ASPETTI FISIOLOGICI DELL’ALLENAMENTO E ASPETTI FUNZIONALI DOTT. GUIDO MARCANGELI C.O.N.I. – F.I.P. – F.I.R. Università dell’Insubria (Va) SI PARLERA’ DI : • • • • • • • • • • • DEFINIZIONE DELLO SPORT ALLENAMENTO CARICO AUXOLOGIA PREREQUISITI FASI SENSIBILI BASI NEUROLOGICHE DEL MOVIMENTO STRUTTURAZIONE DEL MOVIMENTO PERCEZIONE – PRESA DI DECISIONE ATTENZIONE – CONCENTRAZIONE ERRORI IN AMBITO GIOVANILE DAL PUNTO DI VISTA COGNITIVO MINIBASKET BASKET • SQUADRA • SITUAZIONE • IMPEGNO ENERGETICO MISTO • MOTRICITA’ E SENSO - PERCEZIONE MINIBASKET - BASKET • SPORT DI GRUPPO-COOPERATIVO (medesima spinta motivativa) • SPORT OPEN SKILL (analisi delle informazioni e risposta motoria coerente) • SPORT ACICLICO • SPORT DI CONTATTO-DI OPPOSIZIONE (ricco di situazioni strategico-tattiche complesse) • SPORT CON STILE ATTENTIVO FLUTTUANTE (per cogliere il generale e il particolare) GRANDE VARIABILITA’ PER • LIMITATA AREA DI GIOCO • GRANDE VARIETA’ DI SITUAZIONI SVILUPPO DI : • Intelligenza motrice (ideazione + esperienza) contro tanti fattori • Intelligenza motrice di cooperazione • Sensibilità neuro-muscolare soprattutto della mano • POTENZIAMENTO CONDIZIONALE • APPRENDIMENTO COORDINATIVO (apprendimento=capacità di ricezione e trattenere di ciò che si : SENTE 20% - VEDE 30 % - VEDE E SENTE 40 % - DICE 75 % - FA 90 % ) AFFERENTE EFFERENTE CORTECCIA IN PARALLELO IN SERIE FEEDBACK SENSOPERCETTIVO INTRINSECO MOTORIO ESTRINSECO ATTENZIONE – E. E. ERRORE COGNITIVO FUNZIONALE FEEDBACK • FEEDBACK INTRINSECO : informazione sensoriale che deriva dall’esecuzione del movimento (esterocezione e propriocezione). • FEEDBACK ESTRINSECO : informazione fornita al discente al termine dell’esecuzione del movimento (feedback potenziato o aggiuntivo). • FEEDBACK DESCRITTIVO E PRESCRITTIVO. • Il feedback è migliore quando è semplice, quando si riferisce ad una caratteristica per volta. • Il feedback estrinseco può : stimolare gli allievi a incrementare la loro motivazione; rinforzare l’esecuzione di prestazioni corrette; scoraggiare l’esecuzione di prestazioni non corrette; fornire agli allievi informazioni relative alla natura e alla direzione dei loro errori, e suggerire loro modi per correggerli; rendere gli allievi troppo dipendenti dal feedback (peggioramento prestativo quando viene rimosso). • Quando si fornisce il feedback, si devono considerare i seguenti problemi : - Quale informazione dovrebbe contenere ? Quanta informazione ? Quanto precisa ? Con quale frequenza dovrebbe essere fornito ? STADI DELL’APPRENDIMENTO • STADIO VERBALE-COGNITIVO : ci si confronta con un compito totalmente estraneo. Sono efficaci istruzioni, dimostrazioni. Dire a sé stessi quello che si deve fare, e pensare alle strategie efficaci. E’ uno stadio iniziale per avere un’idea generale; deve essere abbandonato appena si diventa più esperti. • STADIO MOTORIO : con movimenti rapidi (open skills) si costruisce il programma motorio per ottemperare alle richieste di movimento (diversificazione delle azioni in risposta a condizioni ambientali variabili). Con movimenti lenti (closed skills), per controllare l’azione si elabora e utilizza il feedback proveniente dall’esecuzione del movimento. Con la scoperta della regolarità dell’ambiente, si sviluppa l’anticipazione e il tempismo, con logica rilevazione e correzione degli errori. • STADIO AUTONOMO : esecuzione dei movimenti in forma automatica. Con la programmazione di sequenze più lunghe, non si attivano tanti programmi, con diminuzione della richiesta di attenzioni, come invece accade quando si devono iniziare movimenti più frequenti. Si ha incremento degli automatismi dell’analisi sensoriale e sensitiva, che permettono cambiamenti veloci si strategie, e un aumento di sicurezza e capacità di rilevare errori. FORME DI RIPETIZIONE MOTORIA • ESERCITAZIONE PARZIALE : frazionamento, segmentazione, semplificazione • ESERCITAZIONE AL RALLENTATORE • ALLENAMENTO MENTALE (stadio verbalecognitivo, rappresentazione