Trattato di Yalta (per l’Asia) • Accordi che non erano favorevoli alla Cina perché tendenti a tutelare le posizioni sovietiche nell’area: • mantenimento dell’indipendenza della Mongolia Esterna; • ristabilimento dei diritti russi in Corea; • restituzione della parte meridionale di Sahalin e delle Curili; • internazionalizzazione del porto di Dairen in Manciuria e ristabilimento dell’affitto di Port Arthur in quanto base navale sovietica; • sfruttamento ferroviario comune dell’Est cinese e del Sud manciuriano (che apre uno sbocco verso Dairen), con la formazione di una compagnia sino-sovietica, “rimanendo inteso che gli interessi prioritari dell’Unione Sovietica saranno garantiti”. Successi della resistenza cinese • La Cina viene accettata dagli alleati nel “direttorio delle grandi potenze” e le vengano attribuiti ruoli e funzioni primarie: partecipa alla conferenza del Cairo (nel novembre 1943) dove si decide il futuro del Giappone, è firmataria dell’ultimatum a Tokyo lanciato da Potsdam (USA, URSS, Gran Bretagna, Cina), entra con un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, è accolta nel Consiglio dei (cinque) ministri degli Esteri costituito a Potsdam (1945). • Nel 1945 tornano sotto il controllo cinese tutti i territori acquisiti dal Giappone nei decenni precedenti (Formosa, le Isole Pescadores, la Manciuria e la Mongolia Interna) e cadono le concessioni e gli affitti concessi alle altre potenze straniere (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Portogallo, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio). Trattato sino-sovietico del 14 agosto 1945 • Patto di alleanza difensivo per quanto attiene ad eventuali azioni future del Giappone, da solo o insieme ad altre potenze • Patto di amicizia e di neutralità fra i due Paesi • Il collegamento ferroviario fra Port Arthur, la Manciuria e 1’URSS resta sotto sovranità cinese, ma nasce una compagnia di gestione mista cino-sovietica con presidenza cinese • Il porto di Dairen deve essere aperto ai traffici commerciali internazionali, ma Mosca può godere di agevolazioni doganali e partecipare alla sua gestione • Gestione mista di Port Arthur: ai cinesi è attribuita la gestione civile, ai russi le funzioni militari-difensive • Sovranità cinese sulla Manciuria e sul Sinkiang Sinkiang • Regione nord-occidentale della Cina che confina con il Tibet a sud, con la Mongolia ad est e con la Russia a nord. • Provincia molto estesa, con una superficie di 1.500.000 kmq e una popolazione di circa 22 milioni di abitanti. • Provincia molto ricca, con importanti ricchezze minerarie, come ferro, oro, carbone, ma anche petrolio, che esporta bestiame, seta, cotone, pellicce, etc. • La popolazione è per circa il 50% turcofona (in gran parte musulmana, 10 milioni di musulmani su un totale di 22 milioni di abitanti). • Su questa regione ha esercitato una influenza politica e commerciale continua prima la Russia e poi l’URSS, pur appartenendo il Sinkiang all’Impero cinese. Realtà mongole • La Mongolia Esterna o Repubblica popolare mongola: Stato indipendente con funzioni di “buffer State” (Stato cuscinetto) fra l’URSS e la Cina, ove il governo di Mosca manterrà anche presidi militari; • La Mongolia Interna, provincia nord-orientale della Cina; • Tannu Tuva: una repubblica popolare mongola all’interno dell’URSS, che si trova lungo i confini della Mongolia Esterna, che era stata proclamata da Mosca già nel 1921 e confermata nel 1944. • Impossibilità di unire all’interno di una stessa realtà statale tutte le popolazioni d’origine mongola, che, divise fra loro, danno vita a esperienze politiche diverse e disarticolate tra loro. La guerra civile (1945-1949) • I primi grandi scontri militari si verificano in Manciuria, nella primavera del ’46, in concomitanza con il ritiro delle truppe russe. • Le questioni più controverse: a) la confluenza delle forze comuniste nell’esercito cinese; b) la creazione di un governo unitario che fosse espressione di tutte le forze politiche. • Già a metà del 1947 si delineano una prevalenza comunista e un progressivo cedimento delle forze nazionaliste. • Fallimento dei tentativi di mediazione americana: nel 1946-1947 missione di Marshall, nel 1947 missione del generale Wedemeyer • Crisi economica: l’economia nazionale era stata distrutta dalla guerra e non disponeva dei mezzi per risollevarsi; una forte carestia peggiora ulteriormente la situazione e si arriva alla «super inflazione» dovuta in gran parte al disastroso bilancio nazionale, sul quale pesavano, per il 70%, le spese militari che Chang Kai-shek • Il contesto politico-militare evidenzia il progressivo sfaldamento del fronte nazionalista La sconfitta del Kuomintang • Alla mancata attuazione in maniera corretta di riforme sociali, economiche e istituzionali da parte del KMT si affiancano la crescente influenza del comunismo e l’evidente crisi dell’apparato amministrativo e militare del governo nazionalista: oppressione militare e poliziesca, corruzione dilagante e crisi militare. • Da parte americana ci s’interroga