presentazione icf - Presentazione Modello ICF

INTRODUZIONE ICF
L’ICF-CY è un ordinatore concettuale, un metodo di
condivisione della conoscenza, un linguaggio
standardizzato per la descrizione della salute e
degli stati correlati, realizzato per documentare le
caratteristiche del Funzionamento del bambino e
l’influenza dell’Ambiente circostante.
Può aiutare i clinici, gli insegnanti, i ricercatori, gli
amministratori, i responsabili delle politiche e i
genitori a documentare le caratteristiche importanti
per la promozione della crescita, della salute e
dello sviluppo dei bambini e degli adolescenti.
NTESA STATO REGIONI IN MERITO ALLE MODALITA’ E AI
CRITERI PER L’ACCOGLIENZA SCOLASTICA E LA PRESA IN
CARICO DELL’ALUNNO CON DISABILITA’ (20 MARZO 2008)
Par. 2
2.2 - Diagnosi Funzionale (DF)
La Diagnosi Funzionale è redatta secondo i criteri del modello
bio-psico-sociale alla base dell'ICF dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità, e si articola nelle seguenti parti:
• - approfondimento anamnestico e clinico;
• - descrizione del quadro di funzionalità nei vari contesti;
• - definizione degli obiettivi in relazione ai possibili interventi
clinici sociali ed educativi e delle idonee strategie integrate di
intervento;
• - individuazione delle tipologie di competenze professionali e
delle risorse strutturali necessarie per l'integrazione scolastica
e sociale.
In questa nuova versione, la Diagnosi Funzionale include anche il
Profilo Dinamico Funzionale e corrisponde, in coerenza coi i
principi dell'ICF, al Profilo di funzionamento della persona
LINEE GUIDA PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA
DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ (4 AGOSTO 2009)
1^ Parte – 1^cap
• 3. ICF Classificazione Internazionale del Funzionamento.
Dalla prospettiva sanitaria alla prospettiva bio-psico-sociale
Il modello introdotto dall’ICF,bio-psico-sociale correla la
condizione di salute e il suo contesto, pervenendo così ad una
definizione di “disabilità” come ad “una condizione di salute in
un ambiente sfavorevole”.
I molteplici elementi del contesto possono essere qualificati come
“barriera”, qualora ostacolino l’attività e la partecipazione della
persona, o “facilitatori”, nel caso in cui, invece, la favoriscano.
L’ICF sta penetrando nelle pratiche di diagnosi condotte dalle
AA.SS.LL., che sulla base di esso elaborano la Diagnosi
Funzionale. E’ dunque opportuno che il personale scolastico
coinvolto nel processo di integrazione sia a conoscenza del
modello in questione e che si diffonda sempre più un approccio
culturale all’integrazione che tenga conto del nuovo
orientamento volto a considerare la disabilità interconnessa ai
fattori contestuali.
L’IMPEGNO DEL MIUR PER L’INCLUSIONE
SCOLASTICA : IL MODELLO ICF (6 SETTEMBRE 2012)
Questo modello sostiene che la persona non
si qualifica più per le sue menomazioni, ma
per gli aspetti positivi, considerando la sua
interazione in uno specifico contesto.
L’obiettivo è quello di azzerare le barriere e di
potenziare i facilitatori.
L’ICF è dunque il nuovo paradigma per il
trattamento e lo studio della disabilità.
Nel mese di gennaio 2013 saranno elaborate le
“Linee guida sull’ICF a scuola”
Bisogno Educativo Speciale (BES)
Qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o
apprenditivo, che si manifesta sotto forma di funzionamento
problematico a carattere transitorio e reversibile o
permanente.
Quando si parla di BES ci si riferisce:
• a minori con ritardo mentale, con disturbi specifici
dell’attenzione, della condotta, con disturbi specifici di
apprendimento, con difficoltà visuo-spaziali, motorie, con
disprassie evolutive, con disturbi dello spettro autistico
ecc.., i quali manifestano deficit nell’apprendimento e nello
sviluppo,
• a minori che, per difficoltà emozionali, per compromissioni
dell’area psicoaffettiva, per appartenenza a famiglie
disgregate, patologiche, trascuranti o abusanti, per
situazioni di deprivazione linguistica socioeconomica e
culturale, manifestano forme di apprendimento difficile,
rallentato, disorganico e comportamenti inibiti, oppositivi,
depressi.
BAMBINO - ADOLESCENTE
Dal Funzionamento alla Disabilità
COSTRUZIONE DEL PEI SECONDO L’ICF
LE COMPONENTI DEL PROFILO
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Condizioni fisiche
Funzioni e Strutture corporee
Attività e Partecipazione
Fattori Contestuali :
ambientali e personali
CONDIZIONI FISICHE
Situazione organica in termini biologici e fisiopatologici
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Storia clinica (anamnesi)
ospedalizzazioni
malattie acute/croniche (diabete, allergie, ecc.)
lesioni
fragilità
anomalie cromosomiche
ecc.