mentale) • ESERCITAZIONE COL SIMULATORE (allenamento a velocità maggiore) RILEVAZIONE DELL’ERRORE • Si può migliorare lo sviluppo della capacità di rilevazione dell’errore divenendo sensibili al feedback proveniente dal movimento. Chiedere il “PERCHE’ “ ! • Evitare di farlo MENTRE si sta eseguendo il movimento : si potrebbe portare a prestare attenzione a fonti di informazione inappropriate per il raggiungimento dell’obiettivo. • OGNI SOGGETTO HA UNA PROPRIA CURVA DI CRESCITA, CON MODELLI INDIVIDUALI E VARIABILITA’, SOPRATTUTTO PER LE STRUTTURE DEL SISTEMA SOMATICO. OGNI STRUTTURA CORPOREA HA UNA PROPRIA CURVA DI ACCRESCIMENTO, DIPENDENTE ANCHE DAL SESSO. ALLA NASCITA L’ORGANISMO E’ COMPLETO, MA NON MATURO; IL SOGGETTO MENO MATURO HA PIU’ TEMPO DI ACCRESCIMENTO. Concetto di: 1. CRESCITA : processo quantitativo (aumento di volume); 2. DIFFERENZIAZIONE : processo qualitativo; 3. MATURAZIONE : velocità di crescita, con anticipazione fisiologica di 2 anni per le femmine; 4. SVILUPPO : interessamento e relazione delle aree biologica, psicologica e sociale. SVILUPPO • PROCESSO GLOBALE DI CRESCITA, CON INTERAZIONE DELLE SFERE BIOLOGICA – PSICOLOGICA – SOCIALE. • FATTORI DELLO SVILUPPO : ESTRINSECI E INTRINSECI. I fattori dello sviluppo: AMBIENTALI - GENETICI Psicologici Socio economici Alimentari Motori (ipocinesi) Geofisici Malattie prima del concepimento Malattie in gravidanza Patologie del bambino PESO - etnia - sesso - età genitori - endocrini - ALTEZZA - ST /FT ETA’ BIOLOGICA • Tiene conto dei diversi ritmi di sviluppo determinati biologicamente. • “E’ lo stato generale, caratterizzato da indici di carattere fisico-psichico-sociale di un soggetto in un determinato momento della sua età cronologica.” (Ries) • Per il fanciullo e l’adolescente l’età biologica si rileva attraverso parametri di crescita, maturazione e sviluppo. • E’ un parametro temporale che esprime la differenza tra lo stato di sviluppo individuale e quello medio della popolazione. Metodi di determinazione : a) Indici generativi di maturazione : variazione dei caratteri sessuali I e II; b) Indici di sviluppo somatico (costituzionale) : statura e peso, differenziata per sesso (aumentando lo sviluppo costituzionale, aumenta l’indice); c) Maturazione scheletrica : su ossa della mano debole, sui nuclei di ossificazione; d) Età dentale : numero dei denti permanenti esistenti in rapporto a quelli presenti ad una determinata età. STRUTTURE BIOLOGICHE IN ETA’ EVOLUTIVA • OSSA : minore sostanza inorganica, maggiore condroitinsolfato e acido ialuronico, maggiore flessibilità e resistenza a traumi diretti (non in torsione); meno resistenza a trazione e pressione; presenza di cartilagini di coniugazione e accrescimento in sede metafisaria, deboli per forze di pressione e taglio; è la struttura più esposta in età evolutiva, attenzione a sovraccarichi; lo stimolo efficace al modellamento (processo che determina la struttura delle ossa durante l’accrescimento), e rimodellamento (meccanismi che danno all’osso la capacità di resistere alle sollecitazioni meccaniche) osseo è l’applicazione del carico, adeguato all’età biologica soprattutto in età evolutiva; la attività muscolare sul periostio incrementa la resistenza delle inserzioni tendinee. ARTICOLAZIONI • Fase sensibile per la mobilità articolare, con lassità legamentosa pronunciata ma non patologica, meno micelle e sostanza intercellulare, minore dimensione dei capi articolari; la cartilagine di accrescimento è fondamentale per sostegno e crescita in lunghezza, costituita da materiale viscoso-elastico che resiste bene agli stress in compressione, meno a trazione e taglio (comunque meno resistente e rigida di quella articolare e meniscale); il metabolismo dei condrociti è regolato più da stimoli discontinui, che da stimoli massimali continui. MUSCOLI • Accrescimento in ipertrofia di miofilamenti e miofibrille (iperplasia ?), allungamento del muscolo dato da incremento del numero di