sull’opportunità di continuare negli aiuti alla Cina nazionalista, che non sono mai cessati con la legge “affitti e prestiti”, con la cessione di rilevanti quantitativi di “resíduati bellici”, con finanziamenti sulla base della legge per gli aiuti all’estero e anche con il China Aid Act (nell’aprile 1948): nel triennio 1945-48 gli aiuti USA sono raddoppiati rispetto al periodo 1937-45. • L’esercito di Mao occupa Tientsin nel gennaio 1949, Pechino in febbraio, Canton, Shanghai e Nanchino in aprile e infine anche Chungking nel novembre del 1949, dopo la RPC è già stata proclamata il 1° ottobre. La vittoria di Mao • La scelta di campo: già nel luglio del 1949 Mao Tsé-tung conferma l’adesione al mondo comunista internazionale e l’alleanza con l’URSS, con le democrazie popolari europee e con il proletariato mondiale. • Nell’agosto 1949 il governo americano pubblica un Libro bianco sulle relazioni USA-Cina, che documenta la politica americana verso la Cina, prendendo le distanze dal KMT, attribuendogli le responsabilità della disfatta, insieme al sostegno sovietico al PCC. Nessun riferimento all’opera sociale, economica, militare e politica di Mao, al ruolo da lui esercitato nell’affermare l’originalità contadina della rivoluzione cinese e alle difficoltà nei rapporti con i sovietici: la crisi cinese è collocata nel contesto dei rapporti Est-Ovest, mentre resta in ombra il carattere prevalentemente cinese dell’intera questione. • Chang Kai-shek e i vertici del KMT si rifugiano a Taiwan La Repubblica popolare cinese (1° ottobre 1949) • Settembre 1949: conferenza popolare politica consultiva cinese: la dittatura democratica popolare tutelerà il popolo dalle future azioni dei reazionari, ponendo fine al “secolo di vergogna e umiliazione” (18421949). • La Repubblica popolare confisca il capitale privato e lo converte in proprietà statale, trasforma la proprietà latifondista in proprietà contadina, protegge le cooperative e gli interessi degli operai, dei contadini e della piccola borghesia. Sono affermati il diritto dei cittadini all’elettorato attivo e passivo, la libertà di pensiero, di parola, di stampa, di riunione, di associazione, di fede religiosa. • Cooperazione delle cosiddette «quattro classi rivoluzionarie»: classe operaia, classe contadina, piccola borghesia e grande borghesia nazionale, rappresentate nelle quattro stelle della nuova bandiera (Mao, Nuova democrazia, 1940). La Repubblica popolare cinese (1° ottobre 1949) • Tutte le attività controrivoluzionarie saranno soppresse, tutti i controrivoluzionari del KMT, i criminali di guerra, etc. saranno puniti severamente: gli elementi reazionari, i signori feudali, i capitalisti devono essere privati dei diritti politici, disarmati e si deve «costringerli a redimersi per mezzo del lavoro». • In realtà, anche dopo la proclamazione dei principi costituzionali, proseguono le eliminazioni, anche di massa, dei cosiddetti “reazionari” colpevoli di precedenti azioni o di progetti controrivoluzionari. • Vengono istituiti gli organi istituzionali dello Stato (cioè il Congresso nazionale del popolo, il Consiglio di Stato, etc.) ma è il partito il vero responsabile del funzionamento politico, amministrativo, economico e sociale dello Stato, direttamente, o indirettamente attraverso i sindacati e varie altre associazioni. Hong Kong • Trattati di Nanchino (1842) e di Pechino (1860): cessione di HK dalla Cina alla Gran Bretagna; • 1898: la Gran Bretagna ne acquisisce anche il retroterra in affitto per 99 anni; • 1941: occupazione giapponese da cui viene liberata nel 1945; • Dopo il 1949: Il governo popolare di Pechino non occupa HK, che ha quindi sviluppato le sue attrezzature portuali, diventando uno degli scali asiatici più importanti durante tutto il XX secolo; • Accordi sino-britannici del dicembre 1984: HK sarebbe diventata dal luglio 1997 una Regione Amministrativa Speciale della RPC; • 1997: Deng Xiaoping: “Un paese, due sistemi: alla Cina politica estera e difesa, a HK libertà amministrativa per 50 anni, e cioè fino al 2047 Il Trattato sino-sovietico del 14 febbraio 1950 • Firmato da Zhou En-lai e Vyshinsky, consta di tre documenti: un trattato di amicizia, alleanza e reciproca assistenza; un accordo riguardante la ferrovia mancese, i porti di Dairen e Port Arthur; un accordo di aiuto finanziario. • Il trattato (trentennale) di amicizia comporta la reciproca assistenza militare tra i due Stati socialisti nel caso di aggressione e mutue consultazioni su tutti i problemi internazionali di comune interesse. • Il secondo documento prevede da parte sovietica la cessione alla Cina della ferrovia manciuriana dopo la conclusione di un trattato di pace col Giappone o al più tardi entro la fine del ‘52; entro lo stesso limite temporale il ritiro delle truppe sovietiche dalla base navale di Port Arthur e la restituzione alla Cina degli impianti portuali di Dairen. • Con l’ accordo di aiuto finanziario la Cina riceve un prestito di 300 milioni di dollari USA al tasso dell’1% annuo e restituibili in 10 anni.