PROGETTO A.S.C.A.N.I.O PRESENTAZIONE Il plesso della scuola materna S. Giorgetto del 2° Circolo di Anagni è costituito da quattro sezioni, due delle quali hanno aderito al progetto A.S.C.A.N.I.O. Il nucleo sperimentale è formato da docenti di sezione comune, coadiuvati anche da un docente di propedeutica musicale e da uno di psicomotricità. Prima dell' avvio della sperimentazione i docenti del circolo avevano evidenziato difficoltà di attuazione delle proposte didattiche degli Orientamenti per vari motivi (eccessivo numero degli alunni nelle sezioni, rigidità dell ' organizzazione, mancanza di strutture etc.). Tali difficoltà apparvero superabili con l'adesione al progetto ASCANIO. In particolare, le variabili dipendenti ed indipendenti contenute nell ' ipotesi sperimentale suggerirono condizioni organizzative per una più agevole applicazione degli Orientamenti. A conclusione dell'itinerario di lavoro si è riscontrato che sono intervenuti cambiamenti significativi nell'azione educativa e didattica. E' stato analizzato il lavoro svolto, valutato l'iter procedurale e la documentazione raccolta. L'impianto organizzativo è stato coerente con quello progettuale, in riferimento alle variabili assegnate e cioè agli aspetti culturali, pedagogici e didattici degli Orientamenti '91. Il gruppo docente, costituito in modo vario ed articolato, ha potuto operare in modo ottimale, attivando competenze e professionalità di ciascuno, in un contesto unitario, basato sulla collegialità e flessibilità degli interventi. L'uso delle competenze non ha significato divisione dei campi di esperienza, ma interventi qualificati in un curricolo unitario con sfondo integratore. Il pluralismo dei docenti ha determinato una diversa organizzazione dei tempi e 1 'uso razionale degli spazi, assicurando maggiore contemporaneità nella gestione delle attività, svolte in sezione da più insegnanti, diversificate in gruppi di alunni omogenei ed eterogenei della sezione e della intersezione. Si è avuto in tal .modo la possibilità di interpretare e di tradurre i nuovi Orientamenti nella pratica didattica. In particolare è stato possibile: • adeguare le attività alle dimensioni di sviluppo, in termini di livelli raggiunti ed interessi; • favorire l'integrazione fra i diversi sistemi simbolico-culturali; • stimolare ed orientare i tratti individuali di maturazione dell'identità e autonomia; • sviluppare abilità e competenze di ciascuno. L'impianto curricolare, sia esplicito che implicito, è stato adeguato ai tempi di apprendimento del bambino con una organizzazione temporale flessibile in fasce orarie, per predisporre interventi mirati ad offrire migliori opportunità educative. Sono stati strutturati spazi idonei allo svolgimento delle attività mediante l'attivazione di un laboratorio di attività grafico-pittoriche, di uno multimediale e di un laboratorio di propedeutica musicale. L' esperienza positiva ha permesso di realizzare pienamente la funzione docente e di riflettere sul lavoro svolto tramite la documentazione prodotta. Tutto ciò è stato possibile grazie alla presenza nel modulo organizzativo del gruppo istituzionale composto da docenti statali e di quello di supporto assegnato dall ' amministrazione comunale di Anagni. In conclusione appare opportuno formulare una riflessione che possa costi- tuire un contributo alla elaborazione degli Ordinamenti in vista di un diverso assetto istituzionale ed organizzativo della scuola dell'infanzia. La nuova scuola del bambino, per qualificarsi come ambiente di vita e con- testo intenzionale di apprendimento, ha bisogno di migliori strutture e di mag- giore personale docente. L'una e l'altra cosa consentirebbero di qualificare ulteriormente l' offerta formativa e la conseguente qualità del servizio erogato. Aurelio SPARAGNA DIRIGENTE SCOLASTICO SCUOLA DELL’INFANZIA “S. GIORGETTO” UN NUOVO MODELLO DI PROGETTUALITA’ Introduzione Durante la sperimentazione ASCANIO le attività di progettazione e di programmazione hanno sempre tenuto in considerazione la nuova immagine della scuola materna, come viene evidenziata negli Orientamenti: una scuola materna per il bambino e secondo il bambino, autonoma e con impianto curricolare. Questa configurazione presenta due elementi apparentemente in antitesi: spon- taneità e curricolo. Una scuola materna «secondo il bambino e per il bambino» sta a significare che essa deve rimanere essenzialmente ludica, espressivo-relazionale, «luogo di vita». Una scuola di cultura, con il superamento dell'aspetto assistenziale, esige un impianto curricolare implicante la