sarcomeri, reticolo sarcoplasmatico non ancora strutturato perfettamente, tessuto muscolare elastico e ricco di acqua e con minore quantità di proteine contrattili, tono muscolare meno elevato, minore viscosità, grande elasticità del tendine con spazi interfibrosi; influsso testosteronico progressivamente crescente, con picco violento nei maschi in pubertà, e crescita muscolare molto più lenta nelle femmine; • FORZA : in età pre-puberale l’aumento della forza non è accompagnato da modificazioni della dimensione del muscolo, ed è causato da: migliore coordinazione motoria, aumento di attivazione delle U.M., muscoli flessori più forti degli estensori. TESSUTO CONNETTIVO • Il tessuto connettivo in età evolutiva è molto lasso, e resta tale anche nella fase successiva dello sviluppo, la pubertà, più nelle femmine che nei maschi. Sintomi tipici sono l’eccessiva iperestensione degli arti superiori e inferiori, una notevole iperestensione delle articolazioni delle dita, la notevole flessibilità nelle anche e nella colonna vertebrale. TESSUTO ADIPOSO • La quantità di grassi accumulata durante la crescita dipende da : dieta alimentare, abitudini motorie, fattori ereditari. • Alla nascita il grasso corporeo rappresenta il 10-12 % del peso corporeo totale; in maturità fisica, nei maschi si ha circa il 15 %, nelle femmine il 25 %. APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO • VASI : arterie con buona intima muscolare, poca rigidità; vene con continue aperture di collaterali; facile aumento di numero di capillari col movimento; regolare movimento amplia il letto vascolare periferico e un elevato ritorno venoso; • PRESSIONE : sistolica e diastolica ancora basse per quasi totalità di assenza di resistenze periferiche, grande elasticità arteriolare, minore forza di contrazione miocardica; direttamente correlata alle dimensioni corporee dei bambini; alta velocità di circolazione del sangue; • CUORE : minori dimensioni, minore riempimento e gettata sistolica, gettata cardiaca proporzionale alla quantità di sangue presente (minore che nell’adulto) data da elevate frequenze cardiache, soprattutto sotto sforzo ; tempi di recupero non ancora standardizzabili per distonie neurovegetative; prevalenza simpatica. APPARATO RESPIRATORIO • Capacità vitale ancora bassa (ma bambini attivi possono avere VEMS e MVV più alti), parametri respiratori dinamici sottoposti ancora a elevato controllo simpatico, con elevate frequenze respiratorie che mantengono una adeguata ventilazione polmonare nonostante un basso volume espiratorio; resistenza elastica toracicomuscolare (fibre elastiche polmonari si sviluppano completamente verso i 7 anni) da vincere con corretta respirazione toracica (diaframmatica, facilitante il ritorno del sangue venoso all’atrio dx da svuotamento della vena cava inferiore verso torace e cuore) in associazione con quella addominale (ginnastica respiratoria), insistendo sulla stimolazione dei muscoli inspiratori ed espiratori accessori; la respirazione è ritmica e non uniforme, e aumenta per via nasale sotto sforzo; la riduzione della capacità di aumentare il volume della gabbia toracica è compensato dall’aumento della F.R. SISTEMA NERVOSO • VOLONTARIO (centrale-periferico) : ottimale fase sensibile, con strutturazione e mielinizzazione quasi complete nella fanciullezza; la mielinizzazione incompleta di diversi nervi motori dà alla funzione muscolare un controllo nervoso limitato; • INVOLONTARIO (simpatico-parasimpatico) : elevato dispendio energetico per predominanza del simpatico sul parasimpatico. APPARATO ENDOCRINO • Strutturazione dell’asse ipotalamo-ipofisarioorgani bersaglio in divenire; • Ormoni sessuali in secrezione bassissima (testosterone, anabolizzante, in bassa quantità); • Ormoni tiroidei (tiroxina, T3, T4) in progressivo aumento; • Elevata secrezione adrenalinica e noradrenalinica in risposta allo stress. ENERGETICA • MECCANISMO ANAEROBICO ALATTACIDO : ATP e CP proporzionati alle