizzato al miglioramento dell’interazione sociale, all’arricchimento della comunicazione funzionale ed alla diversificazione degli interessi e delle attività Coinvolgimento dei compagni Una risorsa che va particolarmente utilizzata è la presenza dei coetanei. Essi, infatti, con la spontaneità che li caratterizza, la “naturalezza” del loro modo di rapportarsi e la capacità di una sintonizzazione empatica, si pongono come figure particolarmente idonee per attivare sequenze di interazione in grado di facilitare la crescita sociale del bambino autistico. INFORMARE I COMPAGNI Fornire ai bambini più grandi informazioni circa la natura dell’autismo e le difficoltà specifiche del loro compagno sarà sicuramente d’aiuto ai fini dell’integrazione del bambino stesso. Tali informazioni indicheranno ai compagni il modo in cui attuare delle interazioni di successo con il bambino autistico. Forniranno anche una spiegazione di comportamenti fino a quel momento temuti, o comunque totalmente incomprensibili per loro. LA CLASSE DEL BAMBINO AUTISTICO La presenza del bambino autistico contribuisce positivamente all’esperienza scolastica dell’intera classe. La condivisione delle attività con il bambino autistico costituisce un’opportunità estremamente formativa per tutto il gruppo classe. Disturbi dello Spettro Autistico: eterogeneità dei quadri clinici DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO (ASD): I Disturbi dello Spettro Autistico sono disturbi evolutivi: tutto lo sviluppo ne è influenzato e i sintomi appaiono differenti nel tempo. Si tratta di sindromi comportamentali causate da disordini dello sviluppo biologicamente determinati, con esordio, generalmente, nei primi 3 anni di vita. Presentano un pattern riconoscibile di sintomi in tre aree: 1) relazioni sociali e intersoggettività, 2) linguaggio e comunicazione, 3) interessi stereotipati, rigidi e ripetitivi. EVOLUZIONE I Disturbi dello Spettro Autistico sono caratterizzati da modalità di funzionamento neuropsicologico peculiari che accompagnano il soggetto in tutta la sua crescita e per tutta la vita. L’intervento deve valorizzare i punti di forza del bambino e minimizzarne le difficoltà con l’obiettivo primario di migliorarne la qualità di vita nei diversi contesti: scuola, famiglia, comunità. I DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO Il DSM e l’ICD riconducono l’Autismo ad una più ampia categoria diagnostica, quella dei Disturbi generalizzati o Pervasivi dello Sviluppo (APA, 1994; OMS, 1990). • Autismo infantile (F84.0) • Autismo atipico (F84.1) • Sindrome di Rett (F84.2) • Sindrome disintegrativa dell’infanzia di altro tipo (F84.3) • Sindrome iperattiva associata a ritardo mentale e movimenti stereotipati (F84.4) • Sindrome di Asperger (F84.5) • Altre sindromi da alterazione globale dello sviluppo psicologico (F84.8) • Sindrome non specificata da alterazione globale dello sviluppo psicologico (F84.9) DSM-V: un’unica categoria diagnostica DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO American Psychiatric Association, (2011), Autism Spectrum Disorder, DSM-V Development - Comprende: Disturbo Autistico, Sindrome di Asperger, Disturbo disintegrativo dell’infanzia e PDD-NOS. - La distinzione tra i diversi disturbi è stata trovata inconsistente nel tempo, variabile tra i diversi centri diagnostici e spesso associata a severità, livello linguistico o QI invece che alle caratteristiche specifiche dei diversi disturbi. - L’autismo è meglio rappresentato da una singola categoria diagnostica che si possa adattare alle presentazioni cliniche individuali (es. severità, abilità verbale e altre) e alle condizioni associate (es. disordini genetici conosciuti, epilessia, disabilità intellettuale e altre) Nuovi criteri per la diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico secondo il DSM-V: Devono essere soddisfatti i criteri A, B, C e D: A. Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in diversi contesti, non spiegabile attraverso un ritardo generalizzato dello sviluppo, e manifestato da tutti e 3 i seguenti punti: 1. Deficit nella reciprocità socio-emotiva: approccio sociale anormale e fallimento nella normale conversazione e/o ridotto interesse nella condivisione degli interessi e/o mancanza di iniziativa nell’interazione sociale. 2. Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l’interazione sociale 3. Deficit nello sviluppo e mantenimento di relazioni, appropriate al livello di sviluppo (non comprese quelle con i genitori e caregiver). Nuovi criteri per la diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico secondo il DSM-V: B. Comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive come manifestato da almeno 2 dei seguenti punti: 1. Linguaggio e/o movimenti motori e/o uso di oggetti, stereotipato e/o ripetitivo 2. Eccessiva aderenza alla routine, comportamenti verbali o non verbali riutilizzati e/o eccessiva resistenza ai cambiamenti 3. Fissazione in interessi altamente ristretti con intensità o attenzione anormale 4. Iper-reattività e/o Ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi inusuali rispetto a certi aspetti dell’ambiente Nuovi criteri per la diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico secondo il DSM-V: C. I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia (ma possono non diventare completamente manifesti finché la domanda sociale non eccede il limite delle capacità). D. L’insieme dei sintomi deve compromettere il funzionamento quotidiano. ASD: STUDI EPIDEMIOLOGICI: • Nessuna prevalenza geografica e/o etnica e socioculturale: presente in tutte le popolazioni del mondo, di ogni razza e ambiente sociale. • Prevalenza del sesso: rapporto maschi : femmine=4: 1 per ASD (ma x HF fino a 10:1) • Prevalenza: 1,7/1.000 (1 su 588) per Autismo; 6,2/1.000 (1 su 160) per ASD; ma stime molto più alte in alcune aree (Inghilterra, Giappone) E’ una epidemia??? In realtà: Maggiore definizione dei criteri diagnostici, con inclusione di forme più lievi Diffusione di procedure diagnostiche standardizzate Maggiore sensibilizzazione e competenza degli operatori Maggiore precocità della diagnosi Contemporanea diminuzione di altre diagnosi (es. ritardo psicomotorio) Modificazione di terminologia (es. disarmonia evolutiva) Lo Spettro Autistico: Low functioning molti sintomi comportamentali High functioning Sintomatologia più sfumata Lo Spettro Autistico: Lo spettro autistico ha un’estensione molto vasta: per livello di funzionamento intellettivo: da RM grave a funzionamento intellettivo nella norma; per capacità linguistiche: da agnosia verbale a linguaggio nella norma; per la gravità delle caratteristiche autistiche (presenza di CP, di comportamenti stereotipati, di alterazioni sensoriali, etc.) ETEREOGENEITA’ DEI QUADRI CLINICI Ogni persona con ASD è diversa: “dietro il bambino bisogna vedere l’autismo, ma una volta che si è compreso l’autismo, bisogna vedere il bambino dietro l’autismo” (Hilde De Clerc) L’INTERVENTO QUALI POSSIBILITA’ DI INTERVENTO? I Disturbi dello Spettro Autistico sono disturbi multifattoriali. La ricerca sta procedendo in molti ambiti, nessuno per ora risolutivo. L’intervento si può attuare solo sui sintomi, non sulle cause (che non conosciamo ancora) Intervento su: difficoltà di interazione sociale, comunicazione e modalità di comportamento (triade sintomatologica) e difficoltà associate (CP) QUALI POSSIBILITA’ DI INTERVENTO? Non esistono “metodi” miracolosi che risolvono la situazione Esistono sistemi di intervento integrati, di tipo psico-educativo e cognitivo-comportamentale, scientificamente validati Data l’eterogeneità dei quadri clinici e la diversa risposta al trattamento, è necessario un progetto individualizzato, basato sui punti di forza e di debolezza del singolo Il progetto deve coinvolgere tutti gli ambienti di vita del soggetto PROGETTO ABILITATIVO – EDUCATIVO: INDIVIDUALIZZATO: basato sulla valutazione funzionale del soggetto GLOBALE: deve considerare tutte le aree dello sviluppo CONTESTUALE: inserito nel contesto di vita e legato alle esperienze dei coetanei CONDIVISO con la famiglia e la scuola, quindi TRASVERSALE ai diversi ambienti di vita MONITORATO nel tempo: necessarie valutazioni periodiche per verificare ed eventualmente modificare l’intervento OBIETTIVI E STRATEGIE DI LAVORO La scelta degli obiettivi durante il percorso deve essere legata al principio di “ciò che è possibile” e “ciò che è utile”. Dopo aver definito gli obiettivi vanno individuate le strategie più idonee per il loro conseguimento, facendosi guidare dalle indicazioni che derivano da esperienze internazionali. Tali strategie vanno “filtrate”, “adattate”, “verificate” e, in caso, quindi “riformulate” ‘Linee guida 21 “ Istituto Superiore Sanità, Novembre 2011 IL TRATTAMENTO Da ‘Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore dei Disturbi dello Spettro Autistico’ (Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2012) “I trattamenti che hanno dato maggiore prova di efficacia sono quelli precoci intensivi di tipo abilitativo con valenza cognitivo-comportamentale. Si sono dimostrati efficaci anche gli interventi mediati dai genitori” “L’accuratezza della diagnosi e del profilo cognitivo e funzionale rappresentano la base conoscitiva per poter costruire il piano abilitativo individualizzato” VARIABILI CHE INFLUENZANO IL RISULTATO età di inizio del trattamento intensità del trattamento livello cognitivo del bambino all’inizio del trattamento contenuti del trattamento qualità del trattamento VARIABILI CHE INFLUENZANO IL RISULTATO • Intervento precoce: risultati importanti in bambini che hanno iniziato il trattamento prima dei 4 anni • Trattamento individualizzato: permette di creare le condizioni ottimali per l’apprendimento •Generalizzazione: è indispensabile trasferire l’insegnamento delle abilità acquisite nell’ambiente naturale •Strutturazione e sistematicità: comportamenti complessi vengono suddivisi in sottocompiti • Trattamento intensivo: trattamento intensivo ha un’importanza determinante sui risultati. Raccomandati (trattamenti Tabella interventi LG21 (ISS) affermati) Evidenza emergente (probabilmente efficaci) Assenza di evidenza (sperimentali) Non raccomandati (documentata inefficacia o potenzialmente dannosi) Interventi mediati dai genitori TEACCH Interventi a supporto della comunicazione sociale (Pivotal Response Training, social stories, training all’imitazione, video modelling Musicoterapia Auditory Integration Therapy Dieta senza glutine e caseina Comunicazione Facilitata Vitamina B-6 e Magnesio, Omega-3 Terapia con Ossigeno Iperbarica Uso di sistemi di comunicazione alternativa aumentativa: PECS e linguaggio segnato Interventi Intensivi Precoci basati sull’ABA Interventi comportamentali per la riduzione del comportamento problema, l’incremento di capacità adattive, disturbi del sonno Terapia cognitivo comportamentale (CBT) per i disturbi d’ansia, gestione della rabbia, in Asperger Uso di melatonina per i problemi del sonno – se non efficace intervento comportamentale PROGRAMMA EDUCATIVO ABILITATIVO Deve essere eseguito sia a scuola, sia a casa, sia in altri eventuali ambienti di lavoro, a partire dalla prima impostazione del lavoro. CASA SCUOLA ALTRI AMBIENTI DI VITA DEL BAMBINO ABA e trattamento dell’autismo: Raccomandazioni SINPIA 2011 •Tra i programmi intensivi comportamentali il modello più studiato è l’analisi comportamentale applicata (ABA): gli studi sostengono una sua efficacia nel migliorare le abilità intellettive (QI), il linguaggio e i comportamenti adattivi nei bambini con disturbo dello spettro autistico. Le prove a disposizione, anche se non definitive, consentono di consigliare l’utilizzo del modello ABA nel trattamento dei bambini con disturbi dello spettro autistico . Applied Behavior Analysis ABA “L’ABA