progettualità e l'intenzionalità. Abbiamo conciliato le due istanze di una scuola come ambiente di vita e come contesto educativo di apprendimento, organizzando la giornata scolastica con attività occasionali, libere, non rigide e con attività intenzionalmente strut- turate. In tal modo si è data attuazione al dettato degli Orientamenti: «la proposta di linee programmatiche di tipo curricolare si connette al carattere di ambiente educativo intenzionalmente e professionalmente strutturato che la scuola materna assume, mantenendo le sue caratteristiche relazionali e didattiche». Con tale affermazione si vuol sostenere che il processo educativo non è solo spontaneità ed occasionalità, ma costituisce il !isultato di un progetto internazionale, esplicito, condiviso e programmato. Esisteva il rischio che, nella prescrittività istituzionale del dettato normativo, intenzionalità e scientificità diventassero rigidità a seguito di una impostazione eccessivamente sistematica. Occorreva, allora, offrire al bambino sul piano operativo esperienze ludiche strutturate, formalizzate accanto ad esperienze derivanti dal flusso spontaneo e causale degli eventi. L'impianto curricolare della scuola dell'infanzia va arricchito con esperienze occasionali che lascino il bambino libero di apprendere e di svilupparsi in contesti poco organizzati. Il testo degli Orientamenti richiedeva di essere tradotto in entrambi i due aspetti. Al riguardo esistevano due rischi: quello di leggere gli Orientamenti, approfondirli e poi disporre il testo in libreria, come quello di elaborare la programmazione all'inizio dell'anno, considerarla come semplice intenzionalità, atto dovuto per legge, e non tradurla nella contestualità del dato situazionale. Occorre tener presente in ogni atto educativo le direttive degli Orientamenti e le procedure progettuali e programmatiche disposte. Nella Premessa del documento programmatico si legge che la scuola materna persegue «una equilibrata maturazione ed organizzazione delle componenti cognitive, affettive, morali e sociali»: la formazione integrale della personalità espressa in termini di competenza, autonomia ed identità. Il problema che si presenta è il seguente: • nella pratica quotidiana si possono tener presenti le variabili di tali finalità, cercando intenzionalmente di farle conseguire agli alunni, così come è stato progettato? • si riesce a mettere gli alunni in condizione di realizzare gli obiettivi educativi, gli obiettivi didattici, i compiti di sviluppo, evidenziati nella programmazione delle unità didattiche? Per rispondere a tali domande ogni insegnante, prima di intraprendere una qualsiasi attività, deve chiedersi: • a quale campo di esperienza si riferisce l' attività; • di che cosa tratta il campo di esperienza di riferimento: conoscenze, nozioni, sistemi simbolici culturali; • quale influenza può avere I' esperienza sul comportamento del bambino; • quale influenza può avere I' esperienza sullo sviluppo delle abilità, capacità mentali e compiti di sviluppo. Ogni atto osservato o agito ha valore solo e soltanto se comporta una modifica in positivo della psiche umana in termini di comportamento e di sviluppo intellettivo. Ma questa convinzione non basta: va tradotta operativamente nell'azione educativo-didattica. IMPIANTO CURRICOLARE L'intenzionalità dichiarata «cosa faccio e perche lo faccio» trova riscontro nell'impianto curricolare, di cui alla parte terza degli Orientamenti. «Gli elementi essenziali del progetto educativo-didattico della scuola materna sono quindi costituiti, in base alla struttura del curricolo, dalle finalità educative, dalle dimensioni di sviluppo e dai sistemi simbolico-culturali, elementi costitutivi che, assunti in una coerente concezione educativa, concorrono ad articolare una serie ordinata di campi di esperienza verso i quali vanno orientate le attività della scuola» Lo schema che segue illustra tale impostazione. Nella progettazione gli insegnanti: • stabiliscono un argomento, una tematica, un'intenzione educativa generale; • definiscono le finalità di identità, autonomia e competenze; • stabiliscono i sistemi simbolici di riferimento in rapporto alle dimensioni di sviluppo attraverso le osservazioni psicologiche effettuate sull ' alunno; • elaborano le unità da svolgere. Nella programmazione, invece, gli insegnanti definiscono: • l' attività relativa ad un campo di esperienza; • gli obiettivi educativi come traduzioni delle finalità di identità e autonomia; • gli obiettivi didattici come elementi da apprendere; • i compiti di sviluppo come traguardi specifici da conseguire rispetto alle abilità ed alle capacità intellettive. Per la progettazione abbiamo operato secondo il seguente schema: CAMPO DI ESPERIENZA: PROGElTO: FINALITA' IDENTITA' : AUTONOMIA: COMPETENZE: UNITA' DIDATTICHE l. 2. 