dimensioni del muscolo in egual misura dell’adulto; deficit dimensionale e coordinativo, non quantitativo; • MECCANISMO ANAEROBICO LATTACIDO : deficit del 40 % enzimatico di LDH e PFK (enzimi glicolitici), con produzione di meno acido lattico; deficit biochimico; • MECCANISMO AEROBICO : minore efficienza del cardio-respiratorio, possibile deficit motivazionale e funzionale. ALLENAMENTO L’allenamento rappresenta l’attività motoria, volontaria e finalizzata, con grado di sollecitazione funzionale al di sopra di quello normale (supercompensazione), volta a sviluppare progressivi adattamenti per il miglioramento della resistenza strutturale e della funzionalità dei grandi apparati. Il carico fisico è la base dell’allenamento. ALLENAMENTO (Vittori) • L’allenamento è un processo pedagogicoeducativo complesso che si concretizza con l’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in quantità ed intensità tali da produrre carichi progressivamente crescenti, i quali stimolino i processi di supercompensazione, e migliorino le capacità fisiche, psichiche, tecniche, tattiche dell’atleta, al fine di esaltarne il rendimento in gara. Gli scopi dell’allenamento sono l’incremento delle capacità di prestazione, e la stabilizzazione degli incrementi. ALLENAMENTO (Teodorescu 1981) • L’allenamento è un processo specializzato, su basi scientifiche, per lo sviluppo e la formazione della personalità del giocatore, considerato individualmente, e al tempo stesso integrato nella squadra, in vista della realizzazione di un massimo di capacità di prestazione, di uno stato di disponibilità, a carattere permanente, per elevate prestazioni. Il giocatore deve allenare azioni tecniche concatenate, adattate alle varie fasi di gioco, in condizioni di opposizione con l’avversario, in regime di sollecitazione delle qualità motorie e della tensione psichica, ad intensità diverse. ALLENAMENTO (Harre) • L’allenamento giovanile consiste nel preparare il giovane atleta, nell’insieme e sistematicamente, ad ottenere elevate prestazioni sportive nell’età adatta, e cercare quindi delle basi stabili. Bisogna porre l’attenzione sullo sviluppo di una “base ampia di prestazione”, in riferimento alle capacità fisiche, alle abilità tecniche, alle capacità tattiche, alle caratteristiche psicologiche. Così facendo si crea il presupposto per l’assimilazione dell’allenamento di elevata prestazione. ALLENAMENTO (Platonov) • La preparazione muscolare specifica non può svilupparsi efficacemente se non nel caso che l’organismo sia stato preventivamente sottoposto ad una preparazione generale ed, eventualmente, ausiliaria. Una preparazione esclusivamente specifica conduce ad una diminuzione difficilmente reversibile di alcune riserve funzionali, o a turbe degli schemi motori. La preparazione generale, se deve assicurare uno sviluppo armonico dell’atleta, deve anche perfezionare le qualità sulle quali si appoggia l’allenamento specifico. Aumentando l’acquisizione della maestria, la preparazione generale perde il suo aspetto preponderante, e si trasforma in preparazione ausiliaria all’allenamento specifico. ALLENAMENTO (Verchoshanskij) • L’allenamento sportivo è un processo pedagogico multilaterale, diretto all’educazione globale dell’atleta, ed in particolare, all’assimilazione di un ampio spettro di conoscenze, abilità e capacità, all’aumento delle capacità del lavoro muscolare dell’organismo, all’assimilazione della tecnica degli esercizi sportivi e dell’arte di gareggiare. ALLENAMENTO GIOVANILE (Frohner) • Un carico sportivo multilaterale precoce agevola la maturazione nervosa e lo sviluppo della muscolatura, e predispone ad una maggiore capacità di carico per la costruzione a lungo termine della prestazione nello sport di alto livello. PRINCIPI PEDAGOGICI DELL’ALLENAMENTO • Priorità dello sviluppo completo della personalità rispetto a quello della prestazione • Consapevolezza di quanto si fa in allenamento • Mantenimento e salvaguardia