APPROCCIO ABA
APPLIED BEHAVIOR ANALYSIS
I trattamenti comportamentali ispirano i loro
principi all’analisi sperimentale del
comportamento, ambito che mira a individuare le
leggi che regolano il comportamento umano.
L’applicazione di tali leggi al trattamento viene
definita ABA (Applied Behavior Analysis) ossia
Analisi Applicata del Comportamento.
I
Che cos’è l’ABA?
• Una pratica che deriva dall’analisi del comportamento che
prende le mosse dal comportamentismo derivato dagli
studi di Skinner;
• è l’analisi del comportamento applicata ossia
l’applicazione delle leggi che governano il comportamento
con l’obiettivo di modificarlo;
• un trattamento che non viene usato solo nel campo
dell’autismo, ma anche in altre disabilità e in ambiti
completamente diversi (es. marketing, sport, ecc.);
• un trattamento raccoglie strategie per modificare
comportamenti di ogni tipo.
Cosa non è l’ABA?
• Una terapia specifica per individui con autismo;
• un intervento educativo precoce e intensivo;
• una novità alla moda;
• un curriculum;
• far stare tutto il giorno il bambino al tavolo;
• un modello di presa in carico.
Autismo e ABA
• L’ABA non nasce, come già accennato, per
l’autismo, ma in questo momento gli interventi
applicati all’autismo e basati sull’ABA risultano
essere di provata efficacia: diversi studi a lungo
termine infatti hanno dimostrato che un
programma comportamentale intensivo (dalle 25
alle 40 ore settimanali) e precoce, che inizi entro i
quattro anni, è l’intervento educativo più efficace
per i soggetti con autismo al momento
disponibile;
• Nell’ottica comportamentale, il comportamento della
persona autistica viene visto come una serie di eccessi e
difetti da riequilibrare; l’obiettivo diventa quindi quello di
incrementare repertori comportamentali socialmente
significativi e ridurre quelli problematici, attraverso
tecniche e procedure la cui efficacia é documentata nella
letteratura internazionale.
• Il principio centrale è quello dell'analisi di antecedenti e
conseguenze al comportamento. Per questo è
neccessario riprendere la definizione di comportamento e
degli elementi principali che possono influenzare il suo
manifestarsi, per comprendere le basi teoriche da cui
muove l'ABA.
Che cosa è il comportamento?
• Il comportamento è una qualsiasi attività muscolare,
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ghiandolare o elettrica di un organismo osservabile e
quantificabile.
La probabilità di manifestazione di qualsiasi comportamento é
determinata dalla storia delle sue conseguenze: più un
comportamento è rinforzato dalle conseguenze che ne
derivano, più è probabile che continuerà a manifestarsi ossia
che si mantenga.
In quest’ottica diventa necessario analizzare ogni
comportamento secondo un modello ABC (Antecedent –
Behavior - Consequence) in cui:
A —> Antecedente
B —> Comportamento
C —> Conseguenza.
L’analisi funzionale del comportamento ABC
• Il comportamento (B)
• Quando si analizza un comportamento diventa fondamentale darne una
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definizione operazionale e non interpretativa.
Ad esempio:
•
Stefano è autolesionista (Non è una definizione operazionale)
•
Stefano si morde il dorso della mano destra (è una definizione
operazionale)
•
Luca è nervoso (non è una definizione operazionale)
•
Luca si muove sulla sedia e grida (è una definizione operazionale)
Inoltre occorre tenere conto che esso ha necessariamente una topografia
(forma che il comportamento assume) e una funzione (che determina la
relazione tra il comportamento e le conseguenze ambientali che
produce). A tale proposito è necessario spesso fare attenzione perché
alcuni comportamenti topograficamente identici (con la stessa forma)
possono avere funzioni diverse, e comportamenti topograficamente
diversi possono assolvere alla medesima funzione.