3. 4. 5. 6. 8. 9. Per la programmazione, invece, si tratta di prendere una unità del progetto, indicarne gli obiettivi educativi, didattici, i compiti di sviluppo e descrivere le fasi di attuazione. CAMPO DI ESPERIENZA PROGETTO: UNITA’ DIDATTICA: Obiettivo educativo: Obiettivo didattico: Compito di sviluppo Descrizione dell’esperienza: Nei quattro anni di sperimentazione, abbiamo effettuato la progettazione all’inizio dell’anno scolastico, mentre l’elaborazione delle unità didattiche èstata realizzata durante la programmazione quindicinale. Cerchiamo di evidenziare, con esempi pratici, il percorso educativodidattico dalla progettazione alla programmazione, prendendo in esame uno specifico campo di esperienza, quello dei MESSAGGI, FORME e MEDIA. All ‘inizio della sperimentazione furono indicati tutti i seguenti progetti da svolgersi nel periodo sperimentale: CAMPO DI ESPERIENZA: MESSAGGI, FORME E MEDIA MAPPA DEI PROGETTI ATTIVITA’ GRAFICHE, PITTORICHE E PLASTICHE • Gioco con le immagini • Osservo e rappresento • Progetto • Posso trasformare le cose • Voglio una scuola bella ATTIVITA’ DRAMMATICO-TEATRALI • Ti voglio raccontare • Faccio finta che • Un burattino per amico • Facciamo spettacolo • Ti conosco mascherina ATTIVITA’ SONORE E MUSICALI • Ci sono tanti suoni intorno a me • Canto insieme • Vorrei far parte di una banda • Ascoltiamo musica e balliamo • Sonorizziamo le nostre fiabe, i nostri racconti L’EDUCAZIONE MASS-MEDIALE • Guardo la T.V. • Gioco alla T.V. • Ciak …Si gira • Facciamo la pubblicità • Registriamo • Mi piace fotografare CONCLUSIONE Il modello operativo precedentemente illustrato costituisce un superamento dell'impostazione curricolare classica. Tale impostazione faceva alle seguenti variabili istituzionali: l. intenzioni pedagogiche: finalità scopi obiettivi ( oe-od) 2. situazione preliminare discente 3. contenuti procedure didattiche organizzazione 4. verifica e valutazione Ma con quale risultato? Ne derivava un curricolo astratto, desunto dall'immagine irreale del bambino con indicazioni e procedure formali e con procedimenti di , carattere diagnostico e classificatorio. Il confronto con i fatti e con i problemi reali ha consentito di non cadere nella retorica pedagogica e nella sistematicità di tipo comportamentistico. Al centro dell' attenzione abbiamo posto l' alunno reale, in una situazione concreta, intento a realizzare esperienze motivate in un contesto ludico ed espressivo ed, al tempo stesso, intenzionalmente strutturato, in modo da rare il contrasto tra progettualità razionale ed inventività spontanea. Si tratta di un bambino attivo che fa, agisce, costruisce la realtà, la legge e la simbolizza; un bambino competente, con capacità ed abilità che gli consentono di agire, riflettere, simbolizzare. E' proprio questo concetto di esperienza che salva la scuola materna da formalismi epistemologici e tassonomici, poiche il bambino agendo in ludica impara, attribuisce significati all ' esperienza, sviluppa abilità e capacità intellettive. Che dire, allora, del nostro stile di programmazione? Non nascondiamo di aver avuto difficoltà iniziali nell'orientarci nella di un modello tra quelli offerti dalla ricerca pedagogico-didattica: programmazione lineare per obiettivi, programmazione per sfondo integratore, per mappe concettuali. Il nostro metodo inteso a contestualizzare in situazione il curricolo dei nuovi Orientamenti ha consentito di integrare i diversi stili di programmazione. All'inizio dell'anno scolastico nella defmizione dei progetti sono stati zionati argomenti fantastici che sostituivano una guida di percorso, un elemento di raccordo motivazionale e significativo capace di articolare tutte le esperienze da svolgere (sfondo integratore). Durante la programmazione settimanale le unità didattiche previste nei progetti venivano articolate in sequenze di contenuti ed obiettivi (programmazione lineare). L' articolazione dell ' esperienza in unità didattiche, in fase di programmazione quindicinale, ci consentiva di costruire un modello per concetti (mappe concettuali). Pensiamo, pertanto, di aver tenuto presenti le problematiche attuali sulla programmazione, ma nel contempo di aver operato in modo originale, creativo, con proposte flessibili ed articolate con il preciso intento di realizzare una scuola viva «PER IL BAMBINO SECONDO IL BAMBINO».