è la scienza in cui procedure derivate dai principi del comportamento sono applicate sistematicamente per migliorare comportamenti socialmente importanti ad un livello significativo e dimostrare sperimentalmente che le procedure utilizzate sono state responsabili del miglioramento del comportamento” Cooper, Heron, and Heward (1987) L’Applied Behavioral Analysis (ABA) è un’insieme di strategie scientificamente fondate per promuovere cambiamenti nel comportamento, al fine di produrre risultati significativi nella vita delle persone. AMBITI DI APPLICAZIONE Nel corso degli anni l’ABA è stata applicata in modo flessibile per migliorare la qualità della vita degli individui in un’ampia gamma di contesti, quali: la promozione di comportamenti adattivi nelle persone con disturbi evolutivi. La facilitazione dei processi di apprendimento nei contesti scolastici. Il trattamento dei comportamenti criminali. Il miglioramento della produttività nei contesti lavorativi. Il management delle organizzazioni e il trattamento dei disturbi dell'umore. Negli ultimi si è verificato un crescente aumento d’interesse verso l’applicazione delle strategie comportamentali per ampliare le abilità comunicative nelle persone con autismo e altre disabilità evolutive. Le 7 caratteristiche dell’ABA L’efficacia di un trattamento ABA è tanto maggiore quanto più aderente alle 7 dimensioni dell’ABA, così come identificate da Baer, Montrose e Risley nel 1968. 1)Applicata 2)Analitica 3)Comportamentale 4) Efficace 5)Tecnologica 6) Concettualmente sistematica 7) Generalizzata Applicazione L’ABA si concentra su comportamenti significativi dal punto di vista sociale, che consentano un’effettiva crescita dell’individuo e la progressione verso quei comportamenti adattivi tipicamente esibiti dalle persone della stessa età e gruppo sociale di riferimento. Si usano i principi comportamentali di base per lo studio dei comportamenti che hanno valore socialmente significativo per l’individuo. Analisi L’ABA individua relazioni funzionali tra individuo e ambiente, stabilendo in modo oggettivo delle relazioni causali tra eventi ambientali e comportamenti osservati. Questo processo avviene attraverso la manipolazione sistematica dell’ambiente e la rilevazione dei comportamenti esibiti al variare delle condizioni ambientali. Tutte le decisioni su come un’intervento dovrebbe progredire devono basarsi sull’osservazione e l’analisi dei dati Enfasi sul comportamento osservabile L’ABA si basa su osservazioni dirette del comportamento come primario strumento di misurazione. In altri termini, le abilità promosse devono essere quantificabili in maniera obiettiva e direttamente osservabili. 1. Il comportamento selezionato deve essere quello che deve essere migliorato 2. Deve essere misurabile Il comportamento stesso e le sue relazioni funzionali sono oggetto di studio. Efficace Gli interventi e le procedure eseguite devono essere efficaci I cambiamenti sono significativi, efficienti e efficaci. Gli analisti comportamentali utilizzano procedure per promuovere la generalizzazione e il mantenimento del comportamento modificato. Tecnologica Le procedure d’analisi o di insegnamento vengono descritte in modo dettagliato, al fine di favorire la replica delle stesse. Le procedure vengono chiaramente definite onde permettere a persone con formazione e risorse di replicare gli effetti del trattamento. Concettualmente sistematica Le procedure ABA si riferiscono direttamente ai principi del comportamentismo, escludendo le forme di intervento carenti di sistematicità o identificate dalla comunità scientifica come “di ridotta efficacia” o “di non provata efficacia”. Sebbene ci siano tante procedure e combinazioni di procedure che possiamo utilizzare, tutte derivano da alcuni principi di base del comportamento. Generalizzata L’obiettivo dell’ ABA è quello di promuovere la generalizzazione delle abilità attraverso diversi ambienti, persone