FUNZIONI E STRUTTURE CORPOREE
• Le Funzioni corporee sono le funzioni
fisiologiche dei sistemi corporei e includono
anche il cervello e le funzioni mentali;
• Le Strutture corporee sono le parti anatomiche
del corpo, come gli organi, gli arti e le loro
componenti;
Le Menomazioni sono problemi nella funzione o
nella struttura del corpo, intesi come una
deviazione, una perdita significativa,
un’anomalia ecc.
ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE
• L'attività è l'esecuzione di un'azione o di un
compito da parte di un individuo;
le limitazioni nell'attività sono le difficoltà, di
natura qualitativa o quantitativa, che si possono
incontrare nell'eseguire un compito.
• La partecipazione è il coinvolgimento dello
individuo in una situazione di vita;
le restrizioni nella partecipazione sono i problemi
che si possono avere nel coinvolgimento nelle
situazioni della vita.
ATTIVITÀ PERSONALI
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Apprendimento e applicazione delle conoscenze
Compiti e richieste generali (intraprendere,
eseguire, gestire, discutere, utilizzare……..)
Comunicazione
Mobilità
Cura della propria persona
Vita domestica
Interazioni e relazioni interpersonali.
Ogni attività può essere descritta con due qualificatori:
•
capacità (l'abilità di eseguire un compito o
un'azione senza l'influsso, positivo o negativo di
fattori contestuali ambientali e/o personali )
•
performance (l'abilità di eseguire un compito o
un'azione con l'influsso positivo o negativo di
fattori contestuali ambientali e/o personali).
PARTECIPAZIONE SOCIALE
Le aree di vita principali sono:
Istruzione
Lavoro e impiego
Vita economica
Le altre aree riguardano la vita sociale, civile e di
comunità.
FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI
Comprendono l'ambiente fisico, sociale in cui gli
individui vivono:
• l'ambiente personale dell'individuo include i
contatti diretti che l'individuo ha nel corso della sua
esistenza (casa, lavoro, scuola, ecc.);
• l’ambiente sociale racchiude le strutture sociali
informali e formali che possono avere un impatto
sull'individuo (servizi, leggi,attività comunitarie,ecc.).
I fattori contestuali ambientali possono costituire
facilitatori o barriere nella vita della persona.
FATTORI CONTESTUALI AMBIENTALI
• Prodotti e tecnologie
• Ambiente naturale e cambiamenti
effettuati dall'uomo
• Relazioni e sostegno sociale
• Atteggiamenti
• Servizi, sistemi, politiche
FATTORI CONTESTUALI PERSONALI
( non codificati dall’ICF)
Sono il background personale della vita di una
persona ( sesso, età ,religione, stile di vita ecc.)
che non fanno parte delle condizioni fisiche, ma
umanizzano la diagnosi funzionale:
• Stili di attribuzione
• autoefficacia
• autostima
• emotività
• motivazione
• comportamento problema/psicopatologia
I.I.S. C.”PESENTI” BERGAMO - I.C. “PETTENI” BERGAMO
I.S.I.S. “EINAUDI” DALMINE - I.P.S.S.A.R. “SONZOGNI” NEMBRO
Dal modello ICF dell’OMS
alla progettazione nella Scuola:
il Patto educativo di corresponsabilità
strumento di una Comunità educante
Ref.prof.ssa Isabella Lettini
“Facilitatori” per la rete
Piattaforma online:
www.progettoicf.altervista.org
• struttura ICF
• documenti per la formazione
• forum
• profilo di funzionamento
• materiali in preparazione
• contatta l’amministratore
Ref. prof. Pasqualino Villella
Punti di forza
• l’approfondimento di un modello che apre
nuovi orizzonti, che parla di funzionamento
e non di malattia, che indaga contesti e
non solo singole persone
• l’efficacia della visione sistemica per
promuovere percorsi di Inclusione
• la presa in carico dei Bisogni educativi
speciali da condividere con altri soggetti
del territorio
Ref.prof.ssa Isabella Lettini
Punti di forza
• il coinvolgimento dei genitori, depositari
di un contesto fondamentale
• la funzione del CTRH per implementare
reti tra ambiti diversi
• la costruzione del Profilo di funzionamento
e del Progetto di Vita dei minori con il
fattivo contributo di tutte le componenti:
famiglia, neuropsichiatria, scuola, territorio
Ref.prof.ssa Isabella Lettini
Criticità
• la complessità intrinseca del modello
• il radicamento dei soggetti coinvolti in una
lettura interpretativa diversa
• la resistenza al cambiamento da parte di
docenti e operatori
• la difficoltà di tradurre la normativa
esistente a livello nazionale in ricerca
applicata
Ref.prof.ssa Isabella Lettini
Criticità
• l’occasionalità di percorsi di formazione e
aggiornamento
• la mancata collaborazione e condivisione
da parte di alcune strutture socio-sanitarie
• la disseminazione a “macchia di leopardo”
basata su partecipazioni volontaristiche
Ref.prof.ssa Isabella Lettini