della salute • Conformità tra pratica e sviluppo • Aumento dell’autoresponsabilizzazione dell’atleta • Chiarezza nella prestazione delle decisioni e della loro successiva realizzazione • Orientamento dell’azione di allenamento sui bisogni e gli interessi degli atleti PRINCIPI DELL’IMPOSTAZIONE DEI METODI E DEI CONTENUTI DELL’ALLENAMENTO • Rapporto ottimale di sviluppo tra presupposti della prestazione di tipo CONDIZIONALE – COORDINATIVO – TECNICO – TATTICO • Consapevolezza della complessità degli effetti allenanti • Specificità dell’adattamento e dell’allenamento alla gara • Attivazione ottimale psicofisica • Ricerca della qualità ottimale esecutiva degli esercizi di allenamento HIGH PERFORMANCE TRAINING FOR TRACK AND FIELD (Bowerman – Freeman) • • • • • • • • • • • • OGNI SOGGETTO HA CARATTERISTICHE PECULIARI; GLI OBIETTIVI DEVONO ESSERE RAGIONEVOLI, MA MUTEVOLI; OCCORRE AVERE UN PIANO DI ALLENAMENTO; IL PIANO DI ALLENAMENTO DEVE ESSERE ORIENTATO VERSO ABILITA’ SPECIFICHE; OCCORRE ESSERE FLESSIBILI NELL’ATTUAZIONE DEL PIANO; OCCORRE SVILUPPARE L’ASPETTO BIOMECCANICO; LA VARIETA’ E’ IL “SALE” DELL’ALLENAMENTO; OCCORRE ALTERNARE IL DIFFICILE CON IL FACILE; E’ MEGLIO SOTTOALLENARE CHE SOVRALLENARE; OCCORRE TENER CONTO DEL RUOLO DI UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE; UN ATLETA NON PUO’ ESSERE SOLO UN ATLETA, MA DEVE COLTIVARE ALTRI INTERESSI; IL RIPOSO E’ UN ELEMENTO FONDAMENTALE DELL’ALLENAMENTO. ALLENAMENTO • ETA’ ADULTA-BASKET • POTENZIAMENTO • CAPACITA’ CONDIZIONALI • SISTEMA SOMATICOENERGETICO • ALLENAMENTO • MUSCOLO-TENDINEO • ETA’ EVOLUTIVAMINIBASKET • APPRENDIMENTO • CAPACITA’ COORDINATIVE • SISTEMA NERVOSO • ALLENAMENTO (CODIFICATO E NATURALE) + CRESCITA • OSSA ALLENAMENTO • ATLETI ADULTI : - Il modello di allenamento è il risultato delle esperienze accumulate; - Si ha alternanza tra carichi di lavoro elevati o medi per attivare efficacemente la supercompensazione; - Si limitano all’essenziale gli obiettivi da perseguire, valorizzando le esercitazioni specifiche. • ATLETI GIOVANI : - L’attività di gruppo è da preferire, per esigenze metodologiche, didattiche e organizzative; - Il perseguimento di numerosi obiettivi metodologici favorisce la costruzione delle esperienze motorie di base; - Si sviluppano le capacità motorie per ricercare un miglioramento agonistico più accentuato. • Non esistono fattori genetici che determinino direttamente il risultato sportivo; • L’allenamento permette al patrimonio genetico di estrinsecarsi sotto forma di mutamenti indotti dall’allenamento; • Strategia dell’allenamento : individuare le fasi sensibili – pianificare compiti e carichi – individuare metodi e esercizi idonei. • Nell’allenamento si alternano AGGIUSTAMENTI temporanei e rapidamente reversibili, ad ADATTAMENTI stabili e costanti da stabilizzazione delle strutture cellulari per sintesi proteica adattativa; • Gli esercizi determinano accumulo di metaboliti che inducono la sintesi proteica; l’attivazione endocrina è data dal totale carico di lavoro, entrambi dipendenti dal carico di allenamento. • In età evolutiva l’effetto dell’allenamento non viene ottenuto attraverso la supercompensazione (allenamento metabolico), ma attraverso una ottimizzazione della coordinazione neuromuscolare. L’efficacia del processo di allenamento dipende da una corretta trasmissione e presa di informazione, che richiede lo stesso carichi con pause adeguate. CARICO • Il carico fisico si realizza attraverso attività motorie volontarie e finalizzate, con CARATTERE specifico o aspecifico, FINALITA’ aerobica, mista, glicolitica, alattacida, anabolica, GRADO DI DIFFICOLTA’ elevato, medio, scarso, GRANDEZZA massima, grande, media, scarsa. • INTERNO = reazione dei sistemi di organi • ESTERNO = gli esercizi : - DURATA dell’azione di uno o più stimoli - VOLUME (durata e numero stimoli) - INTENSITA’ (forza dello stimolo) - DENSITA’ (rapporto tra esercizi e tempi di recupero) PRINCIPI DEL CARICO • • • • • • • • • • ADEGUATEZZA UNITA’ TRA CARICO E RECUPERO PROGRESSIVITA’ CONTINUITA’ CORRETTA SUCCESSIONE UNITA’ TRA CARICO GEN. E SPEC. SISTEMATICITA’ STABILITA’ EVIDENZA CONSAPEVOLEZZA • ADEGUATEZZA : tenere conto dell’età, sesso, tipologia nervosa e costituzionale, stato della preparazione fisicomotoria ed esperienza sportiva; • UNITA’ TRA CARICO E RECUPERO : alternanza corretta tra carico e recupero per il ristabilimento del livello iniziale e la supercompensazione; • PROGRESSIVITA’ : il processo di adattamento dell’organismo si stabilizza a livello di prestazione se i suoi indici (volume, intensità, etc.) non sono elevati; se si elevano, l’adattamento sarà maggiore; • CONTINUITA’ : l’incremento necessario del carico avviene con periodi lunghi ed ininterrotti di attività; • UNITA’ TRA CARICO GENERALE E SPECIALE : esercizi generali migliorano la funzionalità dell’organismo, sui quali si innesta l’allenamento specifico (unità tra capacità fisiche e abilità motorie); • SISTEMATICITA’ : progressione sequenziale in accordo con le leggi dello sviluppo delle capacità fisiche e abilità motorie con il carico (dal semplice al complesso, dal facile al difficile, dal conosciuto all’ignoto); • STABILITA’ : i risultati vanno consolidati e stabilizzati (ripetizione sistematica e verifiche regolari); • EVIDENZA : la costruzione delle abilità motorie è possibile sulla base immediata delle sensazioni (analizzatori); • CONSAPEVOLEZZA : lo svolgimento della seduta di allenamento deve essere chiaro e stimolante dal punto di vista emotivo e conoscitivo. Intensita’ R V A E P L I O DC I I T T A’A’ Tattica Tecnica … Qualsiasi Cosa. R E S I S T E N Z A tempo RISCALDAMENTO • Preparare fisicamente e psicologicamente la ricerca di concentrazione e attenzione; • Prevenire infortuni muscolari; • Attività volta all’aumento progressivo (valenza individuale); • Fondamentale nell’adulto non nel bambino; • Il suo obiettivo è quello di aumentare la T° corporea e muscolare di circa 2 gradi. CAPACITA’ GENERALE DI CARICO DELL’ORGANISMO • Corrisponde allo stato generale di salute e allenabilità; è l’espressione della rielaborazione del carico da parte dell’intero organismo, e comprende la capacità di recupero dopo carichi di qualità e quantità diverse. Caratterizzato dai sistemi globali di regolazione ( nervoso vegetativo, ormonale, neuromuscolare), e dalla funzionalità dei processi fisiologici e psichici di base. Le alterazioni si manifestano nella frequenza delle malattie infettive, nelle alterazioni dell’equilibrio elettrolitico, nella stanchezza generale. CAPACITA’ FISICA DI CARICO • Comprende quella di recupero e ripristino dopo sforzi sportivi; dipende dal livello di sviluppo, da quello di adattamento, dalla costituzione del soggetto, e viene influenzata dall’alimentazione, dal regime di vita, dal genere e intensità del carico. CAPACITA’ DI CARICO MECCANICO • Dipende dallo stato del sistema locomotore e di sostegno (in sintonia col sistema neuromuscolare), che devono permettere ripetizioni di carichi senza problemi. Le alterazioni si manifestano in danni a carico dei nuclei di maturazione ossea, in dolori all’inserzione tendinea, in alterazioni posturali e squilibri muscolari. LA CAPACITA’ DI CARICO IN ETA’ INFANTILE E GIOVANILE (Frohner) • NELL’ETA’ INFANTILE E ADOLESCENZA VIENE MENO IL PRINCIPIO BASE DELL’ADATTAMENTO ATTRAVERSO L’AUMENTO CONTINUO DEL CARICO. LA STRUTTURAZIONE DEL CARICO E’ DIRETTA SOPRATTUTTO A GARANTIRE LA CAPACITA’ DI CARICO MECCANICA E QUELLA GENERALE DELL’ORGANISMO (ESERCIZI PER LA COLONNA VERTEBRALE – SVILUPPO DEI MUSCOLI POSTURALI – ESERCIZI DI SCARICO E COMPENSAZIONE). CARICO • ECCESSIVO : oltrepassa la capacità funzionale, provocando fenomeni di affaticamento; • ALLENANTE : causa la sintesi proteica e induce effetti allenanti; • DI MANTENIMENTO : insufficiente per stimolare la sintesi proteica, ma sufficiente per evitare il disallenamento; • DI RIPRISTINO : insufficiente per evitare il disallenamento, ma