e comportamenti. Pertanto sarà fondamentale la condivisione di obiettivi, strategie e materiali da parte di tutti i soggetti coinvolti nel processo educativo dello studente. Quindi… “L’approccio VB è semplicemente normale ABA con alcuni aggiustamenti . Questo significa che incorpora tutte le metodologie standard dell’ABA ma adotta in maniera esplicita la cornice interpretativa di Skinner per analizzare le contingenze verbali. In altre parole è una piccola variazione di una metodologia che ha enormi fondamenti empirici. ABA E AUTISMO L’ABA non nasce come intervento specifico per l’autismo, ma come scienza che si occupa della modificazione del comportamento La popolarità dell’ABA come intervento per l’autismo emerge solo intorno agli anni 70 con la pubblicazione dei primi studi che dimostravano la possibilità di insegnare specifici comportamenti ai bambini autistici Obiettivo: incrementare repertori comportamentali socialmente significativi e ridurre quelli problematici attraverso tecniche di modificazione del comportamento validate scientificamente Aba e autismo • I comportamenti autistici (eccessivi o in deficit) sono analizzati attraverso l’osservazione diretta e vengono quantificati oggettivamente • L’intervento è strutturato secondo le necessità del soggetto e parte dalla sua motivazione • Si insegna allo studente COME imparare e formare interazioni sociali positive (guardare, ascoltare, imitare, eseguire istruzioni, discriminare, ecc.) INTERVENTO ABA E AUTISMO INDIVIDUALIZZATO (curriculum individualizzato e personalizzato, aggiornato periodicamente ) PRECOCE (plasticità neuronale) INTENSIVO (casa-scuola-famiglia) INTEGRATO (DTT, NET, VERBAL BEHAVIOR, INCIDENTALE) SOSTENIBILE (efficacia applicata dell’intervento in quel contesto familiare) INCLUSIVO (inclusione scolastica) ABA per l’autismo: l’evidenza scientifica Almeno 550 studi pubblicati tra il 1960 ed il 1995 (Matson et al., 1996) e diverse centinaia dal 1995 documentano l’efficacia di specifici metodi ABA per l’insegnamento di importanti abilitá: Imparare ad imparare: guardare, ascoltare, imitare, eseguire istruzioni, discriminare, ecc… Comunicazione: produzione vocale, linguaggio per segni ed immagini, comprensione, da semplici vocalizzazioni a conversazioni complesse. Sociale: scambi reciproci, giocare con i coetanei, esprimere emozioni, empatia, gioco immaginario Ragionamento astratto: soluzione problemi, teoria della mente Autonomia personale: igiene personale, vivere nella comunitá, pericoli della strada Abilitá accademiche: lettura, scrittura, disegno, matematica e i Principi 49 Comportamento Il Comportamento è l’attività di un organismo vivente. Il comportamento umano è rappresentato da tutto ciò che la persona fa, incluso il modo in cui si muovono, ciò che si dice, pensa, e sente. “…il movimento di un organismo o di una sua parte nell’interazione costante con l’organismo stesso o con vari oggetti esterni o dell’ambiente.” - B.F. Skinner “Il comportamento di un organismo è quella parte dell’interazione dell’organismo con il suo ambiente che è caratterizzato da un mutamento rilevabile nello spazio e nel tempo di una parte dell’organismo come risultato di un cambiamento misurabile di almeno un aspetto dell’ambiente…” Johnston e Pennypacker 1980) COMPORTAMENTO RISPONDENTE STIMOLO RISPOSTA (RIFLESSO) Tutti gli organismi sono nati con i riflessi; risposte automatiche agli stimoli ambientali che proteggono il corpo dal pericolo. Sono involontari es. irritazione alla gola…..tosse es. odore di cibo…..fame CONDIZIONAMENTO RISPONDENTE Questo tipo di apprendimento si verifica con una procedura di “associazione stimolo-risposta”. Uno stimolo non condizionato che elicita un riflesso (un comportamento rispondente) viene associato con uno stimolo neutrale. Col tempo anche lo stimolo neutrale che è stato associato eliciterà il riflesso. COMPORTAMENTO OPERANTE E’ un comportamento imparato nella vita. La frequenza