POLICLETO. DORIFORO. CA 450 A.C.
Policleto diede inizio all’arte cosiddetta
“classica”. Egli partì dallo studio e
dall’osservazione della natura per giungere ad
una definizione di “misure medie” in un certo
senso “ideali”. Policleto scolpì un uomo ideale,
ma possibile, poiché usò proporzioni molto
vicine a quelle rintracciabili in natura. Lo
scultore teorizzò anche le sue idee sulle
proporzioni del corpo umano con un’opera
scritta: il”Canone”(norma-regola) di cui ci sono
arrivati solo pochi frammenti.
Nel Doriforo la rigidezza della frontalità viene
definitivamente abbandonata e forza e potenza
virile vengono sottolineate dalle perfette
proporzioni e dalla conformazione delle
membra. Queste ultime sono legate da una
corrispondenza inversa detta chiasmo (la
gamba destra è portante come il braccio
sinistro, la gamba sinistra è in riposo come il
braccio destro).
Rinvenuti nel 1972 nel Mar Ionio , di
fronte a Riace Marina(Reggio Calabria), i
Bronzi di Riace (metà V sec. A.C.) sono
stati attribuiti a Policleto, a Mirone e a
Fidia, ma la vera paternità non è ancora
stata accertata. I due guerrieri (A e B),
nudi,stanti, bilanciati e ponderati,
poggiano sulla gamba destra mentre il
braccio sinistro è piegato a sostenere lo
scudo (oggi scomparso). Gli altri arti sono
in riposo con disposizione chiastica.
Per ottenere una maggior somiglianza ai
colori naturali, le labbra e i capezzoli sono
stati realizzati in rame, i denti della statua
A e le ciglia di entrambe in argento, gli
occhi in avorio e paste vitree, ma basta il
bronzo a togliere ogni apparenza di
verismo e a far sì che, con la loro bellezza
ideale, le due figure sembrino incarnare
l’idealizzazione greca. Infatti sono di
misura superiore al naturale (A 2m; B
1,98m). Attualmente sono conservati nel
Museo Nazionale di Reggio Calabria.
Tutte queste sculture, nella loro ostentata
prestanza e nel fiero portamento, non
mirano affatto alla somiglianza: sono ritratti
ideali che esaltano l'equilibrio tra corpo e
spirito, il dominio di sé, la disciplina e la
misura. Il canone della scultura era
numerico e dipendeva da una proporzione
fissa. Secondo Policleto (V sec. a.C.),
grande scultore e teorico del canone,
nonché cultore della matematica
pitagorica, "la bellezza nasce dall'esatta
proporzione non degli elementi, ma di tutte
le parti tra di loro".
La figura mostra l'applicazione del canone
al Doriforo, famosa scultura di Policleto.
Le proporzioni rispettano il rapporto aureo
(1:1,618).
L’ ateniese Fidia (ca 490-430 a.C.) fu il
maggior rappresentante dell’arte classica
greca. La sua attività è legata alla costruzione
e alla decorazione del Partenone, mentre le
sue opere scultoree ci sono state tramandate
solo attraverso copie.
Fidia creò opere scultoree dotate di grande
libertà espressiva e svincolate dai binari della
tradizione.
L’AMAZZONE FERITA si allontana decisamente
dalle regole del rapporto chiastico (o del
contrapposto), ma arriva comunque
all’equilibrio espressivo grazie ad una posa
più naturale.
FIDIA-AMAZZONE FERITA - ca 440 a.C.- ROMA-MUSEI CAPITOLINI
VISTA PANORAMICA DELL’ACROPOLI DI ATENE
La supervisione dell’opera di ricostruzione dell’Acropoli di Atene fu affidata a Fidia (490-430 a.C.
ca)che assunse la carica di Episkopos con il compito di coordinare i lavori degli architetti, degli
scultori e dei pittori. E’ molto probabile che egli abbia redatto ciò che oggi chiameremmo il Piano
Regolatore Generale.
La ricostruzione ebbe inizio
dal Partenone, il tempio
dedicato ad Atena
Parthenos, ad opera di
Ictinio e Callicrate,ma
sempre con il contributo di
Fidia.
E’ un tempio dorico, anche
se le colonne risultano più
snelle grazie ad
un’attenuazione dell’entasi.
Le colonne laterali(17)
sono il doppio più una
rispetto a quelle frontali(8).
L’ordine dorico delle
colonne esterne convive
armoniosamente con
l’ordine ionico delle
colonne interne. Nella
ACROPOLI DI ATENE- IL PARTENONE
fronte il rapporto fra
altezza e larghezza segue le
norme della sezione aurea. Trasformato in chiesa dai Cristiani ed in moschea dai Musulmani, si conservò
discretamente fino al XVII sec. quando,durante l’assedio dei veneziani, subì gravissimi danni.
FRONTONE DEL PARTENONE DI ATENE
ACROPOLI DI ATENE- METOPE DEL PARTENONE
Grazie a dei disegni del francese J.Carrey(1674)
ci sono stati tramandati i contenuti dei due
frontoni del Partenone.
Sul frontone Orientale,quello più importante,
era scolpita la Nascita di Atena dal capo di
Zeus, mentre su quello Occidentale era la
Contesa fra Atena e Poseidone per il
predominio sull’Attica( mito di Atena).
Le 92 Metope del fregio dorico affrontano i
temi della gigantomachia (lotta dei giganti),
della centauromachia (lotta fra centauri),
l’amazzonomachia (guerra fra gli ateniesi e le
donne guerriere), l’Iliupersis (guerra fra greci e
troiani).
Sia nei frontoni che nelle metope si sottolinea
la continuità plastica della composizione che
rende inscindibile la singola figura da quella
che le è vicina.
ACROPOLI DI ATENE- ERETTEO E LOGGIA DELLE CARIATIDI (421-406 a.C.). E’ un
tempio duplice, di ordine ionico,con due celle interne, dedicate rispettivamente ad
Atena Poliade e a Poseidone Eretteo. Sul lato meridionale sorge la Loggetta delle
Cariatidi, dove figure femminili sostengono l’architrave al posto delle colonne.
ACROPOLI DI ATENE –ERETTEO- LOGGIA DELLE CARIATIDI
Le Cariatidi o kòrai canèfore (portatrici di ceste) hanno un peplo ricco di
pieghe, mosso ulteriormente dalle modulazioni chiaroscurali.
ACROPOLI DI ATENE- PROPILEI – RICOSTRUZIONE. Sono l’ingresso solenne all’Acropoli e
constano di tre corpi principali, uno centrale composto di due vestiboli, e due laterali,
avanzati rispetto al primo.
ACROPOLI DI ATENE- PROPILEI (437-432 a.C.)- FRONTE OCCIDENTALE.
Le due ali,la parte anteriore e quella posteriore, hanno colonne doriche poiché
devono essere viste da lontano, mentre i vestiboli interni,di misure più limitate,
ben si accordano con la raffinatezza dell’ordine ionico.
ACROPOLI DI ATENE- PROPILEI
ACROPOLI DI ATENE- TEMPIO DI ATHENA NIKE(421-406 a.C.) Il piccolo edificio dedicato alla
dea della vittoria, è un tempietto anfipròstilo e tetràstilo. Pur essendo ben visibile da lontano
è di ordine ionico perché le sue misure ridotte non sarebbero state adatte alla gravità delle
strutture dell’ordine dorico.