efficace per un processo di ripristino a seguito di carico allenante; • INUTILE. FASI SENSIBILI : FORZA • FORZA RAPIDA : fase sensibile verso gli 8 aa. (piccoli attrezzi, salti, lanci, giochi di lotta e opposizione). • Prima di 10-11 aa. È difficile ottenere un aumento della sezione delle fibre. (Liesen-Hollman) • L’allenabilità inizia con sufficiente tasso di testosterone. • Nel lavoro pre-puberale e puberale : sempre lavoro combinato di forza e coordinazione. • Fase sensibile per la forza max nella prima fase della maturazione sex (differenze tra sex). • Elevati livelli di incremento dopo 13-14 aa. (Hettinger) FASI SENSIBILI : VELOCITA’ • La differenziazione tra fibre ST e FT avviene a 23 aa. Stimolati più precocemente possibile la reazione motoria e le frequenze di movimento, comunque difficlmente migliorabili dopo la pubertà (Calligaris). • La velocità di spostamento e la capacità di accelerazione hanno picchi in età puberale, con buona capacità anaerobica e coordinazione. FASI SENSIBILI : RESISTENZA • Capacità neutra rispetto allo sviluppo, con fenomeni di adattamento uguali all’adulto, senza rischi di sovraccarico. • Dipendente da apparato cardio-respiratorio, coordinazione neuro-muscolare, capacità volitive (motivazione). • Il bambino è una debole macchina aerobica, con poco attendibili valori di vo2max, F.C., QR. (Calligaris) • • I bambini sopportano carichi di resistenza per lunghi periodi di tempo. (Kindermann) • I bambini hanno buoni presupposti per l’allenamento alla resistenza, a causa di un rapporto favorevole tra peso-altezzaforza, e vo2max-kg di peso. (Martin) • Già da 8 aa. vi sono piccole stimolazioni di crescita del volume del miocardio. (Hollman) • La spinta evolutiva puberale dà miglioramento della resistenza (aumento di CV-volume cardiaco-GC). (Demeter) FASI SENSIBILI : MOBILITA’ • Precoce in periodo prescolare (max per componente passiva – min. muscoli e max elasticità di tendini e legamenti). Nella prima fase puberale si inserisce la mobilità attiva (max massa muscolare e aumento del volume articolare). • Fattori favorenti : buona distensione, buona coordinazione tra agonisti e antagonisti, buona capacità di rilassamento. Fattori limitanti : estensibilità tendinea e legamentosa, temperatura interna ed esterna. (Calligaris) ENERGETICA • MECCANISMO ANAEROBICO ALATTACIDO : ATP e CP proporzionati alle dimensioni del muscolo in egual misura dell’adulto; deficit dimensionale e coordinativo, non quantitativo; • MECCANISMO ANAEROBICO LATTACIDO : deficit del 40 % enzimatico di LDH e PFK (enzimi glicolitici), con produzione di meno acido lattico; deficit biochimico; • MECCANISMO AEROBICO : minore efficienza del cardio-respiratorio, possibile deficit motivazionale e funzionale. SISTEMA NERVOSO • VOLONTARIO (centrale-periferico) : ottimale fase sensibile, con strutturazione e mielinizzazione quasi complete nella fanciullezza; la mielinizzazione incompleta di diversi nervi motori dà alla funzione muscolare un controllo nervoso parzialmente limitato; • INVOLONTARIO (simpatico-parasimpatico) : elevato dispendio energetico per predominanza del simpatico sul parasimpatico. PRE-REQUISITI • PERCEZIONE SPAZIO-TEMPORALE • RITMO (coord. intra e inter-muscolare) • RAPIDITA’ (reazione motoria a stimoli) • EQUILIBRIO (statico / dinamico) • PROPRIOCETTIVITA’ CAPACITA’ COORDINATIVE • GENERALI : - CAPACITA’ DI APPRENDIMENTO; - CAPACITA’ DI ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE; - CAPACITA’ DI DIREZIONE E CONTROLLO. • SPECIALI : - CAPACITA’ DI REAZIONE; - CAPACITA’ DI ORIENTAMENTO; - CAPACITA’ DI DIFFERENZIAZIONE (MODULAZIONE DELLA FORZA); - CAPACITA’ DI EQUILIBRIO; - CAPACITA’ DI RITMIZZAZIONE; - CAPACITA’ DI COMBINAZIONE; - CAPACITA’ DI ANTICIPAZIONE; - FANTASIA MOTORIA. CAPACITA’ COORDINATIVE GENERALI • APPRENDIMENTO MOTORIO : acquisizione e assimilazione di movimenti, precedentemente non posseduti); • CONTROLLO MOTORIO : raggiungimento del risultato programmato; • ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE DEL MOVIMENTO : cambiare ed adattare il programma motorio alla modificazione improvvisa. CAPACITA’ DI ORIENTAMENTO • E’ LA CAPACITA’ DI MANTENERE IL GIUSTO RAPPORTO CON IL CAMPO D’AZIONE E CON I SUOI RIFERIMENTI SPAZIALI, ANCHE IN PRESENZA DI FATTORI DI DISTURBO CHE INTERFERISCONO CON LE FUNZIONI DELL’APPARATO VESTIBOLARE. IL CAMPO D’AZIONE PUO’ ESSERE PREDETERMINATO, OPPURE VARIABILE, A SECONDA DELL’AZIONE O DEL GESTO SPORTIVO DA SVOLGERE. PUO’ ESSERE ALLENATA CREANDO SITUAZIONI NELLE QUALI I RIFERIMENTI SPAZIALI VARIANO SISTEMATICAMENTE, RENDENDO PIU’ DIFFICILE LA RISOLUZIONE DEL COMPITO (colpire un bersaglio in movimento-bandiera con 2 istruttori-calcio o pallamano con porte che si spostano). CAPACITA’ DI COMBINAZIONE • CAPACITA’ DI SINCRONIZZARE AZIONI MOTORIE; PUO’ ESSERE RIFERITA A STRUTTURE SEGMENTARIE ED ABILITA’ DIVERSE SECONDO PARAMETRI DI SIMULTANEITA’, ALTERNANZA E SUCCESSIONE; E’ LEGATA ALLA DIFFERENZIAZIONE DEGLI INTERVENTI MUSCOLARI. CAPACITA’ DI EQUILIBRIO • CAPACITA’ LEGATA ALLA FUNZIONALITA’ DELL’APPARATO VESTIBOLARE ED ALLA DIFFERENZIAZIONE DEGLI INTERVENTI MUSCOLARI, RIVOLTA A MANTENERE LA POSTURA UTILE PER LA REALIZZAZIONE DEL GESTO PREVISTO. CAPACITA’ DI RITMIZZAZIONE • LEGATA ALLA DIFFERENZIAZIONE DEGLI INTERVENTI MUSCOLARI, E DEFINISCE L’OPERAZIONE DI SCELTA TEMPORALE DEGLI IMPULSI IDONEI A REALIZZARE, IN MODO ADEGUATO ALLA STRUTTURA SPAZIALE, UN’AZIONE FINALIZZATA. TALE SCELTA PUO’ ESSERE IN ADEGUAMENTO A SEQUENZE DI TEMPI DA RIPRODURRE, OPPURE AUTODETERMINATA. CAPACITA’ DI DIFFERENZIAZIONE (MODULAZIONE DELLA FORZA) • CAPACITA’ DI DOSARE FINEMENTE L’ENTITA’ DELLA FORZA AL FINE DI CONSEGUIRE LA MASSIMA EFFICACIA DEL GESTO, IN RAPPORTO ALL’OBIETTIVO. UTILIZZA TUTTE LE GRADAZIONI POSSIBILI DI FORZA ED I PASSAGGI RAPIDI DA UNA GRADAZIONE ALL’ALTRA. CAPACITA’ DI REAZIONE • CAPACITA’ DISTINTA IN DUE FASI : - ELABORAZIONE IN TEMPI BREVI DELLE INFORMAZIONI IN ENTRATA, PRECEDENTEMENTE DISCRIMINATE SUL PIANO SENSO-PERCETTIVO; - VELOCITA’ CON LA QUALE LO STIMOLO ELABORATO VIENE TRASMESSO AGLI ORGANI EFFETTORI. CAPACITA’ DI ANTICIPAZIONE • PROCESSO MENTALE DI PRESUPPOSTO A QUALSIASI ATTO MOTORIO; LA PRIMA FASE SI IDENTIFICA CON LA PREVISIONE PROBABILISTICA DI SITUAZIONI NON ANCORA VERIFICATESI O IN CORSO DI SVOLGIMENTO; SULLA BASE DI UNA PERCEZIONE LEGATA ALLA SOMMA DI EVENTI CONTEMPORANEI E APPENA PRECEDENTI, SI PRECOSTITUISCE IL SUCCESSIVO SVOLGIMENTO DELL’AZIONE E IL SUO RISULTATO FINALE; LA PRECISIONE E L’EFFICACIA DELL’ANTICIPAZIONE SONO LEGATE FORTEMENTE AL BAGAGLIO INDIVIDUALE DI CONOSCENZE. CAPACITA’ DI ANTICIPAZIONE • L’ANTICIPAZIONE NON E’ RIFERITA AD UN CONCETTO ASTRATTO, MA INTESA COME ANTICIPAZIONE DELLA SITUAZIONE. • L’ANTICIPAZIONE DELLA SITUAZIONE E’ IL CONTESTO E AL TEMPO STESSO IL PRESUPPOSTO PER L’ANTICIPAZIONE DELL’AZIONE. • OCCORRE ANTICIPARE SOLUZIONI TECNICHE OTTIMALI IN SITUAZIONI VARIABILI, E RIUSCIRE AD IMPORLE ANCHE IN SITUAZIONI DIFFICILI. FANTASIA MOTORIA • CAPACITA’ DI UTILIZZARE AL MOMENTO OPPORTUNO LE ABILITA’ IMMAGAZZINATE NELLA MEMORIA MOTORIA, ANCHE COMBINANDOLE TRA DI LORO, IN MANIERA PRATICA ED EFFICACE, PER IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO; L’ORIGINALITA’ QUALIFICA LE SOLUZIONI INDIVIDUALI, DETERMINANDO L’IMPREVEDIBILITA’ DI SVILUPPO DELLE AZIONI CON IL CAMBIAMENTO DI SITUAZIONI. ALLENAMENTO E PROCESSO EVOLUTIVO • “LO STRESS E’ IL GIUSTO STIMOLO ALLA CRESCITA (BAYLEY-MIRWALD), PERO’ NEI BAMBINI E’ DIFFICILE DISTINGUERE I CAMBIAMENTI DOVUTI ALL’ACCRESCIMENTO, E QUELLI DA ESERCIZIO ED ALLENAMENTO.” (BAR-OR) CRITICHE ALL’ALLENAMENTO INFANTILE (Maertens) • LO SPORT E’ CONVENIENTE PER LA SALUTE PSICOFISICA DEI BAMBINI ? • TROPPE PRESSIONI PER LA VITTORIA ? • ALLENATORI INCOMPETENTI ? • C’E’ ANCORA GIOIA E DIVERTIMENTO ? BIBLIOGRAFIA • Meinel-Schnabel : Teoria e metodologia dell’allenamento sportivo • Costill : Fisiologia della prestazione • Hahn : L’allenamento infantile