di questo tipo di comportamento è determinato in gran parte dalla storia delle conseguenze. Operante vs. Rispondente OPERANTE RISPONDENTE Imparato nella vita. Presente dalla nascita • Modellato, selezionato e mantenuto dalle conseguenze. • Elicitato dagli stimoli antecedenti. • Sono una classe di risposte operanti che producono degli effetti in un ambiente che cambia. • Sono riflessi e risposte per la sopravvivenza e che non cambiano nella vita. • Comportamenti sono EVOCATI. • Comportamenti sono ELICITATI. • TopograFIe e funzioni dei comportamenti sono selezionate dalle conseguenze durante la vita (ontogenesi). • TopograFIE e funzioni dei comportamento sono determinate dall’evoluzione della specie (filogenesi) COMPORTAMENTO COMPORTAMENTO: tutto ciò che facciamo o diciamo e che può essere osservabile e quantificabile. É importante descrivere esattamente il comportamento e non usare etichette riassuntive. 55 Esempi: Etichette sommarie: Marco non é socievole. Definizioni Operazionali A ricreazione, Marco tende a stare da una parte guardandosi le mani. Se qualcuno prova a conversare con lui, risponde a monoparole e non reciproca con una domanda. 56 Quale di questi sono esempi di comportamento? • Aprire La Porta • Essere Aggressivo • Fare La Manicure • Scrivere Le Slide Per Il Corso Di Formazione • Galleggiare In Mezzo Al Mare • Essere Oppositivo • Dimagrire • Suonare La Chitarra • Colpire Qualcuno In Faccia • • • • • • • • Paolo batte al computer 10 parole al minuto Marta è una bimba svogliata Luigi è un ragazzo timido Veronica corre tutti i giorni per 30 minuti Cinzia è autolesionista Davide è un bimbo distruttivo Marco sfarfalla le mani quando è davanti alla televisione Edo è affettuoso con la mamma LA TOPOGRAFIA Una descrizione del comportamento unicamente sulla base dell’apparenza (DELLA FORMA) Non comprende un’analisi o il motivo per cui il comportamento succede. Una definizione di un comportamento sulla base della topografia è importante per la misurazione. LA FUNZIONE Una descrizione del comportamento che comprende il motivo o la ragione per cui la persona emette il comportamento. Richiede che sia stata condotta un’analisi funzionale del comportamento. Topografia e funzione Topografia di un comportamento: forma che il comportamento assume (COME) La funzione di un comportamento: la relazione che esiste tra il comportamento e le conseguenze ambientali che produce (PERCHE’) Comportamenti possono essere topograficamente identici ma avere funzioni diverse o essere topograficamente diversi ed avere la stessa funzione 61 TOPOGRAFIA DIVERSA STESSA FUNZIONE Sbattere i materiali Vs Guardare dalla parte opposta rispetto al compito TOPOGRAFIA SIMILE DIVERSA FUNZIONE Digitare la tastiera del cel per fare telefonata Vs Digitare codice bancomat LE CONSEGUENZE Si definiscono in base all’effetto che hanno sul comportamento e non a priori. Esistono tre tipi di conseguenze: RINFORZATORI – conseguenze che incrementano o mantengono la probabilità che si verifichi un dato un comportamento PUNIZIONI – conseguenze che riducono la probabilità che si verifichi un dato comportamento ESTINZIONE- non consegna del rinforzo che fino ad allora aveva mantenuto il comportamento TIPI DI RINFORZI: 1. Rinforzo Positivo Socialmente Mediato 2. Rinforzo Negativo Socialmente Mediato 3. Automatico RINFORZO POSITIVO l’aumento della probabilità di emissione di un comportamento deriva dalla PRESENTAZIONE di un evento piacevole come conseguenza Es. Il bambino completa l’esercizio di matematica e la mamma gli dà la caramella. LINEE GUIDA PER L’APPLICAZIONE DEL RINFROZO POSITIVO SCEGLIERE I POTENZIALI RINFORZATORE CHE: - DEVONO ESSERE FACILMENTE DISPONIBILI - DEVONO ESSERE PRESENTATI IMMEDIATAMENTE DOPO IL COMPORTAMENTO DESIDERATO -DEVONO POTER ESSERE USATI PIU’ VOLTE SENZA CAUSARE UNA RAPIDA SATURAZIONE -NON DEVONO RICHIEDERE MOLTO TEMPO NEL LORO CONSUMO -CONSEGNARE IL RINFORZATORE IN MANIERA