Applicazione dell`ICF a scuola - Istituto Comprensivo Cavalcanti

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Applicazione dell’ICF a scuola
Corso di formazione e aggiornamento per i
docenti di sostegno e di classe
Istituto Comprensivo Cavalcanti
di San Giuliano Milanese
relatrice prof.ssa Anna Trombetta
ICF a scuola
La normativa prevede tre tipi di documenti per
la certificazione di alunni in difficoltà:
• la Diagnosi Funzionale (DF)
• il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)
• il Piano Educativo Individualizzato (PEI)
La Diagnosi Funzionale
• Diagnosi Funzionale (DF) descrive analiticamente
la compromissione funzionale e lo stato
psicofisico dell’alunno disabile.
Comprende:
1. l’anamnesi fisiologica del minore (cioè la
raccolta dalla voce diretta del paziente o dei
familiari di tutte le informazioni che consentono
al medico di formulare una diagnosi)
2. una diagnosi clinica specialistica secondo il
protocollo ICD-10 della OMS del 1994 (o
secondo l’altro protocollo DSM-IV-TR del 2000).
• La DF segue le indicazioni contenute nel DPR
del 24 feb. 1994 e persegue i fini previsti dagli
art.12 e 13 della legge 104/1992 (cioè il diritto
della persona disabile all’istruzione).
• È redatto «dall’Unità Multidisciplinare
presente nei Servizi Specialistici per l’infanzia
e l’adolescenza del territorio di competenza.»
• La funzione e il formato della DF sono
profondamente cambiati nel corso di più
vent’anni a seguito degli interventi normativi
intesi a uniformare un documento di
valutazione dinamica in ingresso.
Nell’intesa della Conferenza Unificata del 20
marzo 2008 presso la Presidenza del Consiglio
dei Ministri
relativa alla prassi e ai protocolli di applicazione
della legge 104/1992, si legge all’articolo 2 che
• la «Diagnosi Funzionale (DF) va predisposta ai
sensi della legge 104/1992….
• la DF è «l’atto di valutazione dinamica di
ingresso e presa in carico per la piena
integrazione scolastica e sociale»….
• DEVE essere redatta «SECONDO I CRITERI DEL
MODELLO BIO PSICO SOCIALE ALLA BASE
DELL’ICF DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE
DELLA SANITÀ».
«La DF si articola nelle seguenti parti:
• Approfondimento anamnestico e clinico;
• Descrizione del quadro di funzionamento nei
vari contesti;
• Definizione degli obiettivi in relazione ai
possibili interventi clinici, sociali ed educativi e
delle idonee strategie integrate di intervento;
• Individuazione delle tipologie di competenze
professionali e delle risorse strutturali
necessarie per l’integrazione scolastica e
sociale.»
Nella seconda parte dello stesso articolo si legge
che la DF deve essere «coerente con i principi
dell’ICF»
«In questa nuova versione, la Diagnosi Funzionale
include anche il Profilo Dinamico Funzionale e
corrisponde, in coerenza con i principi dell’ICF, al
Profilo di funzionamento della persona.»
Secondo le nuove indicazioni normative, la nuova
DF deve comprendere la rilevazione degli aspetti
funzionali in queste sette aree:
cognitiva, affettivo relazionale, comunicazione
linguistica, sensoriale e percettiva, motorio
prassica, neuropsicologica e delle autonomie.
Linee guida del MIUR per l’integrazione
scolastica degli alunni con disabilità del 4
agosto 2009
• Fanno esplicito riferimento all’ICF, il «modello di
classificazione bio psico sociale decisamente attento
all’interazione fra la capacità di funzionamento di una
persona e il contesto sociale, culturale e personale in
cui essa vive».
• «L’ICF sta penetrando nelle pratiche di diagnosi
condotte dalle ASL, che sulla base di esso elaborano
la Diagnosi Funzionale. È opportuno che il personale
scolastico coinvolto nel processo di integrazione sia a
conoscenza del modello ICF e che diffonda sempre più
un approccio culturale all’integrazione che tenga conto
del nuovo orientamento volto a considerare la
disabilità interconnessa ai fattori contestuali.»