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Ad esempio:
Topografia diversa, stessa funzione
Fare una telefonata
Scrivere una lettera
Scrivere a mano Battere sulla tastiera
Usare la lingua dei segni Parlare
Fare il nodo dei lacci
Chiudere gli strap
Rivoltare il tavolo
Chiedere una pausa
Diversa forma ma funzioni e quindi conseguenze diverse
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Funzione diversa, stessa topografia
Bere vino
Bere acqua
Spogliarsi per fare il bagno
Spogliarsi per andare a dormire
Ecolalia
Fare una domanda
Digitare il codice al bancomat
Usare la calcolatrice
• Stessa forma ma funzioni e quindi conseguenze diverse
• Il comportamento opera sempre sull’ambiente per produrre una determinata
conseguenza e sono necessariamente le conseguenze a determinare il
mantenimento o l’estinzione del comportamento.
• Analizziamo le tre componenti:
• La conseguenza (C)
• Ad ogni comportamento, coma già accennato, segue
sempre una conseguenza che può essere di due tipi:
• - Rinforzo: qualsiasi conseguenza che aumenti la
probabilità che un comportamento venga emesso o la
mantiene stabile. Il rinforzo può essere positivo (qualcosa
viene aggiunto) o negativo (qualcosa viene tolto)
• - Punizione: qualsiasi conseguenza che diminuisca la
probabilità che un comportamento venga emesso. Anche
la punizione può essere positiva (qualcosa viene
aggiunto) o negativa (qualcosa viene tolto).
• I rinforzi positivi possono essere “ consumabili” (es. cose da
mangiare o bere), possono essere delle attività (es. guardare la TV,
giocare al computer), manipolativi (es. usare il giocattolo preferito), di
possesso (es. indossare la maglia preferita) o sociali (es.
complimenti, abbracci, attenzione sociale).
• Un rinforzo per essere efficace dovrebbe essere per prima cosa
motivante per il soggetto, poi coerente (tutti dovrebbero essere
d’accordo su quale comportamento rinforzare), contingente
(consegnato ogni volta che si verifica il comportamento desiderato),
immediato (somministrato durante o immediatamente dopo il
comportamento), proporzionato alla qualità della risposta (risposte
qualitativamente migliori riceveranno rinforzi più potenti).
• In particolare nell’intervento si possono utilizzare due tipi di schemi di
rinforzo:
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Schema di rinforzo continuo: ogni volta che il
comportamento viene emesso, l’individuo riceve il rinforzatore.
• •
Schema di rinforzo intermittente: il comportamento viene
rinforzato ogni tanto.
• L’antecedente (A)
• L’antecedente è rappresentato da uno stimolo o evento che
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determina un cambiamento osservabile nell’ambiente, tale
cambiamento può influenzare il comportamento.
I programmi educativi che derivano da questo approccio
comportamentale vertono sull’insegnamento di competenze
attraverso tecniche specifiche.
•
Il rinforzo (di cui si è già parlato);
•
il modellamento o shaping: è il “metodo delle successive
approssimazioni” e si utilizza se il comportamento desiderato
non si osserva mai (e quindi non si riesce mai a rinforzarlo), in
questo caso si rinforzano le approssimazioni che più si
avvicinano all’obiettivo;
•
l’aiuto o prompting: che può essere di diverso tipo, dalla
guida fisica (da privilegiare nelle autonomie), ai gesti, la
dimostrazione, le istruzioni verbali, le istruzioni scritte, gli aiuti
ambientali o di posizione;
• •
l’attenuazione o fading: che prevede un graduale
cambiamento di uno stimolo che controlla il comportamento, in
modo che la risposta passi a verificarsi in presenza di un altro
stimolo;
• •
il concatenamento anterogrado e retrogrado o chaining:
che può essere utile nell’apprendimento delle sequenze di
azioni (es. lavarsi le mani). Con il concatenamento anterogrado
si insegna la prima azione della sequenza e si fornisce aiuto
totale nelle altre, in quello retrogrado si dà aiuto in tutte le
azioni tranne nell’ultima, che è quella in acquisizione;
• •
l’analisi del compito o task analysis: che consiste
nell’identificare e ordinare in sequenza le diverse fasi di un
compito e nel risalire ai prerequisiti necessari all’esecuzione
delle diverse componenti (costruire una check-list dove l’abilità
target sia scomposta in sottoabilità, verificare il possesso di
un’abilità e/o il livello di aiuto necessario a eseguirla,
identificare i prerequisiti dell’abilità per orientare l’intervento sul
loro sviluppo).