CONTINGENTE AL COMPORTAMENTO - INSIEME AI RINFORZATORI SELEZIONATI O POTENZIALI RINFORZATORI SELEZIONATI PRESENTARE IL MAGGIOR NUMERO POSSIBILE DI ELOGI VARIANDONE L’ESPRESSIONE RINFORZO NEGATIVO l’aumento della probabilità di emissione di un comportamento deriva dalla RIMOZIONE di un evento avversivo Es. Quando entra in classe la maestra di matematica il ragazzo inizia a lanciare gli oggetti e la maestra lo manda fuori dalla classe Rinforzo positivo vs rinforzo negativo • Entrambi producono un aumento nella risposta, o meglio, incrementano la probabilità futura di emissione di quella risposta • Il rinforzo positivo implica uno stimolo che non era presente prima della risposta • Il rinforzo negativo implica invece la terminazione di uno stimolo presente prima della risposta RINFORZO AUTOMATICO Rinforzo che accade senza la mediazione delle altre persone. Il comportamento produce il rinforzo. PUNIZIONE PUNIZIONE POSITIVA: la diminuzione della probabilità di un comportamento deriva dalla PRESENTAZIONE di un evento avversivo (rimproveri, blocco della risposta, esercizio contingente, sovracorrezione) Luca ha smesso di lasciare il dentifricio aperto dopo che sua mamma lo ha rimproverato. PUNIZIONE NEGATIVA: la diminuzione della probabilità di un comportamento deriva dalla RIMOZIONE di un evento piacevole (time out con e senza esclusione, costo della risposta) Da quando la mamma ha deciso togliere il videogioco a Marco perché lasciava la stanza in disordine, Marco ha smesso di lasciare la stanza disordinata. Le insidie della punizione L’uso della punizione può elicitare aggressività Persone e stimoli associati alla punizione possono anch’essi diventare stimoli punitivi condizionali che evocheranno in seguito risposte di fuga o evitamento L’uso della punizione NON insegna nessun comportamento nuovo o alternativo a quello punito L’individuo potrebbe copiare il comportamento punitivo L’effetto per chi punisce è talmente alto che potrebbe portare ad un uso eccessivo della punizione Quando usare la punizione? Un intervento punitivo viene applicato solo quando le procedure basate sul rinforzo o sulla manipolazione degli antecedenti si mostrano inefficaci o quando è necessaria la soppressione immediata del comportamento perché pericoloso per il soggetto e l’ambiente Rinforzo negativo vs Punizione Spesso confusi tra loro: • RINFORZO NEGATIVO AUMENTA la probabilità di emissione futura di un comportamento o risposta (negativo non sta per cattiva conseguenza ma per sottrazione, -) • PUNIZIONE DIMINUISCE o annulla la probabilità di emissione futura di un dato comportamento o risposta ESTINZIONE - Il processo per cui la non consegna del rinforzatore che fino ad allora aveva mantenuto il comportamento porta il comportamento ad estinguersi -Viene applicata soprattutto nella riduzione dei comportamenti problema -Non è un tipo di punizione Esempi I genitori stanno parlando e la bambina inizia a fare dei versi, i genitori la ignorano completamente Un bambino ha finito il compito e alza la mano, Matteo invece schiocca le dita, l’insegnante lo ignora e risponde solo a coloro che alzano la mano Marco è al lavoro e Lucia gli telefona, Marco le dice di chiamarlo alla sera, ma Marco alla sera non risponde al telefono Nota sulle conseguenze 1. Hanno un effetto solo sui comportamenti che si verificano nel futuro. 2. Selezionano le classi di riposte, non comportamenti individuali. 3. Hanno un effetto più grande quando seguono immediatamente il comportamento. 