Linee guida del MIUR per l’integrazione
scolastica degli alunni con disabilità del 4
agosto 2009
• Recepiscono la Convenzione delle Nazioni Unite del
2006 sui diritti delle persone con disabilità, ratificata
dal Parlamento italiano con legge 18/2009 e basata
«sul modello sociale della disabilità».
• Nella Convenzione del 2006 testo normativo e ICF si
sovrappongono. L’ICF non è esplicitamente nominato.
Eppure tutti gli articoli della Convenzione possono
essere letti come stringhe ICF e viceversa ogni stringa
ICF è contenuta nella Convenzione.
• La Convenzione e il protocollo ICF sono complementari
l’una all’altro.
Conclusioni
• Secondo l’Intesa del 2008 la DF deve
specificare pure gli obiettivi generali da
sviluppare nel PDF e da rendere operativi nel
PEI. Anzi la DF e il PEI sono documenti molto
diversi tra loro, mentre DF e PDF tendono a
sovrapporsi.
• Deve essere redatta secondo i criteri del
modello bio psico sociale alla base dell’ICF
dell’OMS
La normativa e le più recenti interpretazioni
(Francesco Grasso, l’ICF a scuola, Giunti O.S., 2011),
spiegano che la DF
1. specifica le aree di forza del disabile distinte per
performance (con la mediazione di genitori,
insegnanti di sostegno, assistenti, ausili) e capacità
(senza facilitatori e senza barriere)
2. segnala lo stato di salute del disabile (paragonato
allo sviluppo tipico dei coetanei)
3. descrive il rapporto del disabile con l’ambiente
extrascolastico e scolastico
4. richiede (se necessario) un programma
individualizzato
5. scrive gli obiettivi didattici generali da articolare nel
PEI per essere operativi
IL Profilo Dinamico Funzionale
• Dalla DF si elabora il PDF specificando gli
obiettivi, le strategie e i tempi: a Breve, Medio o
Lungo termine
• La descrizione della stringa ICF è di per sé già un
obiettivo, perché rappresenta lo stato di salute
ideale preso a punto di riferimento per i
QUALIFICATORI.
• I qualificatori segnalano infatti le carenze più o
meno lievi rispetto all’OBIETTIVO generale della
STRINGA.
Nella DF e nel PDF si può segnalare al gruppo di lavoro
l’obiettivo usando due qualificatori:
• il primo registra la situazione attuale,
• il secondo indica il risultato atteso.
Esempio: b1140.1 «Orientamento rispetto al tempo.
Funzioni mentali che producono la consapevolezza di
oggi, domani, ieri, della data, del mese e dell’anno.»
• Se si ritiene che dal qualificatore 1 (dall’osservazione
del problema in meno del 25% dei casi in un tempo
limitato a trenta giorni) sia possibile passare al
qualificatore 0, cioè a un una situazione di
funzionamento totale, occorre:
1. segnare un secondo qualificatore b1140.0
2. specificare i tempi necessari per conseguire il
risultato. B , M o L
• Se il nostro obiettivo fosse invece quello di
lasciare le cose come stanno, perché ipotizziamo
che la situazione è irreversibile, lasciamo il
secondo qualificatore a 1: b1140.1
• Se il risultato atteso fosse addirittura il
peggioramento del funzionamento già
compromesso, potremmo segnare un
qualificatore più alto: b1140.2
• Se non avessi ancora elementi sufficienti per
prevedere un risultato, il secondo qualificatore
indicherebbe 8 (non specificato): b1140.8
• Se al contrario si ritenesse impossibile fissare un
risultato atteso, si dovrebbe scrivere 9 (non
applicabile): b1140.9
BES: Direttiva ministeriale del 27/12/12
…«È opportuno assumere un approccio decisamente
educativo, per il quale l’identificazione degli alunni con
disabilità non avviene sulla base della eventuale
certificazione, che certamente mantiene utilità per una
serie di benefici e di garanzie, ma allo stesso tempo
rischia di chiuderli in una cornice ristretta.
A questo riguardo è rilevante l’apporto, anche sul piano
culturale, del modello diagnostico ICF (International
Classification of Functioning) dell’OMS, che considera la
persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psicosociale. Fondandosi sul profilo di funzionamento e
sull’analisi del contesto, il modello ICF consente di
individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell’alunno
prescindendo da preclusive tipizzazioni.»
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