4. Accadano automaticamente. Esercitazione: Dopo pranzo Federico si alza e sparecchia la tavola, la madre lo ringrazia e gli dice che può uscire con i suoi amici. Federico da quel giorno sparecchia tutti i giorni la tavola La maestra dice a Marco: “Smettila” quando lui inizia a fare i dispetti ai compagni. Tutte le volte Marco ride e continua a fare i dispetti I genitori stanno parlando e la bambina inizia a fare dei versi, i genitori la ignorano completamente Un bambino ha finito il compito e alza la mano, Matteo invece schiocca le dita, l’insegnante lo ignora e risponde solo a coloro che alzano la mano. Giovanni tira i capelli alla compagna mentre si gioca a palla avvelenata in palestra. La maestra lo fa sedere per 5 minuti sulla panchina prima di poter riprendere a giocare. Da allora G. non tira più i capelli ai compagni Luca può guadagnare tokens per ogni risposta immediata (entro 3 sec). Il terapista toglie un punto ogni volta che L. lancia i materiali dal tavolo. Il comportamento di lanciare diminuisce in frequenza fino a scomparire Dopo pranzo Matteo si alza e va a giocare al computer, la madre ha deciso di negargli l’accesso al computer se prima non sparecchia. Da quel giorno Matteo ha sempre sparecchiato la tavola. Veronica corre tutti i giorni al parco e un giorno incontra una persona che le rimprovera di non correre sull’erba. Veronica da quel giorno corre sempre sulla ghiaia. La maestra dice a Marco: “Smettila” quando lui inizia a fare i dispetti ai compagni. Tutte le volte Marco ride e continua a fare i dispetti. Tipi di Rinforzi: • • • • • Edibile/alimentare Tangibile Dinamico Sociale Simbolico (es token) TOKEN ECONOMY VIDEO VIDEO ASSESSMENT PREFERENZE PAIRING Procedura che vi permetterà di associare voi stessi a dei rinforzatori. Dobbiamo insegnare al bambino che noi porteremo “divertimento” e la consegna di rinforzi. •Distribuite cose di valore •Controllate i rinforzi •Inizialmente non parlate •Continuate ad introdurre stimoli •Rimuovete giocattoli non desiderati •Cominciate ad accoppiare la voce SCHEMI DI RINFORZO Schema di rinforzo continuo: ogni volta che il comportamento viene esibito, l’individuo riceve il rinforzatore Schema di rinforzo intermittente: il comportamento viene rinforzato ogni tanto SCHEMI (O MODELLI)DI RINFORZO •A Rapporto (numero di risposte: Fisso o variabile) I modelli a rapporto chiedono un certo numero di risposte prima che una di esse produca rinforzo •A Intervallo (tempo: fisso o variabile) I modelli ad intervallo richiedono il passaggio di un certo tempo prima che una singola risposta produca rinforzo Ora tocca a voi.. Pensando alla vostra esperienza scrivete: -Un esempio di rinforzo positivo - Un esempio di rinforzo negativo - Un esempio di punizione positiva - Un esempio di punizione negativa - Un esempio di estinzione La contingenza a tre termini Contingenza: la descrizione completa dell’operante specifico A: antecedente, la situazione ambientale in cui si verifica e che precede il comportamento. Risponde alla domanda QUANDO B: comportamento, deve essere descritto in modo operazionale C: le conseguenze che seguono immediatamente il comportamento. Risponde alla domanda PERCHÈ B A C A: i genitori stanno parlando tra di loro B: Marco inizia a urlare C: i genitori smettono di parlare e la mamma si avvicina a Marco per calmarlo MOTIVAZIONE • La motivazione ha un ruolo fondamentale: - Evoca comportamenti (sete = chiedo l’acqua) - Impedisce comportamenti (sazietà = non mangio) - Determina l’efficacia rinforzante di stimoli - Insegnamento della comunicazione Stabilite due comportamenti e definitene per ciascuno l’antecedente e la conseguenza, tentate di distinguere se la conseguenza rappresenta un rinforzatore o una punizione. Antecedente 1) 2) Comportamento Conseguenza - Autismo. Come e cosa fare con bambini e ragazzi a scuola. A cura di L. Cottini, G. Vivanti. Giunti O.S. - Autismo a scuola. Guide Erickson - Tecniche di base del metodo comportamentale. Richard Foxx. Erickson - Mariposa school trainig. Manuale tradotto in italiano. Scaricabile gratuitamente da internet - www.materialeaba.com - www.emergenzaautismo.org - www.amicidinico.it Grazie a voi per l’ascolto e alla Dott.ssa Giovanna Di Carlo- BCBA per la condivisione del materiale utilizzato e per il prezioso contributo alla mia formazione Annachiara Rosato Psicologa Psicoterapeuta [email protected]